16 settembre 2007

quando Anita crescerà

- Anita! Fai giocare tuo fratello, su!

- Mamma, uffa! …non mi va, vuole vincere sempre lui!

- Su Anita, tu sei più grande! Che ti importa di perdere, fallo vincere, no? Su, su, vai a giocarci, altrimenti si annoia… Sei la donnina di casa, tu! Sono stata tanto contenta che sei nata per prima, così mi aiuti… Lucio! Lucignolo!! Vieni, ché Anita ora gioca con te…
Con innocente pazienza Anita prende tra le mani la scatola del Monopoli che il fratellino le porge, e sul tavolo apparecchia il tabellone, i segnaposto, le carte delle Probabilità e degli Imprevisti, distribuisce le mazzette dei soldi, poi si occupa della spartizione dei contratti.
Lei ha tre anni di più, gioca con mosse da economista e imprenditrice, e prende via via vantaggio. Il fratellino resta senza soldi, accumula debiti, perde.
La bocca di Lucignolo si spalanca e dall’ugola escono urla e strepiti, pianti d’elevata potenza.
La madre accorre. Forse Anita l’ha picchiato sovrastandolo con la sua altezza, ah, povera creatura vittima delle violenze d'una spietata sorella maggiore! …No, lui strepita nella disperazione più accorata perché non accetta perdite, vuole giocare e vincere, e così ogni volta.
E ogni volta quelle urla schiacciano la bambina alla sedia, colpevole.
La madre è spazientita.
- Lo sai che fa così! Senti che strilli! Potevi farlo vincere! Ma cosa ti costa? Almeno sta zitto, e stiamo tutti in pace!
Sbuffa Anita.
È confusa, nell'animo prova sensazione d'ingiustizia, eppure resta colpevole.
Lei è la sbagliata.
Deve dargliela vinta, perché? Perché è la più grande? È questa la sorte dei primogeniti? Deve solo far finta di giocare, non impegnarsi, e annoiarsi nel perdere? Perché?
Deve intrattenerlo e preoccuparsi che si diverta. Si annoia lei, così! Si tratta di far piacere alla mamma e al fratellino? Forse è un'egoista con i suoi pensieri e le sue delusioni…

- Anita!
- Che c’è Lucignolo?
- Vieni!
- Dove? Che c’è?
- Senti, facciamo un gioco…vai in salone e chiudi le porte. Quando busso sporgi solo il viso chiedendo: «chi è?»…
- E poi?
- E poi, aspetta! È una sorpresa…
Anita segue le istruzioni incuriosita. Va in salone e attende che Lucignolo bussi alle porte. Poi fa esattamente quanto lui le ha spiegato e si affaccia sporgendo il viso:
- Chi è?
Lucignolo, più basso di lei, le è di fronte con espressione di gioia furbesca, la fissa e suggerisce contento:

- Sorridi!
Anita s’apre al sorriso con i denti in mostra. Da dietro alla schiena il fratellino fa emergere il braccio, atterrando con soddisfazione il martello stretto nella mano sul bianco smalto d’Anita.
SDENG! Colpo secco sugli incisivi.
- Ma sei scemo? Mi hai fatto male!
Lucio si sganascia dalle risate.















Squilla il telefono di casa... ah, quel telefono posizionato in corridoio, vicino alla cucina!
La madre è lì che traffica ai fornelli, non ci sarà intimità per la sua conversazione.
È il suo ragazzo, e lei è arrabbiata. La voce è alterata nel rispondere, parla ostentando quanto è seccata.
Appena maggiorenne, Anita è alle prese con i primi bisticci di cuore.
Lui promette sempre che la chiamerà, poi sparisce. Quante scuse! Ogni giorno c’è un motivo.

La madre sta in attento ascolto.
Si avvicina, si apposta.
Interviene.
- Ma non lo trattare così, no? Non lo trattare male, poveraccio!
Anita si concentra sulla conversazione interna alla cornetta, tenta di ignorare ciò che è esterno, eppure la presenza materna lì di fronte le crea disturbo.
Vorrebbe fare di testa sua, lo sa lei come stanno le cose! Volta le spalle alla madre, cerca di raggomitolarsi per proteggersi.

La donna non si muove, fedele alla sua osservazione come una sentinella in vedetta. E quando lei dimostra ancora disappunto al ragazzo, s'intromette affilata e certa:
- Ci resta male! Non lo mortificare! Non essere cattiva…

Anita ha imparato che gli uomini non possono perdere.
È necessario lasciarli vincere. Anche quando le carte vincenti sono nelle mani femminili, anche quando sono prepotenti, incuranti, sono sempre dei bimbi.
Occorre colmarli d'attenzioni e rassicurarli, offrendo loro la vittoria affinché non provino delusioni, mortificazioni, arresti.

Anita ha imparato che le donne sono sorelle maggiori nella vita.

37 commenti:

Anonimo ha detto...

Posso non essere d'accordo?

daniela ha detto...

La storia del martello sui denti la conoscevo.... me l'avevi già raccontata tu? Non ricordo...

Per il resto, anch'io ho ricevuto un'educazione simile, alla quale mi sono sempre ribellata, collezionando momenti di indicibile sofferenza. Anch'io ho una madre alla quale hanno insegnato che l'uomo va sempre assecondato, e me lo trasmette ogni minuto, con ogni gesto, con ogni parola.
Nonostante ciò, sono riuscita a crescere profondamente diversa.

Qualche anno fa, durante una stupida discussione, mio fratello mi ha riempito di botte. I miei chiaramente si sono indignati, ma di fatto nessuno ha avuto il coraggio di farlo sentire interiormente sbagliato. Qualche rimprovero ed è finita là. Lui è sempre stato quello a cui è permesso tutto.

Continuiamo con la nostra rivoluzione umana Dani! Un abbraccio.

lucia ha detto...

Dovrei dormirci su prima di commentare. Non dopo una giornata come questa.
Ci rivediamo domani bambina di Trastevere. Dopo aver letto rido, e tu sai il perché.

lucia ha detto...

Ti lascio qui qualche bacio e una scatola di caramelle tutti frutti.

Anonimo ha detto...

mmm...bello il racconto (cavolo scrivi proprio bene) pero' la dinamica sorella/fratello in realta' e' piu' universale maggiore/minore (io ho avuto un fratello minore e le cose andavano nello stesso modo).
sul dopo...non so...non credo che si possa generalizzare.
pero' ho un sacco di amiche che considero piu' che sorelle!

digito ergo sum ha detto...

Anita ha imparato un pezzo di cultura, del nostro (finto) tessuto sociale che ci vede (fintamente) al centro del mondo. Lo sai meglio di me, no? La vera cultura viene da altrove (e da tempi in cui, noi, giocherellavamo col fuoco). Anita ha imparato a sue spese un'enorme colpa dei genitori (non sto generalizzando, nessuno si senta offeso)... occorre insegnare ai nostri figli a vincere (gestire la vittoria, nel totale rispetto dell'avversario) ma, soprattutto, serve che si insegni ai bimbi a perdere... Chissà... forse si otterrebbero risultati apprezzabili, tra qualche decennio.

Un abbraccio.

danDapit ha detto...

@pS
Certo che puoi non essere d'accordo!
Ciao Val!
Penso tu ti riferisca alla generalizzazione che gli uomini siano abituati a vincere..PENSO!
Però...però... vorrei farti porre l'attenzione sul fatto che questa è la storia educativa di Anita, così è stata cresciuta, così ha sviluppato le sue riflessioni...
"Anita ha imparato che le donne sono sorelle maggiori nella vita", è la conclusione.
Ed è una conclusione amara soprattutto per se stessa! Qualcosa con cui deve fare i conti, aprendo gli occhi, senza solcare ancora il binario già tracciato su cui è stata indirizzata...
"puoi non essere d'accordo"!, ma domando: Su cosa non sei d'accordo?
;o)
bax!

