13 aprile 2008

« Intorno alle Abitudini IDIOSINCRATICHE»


Giulia, da «Il profumo del most(r)o selvatico» (Giulia è anche di «Se non ora quando»), mi ha invitata la scorsa settimana a partecipare a un Meme!

Meme non meme, m’ama non m’ama?

Evviva i Meme dei bloggers che, in linea diaristica ma anche ironica, inducono a parlare di sé stessi.

Il bello è che ieri anche Daniela di Odelance mi ha invitata a un altro meme, e così ora sono a quota due meme a cui dar seguito, e il brutto della faccenda sapete qual è? Che, fra persone già coinvolte nel medesimo Meme, persone che strada facendo hanno chiuso il blog, persone che - seppure non lo abbiano chiuso- lo hanno fermato, e in aggiunta a ciò metto in causa la mia stessa latitanza dalla blogosfera, ne risulta di trovarmi spaesata nell’individuare a chi rivolgere il mio invito, e per due meme di seguito, non uno soltanto!

Quindi lor signori bloggers che riceverete la nomination, non storcete il naso, non sbuffate per cortesia, oppure sbuffate pure -non posso impedirvelo-, ma col sorriso al proseguimento v’invito! Obbligo naturalmente non c’è!

Questo è il Meme sulle abitudini idiosincratiche, quindi eccole qui:
sei abitudini, come da Regola di Meme.

  • 1. Abitudine a non arrivare assolutamente in anticipo. Quindi tendenzialmente un'abitudine, fin da piccola, a fare tardi. La particolarità sta nel finire a correre imprecando e affannandomi –senza rendermene conto "puntualmente"- nell’ultima mezzora, quarto d’ora, cinque minuti, piuttosto che prepararmi con largo anticipo. È più forte di me! Ne risulta che vivo rincorrendo il tempo, facendo mille cose, anche fino all’ultimo istante.
  • 2. Altra abitudine che potrebbe essere collegata alla precedente, e che emerge sempre più, è quella di non voler mai andare a dormire la notte. Persino se sto crollando di sonno tendo a tirare con me stessa, come se non volessi chiudere la giornata, e continuo a vagare per gli spazi della casa. Il silenzio notturno diviene una dimensione fuori tempo che sento appartenermi completamente e in cui finalmente godo la mia libertà. Per questo è di notte che scrivo.
  • 3. Resto sul tema notturno: la terza è bermi dell'abbondante tea verde col miele, o una tazza fumante d'orzo-caffè all'americana amaro, quando ormai sto decidendo di spingermi a nanna (assolutamente non camomilla nè tisane, che detesto!). L’abitudine trasformata: forse una volta era un bicchiere di latte freddo. Il latte è uscito dalla mia vita, ma una bevanda prima di spegnere è rimasta! Per dare addio a un giorno finito.

  • 4. Fare assolutamente una doccia prima di varcare le soglie del mondo esterno. Anche se il mio corpo ha rifiutato il richiamo della sveglia restando come piombo nel letto ed è tardissimo, l'abitudine essenziale è buttarmi sotto la doccia. Unico modo per essere presente e cominciare un nuovo giorno lavando via ogni cosa del vecchio e potermi gettare in pasto a nuove ore d'una vita che comincia da lì. Dal getto dell'acqua sotto la doccia. Al contrario, quando la giornata è libera, il ritardare il momento della toilette coincide con l’abitudine al relax, l'insidiante abitudine al poltrire più estremo, allo stacco completo dalla frenesia quotidiana. Un’abitudine che odora di se stessi!
  • 5. Penultima, in coerenza con quanto enunciato (in fondo in fondo), e per chiudere il cerchio: l’abitudine a farmi passare ogni voglia di reagire e prendere in mano la situazione quando mi sento sopraffatta dagli infiniti impegni e cose da ricordare, portare avanti, fare, agire, andare, parlare, lottare, correre, appuntare, ricordare… Ecco: l’abitudine è quella di mollare. Passo sempre per questa fase, lenta, arrabbiata, tetra, prima di reagire e infine scattare.
  • 6. Ultima! Non poter fare a meno di catturare ogni particolare. Abitudine peculiare, cresciuta con me. Osservo e catturo particolari. Li catturo visivamente e nell’ascolto, catturo toni, suoni, espressioni, movimenti e piccoli gesti, inflessioni della voce, poi, attraverso i particolari, anche cronologici, ricostruisco stati d’animo, eventi, storie interiori. È un’abitudine? Fa parte di me.


