20 gennaio 2008

La Torre di Babele


Mia madre usava dire: «Prima il dovere poi il piacere!», e aveva ragione, è esattamente così.

Che piacere c’è nella vita se non si adempie al proprio dovere?
Ho sempre fatto ogni cosa in modo regolare, ordinato. Il mio lavoro, la mia casa. Tratto con educazione le persone e mi guadagno lo stipendio che ricevo. Ho quasi sessant’anni, e guarda come sono in forma! Ciò è frutto del mio autocontrollo, del seguire le regole.
Ogni mattina arrivo molto presto in ufficio. Alle otto inizio il mio lavoro, alle undici faccio la pausa col caffè e una sigaretta, all’una smetto di lavorare, mangio, una sigarettuccia, e il giornale. Alle tre vado via. Il dovere per lo stipendio che ricevo è stato portato a termine. Ci sono altri doveri.
Il piacere è un gustoso pranzo con gli amici, le sigarette al momento opportuno, e qualche digressione su argomenti vari.
Mi piace la precisione. Rispetto le norme e stimo le persone che ne tengono conto. Se nella vita non ci fossero dei binari precisi da seguire, dove si andrebbe a finire?
E cosa doveva improvvisamente succedermi? Che il mio viaggiare con ritmi discreti ma certi s’è ritrovato minato. Per carità, tolleranza innanzi tutto! Un ufficio non è casa propria, se giunge una nuova collega devi farle spazio… ma che diamine di sfortuna m'è capitata con quell’Antonia! Caotica, distratta, menefreghista. Arriva in ufficio alle dieci ogni mattina, è disordinata e non fa che perdersi le cose con la testa fra le nuvole. È sempre assente, sempre malata o in ferie. Ecco, anche le ferie. Io ne usufruisco ad agosto, l'intero mese e via. Regolare. Lei no! Avvisa a sorpresa, e all’ultimo istante prende un giorno di ferie. Inammissibile.
Insopportabile è pure che la chiamino al telefono e lo tenga occupato un’ora intera. L’apparecchio telefonico in ufficio non serve per chiacchierare. Io non lo uso mai. Fra l’altro se qualcuno dovesse comunicare con me? Troverebbe occupato.
È talmente anarchica, che non mangia mai.
Le squilla il cellulare ed esce sul balcone, capace di restare a parlare là fuori per un tempo interminabile. Ma quando lavora? Meno male che non se ne va in giro come tante altre colleghe che escono! Sono certa che fa solo finta di lavorare. Sta nascosta dietro a quel computer senza portare avanti nulla. Scrive. Cosa scrive? Prima, quando si andava a prendere il caffè alla macchinetta almeno veniva con noi, si scambiavano due parole, ora va da sola. Se ne sta per fatti suoi. E non fa che lamentarsi del freddo. Possibile che si ammali in continuazione? Assenze su assenze, non c’è giornata che non faccia tardi, non lavora, e occupa il telefono per ore. L’ho detto alla direttrice, eh, non si può mica andare avanti così. E poi alza il riscaldamento con la scusa che sente freddo. Io così sto male, ma che gliene importa? Si soffoca dal caldo qua dentro. Lei insiste che ha freddo! Se mangiasse, invece di digiunare, forse sentirebbe meno freddo. Guarda come sono precisa io, ogni giorno alle tredici in punto mi fermo, tiro fuori il mio pranzetto, e dico: “Buon appetito!”.
Eh, ma non è l’unica irregolare, anche le altre non mangiano mai alla stessa ora. Noto tutto, io. E riconosco i passi sul corridoio. Quelli di Giulia, quelli di Valeria, anche quelli felpati di Sergio.
I passi di Antonia, che veloci percorrono il corridoio alle dieci di mattina, sono un indelebile timbro per le mie orecchie.
Le abitudini sono piacevoli, scandiscono il ritmo della vita. A mezzogiorno e mezza d'ogni dì rientra nella stanza il carrrello con i libri. Un orario che mi dà serenità, quello delle dodici e trenta, il pranzo è ormai prossimo, ne pregusto l’idea mentre il carrello fa il suo ingresso e io lo saluto con la mia solita battuta:
“Ohh, ecco il pupo che torna!”.
Difatti quelle rotelle che girano, spinte dalle mani dei colleghi, mi ricordano una carrozzina che rientra dalla sua passeggiata quando è l’ora della pappa da dare al bambino. È il mio modo di scherzare, il segnale felice della giornata lavorativa che si sta per concludere.