@Daniela
...chissà, forse è una storia che gira, quella del martello! ^__^

Sì, Dani, al di là dei fatti nudi e crudi (dinamiche fratello/sorella), ultimamente sto notando una costante nei rapporti tra uomo e donna... e senza entrare nel dettaglio, che poi si scatena il polverone con gli schieramenti, volevo, attraverso un racconto, provare a suggerire delle immagini.
Educazione, sì... e poi?
Le vittorie profonde sono quelle interiori, ma passano attraverso delle strade faticose e difficili, e... come si arriva -senza conflitti, nè prepotenze- a creare la pace?
Non certo così!
...forse sono stata troppo evenescente in questa risposta, sibillina, ma anche qui non desidero creare clima competitivo!
Un baciotto!

@Lucia
Cara la mia birichina, lo so perchè ridi! Ti chiami come il fratellino dispettoso!! ;oDD
...sai, il mio fratellino si chiamava (si chiama!) Luca (ora non è più "ino", è il doppio di me!)!
=__=

Mantieni le promesse, e torna...o ti tirerò le orecchie, tanto tanto!! (hi hi! metodi pacifici, no?)
I baci li ho presi e messi sotto al cuscino..le caramelle ...ehm... non mi piacciono! mi lasci la cioccolata fondente? sai, quella amarissima, e al peperoncino, e poi allo zenzero e cannella...ma le caramelle...che dici? le porto al dentista? ;D
Ti aspettooooooooooooooo!

@Henry e @Digito E.S.
ritorno fra poco! sorry!!!

lophelia ha detto...

come cantava Mina
"son tanto fragili fragili tu maneggiali con cura
fatti di briciole briciole che l'orgoglio tiene su..."
complimenti. Anche per la scelta della foto di F. Woodman.

danDapit ha detto...

@Henry
Ciao!
...sono d'accordo, non si può generalizzare!
Probabilmente "in genere" accade che il più grande (senza differenza di sesso) sia responsabilizzato rispetto al più piccolo...
Ma nel racconto sono evidenziate delle "sottilezze", come la mamma che ripete alla figlia che lei si aspetta la sua collaborazione, anzi, è stata contenta che fosse primogenita (invece della consuetudine culturale che vuole il maschio come primogenito) per poter ricevere un aiuto dentro casa. Da qui al fatto che accudire il fratello come fosse la madre, lasciandogli passare tutto, il passo è breve, o meglio: messaggio sottinteso e "indelebile".
E se fosse stata lei a dare una martellata sui denti a lui? No, lei non lo avrebbe mai fatto, era già una "brava donnina di casa". ;o)
Lui vince in libertà. !__!
L'ultimo episodio non è la dinamica fratello/sorella, ma ciò che la madre ha insegnato come comportamento femminile continua nella sua invadenza, con lo stesso messaggo: "Non cercare di importi, di vincere su qualche problema...lascia vincere..."

GRAZIE mille per ciò che dici del mio modo di scrivere, me ne sento molto lusingata, detto da te, Marchese della Spiga, soprattutto "pittore di poesia"! @___@

In quanto alle amiche come sorelle, Henry, ne sono certa! Il Fenicottero e il Colibrì già possono suggerirlo! ^___^
Un abbraccione!

@DigitoErgoSum
Ciao caro! Siamo ormai vecchi lupi di mare, a parlare di questo argomento fra me e te? eh eh!!
Sì, è importante insegnare che nel gioco e nella relazione non conta solo vincere ma anche saper perdere! Soprattutto ha un grande valore insegnare che non si deve cercare di vincere a "tutti i costi"!
Questo, sono certa, è già un passo per avviarsi verso la costruzione della Pace nel Mondo!
;-)
Un abbraccio anche a te!

@Lophelia
Ciao Ciao!!
Sai, qui Lucia sicuramente intonerebbe subito le note di Mina per fare coro con te!
Che bello avere sempre le parole di una canzone pronte nel taschino! nella memoria, nell'ugola!
^__^ e così pertinenti!! ^__^

pss, pss... a bassa voce ti confesso che mi hai erudita! La foto di Francesca Woodman l'ho catturata da internert per caso, e l'avevo archiviata fra le immagini perchè mi era piaciuta...poi, sembrandomi significativa qui, l'ho inserita! Bella, mi piace molto...ora so che è di Francesca Woodman, e anche chi era F. Woodman!
Fotosensibile ha colpito!
Grazie... ;o)

Pier ha detto...

Bella la trama complessiva della storia, anzi degli intrecci che a loro volta sembrano contenere riferimenti ad altre cose. Ci sono molti argomenti sui quali discutere, ma credo che il finale abbia il peso più importante.
Non sono mica tanto d'accordo sul fatto che gli uomini "non possono perdere", o che le donne li lascino vincere così facilmente...
Per quanto considero sbagliato lasciare vincere, dò una chiave di lettura diversa alla madre che vorrebbe vedere la sorella far finta di perdere a favore del fratello: la vedo come un favore (gesto, ripeto, sbagliato) al più piccolo, non all'uomo...

danDapit ha detto...

@Pier
A noi due carissimo!!
hi hi!!
..va bene, scherzo! ;o)

Prima di tutto sono felice che hai notato che la storia così intrecciata sembri contenere riferimenti "ad altre cose"...
Sì, è verissimo! Anche per come ho costruito certi periodi e usato determinate parole, un po' volutamente, e un po' a istinto, ma ottenendo significato poliedrico!

Riguardo alla conclusione, è vero che il finale si esprime in un certo modo, ma le sfumature sono sottili... Non volevo dire che le donne lasciano vincere gli uomini, o che agli uomini sia interdetto di perdere...

E' qualcosa che scorre sottilmente nella nostra cultura. Dopo aver letto il tuo commento mi è venuto in mente che "voler vincere a tutti i costi" è anche un modo per sentire d'avere sotto controllo le situazioni. E se leghi questo, al fatto che la donna che sa essere molto femminile dà all'uomo sempre l'illusione di vincere, allora forse s'intende ciò che volevo trasmettere! (unendolo anche alle cose già risposte al pS, a Daniela, a Henry...)
...
In fondo è solo un racconto, non uno spaccato analitico dell'educazione ricevuta da Anita nell'infanzia! ^_^

Grazie per le tue riflessioni, e anche per aver apprezzato la trama della storia!
BaxBax! :-*

Anonimo ha detto...

Scusami, Danda, ma stavolta mi vien quasi da esclamare "Col cavolo!!"....

Povera Anita. Vorrei farla fuggire da quella casa. Se Lucignolo fosse stato mio fratello non sarebbe sopravvissuto alla bravata del martello con una semplice risata.. >:(

La mamma di vedetta la conosco anche io. Anche se sta lì a lavare i piatti e fa quindi rumore, avverti la tensione dei suoi muscoli mentre cerca di carpire le parole della conversazione..

Che le donne sappiano essere spesso più forti degli uomini è provato. Ma che questo debba essere il motivo per renderle succubi.. No no.

Ci rimugino su e poi ritorno...

vesuvio ha detto...

m'e' presa un po' d'ansia nel leggere questo racconto ed ho rivisto mentalmente tante situazioni reali. ed in particolare quel telefono nel corridoio proprio fuori la cucina che pensavo esistesse solo in casa mia invece...e' importante scrivere, riflettere, parlare altrimenti questo tuo racconto donna/uomo, maggiore/minore si rièpetera' all'infinito anche se silenziosamente sottinteso!

danDapit ha detto...

@Rosex
hallo! sai che non capisco a cosa è riferito quel "col cavolo!" ?
Al fatto che gli uomini siano succubi, o alla non ribellione di Anita?
Spero che tu ritorni dopo averci rimuginato...
Noto che l'immagine delle mamme in vedetta è un richiamo conosciuto..e sorrido...
In quanto a:
"Che le donne sappiano essere spesso più forti degli uomini è provato. Ma che questo debba essere il motivo per renderle succubi.. No no."
Avrei mooolto da analizzare...
La forza delle donne è conosciuta e riconosciuta fino ad un certo punto, e mai e poi mai vorrei che fosse utilizzata CONTRO gli uomini!
Chiedo: è un caso che alcune donne siano educate che, per tener buoni gli iracondi umori maschili, basta fingersi accondiscendenti?
Che poi questo non funzioni in eterno nei rapporti è altro, sto parlando di cultura, di educazione storica...
E di questo, tra le righe, insieme "ad altro", racconta il racconto...
Ti aspetto!! ^__^

@Vesuvio
Mi ha fatto tanto piacere leggere il tuo commento! E' vero! E' importante comunicare, scambiare, perchè si possono conoscere realtà simili che pensavamo solo nostre! E dal confronto possono nascere nuove forme...
Una voce è qualcosa che rompe il "silenziosamente sottinteso", e da lì si può creare qualcosa di diverso!