Le regole:
  • Mettere il link della persona che ti ha nominato (fatto, all’inizio)
  • Mettere il regolamento del gioco sul proprio blog (sto facendolo)
  • Indicare 6 abitudini o particolarità, non importanti (già elencate)
  • Nominare 6 persone aggiungendo il link al loro blog e AVVISARLE.

  • Ed ecco qui i Nominati:

    1. Daniela (Odelance)- mia cara! Tu memi me, io memo te!!
    2. Daniele Passerini (22 Passi d’amore)- carissimo, tu sei un Blogger di super produzione!
    3. Rosex (Carnival Town) – lo so, hai poco tempo, ma ti coinvolgo lo stesso!
    4. Angelo (Kairos) – so che hai cambiato tutto da poco, non so se accetterai il meme, spero di sì!
    5. Lophelia (Fotosensibile) – e se le fotografassi le tue abitudini?
    6. Pier (Frammenti di Pierpioggia) – latitante anche tu, come me, ti invito al meme!

    Un saluto a tutti! @____@


07 aprile 2008

Mi manda ... Picone?


Quante vite abbiamo uomini e donne? Nove, come i gatti, o forse di più?

Un'esistenza che contiene infinite sfaccetature, ruoli cangianti, identità stratificate, un essere in trasformazione, ma anche un essere che è dolce e gentile con l’uno, aggressivo e insofferente con l’altro. Umani che nascondiamo le nostre fragilità, chi maggiormente, e chi in modo minore esponendo a rischio di sofferenza i propri sentimenti ed emozioni.

Così mi trovo ad attraversare il presente, lontana dalla primavera e dal garrito di rondini per un attimo captate nel cielo il primo d’aprile.
Lontana da passioni e da poesie, da racconti in cui lascio riflessioni sull’umano sentire.

Sono stata catturata da una tromba d’aria di fatti materiali e pratici, dai numeri, cifre in addizione e moltiplicazione, in percentuale, cifre di denari che escono senza tornare, denari rubati, denari senza i quali la vita è una pena colma di nuvole grigie. Nuvoloni pesanti che opprimono e spaventano col loro vento che fischia gelido, suggerendo che non ce la farai a giungere alla fine del mese…

Due anni fa, in un giorno di maggio, l’amministratore del Condominio se ne andò. Improvvisamente lasciò questa vita, e con essa Venticinque Condòmini allo sbaraglio, una moglie e un bimbo.
Arrivò una donna, alta, di bella presenza, nell’età di mezzo antecedente i fatidici “anta”, che col suo charme affascinò molti uomini, ophs, volevo dire: condòmini.

Da quei tempi il canone condominiale è raddoppiato, e se allora le rate d’un anno ammontavano a otto, ora sono dodici. I conguagli di chiusura esercizio sono state tombole, e alla fine del 2007 è stato chiesto a ciascuno un saldo fluttuante sui milletrecento/millecinquecento euro.

Guardavo i bilanci senza raccapezzarmi.
Cifre, tabelle, nominativi, millesimi, importi di fatture, e la testa che girava.
Capivo unicamente che non era possibile che il condominio fosse triplicato nel giro di 18 mesi!

