28 gennaio 2007

@@@@ Una Bimba Senza Posto @@@@

Anni fa scrissi un racconto ispirandomi ad un gruppo di persone che frequentavo.
Su ciascuna di queste persone, me compresa, costruii un personaggio.
Ambientai il racconto su di un'isola, e in modo fantastico immaginai una scissione dell'anima/personalità di ciascuno, nel cambiamento tra le ore diurne e quelle notturne.
Nell'isola, piccolo villaggio abitato da uomini e da donne, c'erano:
la Ballerina, il Giocatore di Poker, il Ginecologo, l'Avvocato, la Parrucchiera, la Casalinga, l'Antiquaria, il Rivoluzionario, lo Scrittore... Fra i tanti c’era anche la Pasticcera, ed ero io!
Accadeva, durante il tramutarsi del giorno nella notte, che in ciascuna di tali "anime" avvenisse una trasformazione liberatoria della loro ambigua natura.
Così, col buio, s’aprivano le porte del vasto palazzo, quasi un castello: il Bordello, pronto ad ospitare la creatività disinibita delle identità che di giorno soffrivano negli stretti indumenti e i limitati ruoli.

- Il racconto è un po' folle, ma divertente, ancor di più conoscendo le persone su cui fu costruito.
Potrei postarlo, ma ha una lunghezza mal tollerata sul web, ed è interamente da ribattere perchè fu dattiloscritto.
Non lo posto, accenno solo qualche pennellata per introdurre ad altro argomento. -

Ciascuna delle anime, la Parrucchiera, la Ballerina, l'Antiquaria, la Casalinga, si trasformavano in donne dalle Mille e Una Notte, con veli, danze, dolcezza, o seduzione aggressiva.
Gli uomini giungevano, abbandonandosi anche loro, dimentichi delle proprie professioni: ostacoli all'essere se stessi, impedimento alle relazioni.


Essendo io l'autrice del racconto, mi diedi la parte della protagonista. La Pasticcera delle ore diurne, di notte diveniva la Maitresse del Castello.

In questo scenario, improvvisamente, mi resi conto di non riuscire ad inserire una persona del gruppo. Pensai più volte a quale ruolo darle, ma l'unica immagine che avevo per lei, era quella di una bambina, appoggiata allo stipite d’una porta, che osservava in disparte la colorata vitalità notturna delle anime inquiete, senza essere, né divenire, altro.
Il racconto si delineava sulla carta, i personaggi assumevano forma, agivano, la loro storia prendeva corpo, ma per quella donna del gruppo mi restava l'immagine d’una bimba, che con sguardo triste, osservava isolata, vincolata allo stipite d’una porta. Né dentro, né fuori: sulla soglia.
Presi dunque la decisione di non farla partecipare! Non avevo un ruolo per lei. Non scaturiva dal mio immaginario! Non potevo inserire una bambina in un bordello, non volevo: lì la vita ferveva, scoppiettava, si infiammava. Quella figura stonava.

Quando lessi il racconto alle persone del gruppo, ci fu chi si divertì molto, chi si riconobbe soddisfatto e felice della parte assegnatagli, chi protestò sdegnato per la conclusione -il racconto terminava con me che partivo, osservando dalla nave l'isola che si allontanava sul mare-, e infine ci fu la donna che non avevo inserito che, come una bimba, si chiuse in se stessa, imbronciata, offesa, sentendosi esclusa.
Mi dispiacque.
Non avevo previsto che ciò l'avrebbe potuta ferire. Non lo avevo previsto, ma ne restai scossa: la mia immaginazione stava coincidendo con la realtà.
A questo episodio ho ripensato innumerevoli volte col passare degli anni, infatti eccomi ancora qui a menzionarlo!
La reazione di quella donna, e l'immagine della bambina sullo stipite sono tornate dentro di me a chiedermi risposte.
La reazione della donna pian piano svanì, perchè lei mi perdonò.
L'immagine della bambina è ancora qui, mi segue, e più volte mi ha chiesto, finché io non ho avuto la capacità di darle delle risposte.
Infine ho compreso che quella bambina ero io, una parte di me che non potevo esporre. Una parte di me di cui mi vergognavo, perchè non era cresciuta, perchè non era presentabile, perchè stonava fra gli adulti con le loro cose da grandi!
E quando lo capii cercai di tendere la mano alla bambina, sorriderle, e invitarla ad avanzare, a lasciare il suo stipite.
Le dissi che avevo bisogno di lei, perchè solo unita a lei potevo creare, che non volevo più vergognarmi, che l'avrei tenuta con me.
So, adesso, che quella bimba resterà per sempre così dentro di me, anche crescendo, invecchiando, lei resterà così. Un po' triste, un po' spaventata, un po' accusatoria... Eppure capace d’allegre risate da folletto quando in me c'è la gioia e l'amore.
Capace di giocare, inventare, essere dispettosa e imprevedibile se intorno ci sono giochi e risa.
Capace di sentire grandi dolori, e farli suoi, e con essi piangere, tornando a rannicchiarsi, piccina, in una culla di foglie secche e bagnate, lasciandosi là, sotto la fitta pioggerellina d'una vita che la sta nutrendo di tenerezza struggente, la dolce amara, morbida linfa di un'ennesima esclusione.


Oggi
volevo raccontare di questa bimba, le ho offerto la mano ancora una volta, ed
ora la sto presentando: inchinati piccina, il pubblico applaude, non aver paura,
non correre a nasconderti, vedrai, fra poco ti lanceranno fiori, rose profumate,
e tu non devi fuggire, smetti di piangere, non lascerò che tu sia ferita.
Mai, e poi mai più!

- QUESTO NON E' UN POST! - E' Un APPELLO IMPORTANTE CHE QUI INSERISCO---


Questo appello mi è giunto per e-mail.
Lo pubblico sul blog,
sperando che lo leggano
quante più persone sia possibile!


Come in Francia, anche in Italia grande mobilitazione dei cittadini contro
il Cambiamento Climatico.

L'Alleanza per il Pianeta Terra
(gruppo francese di associazioni ambientali)
lancia un appello semplice
a tutti i cittadini del pianeta:

spegnete la luce il 1° febbraio
dalle 19.55 alle 20.00
5 minuti per il nostro pianeta
Non si tratta di economizzare l'elettricità
ma di attirare l'attenzione di media e cittadini sullo spreco di energia
e sull'urgenza di mettere
nelle agende dei nostri politici
le questioni ambientali.
Il cambiamento climatico ci riguarda tutti
ma è un argomento
purtroppo
che sembra non importare molto !
Perchè proprio il 1 febbraio?
E' il giorno
in cui verrà pubblicato
il nuovo rapporto del gruppo di esperti climatici delle Nazioni Unite.
Questo evento avrà luogo in Francia:
non bisogna lasciare passare questa occasione.
Se riuscissimo veramente a partecipare tutti,
questa azione
avrà un reale peso mediatico e politico.

