20 settembre 2006

@@@ Goliarda @@@


Sono andata a cercare articoli, recensioni, e pensieri vari su Goliarda ... bel nome!
non la conoscevo, no, somma ignoranza! non la conoscevo, eppure ho scoperto che in quest'ultimo decennio il suo nome è diventato man mano noto...
Ora mi sono persino imbattuta in un articolo che parla di lei su "Buddismo e Società", in un numero del 2002, che io ho, e ho letto a suo tempo senza notarla! beata cecità!

Avevo il libro "L'arte della Gioia" da un paio di anni, prestatomi da una mia amica (Ciao, La quaglia!), altra buddista: avevamo fatto uno scambio noi due, lei mi aveva dato Goliarda, e io Clarice Lispector "La passione secondo G.H.".
Ebbene, dopo sì tanto tempo finalmente ho aperto L'arte della Gioia e ho iniziato a leggerlo!

meraviglia delle meraviglie!

inutile che anche io tenti di esprimere la meraviglia in cui Goliarda Sapienza ti trasporta attraverso la sua stupenda capacità di scrivere!
Capacità di scrivere: di farti sentire, di risucchiarti, di folgorarti... Capacità di dare!

Non ho ancora finito di leggerlo...
Avrei potuto, talmente mi richiama...Ma freno i tempi della lettura perchè so che poi mi mancherà, quando lo chiuderò ormai giunta all'ultimo rigo dell'ultima pagina...

Goliarda, nata nel 1924 da genitori anarchici, ha ricevuto questo fantastico nome che richiama la gioia al solo suono! Il destino? o il karma, come è definito dalla filosofia buddista?
e...il nome della sua eroina, lo sceglierà apposta così contrapposto al proprio? La protagonista, a cui lei dà vita, si chiama "Modesta"!

"L'arte della gioia" viene scritto tra il 1967 e il 1976, e riceverà il rifiuto alla pubblicazione da parte di "tutti" gli editori.
Un'edizione, non completa, uscirà nel 1994.
Ma solo dopo il 1996 il "romanzo anticlericale" avrà successo, un successo postumo...
Goliarda muore nel 1996 a Gaeta, a causa di un incidente (cade dalle scale).
Tutto ciò che ho letto, cercando su di lei, emana felicità, entusiasmo, è carico della stessa gioia di vivere che sembra lei abbia trasfuso attorno a sè!


Riporto le parole di Luca Orsenigo (da un articolo sul "Corriere delle Sera") nel descrivere il tema:
è la storia di un'anima (e di un corpo, qui del tutto inscindibili) che attraversa il Novecento con la coscienza e la volontà di essere assolutamente se stessi, costi quel che costi: solitudine e amarezza, incomprensione e violenza. Modesta nasce, povera, il 1 gennaio del 1900 e da allora si potrebbe dire, altro non fa che costruire, pezzo per pezzo, errore dopo errore, la propria persona. Senza tralasciare nulla, s'intende, ma anzi provando sulla sua stessa pelle, le mille possibili varianti che la vita ci sottopone ogni giorno, indifferente alle mode dei tempi, al giudizio della gente, alle regole codificate da altri, alle consuetudini sociali, sessuali e religiose. Ne esce il ritratto di una donna, che come il Siddharta di Hermann Hesse, è "una stella fissa che segue il suo corso", capace di leggersi dentro fino al fondo e con la stessa gioia impietosa abbracciare gli altri, di conversare con la morte e le tradizioni e liberare le forze inespresse del femminile, di ballare da sola e accettare la sua parte, coraggiosa e responsabile, senza mai essere fiera e appagata. [...] Il canto che si leva è perciò alla diversità del femminile, ma senza nessuna alterigia, come un dato di fatto.

(p.s. - cliccando sul titolo del post vi troverete a leggere un articolo -link- scritto con passione e dal vivo!)

Nessun commento: