@@@@ Una Bimba Senza Posto @@@@
Anni fa scrissi un racconto ispirandomi ad un gruppo di persone che frequentavo.
Su ciascuna di queste persone, me compresa, costruii un personaggio.
Ambientai il racconto su di un'isola, e in modo fantastico immaginai una scissione dell'anima/personalità di ciascuno, nel cambiamento tra le ore diurne e quelle notturne.
Nell'isola, piccolo villaggio abitato da uomini e da donne, c'erano:
Su ciascuna di queste persone, me compresa, costruii un personaggio.
Ambientai il racconto su di un'isola, e in modo fantastico immaginai una scissione dell'anima/personalità di ciascuno, nel cambiamento tra le ore diurne e quelle notturne.
Nell'isola, piccolo villaggio abitato da uomini e da donne, c'erano:
la Ballerina, il Giocatore di Poker, il Ginecologo, l'Avvocato, la Parrucchiera, la Casalinga, l'Antiquaria, il Rivoluzionario, lo Scrittore... Fra i tanti c’era anche la Pasticcera, ed ero io!
Accadeva, durante il tramutarsi del giorno nella notte, che in ciascuna di tali "anime" avvenisse una trasformazione liberatoria della loro ambigua natura.
Così, col buio, s’aprivano le porte del vasto palazzo, quasi un castello: il Bordello, pronto ad ospitare la creatività disinibita delle identità che di giorno soffrivano negli stretti indumenti e i limitati ruoli.
- Il racconto è un po' folle, ma divertente, ancor di più conoscendo le persone su cui fu costruito.
Potrei postarlo, ma ha una lunghezza mal tollerata sul web, ed è interamente da ribattere perchè fu dattiloscritto.
Non lo posto, accenno solo qualche pennellata per introdurre ad altro argomento. -
Ciascuna delle anime, la Parrucchiera, la Ballerina, l'Antiquaria, la Casalinga, si trasformavano in donne dalle Mille e Una Notte, con veli, danze, dolcezza, o seduzione aggressiva.
Gli uomini giungevano, abbandonandosi anche loro, dimentichi delle proprie professioni: ostacoli all'essere se stessi, impedimento alle relazioni.
Essendo io l'autrice del racconto, mi diedi la parte della protagonista. La Pasticcera delle ore diurne, di notte diveniva la Maitresse del Castello.
In questo scenario, improvvisamente, mi resi conto di non riuscire ad inserire una persona del gruppo. Pensai più volte a quale ruolo darle, ma l'unica immagine che avevo per lei, era quella di una bambina, appoggiata allo stipite d’una porta, che osservava in disparte la colorata vitalità notturna delle anime inquiete, senza essere, né divenire, altro.
Il racconto si delineava sulla carta, i personaggi assumevano forma, agivano, la loro storia prendeva corpo, ma per quella donna del gruppo mi restava l'immagine d’una bimba, che con sguardo triste, osservava isolata, vincolata allo stipite d’una porta. Né dentro, né fuori: sulla soglia.
Presi dunque la decisione di non farla partecipare! Non avevo un ruolo per lei. Non scaturiva dal mio immaginario! Non potevo inserire una bambina in un bordello, non volevo: lì la vita ferveva, scoppiettava, si infiammava. Quella figura stonava.
Quando lessi il racconto alle persone del gruppo, ci fu chi si divertì molto, chi si riconobbe soddisfatto e felice della parte assegnatagli, chi protestò sdegnato per la conclusione -il racconto terminava con me che partivo, osservando dalla nave l'isola che si allontanava sul mare-, e infine ci fu la donna che non avevo inserito che, come una bimba, si chiuse in se stessa, imbronciata, offesa, sentendosi esclusa.
Mi dispiacque.
Non avevo previsto che ciò l'avrebbe potuta ferire. Non lo avevo previsto, ma ne restai scossa: la mia immaginazione stava coincidendo con la realtà.
A questo episodio ho ripensato innumerevoli volte col passare degli anni, infatti eccomi ancora qui a menzionarlo!
La reazione di quella donna, e l'immagine della bambina sullo stipite sono tornate dentro di me a chiedermi risposte.
La reazione della donna pian piano svanì, perchè lei mi perdonò.