Chiamai “K-a”, l’affascinante amministratrice new entry, e fui ricevuta nel suo studio al Centro di Roma. Mi accolse sorridente sui suoi tacchi da dieci centimetri, con una gonna nera dal vertiginoso spacco sulla lunga coscia, mentre dal suo raggiunto metro e ottanta con diplomazia e gentilezza mi diceva che ormai le spese si sarebbero abbassate. I conti sospesi dalla morte dell’amministratore erano terminati, certo, perchè lui aveva lasciato molti debiti, in più c’era il contenzioso con la Vedova, ma tutto era in mano al Giudice Tutelare che aveva congelato l’eredità. Sì, sapeva che c’erano persone in difficoltà, i pensionati si erano fatti aiutare dai figli, ma d’altronde in Italia tutto era aumentato, in special modo il Gas, e le rate condominiali erano troppo basse, l’altro amministratore non aveva chiuso i bilanci precedenti, altrimenti le avrebbe alzate lui!

Ecco come sono volati via in un turbine i primi mesi di questo 2008. Infilando il naso a forza in Consuntivi e Preventivi, iniziando a fare da Trade Union nel Condominio, a promuovere una sorta di carboneria interna, mentre si agiva per recuperare documenti e fatture reali.
Paladina di questo movimento una donna di 74 anni, mia madre, che pur non facendo parte del condominio si è dedicata nel ripassare al setaccio più e più volte i conteggi (a lei la matematica piace!), scoprendo così, con le fatture dell’Italgas alla mano, che “K-a” aveva arrotondato le spese del consumo di carburante quasi triplicandole, sia in consuntivo che in preventivo.

Al secondo match con “K-a” le feci notare che non poteva far pagare in preventivo una spesa mai effettuata.
Candida la sua risposta: “Ma quei soldi sono per l'importo, a fondo cassa, da restituire alla vedova!”.

Quale fondo?
Dove?
Non compare voce nei bilanci.

Improvvisamente, nel risveglio del Condominio Bell'Addormentato, emergono alla coscienza quesiti mai immaginati: “Perché siamo in contenzioso con la vedova? Come siamo arrivati alla causa legale?”


In realtà tali risvegli non sono avvenuti da sè.

In contatto con un altro amministratore, mi sono fatta guidare, prendendo appunti, sui diritti del Condominio e sul funzionamento amministrativo, e lungo tale sentiero sono giunta a porre la domanda ai miei colleghi condòmini.

Infine è scesa in campo Dandapit l’investigatrice che, arrivando a contattare la Vedova, è venuta a sapere che non esiste alcuna causa.
Tutto è fermo, in attesa d’una risposta che “K-a” non ha mai dato.
Il legale della Vedova era in procinto d’avviare la causa.

Perché non scrivo racconti poetici, ma lettere a condòmini e a vedove?
Perché mi trovo a prendere appunti al telefono con altri amministratori, invece di rilassarmi nel leggere un libro o i post dei miei amici bloggers? Perché il mio tempo è volato nello spiegare ai condòmini cosa sta succedendo?
Necessità fa virtù?
Se prima non capivo nulla di Amministrazione condominiale e Bilanci, ora ho abbandonato la poesia per dedicarmi alle relazioni sociali con i vicini di casa, che nel frattempo sono troppo impegnati per curare i propri interessi. Molti hanno pagato, altri no, nel malumore d'una situazione sospesa e sgradevole.

Sono a metà di questa navigazione di cifre e regole. Il giallo non è concluso, e non si concluderà a breve.

Dandapit per ora sta andando su e giù per le scale –senza ascensore- del suo condominio, a far firmare richieste per convocazioni urgenti d’assemblea, frenando l’ira davanti ai sorrisi di sufficienza del vicino della porta accanto, avvocato, che sa che i bilanci approvati ormai sono approvati.

L’Italia è fantastica!
Un popolo unito da Nord a Sud, e si sa che l'occasione fa l'uomo ladro!
... Ma oltre l'uomo, pure le donne...

Così è se vi pare...



(le foto,
ad eccezione del "Nudo" -di Francesca Woodman-,
sono «by danDapit»)