Non parlo di me. Cosa c’è da dire? C’è già tanta cronaca di cui parlare… e ho sempre opinioni da aggiungere sui fatti del mondo. Osservo. Osservo ogni cosa. E Antonia è arrogante, irrispettosa, egoista. Chi crede di essere? È l’ultima arrivata e si comporta da padrona.


Anche stamattina ho fatto tardi, appena varcherò la soglia della stanza il silenzio sarà esauriente. Assenza di verbo che satura lo spazio senza pronunciarsi. Che strazio, vorrei non avere questo rumore di tacchi affrettati, Giovanna è lì, con le orecchie tese verso il mio arrivo. I primi tempi si vantava di riconoscere i miei passi. Adesso tace. Non alza lo sguardo, finge nonchalance. Sarà china sulla scrivania intenta al lavoro, diligente e precisa già da due ore.

- Ciao Giovanna
- Buongiorno Antonia
Sono una peccatrice, una ritardataria cronica.
Soliti gesti, dissimulo il disagio regalando teatralità alle azioni che mi conducono alla scrivania. Tolgo la giacca, sfilo la sciarpa, accendo il pc, sistemo la borsa, estraggo gli occhiali.

Mamma mia, se ripenso a quando sono arrivata qua! Un nuovo ufficio, un nuovo ambiente, un nuovo lavoro, temevo le incognite da affrontare… come d’incanto, invece, l’impatto con la diversa realtà ha attutito e sfumato i suoi toni in un rapimento improvviso. Solo due sere prima l’uscita con un’amica ha prodotto l’inaspettato col sopraggiungere d’un ragazzo. Simpatico lui, intraprendente, bel tipo, ma guarda! Mi corteggiava, e… poteva non accadere? Due calamite! E che calamite! Ah, che storia! Sono seguite notti quasi insonni! Mi viene da ridere ora se ripenso al primo giorno qui! Tre ore avevo dormito, e le palpebre traditrici volevano scendere. Era il mio segreto. Il segreto davanti a colleghe e colleghi appena conosciuti.
Un segreto felice nel soffio dell’estate. Sorriso interiore col sonno da mascherare. Che spensierata bellezza! Si dormiva insieme, e la mattina arrivavo tardi pensando fosse tutta colpa sua. Ero convinta che passato quel periodo non avrei più ritardato. Invece adesso lui non c’è, ed io persevero colpevole e mancante. Che peccato! Almeno prima, dietro al timbrare fuori orario il cartellino, si celava il ritemprarsi del corpo e dello spirito!
Un piacere!
Com’è quel detto? «Prima il dovere poi il piacere!».
Ecco, per me valeva il contrario: «Prima il piacere, poi il dovere!». Sì, mi viene da ridere a ripensarci. Che bello prendere la vita così.

Vediamo un po’ le mail…chi mi ha scritto? Devo mettermi al lavoro, va bene, inizio fra cinque minuti. Tanto sono nascosta dietro al pc, Giovanna non vede lo schermo, non sa che faccio. Ma l’aria è pesante, come se il suo sguardo e il suo pensiero mi penetrassero.
Stamattina c’è un’atmosfera particolare, eh, già! È qualche giorno che non vengo, sicuramente si è lamentata dietro le mie spalle che sono una lavativa. Mamma mia che freddo fa qui! Non posso però aumentare il riscaldamento, che scherziamo? Anche la porta spalancata, senti che corrente… Fortunatamente all’ora di pranzo la chiude. La mattina sempre spalancata, come se fosse buona educazione tenerla aperta. All’una s’alza dalla sua postazione, spegne il riscaldamento e chiude la porta. Precisamente così ogni giorno, ritmato come le lancette d’un orologio, come una poesia recitata a memoria, come gli orari d’un convento, come i treni svizzeri, la sicurezza della metodicità. Sicurezza. Ed io non faccio che perdermi la chiavetta del distributore del caffè! E quando sto al telefono sento l’aria che si fa tesa, tesa, tesa… Le dà proprio fastidio. Il silenzio d’una cripta sotto controllo mentre l’aria si rarefà. Quando si consumerà, ci sarà lo scoppio?

- Antonia, eh, no! Non possiamo stare con il riscaldamento acceso e la porta chiusa. Così io mi sento male. Le altre colleghe pure dicono che qui dentro si soffoca!