L'immagine della bambina è ancora qui, mi segue, e più volte mi ha chiesto, finché io non ho avuto la capacità di darle delle risposte.
Infine ho compreso che quella bambina ero io, una parte di me che non potevo esporre. Una parte di me di cui mi vergognavo, perchè non era cresciuta, perchè non era presentabile, perchè stonava fra gli adulti con le loro cose da grandi!
E quando lo capii cercai di tendere la mano alla bambina, sorriderle, e invitarla ad avanzare, a lasciare il suo stipite. Le dissi che avevo bisogno di lei, perchè solo unita a lei potevo creare, che non volevo più vergognarmi, che l'avrei tenuta con me.
So, adesso, che quella bimba resterà per sempre così dentro di me, anche crescendo, invecchiando, lei resterà così. Un po' triste, un po' spaventata, un po' accusatoria... Eppure capace d’allegre risate da folletto quando in me c'è la gioia e l'amore.
Capace di giocare, inventare, essere dispettosa e imprevedibile se intorno ci sono giochi e risa.
Capace di sentire grandi dolori, e farli suoi, e con essi piangere, tornando a rannicchiarsi, piccina, in una culla di foglie secche e bagnate, lasciandosi là, sotto la fitta pioggerellina d'una vita che la sta nutrendo di tenerezza struggente, la dolce amara, morbida linfa di un'ennesima esclusione.
Accadeva, durante il tramutarsi del giorno nella notte, che in ciascuna di tali "anime" avvenisse una trasformazione liberatoria della loro ambigua natura.
Così, col buio, s’aprivano le porte del vasto palazzo, quasi un castello: il Bordello, pronto ad ospitare la creatività disinibita delle identità che di giorno soffrivano negli stretti indumenti e i limitati ruoli.
- Il racconto è un po' folle, ma divertente, ancor di più conoscendo le persone su cui fu costruito.
Potrei postarlo, ma ha una lunghezza mal tollerata sul web, ed è interamente da ribattere perchè fu dattiloscritto.
Non lo posto, accenno solo qualche pennellata per introdurre ad altro argomento. -
Ciascuna delle anime, la Parrucchiera, la Ballerina, l'Antiquaria, la Casalinga, si trasformavano in donne dalle Mille e Una Notte, con veli, danze, dolcezza, o seduzione aggressiva.
Gli uomini giungevano, abbandonandosi anche loro, dimentichi delle proprie professioni: ostacoli all'essere se stessi, impedimento alle relazioni.
Essendo io l'autrice del racconto, mi diedi la parte della protagonista. La Pasticcera delle ore diurne, di notte diveniva la Maitresse del Castello.
In questo scenario, improvvisamente, mi resi conto di non riuscire ad inserire una persona del gruppo. Pensai più volte a quale ruolo darle, ma l'unica immagine che avevo per lei, era quella di una bambina, appoggiata allo stipite d’una porta, che osservava in disparte la colorata vitalità notturna delle anime inquiete, senza essere, né divenire, altro.
Il racconto si delineava sulla carta, i personaggi assumevano forma, agivano, la loro storia prendeva corpo, ma per quella donna del gruppo mi restava l'immagine d’una bimba, che con sguardo triste, osservava isolata, vincolata allo stipite d’una porta. Né dentro, né fuori: sulla soglia.
Presi dunque la decisione di non farla partecipare! Non avevo un ruolo per lei. Non scaturiva dal mio immaginario! Non potevo inserire una bambina in un bordello, non volevo: lì la vita ferveva, scoppiettava, si infiammava. Quella figura stonava.
Quando lessi il racconto alle persone del gruppo, ci fu chi si divertì molto, chi si riconobbe soddisfatto e felice della parte assegnatagli, chi protestò sdegnato per la conclusione -il racconto terminava con me che partivo, osservando dalla nave l'isola che si allontanava sul mare-, e infine ci fu la donna che non avevo inserito che, come una bimba, si chiuse in se stessa, imbronciata, offesa, sentendosi esclusa.
Mi dispiacque.
Non avevo previsto che ciò l'avrebbe potuta ferire. Non lo avevo previsto, ma ne restai scossa: la mia immaginazione stava coincidendo con la realtà.