Mi sono rimaste scolpite queste tue parole:
"quel telefono nel corridoio proprio fuori la cucina che pensavo esistesse solo in casa mia"
E' come se avessi visto la stessa scena che si poteva replicare, nella memoria di molti vissuti, incredibilmente!
Un film!!

Grazie e un bacio!

Morgan ha detto...

"Anita ha imparato che gli uomini non possono perdere.
È necessario lasciarli vincere. Anche quando le carte vincenti sono nelle mani femminili, anche quando sono prepotenti, incuranti, sono sempre dei bimbi".

E non ci sono più le mezze stagioni, i tempi andati erano meglio, ecc
Bah.

danDapit ha detto...

@Morgan
Hai ragione, caro, non ci sono più le mezze stagioni!
...
la prima volta che sei capitato qui hai avuto un tono polemico, te lo feci notare, e ti scusasti. Penso che te lo sia dimenticato.
Hai letto i commenti? forse ti avrebbero aiutato a capire ciò che hai preferito sottovalutare!
Meno male che tu ti occupi di cose serie, di blogger stupidi ce ne sono troppi!
Grazie Morgan! bah!

myRandAe ha detto...

Da molto che non aggiorno il blog.
Ineressante la citazione di Morgan: "non ci sono più le mezze stagioni".
Aggiorno ora.

Morgan ha detto...

@Dandapit: avevo letto i commenti l'altro giorno. Ho chiaro, o abbastanza chiaro, che cosa pensi del rapporto fra uomo e donna. Non è poco che seguo il tuo blog, di solito la sera, prima di andare a letto, vengo qui a sbirciare perché so che trovo parole sensibili, cosa che non mi dispiace affatto fra migliaia di blog davvero idioti. Anche se commento di rado, la sera mi piace leggere, non commentare. La mia voleva essere semplicemente una battuta, Dandapit, tutto qui.
Vedendovi tutti seriosi nei commenti. :)
Ciao.

myRandAe ha detto...

Aggiornato blog.

Coincidenza: mia attenzione catturata da Morgan, e lui ritorna proprio dietro di me.
Eri tu a parlare sempre delle coincidenze?
Sono fuori tema.
Racconto interessante. La tematica non dà facile sviluppo. Gli uomini potrebbero offendersi, non c'hai pensato?
Appunto. Morgan sembra non aver gradito. E' una partita anche questa? Noto che voleva una vittoria, semmai un pareggio.
Divertente dandapit!

Morgan ha detto...

@Myrandae: qui nessuno si sta offendendo, stai facendo tutto te.
Vittoria? Pareggio?
Ma di che parli?
Se ho risposto al fraintedimento che senza volerlo forse avevo creato, è perché non credo che le gare dialettiche siano interessanti, come se si volesse cercare un avversario.
Bah... contenta te.

danDapit ha detto...

@Myrandae
a) Bentornat!! da quanto non ti si vedeva!!
b) Hai aggiornato il blog!! Ho visto, l'hai fatto finalmente e nel tuo stile, no?
c) Sì, ne parlavo io delle coincidenze, e in effetti è buffo che ricapiti dopo tanto tempo così a sandwich tra un Morgan e l'altro...ti serviva qualcosa per il blog, e l'hai trovata!
d) Beh, non volevo un match, non mi piacciono le competizioni...e le tue parole anche sembra non siano piaciute a Morgan!
A parte i vari punti "a,b,c,d", sono stata ispirata a scrivere un racconto così per mille motivi che scorrono nella fase storica attuale tra le relazioni uomo/donna.
Dai commenti ho notato che le donne hanno colto come fosse aria che hanno sempre respirato, mentre per gli uomini è stato come trovarsi davanti a un palcoscenico dove ciò che veniva rappresentato li lasciava perplessi, critici, o semplicemente senza nulla da dire...
Tu, Myrandae, che dici??
;o)

@Morgan
Grazie del tuo ritorno e spiegazione...
Mi viene da chiederti: cosa penso io del rapporto uomo/donna?
E rispondo: Che è difficile.
Poi richiedo: "altro?"

