03 ottobre 2007

°°° °°° VUOTO °°° °°°



Cercava il nome sul citofono, era la seconda volta che andava da lui, e la prima erano saliti insieme.
Sul pianerottolo la porta era socchiusa, l’aveva spinta e se l’era trovato di fronte sorridente. Subito dei baci, e dai baci le sue mani già le scorrevano con foga sopra ai vestiti, poi febbrili dentro, in un approccio senza dialoghi, schietto nella propria volontà.
Aveva pensato che avrebbero mangiato qualcosa insieme… Due parole e dei sorrisi, immagine d’un preludio all’unione delle emozioni sensoriali, perciò fra un bacio e l’altro gli aveva chiesto:

- Hai cenato?
Lui aveva risposto che non aveva fame senza arrestare l’impeto del suo trasporto.
Le dispiaceva accorgersi che non provava la stessa forza emozionale dei precedenti incontri, quando bocca su bocca l’impulso la rapiva divenendo torrente in piena nel corpo, sulla pelle.
Stavolta una sottile voce sussurrava profonda e lontana:
«Non così!».
La voce suggeriva, ma lei s’abbandonava, lasciando che le sue membra rispondessero alle carezze, al calore, agli odori. Per natura, per voluttuosità, per riconoscimento, per desiderio che andava salendo come onda…

Le piaceva far l’amore con lui. Di volta in volta lo svelamento d'una nuova trasformazione mentre le emozioni, scandite nel crescendo, danzavano l’intensità d’un fuoco ancora da scoprire. Lo stupore la riempiva nell’istante in cui emergeva per poi risuonarle come intima eco per ore e giorni.
Tra di loro percepiva il dono d’un sé, il darsi nel dedicarsi, l’amore fisico come filigrana nell’essenza d’una metafora. Densità e oblio, viaggio d’un piacere condiviso d’attimo in attimo.
Così era sempre stato.
Non quella sera.
Era lui diverso o lei?
Mancava il terreno su cui posare i passi, era l’eredità di un’assenza comunicativa. Momenti d’unione come isole nella vasta distesa d’un nulla.
Stavano divenendo appuntamenti sessuali senza continuità di parole. Svuotati di contenuto, privi di pensieri, ridotti all’osso di carne povera. Un uomo e una donna, due corpi. Negazione d’un resto.

Quando ormai sazi di pelle e sospiri avevano cercato un’altra dimensione, Elvira aveva saputo che la dispensa era vuota. Non aveva niente da offrirle, lui non pranzava mai a casa. La donna era cosciente di non potersi aspettare nulla, era solo un passaggio in attesa della compagna giusta.
Si davano baci, sorrisi e intensità in quel crocevia di tempi accordati, ma l’idea d’una birra in frigo lei non poteva valerla.
Anche la sua casa li aveva ospitati, e nell'antro d’una cucina affatto generosa, due piatti di pasta, una colazione, un paio di hamburger, o spicchi di delizioso melone erano via via comparsi con dolcezza conviviale.
- Ascolta… - aveva spiegato lei con voce di calmo respiro – …per una donna fare l’amore è un aprirsi, movimento in espansione. Quando tu sei dentro di me, non lo sei solo fisicamente, tu mi sei dentro con la tua vita, e io mi espando per sentirti, contenerti e darmi… Ma appena esco dalla porta, per te è già tutto finito, spranghi con saracinesche. Ogni uomo fa così, mentre ogni donna si espande per poi vedersi costretta a ricontrarre corpo, emozioni, sentimenti. Questo movimento fa male. Espansione e ritorno. Fa male.
Lui silenziosamente aveva annuito.

Se ne era andata prigioniera d'una povertà interiore con cui aveva cercato di lottare o far pace. Con quella aveva dormito e si era svegliata, gemella al cielo grigio e oppresso del nuovo giorno. Infine aveva girato lo sguardo verso ciò che aveva ricevuto, lasciato che l’affetto emergesse, aperto la finestra alla comprensione.
Nel programma serale c’era una festa, ci sarebbero andati insieme, occasione per rivedersi e condividere. Non doveva coltivare tristi visioni, né permettere alla sgradevolezza di dilagare.


Ai saluti d’arrivo Elvira respira aria scarica, e con poco si accorge che gli approcci comunicativi sono destinati a fallire. Lui glissa, si innervosisce al dialogo.

Variopinta e caotica la festa li accoglie sulla terrazza affollata di persone, dove si mescolano e si sovrappongono presentazioni, ferve vita, musica, balli. Le ore trascorrono tra volti mai visti, e quelli conosciuti, parole scarse, e ancora la mischia.
Lei immagina scambi d’affetto nel retroscena notturno, lieto fine d’un intimo appartarsi. Ma in auto lui avverte d’essere stanchissimo. Qualche bacio, e si ripetono tappe d’insofferenza verso discorsi da lui aperti e da lei portati avanti.
- Devo andare! Sono giunto al punto di non ritorno. Assolutamente devo andare.
Accoccolata su di lui, lei si raddrizza sul sedile, docile si fa riaccompagnare.
I pensieri le scorrono torvi, inarrestabili.
«Sono stufa! Che senso ha restare tra me e lui invasa dall’avvilimento d’essere fuori posto? Un peso, una mendicante che elemosina attenzioni in stentate briciole… Non posso valere quanto un buco che compensa dieci giorni di astinenza sessuale! Basta. Ora basta.»
Lo saluta freddamente.
- Che c’è? - chiede lui.
- Niente.
Sa che se provasse a spiegare lui aprirebbe lo sportello per buttarla fuori, inutile rispondere. Non è però capace d’indifferenza nel saluto tranquillo d’una falsa complicità.
Scende dall’auto, serrata nella decisione che è l’ultimo atto. Non lo rivedrà.

Si sbaglia, il cellulare le è caduto là sul sedile, e se ne accorge ormai a notte fonda. Non può avvertirlo, ogni numero è sul telefonino che non ha.

Il mattino seguente l’indice punta per la seconda volta, pigiando, il nome sul citofono.
Lui dorme ancora, non ha visto nulla nell’auto, deve scendere per controllare.
- Va bene, aspetta, dammi il tempo di vestirmi.
Elvira si rassicura, in cinque minuti sarà lì e insieme andranno in garage.