A questo episodio ho ripensato innumerevoli volte col passare degli anni, infatti eccomi ancora qui a menzionarlo!
La reazione di quella donna, e l'immagine della bambina sullo stipite sono tornate dentro di me a chiedermi risposte.
La reazione della donna pian piano svanì, perchè lei mi perdonò.
L'immagine della bambina è ancora qui, mi segue, e più volte mi ha chiesto, finché io non ho avuto la capacità di darle delle risposte.
Infine ho compreso che quella bambina ero io, una parte di me che non potevo esporre. Una parte di me di cui mi vergognavo, perchè non era cresciuta, perchè non era presentabile, perchè stonava fra gli adulti con le loro cose da grandi!
E quando lo capii cercai di tendere la mano alla bambina, sorriderle, e invitarla ad avanzare, a lasciare il suo stipite. Le dissi che avevo bisogno di lei, perchè solo unita a lei potevo creare, che non volevo più vergognarmi, che l'avrei tenuta con me.
So, adesso, che quella bimba resterà per sempre così dentro di me, anche crescendo, invecchiando, lei resterà così. Un po' triste, un po' spaventata, un po' accusatoria... Eppure capace d’allegre risate da folletto quando in me c'è la gioia e l'amore.
Capace di giocare, inventare, essere dispettosa e imprevedibile se intorno ci sono giochi e risa.
Capace di sentire grandi dolori, e farli suoi, e con essi piangere, tornando a rannicchiarsi, piccina, in una culla di foglie secche e bagnate, lasciandosi là, sotto la fitta pioggerellina d'una vita che la sta nutrendo di tenerezza struggente, la dolce amara, morbida linfa di un'ennesima esclusione.
Oggi
volevo raccontare di questa bimba, le ho offerto la mano ancora una volta, ed
ora la sto presentando: inchinati piccina, il pubblico applaude, non aver paura,
non correre a nasconderti, vedrai, fra poco ti lanceranno fiori, rose profumate,
e tu non devi fuggire, smetti di piangere, non lascerò che tu sia ferita.
volevo raccontare di questa bimba, le ho offerto la mano ancora una volta, ed
ora la sto presentando: inchinati piccina, il pubblico applaude, non aver paura,
non correre a nasconderti, vedrai, fra poco ti lanceranno fiori, rose profumate,
e tu non devi fuggire, smetti di piangere, non lascerò che tu sia ferita.
Mai, e poi mai più!
44 commenti:
Proteggere quella bambina è un'ottima missione!
Scrivere post meno lunghi lo sarebbe altrettanto... :-)
Un abbraccio protettivo. :-)
@ALBERTO
Sei un frignone. Il template, il font, la lunghezza... ebbasta! Ma dove è scritto che la sintesi è la regola della vita? Questo accade solo in pubblicità. Un racconto è, e deve essere, una cosa diversa. E' piacevole addentrarsi fra le righe, scoprire, piano piano, ciò che si cela oltre il detto. Quel non detto che ognuno rivive secondo le proprie esperienze. Il tuo problema, l'ho sempre detto, è che leggi poco.
:-))
Dandapit, mi è piaciuto questo racconto. Beh, il commento l'ho anticipato "di là". Potrei dire di avere "poteri". Una sorta di "quinto senso e mezzo" (ma se non hai mai letto dylan dog, non puoi capire).
Cheddire? Condivido. E' necessario far parlare il noi stesso piccolo e spavento. Quello che dice il noi stesso adulto, serio, in gamba...lo sappiamo già. Ma questo te l'ho già detto prima che tu postassi il tuo racconto.
Il fatto di averti "anticipata" non è un'alchimia del blog, dipende, a mio avviso, dal fatto che molte sensazioni sono comuni a tanti (oserei dire tutti) e prima o poi la voglia di raccontarle viene fuori. Non mi meraviglio mai di trovare pensieri "miei" espressi in qualche libro, in qualche post, in qualche commento. In fondo viviamo la stessa vita, solo percorriamo strade differenti.
Quanto alla sofferenza della bambina, beh, ho imparato che il passato è passato. Bisogna accettarlo e lasciarlo alle spalle. Andare avanti nell'autostrada della vita.