Aggiungo:
Lucia mi dice che sono un temperamatite, definizione che mi fa sorridere. E' vero!
E qui rifaccio la punta alla matita, come mia abitutidine, per non lasciare che nulla mai cada in oblio! ^_^

Avevi scritto: "E non ci sono più le mezze stagioni, i tempi andati erano meglio, ecc
Bah."

Accetto col sorriso e una pacca sulla spalla che sia stata una battuta, però posso suggerirti che nella tua battuta quel "bah" suona come una stecca?

(E Myrandae è un provocatore, si sa!... anche per lui un "Bah"!)

;-)
Ciao e, temperamatite a parte, grazie sul serio!!

Anonimo ha detto...

Ciao Danda, rieccomi :)
Pardon per l'esclamazione poco compresa, è solo che mi son lasciata trasportare.. "Col cavolo" era in risposta all'ultima riflessione del post, «Anita ha imparato che gli uomini non possono perdere. È necessario lasciarli vincere...».
Il fatto è che non mi piace proprio la frase in sé, il "lasciar vincere", questo atteggiamento accondiscendente.. Ma non riferito solo nel caso specifico. Non credo che lasciando fare si ottenga molto, o forse voglio non crederlo. Preferisco pensare di guadagnarsi un merito, una vittoria, come Anita pensa all'inizio del racconto: vuole giocare con logica e non tanto per trastullare il fratellino.
Ma forse è proprio l'argomento che mi dà la scintilla: non davo "vittoria" neanche ai miei insegnanti se sapevo di essere nella ragione.
D'altro canto, come affermi anche tu, c'è da parlarne a lungo... affondare nelle radici. Tuttavia preferisco pensare, in qualunque situazione, ad un rapporto uomo/donna che non sia di potere di uno a discapito dell'altro ma qualcosa che vada di pari potenza, un dialogo, uno scambio reciproco. Sono troppo idealista?...

danDapit ha detto...

@Rosex
No, non sei affatto idealista per me!
Per migliorare bisogna auspicare e mirare a cose diverse, anche se è difficile realizzarle, e "normalmente" appaiono impossibili.
Divengono IMPOSSIBILI quando la mente mette limiti.
Il rapporto uomo/donna è bello immaginarlo paritetico, di scambio e condivisione, con un dialogo fervido e aperto. Scambio di due modi diversi di guardare la vita, due ricchezze diverse...Due? Se poi ci ricordiamo che siamo tutti diversi, la diversità maschile/femminile diventa infinitamente più ricca!
Neanch'io penso che "lasciando fare" si ottenga del buono...Semplicemente si stagna, non si cresce; nè da una parte nè dall'altra. Come un fratellino resterà sempre piccolo, e una sorella maggiore sempre con la paura di essere sbagliata (schiacciata da una doppia responsabilità).
Giusto che tu dica: "Col cavolo!"
;-D
Grazie per il tuo ritorno e per la spiegazione, sei veramente in gamba!! (e mantieni le promesse!)
Un bacione ;-*

StefaniaB ha detto...