- Sì, è vero si scoppia…

- Occorre trovare una soluzione. Dobbiamo parlarne con la direttrice. Non si può andare avanti in questo modo! Puoi spostarti nell’altra stanza con Valeria e Giulia.

- Dove non c'è l’attacco per questo pc?

- Ci sono i pc di Valeria e di Giulia, no? Potrai usare a turno uno dei loro.

- Giusto. Hai ragione, in fondo sono l’ultima arrivata, che pretendo?

- Non ho detto questo.

- È vero. Non l’hai detto. Tu non parli.

- Non capisco a cosa vuoi arrivare, io vado al concreto.

- Ne sono certa, sono io a non essere concreta. Ho una soluzione migliore, però. Mi licenzio!

- Sì, come no! Una barzelletta, vero?

- No, sono seria. Mi licenzio! Sono incompatibile col lavoro d’ufficio!

- Ah, certo! E cosa farai?

- Non so… ancora non lo so. Qualcosa m'inventerò! …chissà, potrei fare come Irina Palm!

- Irina Palm?

- Esatto. Irina Palm era molto ligia sul lavoro, chissà lo potrei diventare anch’io…










nota - racconto di fantasia. Fatti e persone senza riferimenti reali.

30 commenti:

Anonimo ha detto...

Cioè no scusa, questa vuole fare l'accompagnatrice???... Beh, di sicuro guadagnerebbe molto di più....
Baci, Antonio...

danDapit ha detto...

@Antonio
...non andato a vedere Irina Palm?
Molto divertente, oltre che carino!!
mah...sai come sono le donne, Antonio, quando si sentono esasperate alla fine pensano alla cosa più facile per guadagnare, dote di natura!!! Ovviamente il mercato lo crea il desiderio maschile! ^__^

Irina Palm però trova un modo "particolare" per guadagnare tanto in poco tempo, senza fare l'accompagnatrice... :-))
BACIONE!!
(anche a Fabio!)

Daniele Passerini ha detto...

Che bello trovare nuovamente un tuo racconto sul blog!!!
Un bacione

danDapit ha detto...

@Daniele
Grazie del "bentornata"! ...e ti è piaciuto? ;o)
(ehm...non ti sei espresso...) ^__^

un bacio anche a te!
:-*

Daniele Passerini ha detto...

Mannaggina, mannaggetta, pensavo che se avessi scritto "Che bello trovare un tuo bel racconto..." sarebbe suonato un po' pleonastico!
OV-VIA-MEN-TE M'E' PIA-CIU-TO... se no non facevo squillare le fanfare per il tuo "ritorno" no? ;)
E visto che fatti e persone non hanno riferimenti reali, domanda: i tuoi colleghi ti vedono più come Giovanna vede Antonia o come Antonia vede Giovanna!?!
Curiosity killed the cat???:)))
Un abbraccio e buona giornata, talentuosa amica.

Daniel

(P.S. e tu puoi darmi una mano riguardo l'ultimo post che ho scritto sul mio blog???)

Claudia ha detto...

no! non farla licenziare. però certo, vivere in un clima di esame continuo...
sul mio blog a breve troverai una cosa sempre a proposito di ambienti di lavoro. Solo che questa è reale! che telepatia...

danDapit ha detto...

@Daniele
...non è per fare la punta alla matita, ma "verba volant, scripta manent"!... Il tuo commento, il primo, è pochi riquadri sopra, e si legge: "Che bello trovare nuovamente un tuo racconto sul blog!!!"
Non c'è scritto "BEL RACCONTO", bensì: "NUOVAMENTE"!
Indi per cui...per me potevi essere passato e aver lasciato un apprezzamento solo perchè avevo (finalmente) (ri)scritto [un racconto]!

io essere temperamatite...con i temperamatite!! hihihi!!!
Già passata da te, poi ripasso caro antipaticone! ;o)

(p.s. Come sono vista io? ..tu hai imparato un po' a conoscermi? ^_^
secondo te sono più Giovanna o più Antonia? ;-DD)

@Claudia
Non la faccio licenziare? Ma quell'Antonia aspira alla libertà...come facio a tenerla in gabia vicino a Giovanna? ^_^
Verrò a leggere la telepatia!
baxxxini...

danDapit ha detto...