Puoi guardare - di tanto in tanto - nello specchietto e osservare velocemente un pezzo di strada percorsa, ma non puoi fare inversione di marcia.
Penso che se ci guardiamo in quello che io chiamo "specchio ipotetico" e - in fondo - non ci viene voglia di sputare in faccia all'immagine riflessa, che se - in fondo in fondo - siamo soddisfatti di ciò che siamo, beh è anche per "merito" di quello che ci è capitato (bello o brutto che sia) e perciò io - in fondo in fondo - non cambierei proprio nulla della mia vita.
ciao e buona settimana.
che bello scorcio che mi hai regalato! Mi piace il tuo racconto...ne farei un film, se potessi e sapessi.
Profondo e saggio, allo stesso tempo leggero e confortante il commento di Assu, non la conosco ma concordo.
Insomma, che dire? In questa giornata uggiosa e interminabile ci voleva una carezza all'anima :-)
@Assu
1_ Grazie per aver difeso "la bambina" dagli attacchi di... Mister Forbici!! ;oD
...La bambina sorride contenta!
2_ Circa il fatto di "avermi anticipata"..non è del tutto esatto!
Nel senso che io stavo preparando il mio post mentre tu scrivevi il commento da te. Ovvero: per me non è "alchimia" da blog, ma coincidenze; coincidenze particolari, che anche con Lucia abbiamo ultimamente notato.
Coincidenze, telepatia... come un filo sottile che scorre a distanza, nei pensieri, unendoci, e creando una sintonia improvvisa, pur non conoscendoci!
...Sì, è vero: molti di noi sentono e pensano quelle cose che poi scopriamo, qui e lì, appartenerci; il blog sembra offra la possibilità di cogliere questa "comunione" interiore...! Però, in questo particolare caso, stavamo pensando alla stessa cosa, nello stesso momento! E questo mi ha colpita.
Aggiungo, per ciò che indichi:
"Il passato è passato",
sì, sono d'accordo con te, e fra l'altro questo argomento in parte è emerso anche dal post di Lucia.
Il racconto, però, vorrebbe dare un'altra riflessione, facendo sapere che la bambina non è affatto il passato! è il presente costante: ci sarà sempre, anche quando io avrò 90 o 100'anni!
E' una parte che è dentro di noi, e va ascoltata, per quanto a volte possa dar filo da torcere con le sue emozioni infantili!
La bambina/il bambino esiste!
Non va celato,
ha valore ascoltarlo e difenderlo nella sua esistenza.
@Alberto
Grazie per l'abbraccio protettivo, però...mio caro Abo, deponi le forbici! Altrimenti mentre mi abbracci protettivamente, potresti graffiarmi... ^____^
...***Un bacio
@Anonimo
Mi dispiace che tu sia un anonimo/a, è un peccato! Grazie comunque per ciò che mi hai lasciato, anche tu mi hai donato una soffice carezza, e la bambina ora ha un sorriso radioso!
@Assu
Scusa, ho dimenticato:
Grazie!! e Buona settimana anche a te...^o^ !!
Eddai Alberto...Dandina anche se scive post lunghi li tiene diversi giorni in modo da poterceli far leggere tranquillamente e questa, la trovo una forma di rispetto nei confronti del lettore, non credi? :o)
Infatti Dandina torno stasera a leggermelo con tranquillità...a me i post così me li leggo prima di addormentarmi, come se leggessi le fiabe.
Un abbraccio e buon lunedì.
Questo è uno dei casi in cui mi sembra di sentire un'eco...
@ Sonia
Ti aspetto per la favola della Buonanotte... ^o^
@ K
mi fa piacere che ci sia un'eco che suona per entrambi...
Ciao Dandapit!
Bella idea quella del racconto. Se lo facessi io descrivendo la personalità di alcuni miei amici, dubito che poi mi rivolgerebbero la parola...
Ma tu perchè eri la "pasticcera"?
e' davvero il tuo mestiere?
Buona giornata!
Ros
Ciao Dan, volevo subito ringraziarti perchè ho sentito tra le frasi del tuo commento che hai lascito nel mio blog, la paura di una mia possibile latitanza....