Fate circolare il più possibile questo appello intorno a voi.
altro link (su cui se ne parla):

22 gennaio 2007

**Dalle Pin-up al ROSSO e FLORIDO, Sorridente, Promettente, Santa Claus**


C'era una volta...
Come al gioco del telefono, sussurrando una parola nell'orecchio di chi è accanto, e via di seguito, la parola viene trasformata per ciò che l'orecchio capta, per ciò che la propria indole e il proprio vissuto sa riconoscere in quella parola, fino a creare qualcosa di completamente diverso dal suo stato originale, così ho scoperto è accaduto alla più famosa e attuale delle leggende.

Nel mondo in cui viviamo ora, nel 2000, siamo circondati da immagini e colori, e il nostro sguardo è continuamente catturato dalla visione di un cartellone, di una foto, di un video, di scritte.
Con l'avvento di internet la comunicazione è in tempo reale, e se vuoi fare una ricerca, basta inserire una parola in una stringa per avere infiniti risultati, a scelta.
Tornando indietro nel tempo, salta all'occhio il confronto con le immagini e i colori di cui il nostro quotidiano è circondato rispetto invece alla necessità, nel passato, di fermare immagini e colori.
Infilando il naso nella Storia, ci possiamo ricordare che i pittori dovevano preparare da sè i colori per dipingere, fino ad arrivare a creare loro stessi delle sfumature e tinte per ottenere i risultati che ricercavano sulle loro tele.
Per avere un ritratto si ricorreva al pittore. E se animi sensibili restavano affascinati dalla visione di uno scenario naturale, il vento, il mare, una valle, desideravano fissarla sulla tela, pazientemente, e ispirati dalla poesia che sentivano in quell'immagine e nel bisogno di condividerla.
La ricerca umana con il suo bisogno di fermare le immagini non si è mai arrestata, e si è scoperto il modo di creare istantanee, e dai fratelli Lumière si è giunti al cinema...
Riassumendo, l'immaginario umano è di una fertilità inarrestabile, ricco ed abbondante...

Dunque:
"C'era una volta"...molti anni fa, una storia le cui radici, dal terreno della religione cattolica, hanno via via lasciato crescere rami intessuti di miti e favole.

Il punto di partenza è una leggenda, la più famosa sulla vita di S.Nicola da Bari (ricordata anche nel Purgatorio di Dante/XX, 31-33), che narra di un nobiluomo caduto in disgrazia che si disperava per la sorte delle sue tre giovani figlie, per le quali non aveva una dote disponibile. Nicola volle aiutare la famiglia e, per tre notti consecutive, andò a gettare dentro la finestra del loro castello tre sacchi pieni di monete d'oro. La terza notte, trovando chiuse tutte le finestre, Nicola fu costretto ad arrampicarsi sul tetto per calare le monete giù dal comignolo. L'oro, cadendo, si infilò nelle calze delle fanciulle appese ad asciugare vicino al camino. (Ed ecco la tradizione di appendere calze la notte di Natale per ritrovarle la mattina dopo colme di doni)-[Dal
Corriere della Sera 13/12/2004]
In altre versioni posteriori, forse modificate per poter essere raccontate ai bambini a scopo educativo, Nicola regalava cibo alle famiglie meno abbienti calandoglielo anonimamente attraverso i camini o le loro finestre.
Stiamo parlando di Nicola (270-310 d.C.), vescovo della città asiatica di Myra (nell'attuale Turchia).
Amato e venerato un po' in tutta Europa, specie in Belgio e in Olanda, San Nicola viene atteso il 6 dicembre (data della sua morte, che fu fissata per ricordarlo e come tradizionale ricorrenza), per portare doni ai bimbi buoni.

Nel sedicesimo secolo, dopo la Riforma, i santi non furono più in auge nell'Europa del Nord. La fama di San Nicola cominciò ad essere intaccata. Il compito di donare regali venne allora attribuito al Christkindel o Kris Kringle, Gesù Bambino, un’altra figura sacra molto più accettabile di quella dell’antico vescovo. Allontanato dalle chiese e dalle rappresentazioni sacre, San Nicola continuò a portare regali in molte zone europee, accompagnato da un servetto nero

che recava un sacco pieno di doni e di fruste, il Nicodemo (colui che andò da Gesù di notte) dei Paesi Bassi, da cui probabilmente è derivato lo Schwarzer Mann, l’uomo nero che ha terrorizzato, i bambini di mezzo mondo (infatti la tradizione vuole che i bimbi buoni ricevano doni, e quelli cattivi siano puniti!).

Fu così che San Nicola divenne nella fantasia popolare il "portatore di doni", compito eseguito grazie ad un asinello nella notte del 6 dicembre.
In Olanda ancora oggi il 6 dicembre si festeggia Zwartepiet,
ed è rimasta questa la figura del "portatore di doni" ai bimbi. E proprio in tale figura dell'Uomo Nero, del Nicodemo, dell'aiutante del vescovo San Nicola, c'è l'embrione dell'immagine che col tempo si trasformerà nell'attuale, rubicondo e conosciuto "Babbo Natale"!

Furono gli emigranti olandesi, che avevano fondato nel 1600 una città che chiamarono Nuova Amsterdam (oggi New York), a portare nel Nuovo Mondo la tradizione di San Nicola, da loro chiamato Sinter Klaas. Successivamente il nome si trasformò in Santa Class, che in inglese divenne ben presto Santa Claus.
Altri racconti tradizionali furono introdotti dagli immigrati danesi. I coloni, in cerca di antiche identificazioni e nuovi nazionalismi nei territori del Nuovo Continente, si strinsero attorno ai loro santi: San Nicola (Olandesi), Sant’Andrea (Scozzesi), San Patrizio (Irlandesi), separandoli, però, dall’insieme di credenze di marca “papista” e salvandone solo gli aspetti esteriori e alimentari. Anche la Francia aveva il suo S. Nicola, mentre in Germania c'era Gesù Bambino che distribuiva i doni. In America il suo nome divenne Kris Kringle, e si continuò a festeggiare l’inverno e il Capodanno offrendo doni ai bambini, bevendo cherry e mangiando “i biscotti di San Nicola”.


Santa Claus divenne popolare dovunque e gli scrittori e gli artisti gradualmente trasformarono il vescovo col suo manto e la mitra in un'altra figura, ma nessuno sa come abbia fatto l'asino di S. Nicola, nel tempo, a trasformarsi in un gregge di renne!

Nel 1804, in America, fu fondata la "New York Historical Society" e San Nicola ne divenne il santo patrono.

Nel 1809 lo scrittore Washington Irving [W. Irving (1783-1859), autore americano: la popolarità nacque dai suoi racconti critici e satirici, efficaci nella forma letteraria americana di
storia corta. Sua è "Una Storia di New York" (1809), considerata come primo contributo importante alla letteratura comic americana] raccontò per la prima degli spostamenti di Santa Claus nel cielo per la distribuzione dei regali.