Caio Danda, molto bello il modo in cui hai scritto! Nel leggere mi sono sentita in due ruoli, quella della figlia e sorella di un fratello maggiore dove la dinamica era simile ma al contrario...le passava vinte tutte lui... l'altro ruolo è quello di madre, ho due bambini, di cui la femmina è la maggiore.. e confesso che a volte anche a me è venuto l'istinto di "responsabilizzare" di più mia figlia e "giustificare" il più piccolo, certe sottigliezze nel DNA è difficile scovarle e vederle, ma per fortuna lavorando molto per trasformarle nella mia vita, stò riuscendo a trasformarle anche nella loro; potrei dire che è facile ma non lo è, è un continuo lavorio per mettere azioni che vanno a contrapporsi a quello che è sempre sembrato "naturale" per cultura acquisita, però non mollo, perchè da qualche parte a cambiare questa "cultura" bisogna pur icominciare, e io un'occasione simile non me la perdo!! ;) Grazie di cuore per questa riflessione del tuo racconto per me in questo momento vuol dire molto di più..ma tant'è..niente è mai un caso, vero? :) un abbraccio

Anonimo ha detto...

Gli uomini sono sempre bimbi... eh eh eh, già!! :-))

Ciao D

danDapit ha detto...

In questo caso: prima i bambini, poi le donne!

@Diego d'A.
Il tuo commento mi ha fatto ridere, perciò ho invertito l'ordine di risposta!
Il mio è un omaggio ai bambini, un omaggio agli uomini, o un omaggio alla sincerità?
ah ah ah ;-D
(eeehhh, avere sempre l'ultima battuta!!!) =___=
Ciaooo!

@Stefania B
Grazie per questo tuo commento!
Veramente ricco!
E riporto: "Da qualche parte a cambiare questa "cultura" bisogna pur incominciare, e io un'occasione simile non me la perdo!!"
Sì, l'importante è iniziare, e fare tesoro delle occasioni. Ciascuno può!
E assolutamente niente è un caso, anche questo lo sappiamo bene!!!!! ^__^

Grazie ancora, un bacione!

Anonimo ha detto...

Te la lascio la battuta, non c'è problema :-)

Ciao D

Ah, dimenticavo... il tuo sembra un omaggio al risentimento!

Notte!

danDapit ha detto...

@Diego d'A,
Ma dai, Diego! Il mio era un gioco!
Pensavo di poter giocare con te vista la battuta che avevi lasciato...era carina! Veramente ci ho sorriso, e ho continuato a giocare...

Leggendo:
"Te la lascio la battuta, non c'è problema :-)",
ho sorriso nuovamente. Invece mi sono dispiaciuta a leggere sotto, che il mio è un omaggio al risentimento!
Siamo in tema di gioco, una battuta te, e io mi aggancio, gioco anch'io rilanciando...e che succede? Che mi batti una schiacciata?????
Mica vale...
Un bacio di buona giornata con mille sorrisi!

Anonimo ha detto...

Ma no, Dandina... era una schiacciata dolce, anzi, una palombella :-)
Mannaggia a me e a quando non lascio tutte le "faccine" che servono!;-)

Buona giornata anche a te, ti lascio un bouquet di sorrisi sul tavolo della cucina.

D

danDapit ha detto...

@Diego
mmhh..che buon profumo il bouquet di sorrisi... solo che sono birichini, e se ne corrono su e giù ridendo per il tavolo della cucina, invece di restare allacciati nel nastro!

Che palombella! ^__^

Grazie!! ;o)

Sergio ha detto...

Dandapit, se hai tempo puoi passare da me? C'è un messaggio importante.
Grazie

assunta altieri ha detto...

Anita ha imparato che gli uomini non possono perdere.
È necessario lasciarli vincere. Anche quando le carte vincenti sono nelle mani femminili, anche quando sono prepotenti, incuranti, sono sempre dei bimbi.


Crescono, Danda. E con loro cresce l'inculcato (e non innato!) senso di padronanza del mondo. E la colpa è delle madri. Donne che, dietro una femminilità che si sono fatte cucire addosso, non sanno che trasmettere rassicurazioni alla prepotenza.

Al di là di ciò che penso (e tu sai come la penso!), il racconto è bello. Molto bello. In talune parti l'ironia è sottile. Mi piace. Non sprechi sarcasmo che ce n'è già troppo sbandierato e incapace di dirsi.

Tornerò. Sono già (un po') tornata.
assu

Anonimo ha detto...