Non è cosi.... sono tra voi, ma è che il lavoro mi sta un po' opprimendo e fino a qualche ora fa ero a Geneve(Ginevra) a 7 ore di treno da dove abito io.
Ho letto il tuo post, io sono stato il primo a dire che tu per me sei una romanziera!!! o nooo??
Avevo ragione!Brava!
Ho letto anche i commenti dei lettori e ho notato una certa controversia sul fatto della lunghezza.
Per quanto mi riguarda è vero che i tuoi post spesso sono lunghi,ma io penso che sia perchè tu scrivi con l'intento di essere il piu' precisa possibile per far si che chi ti legge sia coinvolto al 100%.
Bax.....e a prestissimo
ahh dimenticavo.....ciüüüssss
@ ROKKO
Non sai che piacere mi fa leggerti qui! E leggere ciò che hai scritto! ...Ho l'impressione che sia il primo commento lungo che mi hai lasciato! Quasi sembri un altro Rokko! ;o)
Mi fai venir voglia di dire una cosa, a proposito del tuo definirmi "una romanziera"!
Io non ne sapevo nulla di blog, infine l'ho aperto probabilmente solo per "scrivere".
Per scrivere.
Perchè questa è la mia passione!
Tu dici che scrivo tanto per essere precisa e coinvolgere al 100%... Sai, scrivere con abbondanza è sempre stata una mia caratteristica, dipenderà dal fatto che non ho la capacità di far giungere le emozioni con meno parole? Pero' -in effetti- dedico l'anima al comunicare!
E raccontare mi piace!
E mi piace farlo suscitando emozioni con la scrittura, come un dipinto le suscita con le forme ed i colori. Sono le emozioni dell'artista che vibrano e che restano catturate nella tela, così come le parole quando si sollevano dal rigo per essere lette...
Ma se io sono una mela...non posso essere una susina! La mela è tonda ed abbondante, è rossa...
La susina è un'altra cosa, a ciascuno la sua natura!
Tanti bacini anche a te!
Grazie di essere passato e delle tue belle parole! :o}]
@ Rosario
Ah, Ros, sai che sono scoppiata a ridere quando ho letto se ero una Pasticcera? No, no! Anzi, sono una che cucina mooolto poco!
Però mi piacciono i dolci, specialmente quelli con la cioccolata!...Nel racconto mi sono data la parte della Pasticcera perchè il dolce è legato anche alla sensualità (almeno nel mio immaginario!): la dolcezza, i bon bon, il profumo zuccherino...
A dire il vero non era un gruppo di amici "standard", ma un po' particolare: un gruppo di psico-dinamica! Dunque gli argomenti scavavano nell'intimo di ciascuno, e il racconto seguiva questa scia...
Perciò qualcuno si è indignato che finisse con me che me ne andavo! Io me ne andavo, ma li lasciavo lì! Ancora nella "Psico-dinamica"! ...in effetti... ehm ehm!
;o)) Buona serata per te! Ciaoo!
Non so per quale motivo, davvero, ma il tuo racconto mi ha fatto tornare in mente scene de "La grande abbuffata"; una complicità di sensazioni, più che di reale comunanza. Tanto che mi è venuta voglia di rivederlo.
Visto che all'apparenza il racconto e il film non c'entrano nulla l'uno con l'altro, forse rivedendolo potrei capire perchè.
Non faccio altri commenti, perchè tutto quello che avevo da dire sul bambino interiore l'ho scritto sul blog di k, e l'avrai letto lì.
Non ti preoccupare, la bambina crescerà: senza per questo conformarsi a regole che non le appartengono, ma acquistando sempre più coscienza di sè. E' protetta.
@ Daniela
Non so proprio come si associ in te questo racconto con quel film!
Mi sembra strano...
E poi quel film trasmetteva molta tristezza, e anche dell'angoscia...
Sì, ho letto ciò che hai scritto a K...Però, Dani, dubito proprio di questa crescita! Ed è questo che volevo esprimere: che non devo preoccuparmi di farla crescere! Perchè quella è una parte che tutti abbiamo, c'è chi la sente e c'è chi la mette a tacere -se riesce- ...
E' una parte che resta così, ed è una ricchezza! Poichè rende sensibili...