Dopo mezz’ora il dito di nuovo affonda sulla targhetta del citofono. Stavolta lui non risponde.
Sente sfaldarsi i resti d’una fiducia già troppo messa alla prova. È una corrispondenza inesistente.
Silenzio. Attesa. Entrano ed escono persone dal portone, il sole è alto, quasi mezzogiorno.
Finalmente lo vede emergere dalla rampa del garage alla guida dell'auto.
S'arresta e la cerca con lo sguardo.
- Ma quanto tempo ci hai messo?
- Ehi, ma guarda che è domenica mattina, di solito dormo fino all’una!
Elvira prende il cellulare dalle sue mani mentre risuona dei messaggi che all’aria aperta ora arrivano. Lui cerca di correggersi:
- Va bene, comunque puoi tranquillizzarti adesso…
Non aggiungono altro in piedi davanti al veicolo col motore acceso.
Non sa come salutarlo Elvira, nota rigidità e impaccio anche dall’altra parte. Teme che baciandolo sulle labbra, come le sarebbe istintivo, lui reagirebbe bruscamente. Opta per la sobrietà, gli avvicina il viso e gli deposita un bacio sulla guancia:
- Ok, ciao.
Lei si avvia verso il proprio parcheggio, lui rimonta in auto. Le passa accanto fissando dritto davanti a sé.


Nella propria casa Elvira chiude la finestra sulla sera ormai scesa. Lì accanto l’apparecchio telefonico inizia a trillare, riempiendo la stanza d’un suono acceso e vibrante.
- Elvira! Come sono felice… Sono innamorata! Sapessi che week-end bellissimo, lui è un uomo speciale!
- Sono contenta Maria, veramente! Sono contenta per voi…
- Vedi? Non tutti gli uomini sono uguali, esistono anche quelli che sanno dare!
- Ah, Maria… per piacere, non mi dire così! Lo so che esistono, lo so bene! Il problema è incontrarli. Incrociare la persona che ci corrisponde. Si tratta di buona fortuna nel trovare corrispondenza a ciò che noi siamo e desideriamo... Forse non riesco a riconoscermi valore, a questo corrispondono incontri in cui non ricevo valore…
- Cosa è successo? Come è andata per te, Elvira?
- Il cellulare è stato la mia giusta corrispondenza!
- Come? Che vuoi dire?
- Voglio dire che ciò che mi corrisponde è il vuoto. La dimenticanza, la perdita e un recupero in mezzo allo squallore.
- Mi dispiace… Mi dispiace…
- Anche a me, Maria… Anche a me…

43 commenti:

Anonimo ha detto...

� veramente molto squallido. Poverina Elvira.L'amore non corrisposto � un fatto brutto specie quando il "non corrisposto" cessa di essere innamorato e mette l'altro sotto i riflettori dell'astio,della ritorsione e rivalsa per il torto subito.
Lei aveva gia deciso tutto,non l'avrebbe rivisto pi�.
Emblematica la scena di lui che si allontana in macchina "fissando dritto davanti a se" (sembra di scorgere addirittura l'occhio vitreo).Lui non sta bene.
Povero anche l'innominato.
Forse per� stavano bene insieme.
ESEGESI

danDapit ha detto...

@Anonimo
"Forse però stavano bene insieme".
Dipende...
Dipende dai punti di vista.
Tu sei il non corrisposto o il corrisposto?
Domanda astratta: la corrispondenza è qualcosa che va e viene sullo stesso piano. Come può una persona non corrisposta "star bene"? Riguardo all'altra: penso che gli sia indifferente, visto che non cerca corrispondenza e può accontentarsi di ciò che trova.
Postilla:
non comprendo la tua riflessione sul fatto che il "non corrisposto", cessando d'amare, mette sotto i riflettori dell'astio, della ritorsione, della rivalsa, per il torto subito...
Il racconto non parla di vendette, di torti subiti... la protagonista ha cercato un contenuto a ciò che viveva, non l'ha trovato, ha deciso di uscire da una situazione che sentiva depauperante per lei.
Conclusione: pensa di non sapersi corrispondere in valore.
...
Hai proiettato altro su questo racconto? ;o)

"Aveva GIA' deciso"...ehm... quando? PRIMA di cosa?
Ti sorrido, perchè so che parli d'altro!
Ciao!! (d'amare non si smette -si trasforma l'affetto-, mai completamente, neppure se qualcuno ti strappa l'amore dal cuore, tradendo!)

lucia ha detto...

Diomio! Giungo dopo un dialogo che mi lascia intravedere parole non dette.
Magari quelle che "stanno a zero" o quelle biascicate sulle spine di un fico d'India. Non saprei.

Delizioso e toccante il racconto.
"L’amore fisico come filigrana nell’essenza d’una metafora" credo sia una delle più belle definizioni che io abbia mai letto e credo che andrò a dormire pensando a queste parole: "...non provava la stessa forza emozionale dei precedenti incontri, quando bocca su bocca l’impulso la rapiva divenendo torrente in piena nel corpo, sulla pelle".
Buonanotte cara, ti lascio un mazzo di fiori. Nel mio prato è ancora primavera, come nel prato di Maria.
Tornerò, ora non è più tempo di perdere treni.
:-)

Anonimo ha detto...

si sente sempre il vuoto, fin dall'inizio, in tutto il racconto.

StefaniaB ha detto...

Hummmmmmm mi colpisce molto come riesci ad esprimere con le parole ciò che è vissuto molto più spesso di quanto non si pensi da noi donne.
Riconosco ogni piccola emozione descritta... e riconosco il fatto che la corrispondenza muta, come mutiamo noi.. attiriamo le persone che vivono la nostra condizione vitale... animalità... avidità... e certo si sta bene in quei momenti comunque vivendo entrambi la stessa cosa, ma quando uno dei due, cambia condizione, la corrispondenza salta... e allora quel "bene" non solo non ci basta più ma non esiste nemmeno più....e a ben pensarci non ha nemmeno senso di essere.
Mi viene inmente una frase di Daisaku Ikeda letta tempo fa e che mi ha molto aperto gli ochi a riguardo: La felicità che non ci rende migliori non è vera felicità. e con questo augur a te e a tutti i lettori del tuo blog, una fantastica giornata :)baci baci

danDapit ha detto...