Errata corrige
GABBIA

JANAS ha detto...

chi mette troppe doppie e chi poche..EH!eh! bello il racconto, mi piace l'idea di raccontare i due diversi punti di vista!!!
la visione da diverse angolazioni ora manca quella di Valeria e Giulia???
zao!

Anonimo ha detto...

Ho pensato: "accipicchia la Danda, quando si arrabbia è terribile!!" ;) Ma mi rivedo in molti passi del tuo racconto.. e il finale ha lo stesso gusto di un sospiro di sollievo! A risentirci a presto, un bacione! :)

Anonimo ha detto...

Ho letto il racconto di un fiato: i modi di vedere la vita di Giovanna e Antonia sono diversi, ma la realtà coincide e forse anche questo rende la scena realistica. Antonia è così sia nella sua descrizione che in quella dell'altra, quindi l'attenzione si sposta sulle diverse maniere di vivere, piuttosto che sui comportamenti. Ma poi tu mi guidi con decisione: il coro greco delle colleghe spinge Antonia nell'isolamento, e da questo si fugge solo in due modi, verso l'esterno o rinchiudendosi in se stessa. Lei lo fa decidendo di mollare il lavoro, e lo fa con allegria, con una battuta.

E' un'atmosfera fortemente femminile, costruita su particolari che un uomo generalmente considera senza importanza, e proprio per questo coinvolgente. L'hai resa benissimo, in maniera assolutamente credibile e tratteggiandola in poche battute in cui ricorrono elementi capaci di creare la suggestione: il caldo, la metodicità maniacale di Giovanna, la porta chiusa...

Daniele Passerini ha detto...

A proposito dei temperamatite. Mi arrendo, non son bravo ad usare le parole quanto te... ma perché in fondo le considero dei meri contenitori, non ho fiducia in loro: mi interessano solo per le emozioni che possono veicolare... trovo più affascinate il suono dei non detti e quel che corre tra le righe, anche perché ognuno interpreta piuttosto che capire l'interlocutore.

A proposito del tuo bel racconto. La realtà è sempre un'invenzione dei nostri pensieri... potrebbe esistere anche un terzo, quarto e infiniti punti di vista oltre a quello di Giovanna e Antonia; ma tra i due parteggio per quello di Antonia naturalmente.

Un bacione!

Anonimo ha detto...

tu sei "l'Antonia" mascherina! ahhahahaha un bacio con affetto (leggi la e stretta)ahhahhah
un sorriso ed un mazzolino di fiori di campo per te!
bax bdM Albux

danDapit ha detto...

@Janas
Non è possibile! Avevo scritto anche "facio", invece di "faccio"!
Facio e gabia!
Ci sarà qualche spiegazione freudiana????? >:-/

manca la versione Valeriana e Giuliana?? hi hi hi..
Beh, scriverò un altro racconto, lo scriverò bevendo una tisana, e ascoltando te...aaaahhhhh!!! quante cavolate sparo! Basta, zitta sto!
^_^
(per curiosità: ma chi è "FratelloZio"?... ne sai qualcosa?)

°___°

@Rosex
...Perchè arrabbiata?
sono arrabbiata? =__=

Grazie Rosy, ...per il finale, dovevo "provocare", eh!! se no che gusto c'è? ;-))
BACI a presto, sì, sì!!!

@Angelo
Sei bravissimo nell'analisi!
hai un vero occhio clinico, complimenti!!
E oltre all'analisi del "primo paragrafo", mi piace ciò che aggiungi:
Un'atmosfera fortemente femminile, costruita su particolari che un uomo generalmente considera senza importanza-
E' vero, su certe cose gli uomini non si soffermano proprio, eppure...FANNO LA DIFFERENZA! ^_^

In efetti l'importanza del Caldo e del Freddo va al di là della temperatura climatica...
Un abbraccio!

@Daniele
E' vero, spesso le parole sono interpretate, non comprese!
Ma per creare un vero dialogo, occorre saper ascoltare, osservare, comprendere ciò che dice l'interlocutore...
Divento un temperamatite perchè cerco sempre di porre molta attenzione, sorry!
Sì, ci sono molti punti di vista, la stessa scena ognuno la vede e introietta secondo la propria esperienza, vissuto ed emozioni...
Tanto che un romanzo non è mai lo stesso che hai letto quando viene trsformato in opera cinematografica!
E di nuovo: interpretazione! ^_^

Ma... parteggi per Antonia?
sai, anche a me è simpatica, specialmente nel suo voler imitare Irina Palm... ;-DD
(ah, che burlona sono!)
bacioni :-*

@charly-charly
ohh, messere, quale buon o cattivo vento la conducono sui miei lidi?