Ti rispondo qui, poi magari quando ci si vede approfondiremo l'argomento: secondo me crescere non significa perdere quella parte fanciulla di cui parli tu; significa anzi darle spazio e permetterle di avere tutto ciò di cui ha bisogno, fino a quando, soddisfatta, non griderà più.
Crescere è imparare ad ascoltarsi; in questo, ti dicevo, che crescerai e che sei protetta. Ma la crescita esiste. E' necessaria.
DANI...
Non intendevo, nè vedevo la crescita come una "perdita"!
Anch'io parlo di "ascoltarsi", e darsi spazio. Stiamo dicendo la stessa cosa! Solo con una piccola differenza su cui non ci si intende! Ne riparleremo! 'Notte-notte!
Bel racconto, suggestivo intimista.
Ti rinnovo i miei complimenti, come già avevo fatto in qualche altro commento, per la tua abilità letteraria. Leggere i tuoi racconti è come entrarne a far parte.
Un bacione
Non condivido il tuo dispiacere al mio restare anonimo. Non è una disgrazia ma una mia scelta: leggo, scrivo, mangio, dormo, lavoro, amo, gioisco e soffro..proprio come le persone VERE :-P
@Sara Sidle
Ciao! sono contenta che tu sia tornata! ^o^
Giornata di scambio!!
Le tue parole mi riempiono di sorrisi!
Grazie per la tua lettura e per ciò che dici (mmmhh...fa rima!!! non volevo!!!)
Un bacioneee!
@Anonimo
Come è facile essere fraintesi!
Lo so che sei una persona in carne ed ossa!! Altrimenti chi mi avrebbe lasciato il commento? Uno "spirito"?
Il mio dispiacere era legato al fatto che le tue parole mi erano molto piaciute, e avrei volentieri sbirciato in un tuo eventuale blog, che in questo caso connota un'identità, e che permette uno scambio non solo a senso unico!
Tutto qui..., Gentil Anonimo che ringrazio ancora per l'attenzione!
Ciao, a presto!! ;o)
Mi piace molto l'idea della bambina (o del bambino) che è in noi e che non vuole e non deve essere dimenticata.
E mi piace che tu l'abbia riconosciuta, accolta e protetta anche a distanza di tempo.
Enrico Ruggeri cantava «Qualcuno mi dice / che ancora non sono grande / ma gli uomini grandi / non saranno cresciuti mai»
@Pier@
Belle le parole della canzone!
"Gli uomini grandi / non saranno cresciuti mai"
Sì! E queste parole mi fanno riflettere:
Quando non si è cresciuti, si ha al contrario molto bisogno di creare un'immagine d'adulto, ed è così che il bambino -non solo viene schiacciato- ma mentre si cerca di ignorarlo, acquista molta più influenza in negativo...
In questi giorni sei un poeta di fonti canore! ;o)
Grazie per questo commento, mi ritrovo in ciò che dici, e mi fa molto piacere!
Un bacio ^o^
Se per scrivere così necessiti di tutte queste parole...
fallo!
Chi non vuole regalarSI 5 minuti di bellezza... semplicemente non merita tanta dolcezza...
Prenditi i tuoi tempi... i tuoi spazi... le tue battute...
Un bacione
Dan, te l'ho già detto: scrivi molto bene!
mi hai toccato ed emozionato....ma si può leggere questa storia?
Dai, riscrivila su word e poi la stampi e me la dai....Baci
@ Cilions
Francesco...seguirò la tua ricetta!
mi prenderò tutto ciò che dici, e anche il tuo bacione!
^o^
@ Marco
Già stampata! Se domani ci vediamo, te la do.
Un bacio grande!
Dopo una serie di commenti così lunga posso solo dirti che trovo la storia molto bella.... Mi piace molto il modo in cui scrivi... chissà, forse è la bambina stessa che scrive...
@ Angelo
Eh, sì, hai ragione per i lunghi commenti...ti riferisci allo scambio sul Burn Out, non a questi, vero?
Grazie ...
Sì, penso proprio che sia la bambina che scrive...stavolta proprio così!
Il "tuo Fukyo" ha colto!
Un inchino! ;o)
@ Angelo
Scusaaa!!