@Lucia
Direi, mia cara, che le coincidenze fra noi imperversano fitte...dall'inizio senza fine! ;-DD
Nomi, intrecci, momenti di connessione sulla base d'un letto (ah ah ah!), da quando arrivasti su Setalend la prima volta, con l'eterno bambino che respirava...Do you remember?
Stanotte la contemporaneità ha colpito ancora!
"Parole biascicate sulle spine di un fico d'india"? ;D
Come t'è venuta? ;D ;D ;D

Grazie per il mazzo di fiori, hai raccolto Margherite nel prato di Maria? ^.^
Eppoi sono molto contenta che stavolta hai preso il treno in orario, così in orario che...BINGO! (o "Renge"?)
Sorrido felice per ciò che dici del racconto, per le parole che hai "spremuto" come succo da gustare!
Baci a te e all'omonimo! ^__^

@Hertz
Ciao!! ;o]
...sì, hai ragione, il vuoto si sente dall'inizio. Sai che non ci avevo fatto caso?
Però in contemporanea ci sono le emozioni, quello non è vuoto.
Ciò che hai notato, la sensazione di vuoto che si sente dall'inizio e sempre, mi suggerisce che la scrittura è riuscita! Ha trasmesso...
Grazie! A presto Daniel...

@StefaniaB
Non sai che piacere mi ha fatto leggere ciò che hai scritto!
Sono stata molto contenta del tuo esplicitare un riconoscimento come donna! Per me è bellissimo, dopo aver tentato ponti di comunicazione, di trasmissione, trovare pezzetti di riconoscimento (che poi è ciò che accade quando scatta un'amicizia, no?)...Significa che lo sforzo è servito!
Sento anche molto interessante ciò che hai fermato come riflessione:
"attiriamo le persone che vivono la nostra condizione vitale...e certo si sta bene in quei momenti vivendo entrambi la stessa cosa, ma quando uno dei due cambia condizione, la corrispondenza salta". Ed è vero che siamo in perpetuo mutamento...
E appunto ancora: "[l'affetto d'origine] a ben pensarci non ha nemmeno senso di essere."
Sì, è un affetto che si sente inutile, orfano, apolide....VUOTO!

La chicca finale: quale saggezza! "La felicità che non ci rende migliori non è vera felicità!"...GRAZIE Stefania!!!
Un abbraccio grande!

Pier ha detto...

Mi piace come scrivi perchè i tuoi pensieri si aprono uno dietro l'altro come le bacchette di un ventaglio...
Si dimentica qualcosa per avere la possibilità di tornare, e a volte questo succede inconsciamente.
Le cose che non hanno parole sono difficili da spiegare e capire, possono solo essere condivise.
Elvira mi ha fatto conoscere un aspetto del dire basta che non immaginavo...

lucia ha detto...

Torno per le foto, torno per leggerti ancora una volta.
Le coincidenze sono davvero infinite...
Certo che ricordo l'eterno bambino che respirava. Come potrei dimentiCArlo.
Ti bacio prima della notte, ma vengo da te anche con altre parole.
*___*

danDapit ha detto...

@Pier
"come le bacchette di un ventaglio"...
Ma che bella immagine!! Grazie, sei un tesoro!
Nelle tue riflessioni sintetiche c'è un concentrato d'immagini e pensieri, li colgo a filo diretto! ^__^

"Le cose che non hanno parole sono difficili da spiegare e capire, possono solo essere condivise."
Bellissima questa! ciò che non si può spiegare con le parole "PUO' SOLO ESSERE CONDIVISO", densissima!

...Poi mi racconterai cosa ti ha fatto conoscere Elvira... -> desiderio d'approfondimento da parte mia! ;-))

Il poter ritornare attraverso oggetti che incosciamente si dimenticano... (pausa)... Elvira aveva perso qualcosa di importante, oggetto che -ormai in tempi attuali- ti collega al mondo vicino e lontano.
Mi viene in mente che una volta persi, appena giunta a Parigi, i miei occhiali da sole graduati, restando abbagliata dal sole per tutto il soggiorno, oltre che senza vederci! Era un oggetto che aveva valore nella sua somma utilità! (quella perdita ne simboleggiava, incosciamente, una molto più profonda nel cuore...)
Smarrire un oggetto che è importante nel proprio quotidiano è simbolico!
E qui Elvira lo dice in chiusura: "ciò che mi corrisponde è il vuoto. La dimenticanza, la perdita e un recupero in mezzo allo squallore." ...era ciò che provava nel cuore...
Un bacio Pier, grazie! ^.^

@Lucia
Uh, la birichina è tornata!
La mia snobbina che poi scopre tesori dove ha arricciato il naso! ah ah ah!! ;-DD
Che infame sono! Sempre più spudorata!

Guarda che il ditino sulla tastiera ha pigiato distrattamente sulle maiuscole, nella coincidenza di non poter dimenticarlo, il bambino da lasciar respirare! ^__________^
Devo dire che fra me e te quel bambino l'abbiamo portato ben alla luce del respiro, non facciamo che giocare!!!! =__=
Non combinar guai in giro per Bologna, neh? ;o)
baci baciiii

Casa Russia ha detto...

La donna o l'uomo della vita non bisogna cercarla. Semmai si cerca il posto dove lo si vuole trovare.
Però questi maschi cattivi e senza cuore dove sono? Ha ha! Scherzo!
Un bacio.
aissur asac

daniela ha detto...

Sono stata Elvira un sacco di volte.... così tante che alla fine sono riuscita persino a stufarmi di esserlo. Sembra strano, ma si cambia, ed Elvira e Maria forse non sono poi tanto diverse, forse la seconda è solo la parte illuminata della prima, e la prima l'oscurità della seconda, ma entrambi funzionali, eccome.
Lui, che non ha nome, è una maschera d'incapacità. Non ha nome ma gli manca anche tanto altro. Elvira si evolverà, molto presto, lui invece cercherà un'altra Elvira e poi un'altra ancora e rimarrà sempre l'uomo senza nome.
Quanto mi fa pena. Quanto mi fanno pena tutti gli uomini senza nome con cui ho avuto a che fare. Loro non si conoscono, ma si assomigliano tutti.

danDapit ha detto...

@Casa Russia
Ciao Aissur Asac!! Da quanto tempoooo! ;o)
Allora...vediamo...tu dici: "La donna o l'uomo della vita non bisogna cercarla!"... Molto d'accordo! Anche Elvira penso sia d'accordo visto che parla di "incontri" fortunati nel "trovare" corrispondenza a ciò che si è e si desidera...
L'idea di CERCARE "qualcuno" mi fa sorridere, immagino una persona con la lanterna in mano che al buio "cerca" un uomo o una donna...dove? come? quando? e soprattutto: chi è? ;-DD
Altro punto: dove sono questi maschi cattivi e senza cuore?
Ah ah ah!!! ma dai...OVUNQUE!! ah ah ah!!
Un giorno o l'altro mi metterò a fare la menestrella, sai quei Raccontastorie che vagavano di villaggio in villaggio a raccontare favole? Raccoglievano storie, e le portavano in giro nel loro pellegrinare. Se dovessi scrivere un libro con tutti i racconti delle donne, ne verrebbe fuori una densità e corposità al pari della Bibbia, mio caro Uomo, spero non-cattivo! ^___^ hi hi!

Un bacio Grig, lo so che tu le donne le ami...ne avevamo già parlato in altro post, non ho dimenticato!! =__=

@Daniela
L'importanza dei nomi!
Non a caso L'importanza di chiamarsi Ernesto...
L'importanza del nome "Maria", la parte illuminata...
Se fosse stata Marina, Loredana, Debora, dall'altro capo del telefono, quel dialogo già sarebbe suonato diverso!
"Come sono felice… Sono innamorata! Sapessi che week-end bellissimo, lui è un uomo speciale!", disse Valentina...
Altro colore, ...o no?
Se il LUI di questa storia avesse avuto un nome, avrebbe stonato! Il suono del nome dà un'identificazione, e per ciascuno una diversa a seconda del proprio vissuto corrispondente a quel suono...
Roberto? Massimo? Luciano? Davide? Carlo? Fabio? Salvatore?
Che importanza ha?
Ecco, ripenso a ciò che è stato scritto nel primo commento dall'Anonimo:
"Poverina Elvira. L'amore non corrisposto è un fatto brutto specie quando il "non corrisposto" cessa di essere innamorato e mette l'altro sotto i riflettori dell'astio, della ritorsione e rivalsa per il torto subito."
Mi ha fatto riflettere (senza riflettori) sul modo standard d'intendere l'amare: c'è il "vincente" e il "perdente"; colui che ama è il perdente e cercherebbe rivalsa... Colui che non ama si sente "libero", perciò vincente dato che è al riparo dalla sofferenza.
In realtà chi ama è colui che agisce, anche se non è corrisposto, e quindi è colui che decide se vuole restare o interrompere. Chi non ama è in posizione passiva: viene amato, ma può anche essere lasciato.
Chi ama può avere un'identità, un nome, una figura che si staglia...
Chi non ama è un'ombra che passa, un LUI, un qualsiasi LUI.
E chi ama non è da compatire: "Poverina Elvira!"...
Mah, per fortuna che poi ripensandoci ha aggiunto: "Povero anche l'innominato."

In conclusione:
ci sono molte Elvire, finchè ci sono molti "lui".
Ci sono molti "lui" da quando, in giusta libertà, si fa l'amore perchè va.
Se in una sala affollata venisse chiesto:
- Alzi la mano chi ha udito almeno una volta la frase "Ti voglio bene, ma non ti amo" -
...quanti uomini la alzerebbero?
E quante donne?
Il racconto lo dedico a quelle donne ma anche a quegli uomini, mia cara Elvira in clone! ^__^
Un bacione!

Simona ha detto...

Ciao Splendida Dany,
ho letto il tuo racconto e senza riflettere che lo fosse mi ha condotto in un attimo alla fine e fatto inebriare di ricordi!
Il ricordo di quando ci lasciamo guidare dall'istinto e la ragione non vuole ascoltare...
Quell'istinto che spesso ci porta verso la passione e in fondo ad un abisso...
Sappiamo in partenza per istinto di donna chi può starci accanto e chi desideriamo fortemente ma che non ci può dare un domani...
Elvira ha percepito subito che il suo bisogno di quotidianità non poteva esistere con lui... ha trovato un frigo vuoto... vuoto era anche LUI!!!
Un grande bacio
Simo

Anonimo ha detto...

L'amore,la sofferenza,la perdita o l'assenza.Sono tutte emozioni che in un modo o nell'altro fanno palpitare il cuore e ti fanno capire di essere viva,è un rischio da correre!
E quando poi ti ritrovi a leccarti le ferite ti dici che non ti innamorerai più,che non vuoi più soffrire,e lo dici così tante volte che finisci per crederci.Ma nessuna gioia senza amore! e allora ci riprovi e sorridi e soffri e finisce sempre così..
E' così difficile trovare la perfetta metà,quella che vorresti accompagnasse il tuo cammino in questa vita terrena,qualcuno che meriti i tuoi segreti,le tue parole e non solo il tuo corpo!
Vorrei essere come Elvira perchè non tutti come lei riescono a salvare la propria anima e ad avere un così grande atto d'amore verso se stessa..
Rimango fiduciosa..
Barby

Anonimo ha detto...

Niente è per sempre...
"non può piovere per sempre" come del resto non può risplendere per sempre il sole..
Neppure quell'amore che è cresciuto a poco a poco dentro di te fino a farti divenire quello che oggi sei..
Un giorno qualcuno da lassù te lo porta via e tu rimani con la mano tesa verso il cielo,nell'attesa di quel tocco d'amore capace di farti sentire ancora viva...
E speri che ci sia ancora una speranza quggiù,qualcuno che cerchi te per darti ancora l'unica cosa capace di farti sentire ancora viva...
solo amore..
Solitaria

lucia ha detto...

Tranquilla! Nessun guaio. :-D
Il tesoro lo trovi sempre dove meno te l'aspetti. Anzi, qui è proprio il caso di dire che l'ho trovato in camera tua.
Hihihihihihi
la "snobbina"

danDapit ha detto...