Un libro del XIX secolo mostra un'illustrazione in cui egli compare con una sola renna (in Svezia è invece ancora rappresentato circondato da caprioli).

(da Wikipedia) Sembra che chi fu a descrivere esattamente l'aspetto moderno di Santa Claus in forma letteraria, fu un pastore americano con la pubblicazione della sua poesia "Una visita di San Nicola", ora più nota con il titolo "La notte di Natale" ("The Night Before Christmas"), avvenuta sul giornale Sentinel della città di Troy
(stato di New York) il 23 dicembre 1823. L'autore del racconto è tradizionalmente ritenuto il pastore Clement Clarke Moor (si dice che scrisse la poesia per i suoi figli nel 1821). Santa Claus vi viene descritto come un signore un po' tarchiato con otto renne, che vengono nominate -per la prima volta in questa versione- con i nomi di Dasher, Dancer, Prancer, Vixen, Comet, Cupid, Donder e Blitzen.

Inizialmente Santa Claus veniva rappresentato in costumi di vario colore (il verde, che richiamava ancora l'idea di un abitante del bosco era il più usato); il rosso divenne predominante a partire dalla sua comparsa sulle prime cartoline di auguri natalizie nel 1885 (ovvero dopo che per 22 anni Thomas Nast lo aveva rappresentato in numerose ilustrazioni).
Fra i primi artisti a fissare l'immagine di Santa Claus nella forma che conosciamo oggi, è stato il famoso illustratore americano Thomas Nast. Nel 1863 sulla rivista Harper's Weekly apparve la prima delle sue immagine su Santa Claus, che si ritiene sia stata ispirata dal personaggio di Pelznickle. (Fonte tratta da Wikipedia)

Il PELZNICKLE: chi è costui? Era il già conosciuto aiutante "nero" di S.Nicola!

Riporterò qui di seguito la
curiosità scovata ("Santa Claus, A Great Imposter"), lasciandola però in inglese:
"Thomas Nast was assigned to draw this Santa Claus, but having no idea what he looked like, drew him as the fur-clad, small, troll-like figure he had known in Bavaria when he was a child.

This figure was quite unlike the tall Dutch Sinterklaas (il Santa Claus olandese), who was traditionally depicted as a Catholic bishop. Who he drew was Saint Nicholas’ dark helper, Swarthy, or Black Pete (a slang name for the devil in medieval Dutch). [...]
It is significant that Black Peter, Pelze-Nicol, Knecht Rupprecht and all of St. Nicholas companions are openly identified as the devil.
To the medieval Dutch, Black Peter was another name for the devil. Somewhere along the way, he was subdued by St. Nicholas and forced to be his servant.
The fact is that Santa and Satan are alter egos, brothers;

they have the same origin. . . On the surface, the two figures are polar opposites, but underneath they share the same parent, and both retain many of the old symbols associated with their "father" . . . (P. Siefker: "Santa Claus, Last of the Wild Men: The Origins and Evolution of Saint Nicholas"- McFarland & Company, 1997, p. 6)
-






Thomas Nast (una delle sue prime illustrazioni di Santa Claus qui a sinistra; sotto un'altra sua illustrazione sulla copertina di Harper's Weekly del 6 dicembre 1902, intitolata: "Here we are again") per vent'anni, tra il 1863 e il 1886 disegnò per conto del settimanale "Harper's Weekly" una serie di tavole natalizie che illustravano tutti gli aspetti della leggenda di Babbo Natale

e nel 1885 stabilì ufficialmente la residenza di Babbo Natale al Polo Nord e disegnò due bambini che su una carta del mondo tracciavano il tragitto dal Polo Nord agli Stati Uniti.
Nast quindi giunse a quest'immagine ispirandosi al Pelznickle, ma riprendendo anche l'immagine poetica raccontata dal pastore C. Clarke Moore, e ritraendo così Babbo Natale come un vecchio sorridente e panciuto, dalla grande barba bianca, che indossa un lungo mantello rosso (precedentemente l'abito era in genere verde o blu scuro) bordato di pelliccia bianca, un grosso cinturone di cuoio nero e gli stivali neri.

Un'altra immagine che divenne molto popolare è quella disegnata

nel 1902 da
L. Frank Baum, autore de Il meraviglioso mago di Oz, per il racconto "La vita e le avventure di Santa Claus".

Siamo giunti agli inizi del 1900, in America.
In Italia, sappiamo, esisteva Gesù Bambino.
E chi portava i doni era la Befana, il 6 gennaio!
Ma questo avveniva già in tempi recenti...
Il "vero" Babbo Natale, quello alto, con tanta pancia, le gote rosse, la folta barba bianca, il vestito rossissimo, con giacca (non mantello o cappottone!) bordata di soffice pelliccetta bianca, cappuccio rosso con pon pon bianco, stivaloni neri, sportivo, nonostante la sua panciona, e sempre allegramente sorridente e rassicurante, molto lontano da qualsiasi ombra punitiva di folletti, o Zwartepiet, e dal vescovo con la mitra, è arrivato nel 1931, ad Atlanta, per opera della Coca Cola!

(Fonte:
"Minerva - Osservatorio sull'industria Alimentare" di Nicola Lagioia)
Accadde infatti che il dottor Harvey Washington Wiley, che lavorava al Dipartimento di Chimica degli Stati Uniti, nel 1903 fece partire una crociata salutista contro la Coca Cola. Il nome della sua battaglia fu: «Gli Stati Uniti d’ America contro 40 barili di Coca-Cola». Si avviò un procedimento giudiziario che per l’azienda di Atlanta rappresentò una delle prove più difficili da affrontare nei primi decenni del XX secolo. La denominazione si deve al sequestro di alcuni barili di Coca-Cola che Wiley fece disporre nel 1907. Il processo fu celebrato a Chattanooga. Nell’accusa si contestava alla bibita di essere adulterata con sostanze pericolose (nello specifico la caffeina).
Il verdetto fu favorevole per la Coca-Cola. La bibita non rischiò più di essere ritirata dal commercio né fu costretta a rivedere la sua formula. L’unico cambiamento riguarderà la strategia pubblicitaria dell’azienda. Gli avvocati difensori della Coca-Cola non avevano contestato gli effetti negativi della caffeina sui giovanissimi – avevano però cercato di aggirare l’ostacolo dichiarando che i più piccoli non erano consumatori abituali della bibita, il che contrastava con le pubblicità del periodo che ritraevano bambini intenti a bere Coca-Cola insieme ai genitori. Così, dopo il 1911, fu proibito l’utilizzo di materiale pubblicitario in cui ci fossero bambini di età inferiore a dodici anni nell’atto di bere Coca-Cola. Se i danni erano stati limitati al massimo, l’azienda rischiava di perdere una fetta fondamentale di consumatori.
Siamo nel 1931: la Coca-Cola, che fino a qualche tempo prima veniva soprattutto servita nei bar, poteva adesso essere acquistata in confezioni da conservarsi nei frigoriferi domestici. Si trattò di un cambiamento epocale! Ma se la bibita ora veniva acquistata per le famiglie, occorreva indurre a non farla temere come bevanda anche per l'infanzia!
Bisognava concepire una campagna pubblicitaria in grado di rivolgersi ai bambini senza mai metterli al centro della scena. Il compito fu affidato a Haddon Sundblom, un disegnatore di origine svedese. L’ espediente utilizzato fu quello di arruolare un messaggero, un intermediario tra infanzia e mondo degli adulti che fosse in grado di catalizzare l’immaginazione dei bambini. La scelta cadde appunto su Santa Claus.
Sundblom ebbe come primo parametro il Santa Claus disegnato da Thomas Nast per Harper’s Weekly nel 1862.
Il colpo di genio di Sundblom consistette nel far convivere l’aura di soprannaturalità che circondava Babbo Natale con l’estetica dell’ uomo comune. Basta elfi, creature dei boschi, personaggi provenienti da immaginari e culture lontane: il nuovo Babbo Natale avrebbe dovuto essere partorito dal cuore magico dell’America del XX secolo.
Sundblom utilizzò come modello l’uomo della porta accanto, vale a dire il suo vicino di casa Lou Patience, un commesso viaggiatore che l’American way of life aveva fornito di una corporatura robusta, un volto allegro entro i limiti del sospetto, una fiducia nel presente e una vitalità che debordava da tutti i pori della sua persona: a Lou Pantience, Sundblom allungò la barba e arroventò le guance, aumentò di qualche misura il girovita, sostituì gli abiti borghesi con la celebre casacca rossa e bianca, e così i cartelloni pubblicitari si riempirono di figure al limite dell’iperrealismo: fragorosamente comuni eppure in qualche modo provenienti da un altro pianeta.
La data della rivista Liberty su cui il florido, rubicondo, rassicurante Babbo Natale compare per la prima volta è il 22 dicembre 1931.

Il 'Babbo Natale' targato Coca-Cola, disegnato da Haddon Sundblom, irrompe sulla scena pubblica statunitense. Haddon divenne un famoso disegnatore di pin-ups (per visualizzare un'altra sua illustrazione pubblicitaria cliccare
rqui;
e per vedere l'illustrazione di una sua pin-up cliccare rqui).



Le fonti di questa ricerca sono state svariate.
Alcune le ho citate nel testo.
Altre sono da:
"Littlepan", da "De Agostini.it" e, quest'ultima aggiunta, da "Italia Donna":
"Col passare del tempo si diffuse anche l'idea che Babbo Natale potesse esaudire i desideri dei bambini, portando loro ciò che più volevano, grazie alle lettere che questi gli avrebbero scritto.
Nel 1974, tre impiegati delle poste canadesi di Montreal, avendo notato la grande massa di lettere che arrivavano ogni anno per Babbo Natale, decisero di rispondere alle centinaia di bambini, dando vita alla vera e propria Posta di Babbo Natale.
L'anno successivo ricevettero ancora più lettere, e poi sempre di più, tanto che nel 1983, le poste canadesi hanno indetto un servizio di posta speciale solo per Santa Claus, in cui il codice di avviamento postale è HOH OHO."


La trasformazione della parola, delle storie, delle leggende.
Ciò che non esisteva, è diventato realtà attraverso il potere delle immagini, dei colori, che stimolano ancora di più la fantasia e l'immaginario...
Anche le pin-ups, immagini per illustrazioni, ora modelle in carne ed ossa...
Non è potente l'immaginazione? (E dire che secoli fa neppure esistevano i colori per dipingere!!)

15 gennaio 2007

"Cucù? C'è qualcuno? Passo piano e mi nascondo..."

Non viaggio aggiornata sul mondo della blogosfera, così un certo evento, intitolato "De-Lurking Days" mi è sfuggito... quasi sotto al naso!
Sotto al naso è il caso di dirlo, perchè qualcuno (
Riccardo), evidendemente a lurking visitor, in effetti si è affacciato per lasciare un segno della sua esistenza durante i giorni di tal evento.
Facendo una veloce ricerca sul
"De-lurking" ero giunta a dedurre che la sua fosse una burla per il numero dei commenti che mi erano stati lasciati all'ultimo post.
Ora ho approfondito e capito "il caso", non così Giallo!
Per chi, come me, non fosse al corrente dei
"de-lurking days", svelo che le giornate dedicategli erano comprese nel periodo tra il 9 e il 13 gennaio.
Da
wikipedia, il significato di Lurker :
"Lurkare è un verbo che fa parte del
gergo di Internet. È una italianizzazione del verbo inglese to lurk, che può essere tradotto approssimativamente "spiare da dietro le quinte".
"Lurker è colui che è iscritto ad una mailing list o frequenta un newsgroup o un forum e ne legge anche con attenzione i messaggi, ma non ne scrive o ne invia mai di propri. A volte i lurker restano sconosciuti per sempre ai partecipanti della mailing list o del newsgroup o del forum. Altre volte scrivono un messaggio ogni tanto, messaggio dal quale si può desumere la loro attenzione alla vita della mailing list, del newsgroup o del forum, il che in genere sorprende i partecipanti "regolari". Il termine lurker non ha generalmente connotazioni negative. Il fatto che segua con attenzione i contenuti delle discussioni rende comunque "simpatico" il lurker al resto dei partecipanti più attivi."

Dunque i
De-lurking days sono i giorni in cui i lettori silenziosi dei blog, che mai lasciano commenti, sono invitati ad apparire, come si può leggere su
Fiaschi.Org:
"Come ogni anno, anche nel 2007 è giunto il delurking day”.
Cos’è? È il giorno dedicato a te, lettore che passi di qui e non commenti. Purtroppo capita di sabato, giorno triste per il web, ma ce ne facciamo una ragione.
Cosa prevede? Che tu lettore silenzioso che passi leggi e te ne vai, oggi devi lasciare un commentino clickando proprio qua sotto su “comments”. Non devi strapparti le meningi per farti venire un’idea decente, basta un “Eccomi qua, ci sono anch’io!” ".


Una volta documentata, ho capito che
Riccardo/Hari Seldon, passando di qua venerdì 12, e augurandomi un "Buon De-Lurking Day", non stava facendo lo spiritoso, ma appariva durante il Delurking per dirmi che c'era anche lui!

Girovagando per la Blogosfera ho scoperto che anche su molti altri Blog è stato menzionato il De-lurking Day, su
Gidibao'Cafè, per esempio, il quale ha fatto riferimento a SID 05 che, a sua volta, si è collegato a Veerle's blog, che sul suo post
"No More Lurking! It's De-Lurking Time Again"
ha visto depositare ben 521 commenti (il numero non è stabile, ma in crescita)!!

