02 novembre 2008

29 ottobre a piazza Navona... LEI c'era!


Silvia, una ragazza di 21 anni universitaria della Facoltà di medicina, il 30 ottobre invia una mail a amici e alla sorella maggiore pregando di non cestinarla e di diffonderla.
La sorella a sua volta la invia, fra tanti, anche a me.

Racconta di ciò che è accaduto alla manifestazione di protesta a Piazza Navona il 29 ottobre contro il decreto Gelmini.
La pubblico sul blog affinchè, chi di qui transita, la possa leggere.

"29 ottobre a piazza Navona... Io c'ero! LEGGETE, è IMPORTANTE!"


"Una cosa è certa: dal primo giorno di questo governo ho avvertito una sensazione che tradotta significa che il tempo scorre all’indietro. Grembiule, maestro unico, università “quasi privatizzata”, militarizzazione del territorio, aggressioni, razzismo… Ma mai come oggi ho avuto così tanta paura, catapultata in una realtà diversa da quella che si legge sui giornali e che ogni giorno vediamo in tv.
Paura per me e per questa Italia che non apre gli occhi, che non si informa, che non combatte, che se ne frega.
Ieri a Roma pioveva a dirotto, eppure ragazzi dei più disparati schieramenti politici si sono ritrovati sotto al Senato per un sit-in durato tutta la notte. Stamattina sono stati raggiunti da altri 15.000 studenti che, in maniera pacifica, hanno manifestato e urlato tutto il loro dissenso nei confronti di una riforma che riforma non è.
E mentre il decreto Gelmini diventava legge, piazza Navona si preparava allo scontro. Io ero lì, con altri quattro compagni di corso. Non abbiamo preso parte al corteo degli universitari partito dalla Sapienza e che ancora doveva arrivare e, a parte altre poche mosche bianche, la piazza era stracolma di liceali.
La polizia era ovunque e non si poteva arrivare lì senza passare davanti ad almeno una decina di pattuglie… Insomma, tutti quelli che entravano o uscivano da quella piazza lo facevano sotto gli occhi delle forze dell’ordine. Se solo avessero fatto il loro dovere non ci sarebbero stati scontri…
Invece ai controlli sono “sfuggite” teste con tanto di casco, spranghe e catene.

Mentre cerchiamo di intonare i cori, da dietro la fontana del Bernini parte la prima carica… Ora sento solo urla e gente che mi spinge… Corriamo in un bar. Stiamo tutti bene, ci diciamo che non è successo niente, riusciamo.
Mentre cerchiamo di capire cosa è successo mi sento chiamare, è una ragazza che conosco; mi dice che ci sono degli infiltrati del blocco studentesco (estrema destra universitaria) e che hanno ferito alla testa un ragazzino.

Decidiamo di metterci un po’ in disparte. Non facciamo in tempo a sederci che parte la seconda carica… Stavolta la folla impazzisce e noi ci perdiamo… Abbiamo paura: si iniziano a vedere coltelli, bottiglie rotte, bastoni chiodati… Inizia lo scontro.
E la polizia? Totalmente inerme, a braccia conserte a guardare la scena.

Che altro dire?
Al centro la maggior parte delle strade era chiusa al traffico, le restanti strade occupate dai cortei, ciò nonostante un camioncino è magicamente arrivato a piazza Navona. Da lì sono scesi altri ragazzi di blocco studentesco con passamontagna, caschi neri e manganelli con tanto di tricolore.
Ma c’erano anche persone molto più grandi di 30, forse quasi 40 anni.
Non si è più capito nulla, io pensavo solo a scappare…

Tra sedie e tavoli che volavano quelli che ci hanno rimesso sono stati soprattutto gli studenti del liceo.
Dopo, e sottolineo dopo, che questi sono stati picchiati a sangue davanti alla più totale indifferenza della polizia, è arrivato il corteo degli universitari, poi i centri sociali. Si sono messi in mezzo, questo è vero, ma per difendere i pochi malcapitati.
E quando quelli del blocco si sono trovati in minoranza, quando chi poteva ha iniziato a reagire, è intervenuta la polizia.
Se non fossi stata presente non ci avrei creduto, i media poi riportano verità opinabili.
Potrei dire altro, molto altro ma lascio a voi le domande, a voi le risposte…
Silvia