@Simona
Ciao bellissima! Contenta di rivederti... e vorrei sapere "altro", ma indagherò scrivendoti...^__^

Desidero fermare una riflessione, e ne approfitto nella risposta al tuo commento.
Mi piace scrivere racconti dove scorrono problematiche di vita, li pubblico sul blog osservando ciò che suscitano... Accade che ciascuno legga fra le righe ciò che corrisponde al proprio vissuto, che a volte o spesso si distanzia da ciò che volevo trasmettere con la storia nel post.
Qui desideravo porre la messa a fuoco sull'amore fisico che contiene altro, ma che viene vissuto in modo diverso dall'emisfero maschile rispetto a quello femminile.
Il risultato è il VUOTO.
Un vuoto che poi nel racconto rimbalza nel frigo vuoto, nell'assenza di parole, in mancanza di considerazione, fino alla perdita d'un oggetto che serve per mettersi in contatto con l'ambiente circostante... "emblematico"!
E' un VUOTO che spesso le donne si trovano di fronte nel confronto col maschile...questa è l'esperienza fra donne, e senza polemica e accuse nei confronti del maschile!
Se ne parla per "trasformare", non per recriminare!
...il quotidiano, poi, oh! ahi, che dolor! Se già ciò che contiene emozioni sparisce nel nulla... ^__^
Un bacione/one/one!

@Anonimo_Barby
Ciao, e benvenuta!
Ti ho incrociata da Pier a volte, contenta che tu sia qui e abbia lasciato un commento, grazie!

Bellissima la definizione che usi:
"qualcuno che meriti i tuoi segreti,le tue parole e non solo il tuo corpo!"...sì, difficile questo incontro di intenti, e difficile il continuo ritentare senza scoraggiarsi, dopo essersi sbucciata ginocchia, gomiti e faccia! COMPLICATE faccende....:O]
Beh...certo, bisogna restare fiduciosi, unica chance per l'evoluzione!! ^.^
(p.s.- La forza dell'Elvira del racconto è una parte anche del tuo coraggio)
A presto Barby! ;-)

@Anonimo_Solitaria
"Niente è per sempre..."
D'accordissimo! La vita è impermanenza!
Ciò che tu scrivi sul commento mi lascia perplessa, mi è difficile rispondere, non riesco bene a capire cosa vuoi dire...
Non sono cattolica, non ho un Dio a cui rivolgermi in preghiera, e mai tenderei una mano verso il cielo per disperazione di perdita.
Pur rispettando il tuo punto di vista, me ne devo distaccare perchè non mi ci ritrovo...
Riporto una frase del racconto:
"Tra di loro percepiva il dono d’un sé, il darsi nel dedicarsi, l’amore fisico come filigrana nell’essenza d’una metafora."
Il racconto non parla di amore perduto, forse fra i commenti pian piano sta emergendo...
Non so se a fuorviare è stato il primo dei commenti, quello dell'Anonimo_Esegesi che ha parlato d'amore non corrisposto.
Sottolineo ancora:
Far l'amore=Fisicità, e STOP -
oppure
Far l'amore=Far l'amore ?
La corrispondenza è tutta qui!
Ciao, e grazie!

@Lucia
Sorrido al pensiero del contenuto di questo post, ai tuoi commenti, alle battute, a quei retroscena che hanno preso moto da quando ci siamo incrociate sul blog!
Come si fa a non sorridere e ridere?
baci e sorrisi... =__=

Casa Russia ha detto...

Le donne non negano l'esistenza dell'uomo buono (come potrebbero), ma continuano ad incontrarne solo di freddi e spietati.. Ragazze vi do un consiglio, guardate meglio.
E non dimentichiamoci che è una tendenza dell'essere umano, quella di innamorarsi di chi non ci vuole.

assunta altieri ha detto...

Danda, mi piace la nuova piega di questo blog. I tuoi racconti sono deliziosi, vi sono tratti nei quali si scorge una letteratura fine, e sempre, sono coinvolgenti.
Sul “non essere corrisposti” mi viene in mente, però, che vale per entrambi: in fondo, neppure lui era corrisposto. Ciò che Elvira vuole non corrisponde a ciò che lui desidera. È complicato, credo io, trovare casi di corresponsione reale. Ci si adatta, per lo più, a un’immagine. Temo, che la maggior parte delle coppie, finiscano per vivere un amore immaginario e una vita comune. Ho scritto “temo”, ma in realtà forse è giusto così.
Un abbraccio
assu

danDapit ha detto...

@Casa Russia
Hai ragione Grig, qui bisogna aprire bene gli occhi!!
...comunque, posso darti della "Canaglia"? Affettuosamente, s'intende!
Vuoi sapere perchè? ma dai...non lo immagini?
eh eh....si coglie sottile ironia nei commenti che lasci su questi argomenti!
Riguardo al fatto che ci si innamora di chi non ci vuole, potrei obbiettare che non è ESATTA questa "equazione", in quanto il "desiderarci" c'è...! Diciamo che non è un desiderio che va oltre un certo stadio, è un desiderio che fa aprire per poi ritirarsi e affermare l'esatto contrario, ovvero ciò che tu stai dicendo: "Ma io non ti voglio!"
Ciao Canaglina ironichina...
baci baci!

@Assu
Ah, che belle cose che mi hai detto! Grazie!! ^__^
Circa l'analisi sulla "corresponsione", su un piano di bilanciamento logico sì, ciò che dici non fa una piega!
Su un piano umano ed emotivo, però, non sono d'accordo nè verso l'adattarsi in quanto una corrispondenza è più immaginaria che reale, nè sul fatto che anche il "Lui" del racconto -a conti fatti- non trovava corrispondenza a ciò che desiderava.
Ne sei certa? "Lui" non voleva forse un'amante? Ce l'aveva! Quindi la sua corripondenza era lì.
Ma a Elvira bastava essere un'amante?
No, e senza la corrispondenza a ciò che lei desiderava, decide di uscire dal gioco.
Il taglio alla relazione è la coscienza di non corripondenza del piano di scambio.
Avevo due amiche, una era sposata e aveva un amante; l'altra era single ed era l'amante di un uomo sposato.
Quella sposata ha continuato la sua relazione per anni; la single l'ha interrotta.
Nel primo caso l'amante di lei si era adattato, come tu prevedi per una continuità; nel secondo caso non c'è stato adattamento a una situazione priva di corrispondenza.
Se ci si adatta "ai limiti" forse si ha qualcosa, ma quanto è valido questo "qualcosa", mi chiedo?
...
mah discorso infinito, che riguarda comunque il coraggio di vivere, cercare, sperare...e siccome è notte fonda ora vado a nanna e ci dormo su!
un abbraccio Assu!