Per ogni altra curiosità c'è anche una ricerca di
Blogbabel!

Dopo questa scrittura informativa, mi sposto su un piano riflessivo.
Infatti, partendo da un'altra ricerca, e da un altro blog, mi era sembrato interessante lo sviluppo intorno alla tematica di una mancanza di commentazione da parte di un visitatore, magari anche assiduo.
Questo punto di vista si legge su
Webgol nel post del 3 Dicembre “Interstizi, de-lurking e conversazioni al BarCamp di Torino”, di Antonio Sofi:

-- "Agganciandomi al fil rouge conversazionale emerso ieri a Torino, sciolgo la mia presentazione sul de-lurking della blogosfera in qualche considerazione e un paio di domande aperte - che sono quelle da cui sono partito per riflettere sulle modalità di commenti e di commentatori nella blogosfera.
La prima domanda è: quando si commenta un blog, perché si commenta?
La seconda è: c’è o non c’è una percentuale di persone che “guardano ma non commentano” (
lurkers, appunto)? E le persone che non commentano lo fanno perché non hanno niente di originale da dire, o per qualche altro motivo?
Infine: quanto dello sviluppo della famigerata “big conversation” passa attraverso l’abitudine al commento, o meglio alle varie tipologie del commento?
Il commento (in tutte le sue forme) è un feedback pubblico e migliorativo - anche nelle sue tipologie più esiziali. Il punto è che chi ha un blog è inevitabilmente sia commentatore che commentato. E se come commentatori siamo spesso stitici e frugali, come commentati diventiamo avidi ed esigenti (il viceversa è probabilmente più raro).
Quindi - un po’ per gioco - ho provato ad individuare sei approcci estremi al commento sui blog [...]:


Approccio “negazionista” "I commenti non esistono, né sono mai esistiti. Io non li uso e mai li userò. Se volete, qui c’è la mia mail" Approccio “anarco-liberale” "Chi vuole commentare, commenta. Chi non vuole commentare, non commenta. I commenti sono porte aperte"
Approccio “trackbacchista” "I commenti ognuno a casa propria: se ho qualcosa da dire la dico sul mio blog e poi ti mando un fischio - o mi vieni a cercare"
Approccio “forumista” "I commenti servono a chiacchierare con una comunità di persone. Il post è spesso un mero spunto di discussione"
Approccio “scambista” "Commento ut des. Io do un commento a te, tu dai un commento (o qualcos’altro) a me"
Approccio “pedagogico” "Bisogna commentare i blog che si leggono. Fare uno sforzo di “rottura” del vetro invisibile che separa autore e lettore".
" --

Appartengo all'universo della blogosfera da pochi mesi, e sto imparando strada facendo praticamente tutto!
Prima di aprire il blog, non sapevo neppure cosa fosse!

Sono stata invitata a farlo da un'amica che si è accinta all'opera un mese prima di me! (Odelance)
Sono curiosa, mi piace scrivere, quindi mi sono aperta questo spazio sul web!
Ora scopro un
de-lurking day!
Impossibile non fare delle considerazioni.
Se hanno iniziato ad esistere i blog, e quindi questo tipo di scrittura, di espressione sulle pagine del Web, qualsiasi sia il tema trattato, ciò che evidentemente resta importante è essenzialmente lo scambio che attorno si innesca! Uno scambio che può originarsi solo attraverso l'esprimere e il comparire: l'essere!
Diventando una blogger ho scoperto un interessante ed umano intreccio; ho conosciuto pensieri, modi di scrivere, e proprio nel lasciare il mio commento e il mio pensiero è accaduto che si sia aperto un minimo di confronto e di dialogo.
Se fossi passata senza mai usare la mia voce...non sarebbe stato sterile anche il mio scrivere e creare dei post?

Se non prendesse vita l'intreccio di voci e di apparizioni, non sarebbe triste scrivere in modo isolato?
Insomma, per fortuna che esiste chi si espone!

Così come tutte le persone che piano piano sono qui apparse e mi hanno fatto veramente molto piacere, mi hanno regalato una parola, un sorriso, anche tanto altro con il loro "Esserci"!

E ancora:
Ciao a tutti gli usuali lurkings dei De-lurking days, grazie per aver testimoniato la vostra presenza lasciando il vostro saluto! Eppure, se fossimo una blogosfera di lurkings... Che silenzio!!!

Ma il mondo è bello perchè è vario, no?

10 gennaio 2007

le CINQUE cose CHE non SAPETE di ME

Dunque dunque...
invitata ad un altro Blogger/Giochino a catenina, ecco mi accingo a partecipare!
Daniela/Odelance
si è "vendicata" del mio averla coinvolta nel
Gioco Del Libro Più Vicino,
e così mi coinvolge a sua volta nelle
Cinque Cose Che Non Sapete Di Me!
Ohi, Ohi...Bella scelta!
Cominciamo:

  1. Parto dall'immagine del post: amo andare a piedi scalzi. Anche d'inverno, pur essendo freddolosissima...! Se la casa è ben riscaldata e i pavimenti non sono di gelido marmo, sicuramente vado scalza! Mi piace sentire ciò che ho sotto, senza filtri! D'estate finisco con i piedi neri perchè la casa, con le finestre aperte, ha i pavimenti spesso sporchi... Lavo persino i pavimenti scalza, attenta a non scivolare sul bagnato! E una volta, uscendo da un appartamento dove avevo appena ricevuto una notizia molto spiacevole, senza parlare (non ero sola) mi sono ritrovata a togliermi i sandali (era luglio) e a camminare scalza sull'asfalto! (nonostante odio sporcarmi!)
  2. Sono un'amante delle creme e degli olii. Non faccio una doccia (e ne faccio almeno una al giorno! D'estate anche due...o addirittura tre, se fa un caldoBestia!) se non mi cospargo subito dopo di vari strati di varie creme, uno sull'altro: la nivea di due tipi, e poi quelle profumate dell'erboristeria, e poi anche l'olio alle mandorle! Il risultato è che spesso chi mi tocca un braccio nudo, appena uscita di casa, resta con le dita sospese, esclamando: "Ma sei unta!", ovviamente col sorriso e la risata, perchè emano un gradevole profumo di buono!
  3. Il terzo punto è un po' una conseguenza del 2°, ma solo una leggera conseguenza, perchè in realtà è una cosa appartenente profondamente alla mia indole: sono una ritardataria cronica! Sono sempre stata una ritardataria! Fin da quando ero piccola! Calcolando che alle elementari andavo già da sola, senza essere accompagnata, ebbene: facevo tardi tutte le mattine anche allora! Inutile dire che la mia carriera in questo senso è continuata con successo, sia al liceo, sia con gli amici, sia in ufficio! Sicuramente la mattina è il momento in cui ritardo di più, va un poco meglio negli appuntamenti di pomeriggio o di sera! Comunque mentre una volta mi sentivo terribilmente in colpa per questa cosa, e mi sentivo eternamente in difetto...Ora me lo perdono, ci scherzo, e cerco di farlo accettare...Tanto non ritardo mai in modo clamoroso! Ho scoperto persone di gran lunga peggiori di me nei loro ritardi! (E a me, ah ah!, non piace aspettare!!)
  4. La quarta cosa è il disordine! Sono terribilmente e cronicamente disordinata! Ho provato a modificare anche questo di me, ma sono arrivata alla fine a trovare dei compromessi con me stessa! Il compromesso sta nel fatto che mi concedo dei periodi di completa rilassatezza in cui il caos incombe sovrano attorno a me, ed io lo ignoro, ci vivo, io sono il caos interiore ed esteriore...E momenti in cui, come colpita da un fulmine di Zeus, mi dedico all'efficentismo! Ovvero, ciò che per me può significare questo, che non sarà mai la stessa cosa per una persona, donna, ordinata! Un giorno un'amica (una perfetta "donna di casa") mi ha detto soddisfatta che suo figlio (22 anni) aveva imparato a tenere in ordine il suo armadio, e me lo volle mostrare. A parte la stanza impeccabile dell'assente, giuro: Impeccabile, poi lei mi apre le ante dell'armadio...e io lì resto di sale! Tutti i maglioni piegati, impilati, in un ordine perfetto... Non aprite mai un mio armadio!!! Perchè se riesco a far sparire dalla vista il caos per un arrivo improvviso, non si sa cosa si celi dietro un'anta, una porta chiusa...(o sotto al tappeto)!!
  5. La memoria! Ho una memoria che lascia tutti allibiti! Ricordo perfettamente le date, i fatti, le parole dette! Anche cose avvenute molto tempo addietro. Riesco ad avere una cronologia esatta dei fatti, e anche, a volte, dell'ordine delle parole pronunciate in un dialogo o in una discussione! Ho una memoria visiva, che va per immagini, quindi associando un'immagine all'altra, un concetto, un particolare, a catena ne consegue il resto! Invece non ho assolutamente memoria per i nomi, e più l'età cresce, e più noto che ho difficoltà a memorizzare i nomi! Non mi va, essenzialmente! C'è una sorta di pigrizia di fondo ad usare la mia memoria per i nomi...Anche se ciò a volte mi causa delle figuracce! E poi faccio confusione fra i nomi con la stessa iniziale! Per esempio, quante volte ho temuto di aver risposto ad un commento di Sara chiamandola Sonia, o viceversa! ...E non mi chiedete i nomi dei politici italiani, ci farei una figura barbina... Ecco, già l'ho fatta raccontandolo!

Ora è giunto il momento di nominare le 5 persone a cui affidare il gioco delle Cinque Cose Che Non Sapete Di Me, siate ricettivi, orsù!!

Nient'altro da dichiarare!!

Glu _^...Glu..._^Glu^YYYY



08 gennaio 2007

il post che mancava...

Una settimana fa, era il 1° gennaio, avevo preparato un post per "inaugurare" l'anno... Poi sono stata colta da una blogger-crisis, e il post è rimasto tra le bozze.

Non pensavo di pubblicarlo! Ormai -mi dicevo-
è anacronistico!

E invece oggi, ad una settimana esatta: il riscatto!

Lo pubblico, e con la sua data effettiva, così lì resta: dove sarebbe dovuto nascere se non mi fossi fatta cogliere da improvvisa introversione (la tematica del post, guarda un po', tratta del contrario!).
Chi vuole leggerlo, nonostante la mia abbondante scrittura (e l'anacronsimo), lo trova
rQUI, già linkato.
-Per far meno fatica a cercarlo...-

07 gennaio 2007

* * ^ ° = % . . . " I s t a n t i " . . . % = ° ^ * *

Istanti

Se potessi vivere di nuovo la mia vita.
Nella prossima cercherei di commettere più errori.
Non cercherei di essere così perfetto, mi rilasserei di più.
Sarei più sciocco di quanto non lo sia già stato,
di fatto prenderei ben poche cose sul serio.
Sarei meno igienico.
Correrei più rischi,
farei più viaggi,
contemplerei più tramonti,
salirei più montagne,
nuoterei in più fiumi.
Andrei in più luoghi dove mai sono stato,
mangerei più gelati e meno fave,
avrei più problemi reali, e meno problemi immaginari.
Io fui uno di quelli che vissero ogni minuto
della loro vita sensati e con profitto;
certo che mi sono preso qualche momento di allegria.
Ma se potessi tornare indietro, cercherei
di avere soltanto momenti buoni.
Ché, se non lo sapete, di questo è fatta la vita,
di momenti: non perdere l'adesso.
Io ero uno di quelli che mai
andavano da nessuna parte senza un termometro,
una borsa dell'acqua calda,
un ombrello e un paracadute;
se potessi tornare a vivere, vivrei più leggero.

Se potessi tornare a vivere
comincerei ad andare scalzo all'inizio

della primavera
e resterei scalzo fino alla fine dell'autunno.
Farei più giri in calesse,
guarderei più albe,
e giocherei con più bambini,
se mi trovassi di nuovo la vita davanti.


Jorge Luis Borges

05 gennaio 2007

La Befana Risponde


MESSAGGIO PER IL BLOG CON FOTO!!!
NON SONO RIUSCITA AD INSERIRLO...O MEGLIO, POCA VOGLIA DI APPLICARMI!
SE TI VA PUOI FARLO?
BACETTI

Volevo lasciarti la mia idea dell'essere befana oggi 5 gennaio 2007...che sicuramente non è quella che avevo lo scorso anno!
Già, io sms o meno ho sempre ricevuto auguri il 6 gennaio...e a dir la verità, quando per un motivo, quando per un altro, ne son sempre stata fiera!
Amo poter essere mille volti diversi quando ne ho voglia e così cambiare all'occorrenza, ma ad alcuni personaggi sono troppo affezionata...RICORDI D'INFANZIA..LA BEFANA ERA LA NOTTE DEI REGALI PER ME E NON NATALE!!! quest'anno la mia befana è decisamente pericolosa...per gli uomini...sarà che per l'anno passato avrebbero meritato ben più che misero carbone...Intanto stasera festa e poi si vedrà...la mia scopa è adagiata su una farfalla rosso fuoco...sul cappello un po' di romanticismo non mi sembra che guasti... ma dietro...il cartello...AH AH AH attenzione!!!
(abbiate pietà del mio veloce autoritratto momentaneo!)
chi l'ha detto che la befana deve essere col neo peloso sul naso?...stasera mi trasformo in questa befana...domani chissà! La prevedibilità non è più il motto!
Buona serata a tutte!