Ciao Dany, ogni tanto passo ancheio da queste parti. Grazie del tuo racconto, che come vedi ha suscitato molti spunti di riflessioni... Sono abbastanza d'accordo con Assu sul ruolo della figura materna nella formazione di questa "prepotenza legittimata" che caratterizza i maschietti italici, lo sono più per statistica che per convinzione, cioè ne ho viste troppe di situazioni in cui il rapporto madre-figlio sfiorava il morboso per non pensare che c'è qualcosa che non va... Ora mi chiedo se sono solo le contingenze della nostra cultura che rendono le madri così ingerenti nella vita dei propri figli maschi oppure se c'è qualcosa di archetipico che riguarda tutto il genere femminile...

Baci baci e... viva le suocere!!!

danDapit ha detto...

@Sergio
Va bene, passo, appena riesco a ripormi in viaggio (sono molto latitante dalla navigazione fra blog, ahimè! :-/ )... Un saluto!

@Assu
Al di là di come la pensi (e so come la pensi), grazie per l'apprezzamento del racconto! ;o)
La colpa è delle madri, di quelle passate, e di quelle attuali?
Certo, la responsabilità è di tutti, anche delle donne, in un circolo vizioso che da protagoniste (io madre "posso") ci trasforma in vittime (io figlia, fidanzata, moglie, amante "non posso")!
Questo il pensiero che mi si ispira alla tua risposta, seppure ogni riflessione ritagliata da un contesto più ampio -la realtà che la contiene-, a volte mi suona provocatoria e ridicola, sebbene sia sincera!
Grazie del ritorno, ne sono felice, mi mancavi...
(io manco dovunque ultimamente, argh!!!!!)
Un abbraccione!!!!!

@Antonio
Ehilà! ciao!!
Anzi: Ciao, "W le Suocere!" ^__^

Io ogni tanto mi chiedo di te... eh eh..

Continuando il filone di ciò che appunti, di seguito alla riflessione di Assu, ripeto la tua domanda:
"qualcosa di archetipo che riguarda tutto il genere femminile?" -
Osservando la realtà in cui viviamo: le madri, la propria madre, le donne nei loro ruoli... veramente -come ho scritto nel commento qui sopra- penso che dipenda dall'esigenza di sentirsi prese in considerazione, è una ricerca di "equiparazione" che si insinua in canali ambigui, contorti, troppo facili e quindi controproducenti!
Se poi ciò, passando di generazione in generazione, è andato trasformandosi in archetipo, non è da escludere!
...
Comunque le suocere del 2000 non sono migliori di quelle del '900...o sì?? =__=

baci baci anche a te!

lucia ha detto...

Eccomi!
Arrivo sempre a due minuti dalla partenza del treno, e qualche volta lo perdo pure... ;-)
"Gli uomini non cambiano, prima parlano d'amore e poi ti lasciano la notte" cantava Mia Martini negli anni ottanta, quando ancora ragazzina pensavo che due occhi verdi che mi avevano sorriso una volta, lo avrebbero fatto tutta la vita.
Crescendo, ho imparato che forse neppure io volevo guardare sempre e solo quegli occhi verdi. Sono belli quelli neri, nocciola. Sono belli quelli blu.
A volte sono stata "Anita". Non ho giocato le mie carte migliori, ma ora che guardo bene, sono rimasti un sacco di assi nella manica. Chissà, forse questa volta mi porteranno fortuna...
"Anita ha imparato che le donne sono sorelle maggiori nella vita"... e questo vale anche per le sorelle minori.

lucia ha detto...

Ho dimeticato di lasciarti un bacio
e un cestino di mele cotogne...

danDapit ha detto...

@Lucia
...anche le sorelle minori fanno le maggiori, sì, certo... EMBLEMATICO!!

Per giocare le carte migliori, occorre saperlo fare!
Purtroppo una certa educazione insegna a gettare via le migliori per poi giocare da perdenti o... in "modo sporco"!

...Assi nella manica?
Eh eh... Scommetto che hai il full al completo... ^___^

Grazie tesoro, le mele cotogne le posso distribuire ai miei 7 fratelli? ;-D
bacccccccciiiiiiiii!!!