E' mattina, evidentemente sono più sveglia! Mi sono accorta che ti riferivi a questa serie di commenti lunga!
Però, chiedo venia! Era facile la confusione...
In effetti avevo letto male le tue parole: "Serie lunga". Ora ne capisco il senso, scusa, scusa!!
E grazie per ciò che dici sul mio modo di scrivere; la bambina sta gongolando!!
Lettera alla Bambina
Cara piccola Danda il mondo qua fuori non è roba per te. Sei fragile. Le parole potrebbero ferirti, i gesti ancora di più. Come una zia premurosa vorrei lasciarti all'oscuro di tutto. Non raccontarti dei dolori. Risparmiarti ogni fatica.
Ma sento che vuoi uscire allo scoperto. Hai urgenza di sporcarti le mani con la terra della vita. Allora esci e io ti proteggerò e ti farò vedere come si può crescere pur rimanendo bambini.
@ Lucia
Risposta dalla Bambina
Sento il tuo affetto Lucy,
... è una carezza da una mano che trema...
Ciao Dandapit,
rieccomi.
Bello pensare di essere sulla stessa lunghezza d'onda, condividere, in lontananza, pensieri simili.
Per quanto riguarda il mio appunto sul passato, l'ho inserito perché mi pare di sentire una sofferenza lontana che ha fatto scaturire una rabbia latente che non si è riappacificata col mondo.
Mantenere vivo il bambino. Certo, ma gli aspetti più allegri e spensierati, il saper affrontare la vita con quella spinta di curiosità tipica dell'infanzia. Tutto il resto, compreso i fantasmi sotto al letto e i mostri nell'armadio, possiamo lasciarli indietro, naturalmente dopo averli smascherati e accettati. In questo senso dicevo e dico: accettare il passato e lasciarselo dietro. E, credimi, so cosa significa.
Un grosso abbraccio.
A presto.
ps: ho riletto il racconto, è bello e scorre veloce.
Angelo, che bella sorpresa trovarti qua. Anche tu ti sei fatto conquistare dalla dolcezza di Dandapit? Sono contenta di aver fatto da ponte.
@ Assu
Grazie di essere tornata, e della precisazione!
Anch'io so bene cosa significhi non staccarsi dal Passato... è molto rassicurante, quanto le sabbie mobili! ;o)
Grazie ! ^o^
...eh, sì! Con Angelo si è scoperto "qualcosa" in comune...
Passando tra un blog e l'altro sono finita qui, a leggerti per la prima volta. Le tue parole sono dolcissime e molto profonde.
Ciascuno di noi ha dentro di sè un bambino, fortunatamente....
Ciao LAURA!
Benvenuta! Mi fa piacere quando una persona nuova si affaccia!
Anche se poi ci si incontra sempre! Sembra un villaggio dove ci si incrocia lungo la strada!
E spesso ti ho incontrata!
Grazie per il "dolcissime", l'accolgo come una carezza data ad ogni bambino che custodiamo dentro!
...di me...di te...
A presto!
NO...la sintesi è la vita!!
la capacità di cogliere al volo l'occasione,il treno giusto.
Se a qualcuno fosse sfuggito in quanto essere viventi , siamo destinati a morire,quindi non abbiamo un tempo illimitato per relazionare tra noi!
Ma forse questo qualcuno è portato a credere di viver 2000 anni...di poter avere tempo per sottintendere,alludere,temporeggiare,leggere tra le righe, ...etc..etc.!
beh se la ns. vita è leggere ,scrivere e comunicare attraverso la tastiera di un p.c.,sarebbe una vita sprecata.
Sciocche poesie da adolescenti,inutili racconti fiabeschi glassati da smielate tinte rosa! bahhhhhh
Io voglio il contatto...voglio sentire i profumi...voglio toccare...degustare....godere ...
ORA,non domani ,domani potrebbe essere tardi!
LASIBILLA
Per "LaSibilla"
alias Anonimo
..per scrivere poesie, racconti, smielati o amari, bisogna prima aver assaporato sulla pelle, raccolto nel cuore, vissuto nelle emozioni...altrimenti le parole restano vuote: involucro di un vuoto attraverso cui non passa niente!