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Questa è la risposta di Simona al post che mi si era
ispirato dallo scambio di sms fra noi!
E visto che ha voluto allegare anche una foto,
che tra i commenti non poteva inserire,
mi ha inviato una mail.
Così posto tutto, risposta e foto da Befana!
...................................................

Ma, a questo punto c'è da raccontare che,
mentre sto qui che assemblo il presente post,
mi giunge un altro sms!
Stavolta la provenienza è maschile,
anche se...
...Bè, Max bisogna conoscerlo, lui è il mitico Max!
Ed ecco cosa mi scrive:

"Abbiamo ricevuto suo Cv ed è stata selezionata tra molte, per aspetto e presenza. Quindi passi stasera per il ritiro della scopa: è assunta! Congratulazioni!"

Va bene, avete vinto! Mi arrendo!
Ecco, ho ritirato la scopa,
ho messo il fazzoletto in testa,
sono pronta!
"Max, andiamo??"

Ero in versione Beta, ma "la maestra" ha corretto col pennarello rosso...



QUESTA LA DEVO PROPRIO DIRE!!!
PREMETTO CHE IO ERO PASSATA ALLA VERSIONE BETA A NOVEMBRE...
STAMATTINA "ENTRO" NEL MIO BLOG, E TROVO UNA SORPRESA:
NON SONO PIU' BETA!!!
SONO TORNATA "BLOGGER"!
SULLA PAROLA "BETA" (la vedete sotto a BLOGGER?) C'E' UNA CROCETTA ROSSA (come fosse tracciata col pennarello).


SOTTO MI DICONO DI CLICCARE PER SAPERNE DI PIU'(We're out of beta! See what's new)
...INSOMMA: PER ESSERE DI NUOVO "BETA" DOVREI AGGIORNARMI (E NON HO APPROFONDITO)...MA COSA E' 'STA BUFALA???
INTANTO L'ACCOUNT CON GOOGLE A NOVEMBRE L'HO DOVUTO CREARE PER ENTRARE IN BETA, ANCORA E' COSI', MA SECONDO LORO ORA NON SONO PIU' BETA!

BEH, AUGURI A CHI HA FATTO IL PASSAGGIO ORA, NEL 2007...!!!

"Proprio di questo" parla Blogger Buzz?


The New Version of Blogger
The new version of Blogger in beta is dead!
Long live the new version of Blogger!(P.S. The old version of Blogger is not dead, but it would like to retire for a little while... maybe go to Hawaii or play World of Warcraft all day? It begs you to let it play World of Warcraft all day.)

Concludo: mah!!





04 gennaio 2007

La rivolta delle donne...si chiama "Befana"!

Ogni anno, quando sta per arrivare il giorno dell'Epifania, essendo di sesso femminile, ricevo immancabilmente almeno un sms in cui mi si ricorda che sta per giungere la mia festa, il 6 gennaio!!
Ed ogni volta penso che è un umorismo così scontato e vecchio, che neppure mi va di rispondere, e tanto meno di continuare la catena per inviarlo ad altre "presumibili Befane"! Fra l'altro questa usanza di fare gli auguri alle donne per il 6 gennaio, l'ho scoperta da quando esistono gli sms, perchè prima non mi era mai capitato di sentire "voci così insistenti" e che immancabilmente si ripetono ad ogni 6 gennaio! (O potrei fare la supposizione che questo "scherzo" è sempre andato di voga, ma finchè ero giovane non ne ero oggetto... eeeehhhhhh!!!)
Anche ieri, e in anticipo, ho ricevuto l'sms "in tema"!

Devo dare atto che la fantasia è molteplice, e ogni anno ne viene creato uno nuovo...
L'ho ricevuto dalla stessa persona (donna) che il 1° dell'anno mi ha inviato il seguente sms:
"CUCU'!!!... 2007TETE!!"
Il Primo Gennaio ho sorriso...la trovata era carina!

Ieri mi arriva il seguente sms:
"Bene, il 2007 è arrivato e bisogna organizzarsi!" - ed io, che non sapevo ciò che seguiva, ho pensato: che succede? c'è qualcosa di importante da fare, oh mamma mia!! Ecco che bisogna rimboccarsi le maniche...!- Sono andata avanti a leggere preoccupata:
"Se siamo tutte d'accordo il programma è il solito degli altri anni: ci vediamo il giorno 5 alle 16 dal meccanico per la revisione della scopa, cioccolata calda alle 17, per dividerci le zone, e a mezzanotte tutte al lavoro... Avvisa le altre!"
Le braccia mi sono cadute a terra!
Ve bene...

fischiettiamo... Arriva la sera.
Il cellulare suona, c'è un messaggio: oh, è la mia amichetta della palestra, che mi dirà? (ci siamo accordate per andare a ballare...forse salta il programma?)
Apro l'sms, e... sorpresa!
Lo stesso messaggio che mi invita a fare la revisione della scopa...
Non ci posso credere!!! Anche lei! No, lei no!!
Resto per un po' perplessa, poi inizio a digitare una risposta, esprimendo la mia delusione...ma improvvisamente arriva l'estro creativo:

"Simoooona! Te possino! Pure te!
No, io sono del gruppo d'elite della Kidman
, noi faremo le donne fatali il 6, per allegerire i bimbetti cresciuti, spaventati dalle Befane!"
....................................................................................................
Beh, ci vuole qualche cambiamento!
Io la Befana non la voglio fare, nè sul serio, nè per gioco!
Preferisco la Donna Fatale!
Almeno per buttare un po' di scompiglio fra le battute sulle Befane!
Ve la immaginate la Kidman a cavallo di una scopa con i suoi rossi capelli al vento?
Eccola qui! Bella befana, no?
:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Poco dopo arriva la replica:

"Bhè, sì! Perchè penso che più siamo, meglio è!
Ma se tu fai parte dell'elite...
A me di consola' 'sti bambini cresciutelli, più non mi va! Mo' le coccole le voglio io!"

.....................................................................................

Ecco perchè le donne preferiscono fare le Befane!
Tutta colpa degli uomini!

Buona Epifania...
che tutte le feste si porta via!