Il bacio con affetto dalla "e" stretta non lo voglio! Se vuoi lasciarmelo, depositalo con "e" ben larga!
Io comunque mi chiamo Giovanna, cioè, mia nonna si chiamava Giovanna, ed era una gran brontolona, ma io le assomiglio, eh eh!
Scusa, ma l'ultima "dedica" mi risuona come un'eco...fai l'imitazione a Lucia, oppure veramente vuoi lasciarmi un mazzolino di fiori di campo?
eeehhh, l'ambiguità è dura a lavarsi, my dear bdM Albex!!
(mi interesserebbe sapere se sono tuoi quei fiori di campo!)
Bacini, ini, ini -con la "i" acuta!
^___^

Daniele Passerini ha detto...

Ma questa non è un'agendina di commenti... è una chat Danda! :)))
Confesso che faccio fatica a tenere il filo di più di una conversazione per volta, persino se non è in tempo reale.
E certo che parteggio per Antonia! Ti stupisci??? Lo so che do spesso l'immagine opposta di quel che sono... i miei colleghi di lavoro ad es. sono spiazzati, non riescono a mettere insieme i miei pezzi... "ma come quello che usa il PC meglio di tutti... è così strano... pubblica poesie, fa reiki... e sapessi cosa mi ha detto: crede in certo cose... pazzesco!".
Sono capace di fare un lavoro con grande precisione ma di essere disordinatissimo in tutti i processi che portano a quell'output. Vengo spesso preso in giro per il caos anarchico delle mie scrivanie: con una compagna di stanza come Giovanna mi ci esaurirei! (Il post che ho scritto sul mio blog in onore a Jung lo scorso 8 gennaio, credo dia un'idea abbastanza appropriata di come ragiono.)
Una volta usavo l'agenda soltanto per scrupolo: mi serviva a verificare che ricordavo tutto a mente. Ora sono costretto ad averla perché comincio a dimenticare troppe cose, ma che (in)sofferenza! :))
Comunque sì, capisco ora che il tuo blog è una sorta di laboratorio di scrittura. Per quel che mi riguarda, tendo a farmi piacere o non piacere le cose a seconda che mi coinvolgano o meno: una cosa scritta benissimo se non mi coinvolge non mi piace. Una cosa scritta così così, ma che mi coinvolge mi piace (ecco perché nel mio blog ho inserito molti di quei raccontini "mielosi" che circolano in rete). I tuoi racconti sono scritti bene e sanno coinvolgere... altrimenti non passerei ogni tanto a leggerli! Anche quest'ultimo mi piace, è scritto bene ma soprattutto lo trovo estremamente coinvolgente (immagino che qualcuno potrebbe parteggiare per Giovanna e questa è una riprova della sua bontà!)
Ora scappo che devo andare al lavoro... se no arrivo in ritardo (come accade sovente) e mi "antonizzano"! :D
Un abbraccio

Hari Seldon ha detto...

Bellino...
Ma non ci credo che è di fantasia. Per essere così cattiva da mandarla a fare Irina Palm [a proposito: hai letto la mia recesione?] devi averla praticata davvero questa collega...

Pier ha detto...

Mi piace molto il fatto di un narratore che sembra mettersi in prima persona nei panni di due protagoniste così diverse tra loro; anche nella vita di tutti i giorni è sempre difficile riuscire a mettersi nei panni degli altri.
Il fatto di non consocere Irina Palm non mi ha permesso di carpire il finale del racconto, ma in questo senso l'immagine della donna equilibrista è molto eloquente

JANAS ha detto...

di fratellozio...ne ho uno solo!!! posso capire se il dubbio fosse su quale sorellazia... di quelle ne ho due!!

no ho capito.. perchè ascoltando me? mi sfugge l'allusione...ttenta stai!!

ora capisco la foto della bimba/segretaria ma..era la perfettini da piccola?

Anonimo ha detto...

Oddio...mi riprendo il mazzolino,la "e" stretta e tutto il resto..scusa il mio commento era fuori luogo.
................

danDapit ha detto...

@Riccardo
Venuta da te e letta tua recensione su Irina Palm! *__*
Non è fantasia? non ci credi?... e dovrei averla praticata davvero questa collega..., quale? io ho praticato Giovanna o Antonia?
^_^
Sono contenta ti sia piaciuto, grazie!
Ciao!!