Cilions ha detto...

Purtroppo è un periodo moolto incasinato e passo dalle tue parti di fretta... mi ritrovo il più delle volte a "guardare" le figure come un bimbo che non sa o è troppo pigro per leggere...
mi capirai? chissa... intanto mi godo le foto... ce ne sono di bellissime;)

lucia ha detto...

@ cilions
guardo le figure insieme a te e ti bacio in casa Dandapit.
*__*

Casa Russia ha detto...

ha ha ha ha ha Danda, ma cos adici? Nesuna ironia nelle mie parole! Guarda che sul serio, un mondo dove gli uomini sono rudi ciclopi e le donne fatine indifese, non mi risulta reale da tanto tempo. Se fosse come dici tu, se avresti ragione, avrei terminato il commento dicendo: PROVARE PER CREDERE!
Per quanto riguarda l'amore non corrisposto, certo che non è una regola ma l'amore sadico e l'amore masochista sono sentimenti frequesnti al giorno d'oggi molto piu di quello che si immagina, che poi è solo una forma di codardia.
un bacio (casto) ma passionale!
russky dom

Anonimo ha detto...

Mmmmmm Dandina....
ti addentri sempre più in queste analisi del rapporto uomo/donna!

Mmmmmm.....


Sai cos'è che mi chiedo?
Perché ci si innamora spesso dell'idea mentale che si ha di qualcuno, e non del qualcuno in carne, ossa e sentimenti?...

Tornerò a postare la riflessione maturata tra qualche giorno... tornerò! ;)

danDapit ha detto...

@Cilions
Uehei! che bello rivederti qui...il mio amichetto fra i primi...che poi mi ha abbandonata!
:D ah ah ah
Daaai, scherzo (sul fatto dell'abbandono! Già siamo in tema di "abbandoni"...ma tu non lo sai, perchè non hai letto!) !!!
Allora felice che tu sia qui, felice che ti piacciano le foto (Helmut Newton, G. Winogrand, e Roberta Woodman), e comunque comprendo il periodo caotico che stai vivendo (da quando ti conosco!! ah ah ah!!!)...MA c'è un MA! io oso, e voglio di più! ^___^
Peccato che non hai letto il racconto, ti sarebbe piaciuto, conoscendoti...
Un bacione!

@Lucia
Casa Dandapit accoglie... siete a vostro agio fra cuscini e narghilè?
(...mentre si parla al telefono lei digita commenti sulla tastiera tztè tztè!...) ;-DD
Caffè d'orzo, cara?

@Russky Dom
E' in russo, vero? =__=
Cos'é? non ti risulta reale un mondo con le fatine indifese e rudi ciclopi?
Ma mi hai visto bene? Piccola come sono non ti sembro una fatina indifesa?... beh, forse indifesa no, ma di fronte a rudi ciclopi (e ci vuole poco ad essere ciclopi davanti a me!), io sono proprio "ina"!!
;oD
ma sì, buttiamola a ridere, va'!
Eeeehhh, Grig, la marcia è ancora lunga qua per giungere a una vero rispetto fra i due mondi maschile e femminile, e non so se lo è più in campo lavorativo (dove io non gioco ruoli competitivi), o in campo di dinamiche affettive e di coinvolgimenti emozionali!
Non saremo più delicate fatine, ma di prepotenza psicologica ne vedo ancora molta! Però, veramente, questi discorsi è bello avviarli per rifletterci; per argomentarli occorre poterli sviluppare oltre un riquadro dei commenti! (ed è tosta!)
:-)
Poi, senza lasciar cadere nulla, raccolgo ciò:
"L'amore sadico e l'amore masochista sono sentimenti frequenti al giorno d'oggi molto piu di quello che si immagina, che poi è solo una forma di codardia."
L'amore sadico? è amore?
Per forma "sadica e masochista" intendi i giochi di potere nell'amare, alla "io posso perchè tanto mi ami" ?
(Vado a libera interpretazione...)
Sì, sono d'accordissimo: è solo una forma di codardia!
(meno male che lo dici tu!) ^__^

Grazie per il bacio (casto) ma passionale, sono travolta!! #___#
eh eh, un abbraccione!

@Rosex
Ciao bella Rosex!
...Sì, è vero mi addentro sempre più nelle analisi del rapporto uomo/donna!
Non è un caso, fa parte di un quotidiano dentro e fuori dalla mia vita, fa parte della vita stessa, è il canale in cui scorriamo tutti!
A volte mi viene da pensare come si può riuscire a realizzare la pace nel mondo se non riusciamo neppure ad amarci o rispettarci in semplici rapporti quotidiani!
L'Uomo e la Donna raccolgono le differenze del genere umano, la differenza arricchisce, è così! ma nel mondo in cui viviamo la differenza, se ci fai caso, è messa al bando, disturba... questo da secoli!
Chiedi:
"Perché ci si innamora spesso dell'idea mentale che si ha di qualcuno, e non del qualcuno in carne, ossa e sentimenti?...
e io a questa tua domanda mi chiedo invece:
"Ci si innamora di un'idea? O di qualcuno che inizialmente ha desiderato relazionarsi a te? Di qualcuno con cui hai sentito scattare un feeling?"
E' un'idea? o qualcosa di concreto?
... A parte tali riflessioni mi riaggancio alla tematica del racconto. Elvira non vive un innamoramento, Elvira vive incontri passionali in cui desidera un contenuto, non il vuoto di carni unite senza null'altro.
Se la nostra mente funziona a schemi di consuetudini, finiamo per relegare la sessualità a momenti effimeri e vuoti; mentre cerchiamo solo nel sentimento affettivo un contenuto, elevando magari un rapporto di fidanzamento ad un rango di valore anche se ha più valore una relazione passionale!
...che ne dici?
T'abbraccio e attendo il tuo ritorno... ;-*

lophelia ha detto...

Mentre leggevo pensavo "toccante", poi l'ha detto Lucia per prima.
La parte più significativa per me è la riflessione di E. su quella diversità fondamentale, su quell'aprirsi e accogliere che è (credo) inevitabile per la donna. Espansione e ritorno. Anch'io ci ho pensato spesso: è lì il nodo.
Grazie per averlo esplicitato così bene in parole - e immagini, sempre ben scelte! un abbraccio

Anonimo ha detto...