Per me la vita...è anche in "questa sintesi"...
Ora scrivo.
Ora bacio.
Ora faccio l'amore.
Ora mi infurio.
Ora è ogni attimo!
Ora
è ciò a cui ci dedichiamo.
Sei un volo di farfalla che passi leggera?
Per L'Anonima LaSibilla-
Non mi piacciono le polemiche.
Ciao Danda,
sono passata a farti un salutino veloce. Spero tu abbia avuto modo di leggere la mia risposta al tuo commento. In ogni caso sono venuta fin qui a dirtelo: non mi hai provocata per nulla, anzi mi piacciono sempre i tuoi interventi. Un abbraccio. A presto.
Sei veramente una persona triste!,non solo hai "bannato" il mio 2° post di risposta al tuo,ma hai anche modificato il tuo post "originale" a seguito del mio !
è tutto molto scorretto anche se è il tuo blog!
ora ,però ,abbi cura di cancellare anche questo...prima che si scopra chi sei veramente. LASIBILLA
ANONIMO-LASIBILLA
No, questo ce lo lascio.
Ti voglio chiedere una cosa:
hai dato un'occhiata in giro? hai letto i commenti qui, e sugli altri post?
Che tu non sia un blogger si sente bene.
Nessun blogger ha necessità di esprimere l'astio che esprimi tu.
E che tu non sia di sesso femmininile, nonostante il nome, anche questo si capisce.
Non voglio polemiche.
Se vuoi venire a commentare sei ben accetto, ma solo se sono commenti "costruttivi", anche se in disaccordo, ma costruttivi.
Il tono polemico e provocatorio non è utile: a cosa dovrei rispondere, e con quale tono? Una parola tira l'altra, si finisce a litigare. Sul blog?
Preferisco eliminare ciò che nasce come provocazione.
Con le parole dell'ultimo commento, a cosa mi inviti?
E' chiaro cha abbia modificato il mio commento precedente: affinché non si continuasse con la polemica! Infatti ho tolto la parte che rispondeva con tono provocatorio al sarcasmo provocatorio del tuo primo commento, e l'ho fatto per poter continuare su un filo privo di contenzioso.
Avrei potuto eliminare anche il primo, ma l'ho lasciato modificando la mia risposta, ed eliminando la tua conseguente, che ci andava a nozze!
Ma il contezioso su cosa è?
Se io e te siamo due sconosciuti: perchè ti scaldi tanto?
Sibilla, Coriolano, e ...
Non mi rispondere che non sai di cosa io stia parlando.
Se vuoi sentirmi mi chiami.
Oppure scrivimi: l'indirizzo mail è nel "Profilo", a portata di dito.
Non vedo perchè usare il canale del blog.
E' assurdo.
...
Ma, se tu sei solo LASIBILLA, allora puoi spiegarmi: com'è che ce l'hai tanto con me? Ci siamo incontrate in qualche altra vita?
Non è polemica, è curiosità pungente.
Un bacio, SybillJuan!
(p.s. I commenti in cerca di rissa li elimino; per me è chiaro.)
AnonimoLASIBILLA
Aggiungo.
Riflessione non irrilevante:
Quando ho letto il tuo primo commento, non ho capito perchè arrivassi così provocatoria sul mio blog.
Quando ho letto il secondo, mi sono chiesta se non fosse strano che una persona si accanisse così.
Subito dopo aver pubblicato la risposta dichiarante: "Non mi piacciono le polemiche" -frase che spiegava l'eliminazione del tuo secondo commento- sono stata colta da improvviso "deja vù", e ho intuito che LASIBILLA forse era qualcun altro!
Con questa aggiunta voglio dirti che, capita l'identità della Sibilla, ora ho pure compreso il senso delle parole lasciate nel primo commento.
ADESSO quelle parole hanno veramente un senso!
Preciso.
ORA.
(Alle persone che si affacciano al blog per leggere scambi di opinioni sugli argomenti di cui posto, dubito interessino questi "scoop" da rotocalco.
Non scrivo sul blog per questo.
E per questo motivo clicco sul "cestino".
Lo chiarisco per te, mentre ti invito ad altro mezzo di comunicazione)
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