01 gennaio 2007

Il Passaggio: ultime ore 2006/prime ore 2007

Eccolo, è giunto il 2007!
Tutto nuovo, tutto fresco...
Iniziato in modo "speciale"... Non perchè sia accaduto chissà cosa, la particolarità gliela voglio dare io, e viene da dentro di me!
Negli ultimi anni, comincio a scoprirlo, ero andata chiudendomi. Forse un processo naturale, una parte comunque della mia indole. Lo yin e lo yan, la vita e la morte, il bianco e il nero, la buddità e l'oscurità, aspetti che esistono contemporaneamente. Le due facce di una stessa medaglia. Forze contrarie eppure impossibili da scindere: non può esistere la vita senza la morte, non può esistere la morte senza vita. Il secondo caso è più comprensibile, il primo di meno. Ma immaginiamo una vita che non finisce mai, mai, mai. Allora neppure si invecchierebbe. Si nascerebbe e basta? No, la vita senza morte, senza un sonno, senza una pausa, uno spartiacque, sarebbe una condanna! Una specie di prigione. Ne parlo pensando a me, alla mia vita, non alla vita di persone care che vorrei per sempre presenti vicino a me!
Comunque è così!
La vita è eterna, nell'universo, nel cosmo: il corpo muore... Ma il "sè" rinascerà. Anche se non possiamo riconoscere o ricordare... Eppure a volte accade di sentire risuonare un richiamo, di comprendere un legame che va oltre il presente. Spesso si tende ad ignorare, per non farci spaventare da ciò che non comprendiamo e vogliamo rendere meno complicato, più semplice, razionale, leggibile.
Ho divagato, persa nel cosmo e nella vita eterna...
Il mio 2007 è iniziato in modo "speciale". Dalla chiusura all'apertura.
La scelta dei miei ultimi San Silvestro è stata sempre quella di restarmene al di fuori del caos, delle feste forzate, dei brindisi sorridenti ma di cliché, di quell'euforia estranea, da farsa, come una maschera da porsi prima di salire sul palcoscenico e recitare la parte fissata all'ora in punto, per quel giorno in punto!
Ultimi San Silvestro di svariati anni. Organizzata nella mia intimità, tra scrittura, film, libri. Aspettando che il caos esterno si acquietasse, senza alcuna tristezza, ma serenamente con me stessa.
Anche quest'anno pensavo andasse così.
Oppure... mi ero detta, se mi capita qualcosa all'ultimo momento, potrei "buttarmici"!
E... voilà! La cosa è capitata veramente!
Per caso, un vero caso... E sono andata ad una festa con una ragazza che conosco appena, in mezzo a perfetti sconosciuti!
E così ho scoperto un'altra me stessa. Da dove è uscita? Era qui, fa parte di me, perchè io lo so che sono anche così, ma con il timore di esserlo.
Una casa piccolina, ma affollatissima! E continuava ad arrivare gente, che portava cibo, prelibatezze, e lo spazio era poco, e non si sapeva più dove mettere la roba, ed era talmente tanta, che era in abbodanza perfino per noi folla che ci stipavamo lì dentro!
La cosa divertente, vivace, allegra, era che lì un po' tutti eravamo degli imbucati ! Le persone che si conoscevano fra loro erano poche, e mi sono ritrovata a parlare con una ragazza di Napoli che vive a Roma ma ha vissuto a Milano (e dice che le piace di più di Roma!!), una di Torino-Taormina che ora vive a Roma, un altro ragazzo di Napoli che da 6 anni vive a Londra, poi c'era una di Venezia, un'altra di Avellino che era la vicina della porta accanto!
E il cibo rispecchiava la regionalità degli invitati, perfino un kuskùs preparato da una certa mamma di qualcuno, di Ustica!
Sto dilungandomi in questi particolari perchè la cosa che mi faceva tanto ridere dentro di me, è che mi sembrava di stare in un blog!
Luogo internazionale, dove con una battuta bastava avvicinarsi ad una persona, iniziare a scambiare informazioni sulla propria e altrui vita...
Inutile dire che ovunque, a catena di montaggio, si vedevano dita febbrili lavorare attorno a cartine e tabacco, poi fiumi di vino...
e alla mezzanotte sulla terrazza dell'ultimo piano! Con bottiglie, bicchieri, cappotti, accendini, cartine, tabacco... (odiando sentir freddo, sarei volentieri rimasta in casa! Ma qualcuno già mi guardava con fare interrogativo per il mio immobilismo davanti alla smobilitazione generale...)
Mi sono divertita! Partecipavo con allegria... Un cambiamento interiore che bastava ad entusiasmarmi! Non mi sentivo a disagio, fuori posto, esclusa! (Ah, questa mia maledetta sensazione di sentirmi esclusa, che spesso mi ha indotto ad autoescludermi!)
Il conto alla rovescia! Ho aggiunto la mia voce al coro, nell'eccitazione che mi ha contagiato tra quelle persone sconosciute, e...buum, lo scoppio dello spumante! I brindisi di tutti, senza tintinnìo di vetri, nello scontro tra bicchieri di carta.
Molti si baciavano... "Auguri! Auguri!"...Lì mi guardavo attorno, e restavo perplessa, pensando che non era granchè di buon auspicio che non avessi nessuno da baciare, occorreva, eh sì! Almeno per porre una causa positiva in questo nuovo anno... Qualche attimo, minuto, istante ancora, e improvvisamente un uomo o un ragazzo, insomma, uno che non conoscevo, mi viene incontro con la bocca protesa: "Auguri!", mollandomi due baci sulle guance!
Oh! "il primo bacio". L'ho esclamato, sì, ad alta voce!
Subito dopo la mia amica si gira e me ne molla un'altro (fino a quel momento aveva avuto la bocca impegnata con altri baci, di altro tenore..).
A quel punto anch'io ho mollato un paio di baci in giro!
E poi bevi, e ribevi, il ripasso dei bicchieri vuoti, riempiti per merito di mani premurose che si aggiravano con bottiglioni, pronte a mescere... Fra le chiacchiere e le risate, lo spostamento perpetuo delle persone da un punto all'altro della terrazza, mi ritrovo a parlare con un ragazzo, un bel ragazzo! Aveva l'aria sognante, e il sorriso altrettanto, ma lui diceva di non essere particolarmente sballato, mah!
Insomma, nei fumi dell'alcol mi sono lasciata trasportare in un discorso che via via mi catturava, fra i suoi occhi, l'intrigante feeling che percepivo, l'argomento che verteva sulla scelta tra arte e lavoro di routine...ed anche se stavo gelando su una terrazza che ormai era quasi deserta, continuavo imperterrita a seguire il filo dei nostri pensieri...
Arrivo di altre persone, nuove mescite e battute, cellulari che squillano, il ragazzo che si allontana interloquendo col suo telefonino, e io scendo in casa a riscaldarmi.
La conclusione è quella di una certa favola: Cenerentola di lì a poco lascerà la festa, la carrozza è giunta a prelevarla, e scendendo per delle scalinate sdrucciolevoli, dovrà stare attenta a non scivolare per non finire a gambe all'aria e perdere lo stivale, invece della scarpetta!

E' stato bello concludere l'anno in modo inaspettato, vivace e spensierato e iniziarne un altro così! Con un sorriso di apertura verso il nuovo, verso lo scambio, verso ciò che non si conosce: il futuro, appunto!
Buona strada lastricata a tutti! Verso un verde speranza, per la vita preziosa di ciascuno...per un mondo dove ogni conflitto si spenga! E in cui si sappia accogliere la diversità perchè essa arricchisce, e può creare gioia, se non ci si chiude diffidenti, allontanando e respingendo!