Ecco, quando la situazione si fa pessima, arriva sempre una "Maria" a sottolinearne il lato maleodorante!
;-)

Molto bello questo racconto, credo che in molte/i (però più "molte", temo) possano identificarsi

Ciao D

danDapit ha detto...

@Lophelia
Grazie a te per aver evidenziato quel passaggio, molto denso e anche molto osante!
D'altronde se non si osa, non si comunica!
Sono felice di sentire che il terreno è lo stesso, donna su donna... Scoccata la freccia, compiuto il suo viaggio, si spera che un certo bersaglio sia raggiunto! Il cuore delle cose...
Grazie anche per ciò che dici sulla scelta delle immagini, il lavoro di complemento, a volte gioco di bimba! ^__^

Abbraccio per te!

@Diego d'A.
ah ah ah!
Ultimamente le battute ti nascono come rose! ^__^
A cosa ti fa pensare il nome Maria?
...hai letto per caso la dissertazione sui nomi in risposta al commento di Daniela? ;-)

Grazie per il "bello", e "ahimè" per l'identificazione che -temi- più per le donne...ma tant'è!
Tant'è tant'è! @__@
baci!

Claudia ha detto...

ciao Da,
avevo provato a lasciare un commento, ma non sono riuscita ad uplodarlo. Vediamo se stavolta ho più fortuna.
Premetto quando già i commenti sono tanti, data la vicinanza dell'argomento, e non sono riuscita a leggerli tutti.
Ma volevo comunque dirti che mi ha colpito molto il vuoto della cucina, della dispensa di lui. Il non poterle dare cibo, un piatto da condividere, qualcosa che potesse parlare di lui oltre/dopo/insieme al sesso. Ed il vuoto si amplifica e diventa inaccessibile e inaccettabile.

danDapit ha detto...

@Claudia
Decisamente stavolta sei riuscita!! eccoti qui! ^_^
Sì, immagino che tu non sia riuscita a leggerli tutti, i commenti, fra l'altro le mie risposte, tanto per cambiare, sono luuuuuunghissiiiiimeeee!

Ciò che appunti mi colpisce proprio nell'ordine delle parole che usi:
"qualcosa che potesse parlare di lui oltre/dopo/insieme al sesso".
OLTRE
DOPO
INSIEME
al...


"qualcosa che potesse parlare per lui, oltre al sesso"

Lascio così, senza aggiungere altro, è più efficace!
Un bacio grande

(e grazie per avermi inserito tra gli indirizzi, le mail stanno giungendo!) ;o))

Dani ha detto...

buonasera,trovo molto bello il racconto,duro crudo,ottima resa della storia,nella quale haimè come uomo a volte mi ci sono ritrovato...
complimenti.

danDapit ha detto...

@Dani
Buonasera a te!
Grazie d'essere passato ed esserti soffermato.
E grazie per i complimenti!
Duro, crudo, ottima resa: poche parole ma nette! ;o)
Come uomo a volte ti ci sei ritrovato? Ahi ahi!! ahitè! :-/
Sono passata a sbirciare il tuo blog, sono rimasta affascinata dalle forme che crei e dall'origine della tua capacità artistica! Complimenti anche a te, e ti ho linkato!
Ciao!! ^_^

lucia ha detto...

un bacio al piccolo genietto romano
*__*

danDapit ha detto...

Ehi, tu!!! Lucia, solo genietto???? non lo dici che grazie a me è riapparsa la tua immagine che nuota??? ...eh? non lo dici, non lo dici??? sono un super GEEEEEniiiio!!!
ah, come brillo!!!! ''''''''' (sbrilluccicchiiiii) hi hi hi

myRandAe ha detto...

Passo di rado, e sempre insieme vi trovo, dandapit e lucia.
Bello il racconto, triste però.
Il vuoto scava.
Emozioni sono mattoni per costruire interiorità, palazzi e reggie.
Origine delle emozioni?
Petrolio sgorga da profondità della terra, emozioni da profondità di cuore.
Niente emozioni, no costruzione interiore, molto vuoto.
Sesso emozione breve, senza palazzi, senza reggie.
Sesso, solo sesso. Questo fa vuoto.
Ciao

Anonimo ha detto...

ciao!come stai?brava come al solito.hai saputo descrivere bene una scena purtroppo comune.sono scene viste anche a sessi invertiti però! sono rapporti che muoiono come nascono,per caso, per capriccio o per solitudine.quando si cerca di far diventare qualcosa che non è, il risultato è spesso sofferenza.sono rapporti in cui l'affetto non è contemplato,non sono nati per quello. elvira non aveva bisogno di sesso ma di felicità e di un focolare a cui scaldarsi.fin dall'inizio. le persone che ci possono rendere felici ci sono ma chissà perchè scegliamo sempre quelle sbagliate ciao k

danDapit ha detto...

@Mirandae
Come sempre di poche parole, stringate e nette.
Senza emozioni nessuna costruzione interiore? Superficialità, deduco...
E dalla superficialità, dall'effimero al vuoto, il passo è breve.
Ma la superficialità ha radici nell'indole? Tale incapacità di leggere le emozioni se non con una codifica standardizzata con tanto di etichetta, è contagiosa? ^__^

@Anonimo "k"
Ciao Kisi!!
Grazie! Sono felice di rivederti spuntare... ^.^
"Elvira non aveva bisogno di sesso ma di felicità e di un focolare a cui scaldarsi. Fin dall'inizio."
Elvira cerca le coccole nell'antro della vettura, cerca abbracci, dialogo, amicizia, del cibo o della birra da gustare dopo l'amore...
Le donne sono complicate, complesse, composte di tanti piccoli frammenti: la bambina, la donna, l'adolescente...sapersi vivere di loro quei pezzetti momento per momento potrebbe arricchire!
Anche negli uomini c'è sicuramente il bambino, l'adolescente, l'adulto, ma difficilmente emergono, è una concessione prima di tutto a sè stessi! ;o))
Tu, come uomo, che dici?
Un abbraccione!

Anonimo ha detto...

Rieccomi..