@Pier
Sì, è essenziale "mettersi nei panni dell'altro", guardare la vita anche con occhi che non appartengono al tuo vissuto, così si impara ad allargare gli orizzonti!
Seppure non sia facile...o risolutivo!

Hai saputo qualcosa su Irina Palm?
=__=
Beh, equilibrista, lei, lo è stata davvero! :-)

@Janas
Eh, sì, dopo ho capito di chi si trattava, per un attimo ho pensato al mio, di Fratello!
;o)
L'allusione è una battuta, tra Valeriana, che è una tisana, e Giuliana, che è una persona! La tisana la bevo, Giuliana l'ascolto per scrivere la sua versione! ^__^
...
La foto della bimba, lo sai che non sono io, verooooo????
baciiiiii!

@Anonimo/alias charly
Sorry, qui non siamo all'Ufficio Oggetti Smarriti!
Non si può riprendere nulla...
Anche perchè non c'era "fuori luogo"!
Che disdetta gli sbalzi d'umore!
Una sera il sorriso, e un'altra...Lenti Nere!
Baci ...perduti! :-(

danDapit ha detto...

@Daniele
Rispondo a parte.
Ma io non avrei dubitato che tu protendessi verso Antonia!
Mai ti ci avrei visto come Giovanna! Scommetto che non fumi, e mi sa che neppure sei un metodico... Vado a intuito...
Ho vari elementi per "disegnarti"! hihihi!!
Cosa sarebbe il MIO spazio-commenti? Una chat?
ehi! un po' di rispetto!!

...sì, mi piacerebbe fosse una sorta di Laboratorio di Scrittura, ma a volte mi perdo, o mi ammutolisco! Sigh e Sob!
Grazie comunque per il tuo "paziente" apprezzamento! ;o)
E... Bellissimo il neo-coniato termine che ti "antonizzano"! ;-]
bax Bax!

Anonimo ha detto...

Mi piace molto il commento del sempre ottimo Angelo... e lo faccio mio :-)
Ciao Danda, un abbraccio
D

danDapit ha detto...

@Diego d'A
Ciao carissimo! Allora, sono riuscita a sfornare un altro racconto (visto?), sollecitata dalla tua espressa richiesta! :-))
Sì, Angelo è bravo, è osservatore e profondo nelle sue analisi...
ma tu ne approfitti troppo, eh!!
*__*

Un abbraccio a te!

Hari Seldon ha detto...

Secondo me tu sei la prima voce narrante. Saarà perché appunto è la prima, ma ti immagino così... (come sono io... un po')

danDapit ha detto...

@Riccardo
...anche se tu non ci credi, resta un racconto...forse l'ispirazione, catturata da una qualche realtà, c'è, ma "il fulcro" sta nell'essermi divertita a inscenare due monologhi di pensieri di donne agli antipodi, costrette a una convinvenza.

Rispondendo alla tua curiosità fra Giovanna o Antonia, fra le due mi identifico con l'Antonia, un'Antonia tanto esasperata da ispirarsi a un'Irina Palm!
Anyway, a me piace scrivere e creare racconti, e ciò resta l'essenziale! :-))

JANAS ha detto...

altro premio altra corsaa...!!
Sei stata premiata! ora sei indietro di due!! passi al lavoro ma pure nel blog...? prima il dovere e poi il piacere che diamine!!!

Anonimo ha detto...

davvero un bellissimo "testa a testa", molto realista, due mondi paralleli che convivono la maggior parte della lunga giornata di due donne...

danDapit ha detto...

@Janas
ehm... prima il piacere poi il dovere, augh!! ^_^
sono in ritardo, come sempre, pant pant... una vita da ritardataria incallita, anche nel blog!
Ok, Janas! Grazie per le infinite nomination, cercherò di mettermi in pariiiiii...
baXbax!!

@BiancaC
Ciao! Felice di rivederti da queste parti, e grazie!
Un testa a testa, sì! Due donne, due modi di vedere e vivere la vita, infine l'emergere dell'intolleranza che porta a creare scontro "frontale"!

;o)) Un salutone per te!

pansy ha detto...

E' bellissimo il tuo blog! :D

danDapit ha detto...

@Pansy
Grazie! mi fa molto piacere! E tu sei benvenuta...!
Ciao, a presto!