Avrei voluto rispondere a questa tematica scrivendo un racconto a mia volta, ma purtroppo il poco tempo disponibile non me lo ha permesso.. Vorrà dire che esprimerò qui -come è giusto- le mie riflessioni ;)

Mi chiedevo "perché innamorarsi di un'idea?" Mi rispondi "O di qualcuno che inizialmente ha desiderato relazionarsi a te? Di qualcuno con cui hai sentito scattare un feeling?". Credo che siano giustificate entrambe le domande.

Una relazione inizia perché qualcosa di chimico, di non controllato ci spinge verso l'altra persona.. Può essere il modo in cui parla, il modo in cui ride, lo sguardo che ha..e due vite dapprima estranee si ritrovano così intersecate in una sola. Ma non sempre i desideri dell'uno combaciano con quelli dell'altro.
Spesso la donna -di solito è più il genere femminile a fare l'errore, ma ciò non significa che quello maschile ne sia esente- tende ad idealizzare la persona con cui sta. Trasportata dallo slancio iniziale si affeziona all'altro, più per quello che crede di vedere in lui che per quello che realmente egli è..

Le persone tendono a riflettere sugli altri i propri pensieri, le proprie emozioni, le proprie reazioni, spesso senza riuscire a "vedere dal di fuori" l'altra persona. Quando accade è sempre un brutto risveglio..ma quantomeno è un passo avanti. Il brutto è se non ci si risveglia più...

Per ora devo fermarmi qui..magari approfondirò in seguito.. un bacio Danda ^_^

danDapit ha detto...

@Rosex
Inizio dalla fine:
"Il brutto è se non ci si risveglia più..."
...come si fa a "non risvegliarsi"?
Impossibile!!!!!!!
Nell'entusiasmo dell'incontro, nel trasporto, nell'emozione, ci si specchia l'uno nell'altro piacendosi veramente!
Quell'attrazione "iniziale" racchiude ciò che tu dici: il rispecchiarsi reciproco, ciò che uno desidera lo trova lì, in quel "hic et nunc".
...poi una frequentazione, lo scambio sempre più allargato di pensieri e parole, un confronto via via più ampio sulle visioni della vita può ridimensionare l'attrazione per entrambi, a quel punto o si cessa lo sviluppo di tale relazione, o se la curiosità persiste, di pari passo ci dovrà essere un contenuto che superi la fase iniziale, ormai a tutti gli effetti superata, della semplice attrazione chimica, di pelle, di sguardi, di intenti, di qualsiasi connubio astrale dell'attimo fuggente!
Non so se è giusto dire che la donna sia portata a idealizzare, proiettando proprie interiorità sul soggetto che nella realtà è alieno da quei contenuti, o...
...o se la donna comunque ha la capacità di arricchire animi spogli, soprattutto HA il desiderio di farlo con buon animo e apertura mentale nel confidare che l'altro "possa"!
(ci vuole assai poco ad autoconcludere: "tanto voleva solo sesso, quindi inutile dargli altre chances!")
Senza sbarazzarsi dei momenti belli relegandoli in una banale meccacinità animale, giudicando con chiusa superiorità che l'altro non abbia nulla da dare OLTRE...
OLTRE quella fase iniziale, oltre la pelle,oltre l'attrazione, oltre quei sorrisi seduttivi...
Questo è un discorso che rimbalza alle mie orecchie da vari fonti, e non perchè "le donne scambiano il sesso per amore", o, parafrasando l'incipit del post di Assu: "Cercavo amore e ho trovato solo sesso!", ma perchè nella libertà attuale le emozioni sono tenute a briglie tesissime, in un "q.b.", mentre la fisicità va a briglia sciolta. Sebbene i due elementi siano uniti (negli animali, no!), una certa cultura li ha recisi.
Immaginiamo un paio di forbici: esse non funzionano solo con una vite in mezzo? Se la vite non c'è le due lame restano divise e sono inutili!
Così le emozioni e la sessualità. (parlo di emozioni che non siano solo il brivido del momento! intendiamoci!)

E ritorno all'inizio:
"Il brutto è se non ci si risveglia più..."
L'illusione dura poco, dipende da quanto è alimentata dalle bugie di chi ha interesse a tenerla in piedi, nutrita pure dalle ambiguità tra il detto e il non-detto, e il celato...
Ma di storie così ce ne sono a bizzeffe! E alla fine cosa accade?
Che sempre sulla donna ricade la responsabilità: non succede forse che anche fra noi donne diamo l'una all'altra della stupida? E poi ci guardiamo allo specchio con disitima?

Concludendo!
Elvira mi ha sussurrato in un orecchio:
"Pensavo fosse SESSO, invece era un calesse"!

Un bacioX RoseX

danDapit ha detto...

Rosex, dimenticavo!
Grazie di essere tornata!!
Grazie della promessa mantenuta!!
;o))

Anonimo ha detto...

Da'...ma lo sai che è un piacere! ;-)

Mi piace moltissimo il paragone dell'uomo e della donna con le lame di un paio di forbici... davvero azzeccato!
E poi... «E alla fine cosa accade?
Che sempre sulla donna ricade la responsabilità: non succede forse che anche fra noi donne diamo l'una all'altra della stupida? E poi ci guardiamo allo specchio con disistima?»


Quanto sono vere queste parole.

Per fortuna siamo donne...capaci di rialzarci e ritornare a camminare a testa alta.

Un bacio a te..

Anonimo ha detto...

...dimenticavo: Elvira si è già ripresa, a quanto leggo!!! ;)

danDapit ha detto...

@Rosex
eh eh eh!!
Mi hai preceduta...stavo per farlo io! E lo avrei fatto se non fossi uscita! E ora naturalmente aspettati la mia risposta...^__^

...sai, le forbici si riferivano alla sessualità e alle emozioni "unite", che funzionano INSIEME; non intendevo all'uomo e alla donna, ma anche come l'hai interpretata te mi piace!
Belle queste visuali ampliate!

Le Forbici mi sono venute in mente perchè una volta scrissi una favola, che è ancora in un cassetto, e lì accadeva che in uno strano paese le forbici venivano attaccate e svitate...
Peccato che la mia favola sia rimasta dentro al cassetto!
Però mi è tornata utile nell'immaginario!

Elvira si è già ripresa?? =__=

Sai, mi ha detto che detesta quando ciò che oggettivamente rende tristi può essere scambiato per vittimismo, perciò mi ha sussurrato la battuta! A me sembrava carina, e gliel'ho concessa!!
;-DD