26 dicembre 2007

« C'era ora, c'è una volta... »


C’era una volta…
C’era una volta, e c’è ancora, ciò che eravamo da bimbi.
Siamo cresciuti, ma vi è una dimensione che resta intatta interiormente.
L’identità bambina, quale era, è.
È un nucleo senza tempo, con emozioni, odori e immagini eterne catturate dal nostro intimo mentre eravamo piccini, figli, e d’ingenua innocenza in un mondo di Grandi.

Dicembre, la frenesia all’acquisto, gli addobbi, i negozi, i pacchetti, le cene, i pranzi. Il traffico sulle strade nelle grandi città, clacson, file serrate di fanali in pomeriggi bui, sirene che ululano incastrate tra gli ingorghi. Le persone nervose, agitate, stressate. Chi è depresso. E chi, con disponibilità economica, si dà da fare a comprare per fare la sua parte al momento dello scarto. Il 25. In fondo al mese, alla fine del mese. Natale.


Stavolta, più che mai, mi sono chiesta perchè in tale periodo sono triste e di pessimo umore.
Di solito do per scontato di detestare Natale, aspetto che passi; con insofferenza o pazienza, con sorriso sarcastico e cinica sufficienza, o cercando di proiettare nell’aria attorno a me non inferno, ma il sorriso per guardare il mondo con altri occhi!

Il Natale è dei bambini, per loro è come andare a Disneyland, o come i giorni del Carnevale quando ci si può vestire di un’altra vita, d’un personaggio, d’una fiaba. Stacco senza tempo, volo della fantasia…

Mi sono calata nei ricordi, in sensazioni di me bambina. Non sono così lontane quelle sensazioni, basta allungare una mano e le tocco. La bimba è intatta, è ancora qui.

Alla vigilia si andava dalla nonna paterna.
A pranzo del 25 invece venivano tutti da noi. La tavolata era grande, si era in tanti… Minimo quattordici, ma anche di più. Dopo pranzo arrivavano gli altri per giocare a tombola e al Mercante in fiera. Mi piaceva giocare a tombola perché vincevo.
Il giorno della vigilia, prima del cenone da nonna, aiutavo mia madre a cucinare il pranzo. Si faceva la pasta in casa per preparare “il pasticcio”, così chiamato in idioma veneto. In realtà erano lasagne condite con ragù e besciamella.
Mia madre diceva: «Quest’anno facciamo il pasticcio verde», e nell’impasto metteva gli spinaci, così le sfoglie si coloravano di verde scuro. Era un pasticcio all’italiana: verde, bianco e rosso!
L’aiutavo. Infilavo l'informe ammasso semi-molle nell'impastatrice e giravo la manovella (non usavamo il mattarello, eravamo moderne!), rimestavo nel pentolino gli ingredienti della besciamella attenta che non si formassero grumi. Tagliavo la frutta per la macedonia in una terrina gigante, e spremevo arance e limoni. Infine grattavo fino alla pelle dei polpastrelli il parmigiano sulla grattugia.
Ma il 25 non c’erano regali. Arrivavano il 6 gennaio con la Befana, poi il 7 si andava a scuola, che fregatura!

Tutto però era magico. Non so perché, lo era. C’era aria che profumava di zucchero e festa, facce serene e sorridenti verso noi bambini, mentre la casa si riempiva di zii, nonni, prozie, volti allegri e vestiti eleganti.


Ad un certo punto, non ricordo quando, fu Gesù Bambino a portare i regali.
Allora la mattina mi alzavo, e per l’emozione mi battevano i denti! Mio padre si arrabbiava perché ero scalza e senza vestaglia. Ma non avevo freddo, ero emozionata! E vedevo pacchetti e pacchetti intorno all’albero, quanti!
So che l’emozione era così tanta perché la notte avevo faticato a prender sonno, s'erano sentiti rumori nel buio col rischio di scoprire Babbo Natale…o Gesù Bambino? Che confusione!
Babbo Natale era una figura spuntata non so bene da dove e quando... forse nei film o nei cartoni animati? Nel frattempo mi chiedevo come facesse Gesù Bambino, appena nato, a portare i regali, forse per questo se ne occupava Babbo Natale!

Ero però una bimba leale e, pur cogliendo i rumori, non avevo spiato! Anzi, m'ero chiusa nelle spalle e nascosta ben ben sotto le coperte, con gli occhi strizzati per non guardare!

Frammenti d’immagini.


Giunge l’amaro col ricordo che tramuta divenendo adolescente. Il Natale cominciò ad annoiarmi. I parenti ripetevano: «Come sei cresciuta!» scrutandomi e osservando ciò che facevo e dicevo, giudicando e sentenziando. Durante la tombola arrivava la pesantezza del sonno e della digestione affaticata, e nell’età che cresceva, aumentava il desiderio di poter stare con gli amici.
Ogni anno un girone d’inferno si aggiungeva.

Non riesco più a dissociare il Natale dalla tristezza. Sembra una recita grottesca che di anno in anno va in scena, e mentre il tempo passa, i volti invecchiano, i bimbi diventano adolescenti e gli adolescenti adulti, comunque a Natale ognuno deve riprendere il suo posto e giocare eternamente il suo ruolo.

Forse la bimba dentro di me strepita e scalcia. Non ci sta.
Eppure, anche se vorrei estraniarmi da questo gioco infernale, intorno a me tutti continuano a giocarlo.
I negozianti, le strade addobbate, gli amici catturati dalla frenesia dei regali, i film della catena natalizia dalle sequenze affollate di ricconi annoiati, le persone che non senti da tempo che improvvisamente ti chiamano, le strade intasate, il rumore del traffico impazzito, la corsa e la folla ovunque, e i genitori che ti aspettano…almeno a Natale!


Sono nata cattolica, fui battezzata, feci comunione e cresima, poi mia madre si scoprì atea, e mio padre qualunquista. Mio fratello un agnostico integralista.
Dieci anni fa ho conosciuto il buddismo e ora … sono Nam Myo-ho Renge Kyo.


Festeggio l’inizio dell’anno nuovo come rinascita d'un nuovo ciclo, ma detesto trovarmi inghiottita dal marasma collettivo di dicembre, che forse è unicamente un modo per anestetizzarsi da ricordi infantili che fanno male! Fanno male evocati così, come copioni fermi nel tempo in uno scenario che si reitera a dispetto d’ogni scorrimento e trasformazione di volti, corpi, e di ciò che ci circonda.
Via di scampo: acquistare e fare regali, mangiare, giocare, sorridere.

Negli anni ’60, nel condensato valore dell'unione familiare, nel boom economico con lutti, povertà, fame appena dietro le spalle, il Natale forse era un momento sincero per ritrovarsi...

Oggi vorrei sapere cosa è.



Questionario aperto agli amici bloggers:

  • Vi piace il Natale?
  • Cosa vi piace del Natale?
  • Lo spirito religioso lo sentite?
  • Quanto della vostra infanzia è racchiuso nel vostro modo di festeggiarlo?
  • Siete felici a Natale?
  • Siete tristi?
  • Lo sopportate, aspettando che passi, o per voi è un momento come un altro?
  • È un momento dell’anno che vi rende gioiosi e uniti al mondo e alle persone che amate?
  • Sentite più amore? O vi sentite più romantici?
  • Siete felici sempre e quindi anche a Natale?

19 commenti:

Anonimo ha detto...

Vi piace il Natale?
Certo che si, almeno nelle intenzioni è una cosa buona...

Cosa vi piace del Natale?
Mi piace il festeggiato ;o) Poi il fatto che torno dai miei e li trovo felici di preparare i vari cenoni perchè la famiglia si è finalmente riunita...

Lo spirito religioso lo sentite?
Non più dei restanti giorni dell'anno...

Quanto della vostra infanzia è racchiuso nel vostro modo di festeggiarlo?
Oramai poco...

Siete felici a Natale?
No... Natale non è la festa della felicità...

Siete tristi?
Neanche quello... In passato però mi capitava...

Lo sopportate, aspettando che passi, o per voi è un momento come un altro?
Nessuno dei due... Cerco di non far caso all'orgia consumistica...

È un momento dell’anno che vi rende gioiosi e uniti al mondo e alle persone che amate?
No, direi di no...

Sentite più amore? O vi sentite più romantici?
Ri-direi di no...

Siete felici sempre e quindi anche a Natale?
Ecco, forse questa si...

Danda, io credo che ci sia Natale e Natale... Dipende da dove uno lo va a cercare...

Un bacio e... tanti auguri... anche da Fabio...

daniela ha detto...

Cara Dani, ti rispondo con le parole del mio omeopata, che mosso a compassione mi ha visitato la vigilia di Natale perchè continuavo a star male da un mese quasi ormai.
Mi ha chiesto come mi vivessi le feste. Gli ho risposto che in passato le vivevo male, sentivo molto il vuoto e l'abbandono, e l'esclusione dalla vita. Perchè, per quanto Natale possa essere consumistico e privo di spirito, sicuramente è associato alla vacanza, al riposo, alla possibilità di uscire, divertirsi, viaggiare, più di quanto non sia il resto dell'anno. E lo è da sempre, retaggi infantili legati al mondo della scuola.
Gli ho detto anche però che negli ultimi anni lo sto vivendo psicologicamente meglio, ho voglia di integrarmi, di "vivere", di godermi le banalità, come fare i regali alle persone che amo, passeggiare per la città illuminata, magari farmi anche un viaggetto. Senza nessuno spirito religioso, è chiaro, però con voglia di partecipazione e di condivisione. Quest'anno poi non sono sola, e questo mi rendeva ancora più contenta.
Insomma, l'omeopata mi ha fatto notare che proprio negli ultimi tre anni, quelli in cui psicologicamente affrontavo meglio questo spazio di vita, fisicamente mi sono ammalata.
Un mese e più di malattia, una cosa assolutamente anormale tanto più che mi sto curando scrupolosamente ma non accenno a migliorare.
I due scorsi anni, uguale.
Insomma, se la il mio spirito sta in qualche modo guarendo dal mondo di morte a cui era abituato, il mio corpo invece gli ricorda che IO NON POSSO VIVERE COME TUTTI GLI ALTRI.
Il senso di colpa vince ancora, non ho diritto di essere felice e godermi le vacanze come tutti, no. Io devo stare male perchè la mia famiglia sta male e non posso abbandonarla.
Insomma capito perchè il Natale ci vede o tristi o malati?
Ognuno poi avrà le sue motivazioni, ma alla base c'è sempre quel maledetto senso di colpa quando si è felici, perchè, nonostante il nostro buddismo, quella morale fintamente cattolica che ci è stata propinata agisce ancora.
Non dico altro perchè inonderei questo spazio di negatività... per colpa del mio stato fisico sto rovinando tutta una serie di progetti che avevo fatto, di lavoro, studio, e altro.
Consoliamoci che il Natale è passato... qualche altro giorno e poi staremo meglio.
Un abbraccione.

lucia ha detto...

Ora che posso mettere a riposo la frenesia dell'acquisto, mi godo le mille luci della città. Guardo la neve finta che imbratta le vetrine e penso che presto qualcuno dovrà ripulirle. Riprendo a ballare il solito ritmo sotto i portici. Cammino e sorrido al 27 dicembre.
Mi piace il Natale?
Non saprei.
Mi piace quando passa. Come tutte le cose che lasciano un segno e che puoi leggerle solo quando si allontanano.
Lo spirito religioso è altrove, forse in una vecchia pieve di campagna dove fra i banchi sopravvivono ancora i miei ricordi di ragazzina che andava alla Messa di mezzanotte per vedere quel biondino con gli occhi verdi che mi sorrideva timido.
Anche la felicità è altrove. In un prato di margherite che mi vede bambina a rincorrere le lucertole.
A Natale saltavo sulle gambe del nonno. Lui non c'è più. Come potrei essere felice?
In quanto all'amore, credo sia così seppellito dentro di noi che nemmeno a Natale osa riaffiorare. D'altronde chi può biasimarlo? Qualcuno gli metterebbe in mano un pacco colorato con dentro qualcosa di inutile che mai avrebbe sognato di desiderare.

danDapit ha detto...

Grazie delle vostre risposte, per ora non mi fermo a commentare a mia volta, rimando, aspettando di raccogliere ancora qualche risposta... Nel frattempo invito al confronto aperto e incrociato, non solo risposte dirette al mio scritto.
;o)
Ciao, a prestooooooo!!!

Anonimo ha detto...

1) Se mi piace il Natale? No
2)Cosa mi piace del natale? Direi niente, ma forse sarei bugiardo. Mi piace la felicità dei bambini, e arrossisco un po' per il fatto che non dipende dalle motivazioni. Che siano felici perché è Natale o perché è il loro compleanno è lo stesso, basta che lo siano.
3)Se sento lo spirito religioso nel Natale? Dai, non scherziamo
4)Non festeggio il Natale, cerco solo di rispettare il mio ruolo.
5), 6) 7) Aspetto che passi cercando di non dare fastidio agli altri, ma anche senza disperarmi se mi succede di farlo.
8)Non particolarmente
9) Per niente, anzi, semmai il contrario.
10) Vorrei esserlo, anche per far contenti quelli che mi sono vicino, ma a Natale senz'altro una briciola meno che negli altri momenti...

Esaurito il questionario, vorrei riprendere il discorso dei sensi di colpa di cui parlava Daniela. A me capita di avere atteggiamenti di aperta rottura nei confronti del mondo cattolico, e questo è dovuto quasi totalmente al fatto che sono consapevole per averlo sperimentato sulla mia persona del danno che può fare la morale cattolica e in particolare il senso del peccato sulla psiche dei bambini. Ci preoccupiamo tanto dei possibili danni della televisione e dei videogiochi (e non a torto) e trascuriamo l'autentico lavaggio del cervello che viene effettuato in un periodo delicatissimo dello sviluppo dei ragazzi. Naturalmente i danni saranno diversi a seconda delle inclinazioni delle persone e del loro ambiente familiare, ma io credo che covino sotto la cenere per tutta la vita.
Io ho trovato proprio nel buddismo la strada per liberarmi dalle catene della colpevolizzazione permanente, e non posso dire di non ricascarci di tanto in tanto.
Quando succede mi ci arrabbio, ma almeno ora so riconoscerne l'origine.
Poi ognuno reagisce a queste cose come si sente di fare: c'è chi riesce a liberarsene e a fare la sua strada (e io lo ammiro e lo invidio), c'è che di fronte ai sensi di colpa lotta con coraggio per non soccombere, io più semplicemente mi difendo prendendo a sprangate (metaforiche) questi stati d'animo e soprattutto chi cerca di propormeli, perché la gente spesso li usa per cercare di manipolare gli altri.
Per questi motivi, oltre che una naturale diffidenza dovuta ai sempre più frequenti casi di pedofilia tra i sacerdoti che vengono alla luce, non avrei mai lasciato mio figlio in mezzo ai preti.

Scusami se mi sono dilungato e se sono andato anche un po' fuori tema, Dandapit, ma su questi argomenti preferisco dire due parole di più che una di meno.

lucia ha detto...

@ Angelo
"prendere a sprangate gli stati d'animo" per esorcizzare il senso di colpa mi sembra un ottimo rimedio. Vorrei tanto farlo anch'io. Per ora ci riesco solo a metà. Per quella metà che è sempre stata buddista.
:-)
Saluti di fine anno

danDapit ha detto...

Le domande nel questionario le ho create di getto, senza particolari riflessioni, inseguendo il tema conduttore del mio post e pensando al fatto che l’origine del Natale è la nascita di Cristo, anche se lo spirito religioso è stato sommerso dalla venuta dei Re Magi con i doni…
In fondo, ehi, ci penso ora! La natalità di quel bimbo, è una nascita che si festeggia come se tutti nascessimo insieme quel giorno, perciò ci facciamo regali? Tutti siamo Gesù Bambino e tutti, esclusi i bimbi, siamo Re Magi?
Potrebbe essere un’interpretazione…


@Antonio
Mi dici che c’è Natale e Natale, dipende da dove uno lo va a cercare
Ma COSA è il Natale? È questo che mi sfugge!!
Sono diventata buddista 10 anni fa, ma ho smesso di sentirmi cattolica nell’adolescenza, quindi non ho avuto “credo” per molti molti anni! Anche se potevo rispettare l’idea di un Dio, il resto l’ho vissuto come ipocrisia, purtroppo! Dico “purtroppo” perché non è da persone serene avere questa visione! Forse fin troppo realistica.
Penso che non ci sia bisogno di UN giorno, di un Natale, per fare regali, sorridere, fare una telefonata, ricordarsi d’amare, ritrovarsi, ed è triste invece che si sia formata un’orgia di pensiero concentrata su un numero del calendario, evasione collettiva -che non è “condivisione”- ma rassicurante conformismo.
Lo so, sono amara, ma è ciò che provo. E non cerco un Natale, bensì affetto sincero! ;o)
Grazie Antonio!!

@Daniela
Grazie Dani!
Sorrido al pensiero che quest’anno il 25 mi sono svegliata col naso che mi prudeva, brutto segno!! Io so cosa succede quando mi sveglio col naso che non fa che prudermi…resisto, resisto, ma poi scoppia il temporale, e giù starnuti! Attacco stile “ALLERGIA”, anche se so bene che allergia VERA non è, ma allergia psicologica/emotiva, sì! E così è andata… E so leggere l’evento che potrebbe essere archiviato con un: “Ma hai provato un antistaminico?”

Parli di “morte”… e la cosa non mi passa inosservata. In effetti Natale porta con sé una morte, la morte di un altro anno, la chiusura di un ciclo. Mentre scrivevo il post mi venivano in mente tante cose. L’infanzia, poi la crescita e l’adolescenza, i parenti che ti rinfacciano di crescere (perché così facendo, stai ricordando loro di invecchiare), “tu” che esci dal mondo dorato e intoccabile dell’infanzia…non è “morte”? La vita e la morte sempre unite, un caso che, non esorcizzando ciò nel delirio delle spese e rituali affollati, si provi tristezza, amarezza, mentre si compie un bilancio interiore?
Riguardo al senso di colpa, per fortuna ne sono immune, almeno in questo caso!
Sì, in questo mi rispecchio in ciò che dice Angelo. Praticando il sutra del loto ho imparato a individuare i semi che vengono gettati in questo senso, ho imparato a raccoglierli e riporli nelle mani di chi li ha gettati, ho imparato a rifiutarli. Ho vissuto troppi anni condizionata da questa educazione, e non ne voglio più sapere!
L’ultima domanda del questionario è forse la più importante, perché so che quando si sta bene, si sta bene comunque, anche a Natale!
Al contrario, un momento come Natale, può far male!
..e il resto ce lo diciamo altrove! UN BACIONE!!

@Lucia
Copio, incollo e riporto: “In quanto all'amore, credo sia così seppellito dentro di noi che nemmeno a Natale osa riaffiorare. D'altronde chi può biasimarlo? Qualcuno gli metterebbe in mano un pacco colorato con dentro qualcosa di inutile che mai avrebbe sognato di desiderare.”
Sai che non capisco se questa è una metafora per dire…
Per dire…
Cosa?
Che l’amore non è riconosciuto? Stimato? Che non viene rispettato ciò che lui desidera?
Una metafora lo è sicuramente!
Capirò…mi spiegherai… Happy dancing under your arcades! :-)

@Angelo
Grazie per le risposte!
…ma c’è una a cui non hai risposto, o meglio, ci hai girato intorno! ^__^
Quanto della vostra infanzia è racchiuso nel vostro modo di festeggiarlo?

Il ricordo dei Natali da bambini, per me gioca un ruolo fondamentale nel nostro Natale da adulti! (non a caso ne ho parlato nel post) …E un po’ sorrido nel leggere la tua risposta:
“Non festeggio il Natale, cerco solo di rispettare il mio ruolo.

In effetti, anch’io “non lo festeggio”! Ho formulato sbadatamente la domanda! Avrei dovuto dire:
“Quanto della vostra infanzia è racchiuso nel viverlo e nell’attraversarlo di ora?”…

Circa il discorso dei sensi di colpa, mi sento in linea con te! Il buddismo mi ha fatto capire che importante è essere felici tutti, non è privare me di felicità che rende felice chi mi è accanto! E altra cosa importante: il senso di colpa inibisce e passivizza, e non è fatto utile per educare! Stimolare la responsabilità è altro, perché essere responsabili fa agire, e previene anche. La colpa arriva sempre DOPO aver agito.

Nel caso del Natale, e della vita estesa oltre il 25 dicembre, so che è mia responsabilità sentirmi felice… Ci sto lavorando! Per ora ne scrivo e domando in giro! ^_^
Grazieee!!

Sara Sidle ha detto...

Un saluto ed un augurio che il 2008 possa esaudire tutti i tuoi sogni.
Auguri e grazie di essere passata a salutarmi.
Bacioni

JANAS ha detto...

Dopo una approfondita ricerca relativa a cosa sia il Natale. Ho cercato per mari e monti, fra una miriade di libri e corsi universitari (ma quando mai??)sono arrivata a scoprire che il Natale è una gran bufala cattolica,
perchè si festeggia la nascita di un Gesù Bambino che di certo non è nato il 25 dicembre, anzi non si sa nemmeno per certo in che anno sia nato!!! che la festa originariamente era una festa pagana per la fine del solstizio d'inverno.. per il sole che torna (brrr ma dove??) per lo scambio delle semenze per la nuova semina e per augurarsi un anno con un buon raccolto! Si festeggiava e si regalavano come doni frutta secca e cibarie varie, che i cattolici poi hanno trasformato questa festa nella loro festa perchè i pagani non avrebbero mai rinunciato a questi festeggiamenti!
Mi verrebbe da dire che preferisco la festa pagana priva di falso buonismo ma che porta con se un augurio concreto e sentito! Nell'antichità l'inverno oltre che un periodo freddo.. probabilmente era un periodo in cui si mangiavano le poche cose che si riusciava a conservare e magari alla fine anche le scorte iniziavano a scarseggiare ... avevano dunque ragione di festeggiare la sua fine!!
Mi immagino la festa pagana con grandi falò in piazza e la gente che balla allegra intorno al calore del fuoco ... gente in piazza, non chiusa dentro casa più o meno sempre con le stesse persone a ingozzarsi più o meno dello stesso menù dello scorso anno...che palle!!! il natale certo è una festa dei bambini, perchè come bambini vivono solo gli aspetti piacevoli e non la fatica dei preparativi!! Il natale lo dovremmo reinventare ogni anno in modo diverso, il natale per me è la terra che si prepara a rinascere dopo il letargo, pronta ad accogliere i semi, a farci da madre.. a donarci i suoi frutti..a seguire imperterrita il ciclo della vita, questo dovrebbe essere lo spirito del natale: la gioia della vita..e di essere vivi.. di far parte di questo ciclo ... come un albero, un fiore... danzare liberi intorno a un falò con tutta la nostra voglia di vivere!! penso che i bambini sarebbero ben felici in una feste del genere! il natale invece si è incartapecorito!! La tristezza nasce dal fatto che non c'è niente di nostro, di spontaneo nel natale.. qualcuno l'ha confezionato per noi.. e ci adeguiamo...allora io in questo periodo più che rinascere vorrei andare in letargo...nel ventre di madre terra.. per rinascere in primavera!! ciao da janas
e Buon raccolto a tutti!!!

assunta altieri ha detto...

Solo di passaggio. Una pausa dalla pausa Internet.
Trovo questo. Bello. Lo scorso anno, ricordo, c'era la storia di Babbo Natale. Era uno dei miei primi commenti, mi pare. E ora sei Daniela, la mia Dandina. Bello. Questo è un bel dono.

Il questionario. Uhmm... dunque, vado veloce. Sintetizzo. :)

Il Natale, inteso come periodo di vacanza, mi piace perché, comunque sia, si ha finalmente il tempo di stare un po’ assieme alle persone a cui vogliamo bene, che ci vogliono bene. Ogni anno rispolvero la chiave arrugginita degli affetti familiari e mi rendo conto di quanto siano importanti. Poi, magari, riprenderemo il solito tran tran, ma avrò sempre in mente il tortello rubato dal piatto di mia sorella, come quando eravamo bambine, o la corsa al supermercato perché “io ho dimenticato di comprare l’unica cosa che mi era stato chiesto di comprare”. Non c’è bisogno che tutto questo si chiami Natale, è ovvio. Ma si chiama Natale e mi sta bene, in fondo. È questo che mi piace di questo “periodo”.
Lo spirito religioso, in tutta franchezza, non ha mai neppure sfiorato i miei Natali, neppure quando sul palcoscenico del teatro della scuola intonavo coi miei compagni i canti natalizi, il più delle volte religiosi. L’atmosfera era di festa sì, ma Gesù Bambino c’entrava poco. Per noi sarebbe potuto nascere Maometto o Buddha o Non so Chi.
Non sono più felice a Natale di quanto non lo sia o lo sia in altri periodi. Né mi rattrista di più o di meno il constatare che mentre attorno a me brillano le stelline, a qualche passo c’è gente che soffre e muore. Perché la gente soffre e muore tutti i giorni e tutti i giorni m’indigno e tutti i giorni cerco di essere un po’, almeno un po’, disponibile con gli altri. E se a Natale mi ritorna un po’ di affetto, sono contenta, certo, come lo sarei in ogni altro periodo. Ma se qualcuno ha bisogno del Natale, va bene: aspetto.

Ci si risente nel 2008, Dandina.
Baci.
assu

lucia ha detto...

E' una metafora per dire che anche l'amore a Natale si sente a disagio.
:-)
Calpesto terra veneta...domani risponderò alle tue parole.
Baci e carezze

danDapit ha detto...

@Sara Sidle
Grazie del tuo "ripasso", e di nuovo auguri! (mi sono divertita con la storia delle mutande perse!!) ;-D

@Janas
La tua ricerca MI APPAGA!
L'anno scorso avevo ricercato come era nato Babbo Natale, e ora tu mi sveli da cosa nasce il Natale... Incredibile quante leggende creano "Realtà" a furia di rituali, tradizioni e iterazioni a cui si aggiungono di volta in volta elementi! E' proprio vero che "la tendenza" crea "corpo"...all'inizio è solo tendenza, poi è abitudine, poi "è"! Diviene un'identità a se stante.
Bella la tua immagine d'un Natale intorno al falò, come un sabba da streghe! ^_^
(e tristezza a parte, grazie per il pranzo natalizio da te cucinato! Gratitudine si inchina per il "buon raccolto") ;o)
Bacioni!!

@Assu
Grazie della pausa che dedichi alla tua pausa per lasciare il tuo segno!
E grazie per le risposte che hai dato, comunque un modo positivo di vivere questo momento!
Mentre leggevo riflettevo sulla tua vita "di corsa", e comunque lontana dai luoghi dei tuoi legami, e pensavo che probabilmente ciò crea un senso per te!
...mah! A ciascuno la sua storia, di Natale in Natale; i sorrisi, lo so, o si hanno dentro oppure...

Buon 2008, per ora,...ma forse te lo darò a voce!
Bacio a te!

@Lucia
Immaginavo che le suole delle tue scarpe si trovassero colà!
...E la metafora aveva un "chè" di "promessa sinistra", ora te lo posso confessare!
Ma va bene anche così...
(guardando un vecchio film con Audrey Hepburn, "Colazione da Tiffany", CI sei venuta in mente tu...sai?)
;-D

Sergio ha detto...

ti faccio i miei migliori auguri di un sereno anno nuovo che possa realizzare tutti i tuoi desideri
Sergio

StefaniaB ha detto...

Cara Danda, che bello vedere che non sei più in pausa... :)
Io mi sono convertita al Buddismo da vent'anni, ma non ho mai smesso di festeggiare il Natale, anche se ovviamente non in senso religioso. Sensei mi ha insegnato che essere Buddista non significa rifiutare o rinnegare le tradizioni del paese in cui si vive, perciò ho cercato di rispettare questa tradizione, provando a trasformarla a mio modo. C'è l'albero ed anche babbo Natale, che ai miei figli ho insegnato a vedere come un esempio di come è bello donare agli altri. Ora che sono più grandicelli sanno che sono mamma e papà che seguendo l'esempio di Babbo natale provano a donare e che loro possono fare lostesso a Natale e in ogni giorno dell'anno. Utilizzo l'occasione del Natale, come di altre festività per condividere un po' più di tempo con gli altri e seminare un po' di gioia e calore.
Ho mantenuto quelle piccole cose che mi hanno sempre fatto sentire bene e aggiunto o modificato le altre, tentando ogni anno di sfruttarlo come occasione.
Stasera per esempio festeggerò il capodanno con amici non Buddisti, e brinderemo, e guarderemo i fuochi d'artificio dalla finestra e domani mentre loro andranno a messa, io e la mia famiglia andremo alla cerimonia Buddista di inizio anno organizzata dal mio settore, con nel cuore la determinazione di poter riuscire ad aiutare noi stessi e gli altri a diventare felici ogni giorno dell'anno, come "fosse Natale", perchè il senso di colpa non serve a nulla, serve prendere quanto c'è di buono nella nostra vita, e utilizzarlo come "espediente" secondo il nostro cuore. Allora tutto può essere visto secondo una luce diversa :)
Ti auguro uno splendido 2008 pieno di Vittorie!!!! un grande abbraccio!

danDapit ha detto...

@Sergio
Grazieee!!!
Un ottimo 2008 anche a te!!
Gli auguri per il nuovo anno sono i più belli e graditi!!!
AUGURI AUGURI AGURI a te!!

@Stefania
Anche io ti auguro un meraviglioso 2008 ricco di vittorie!!
Grazie per le tue parole sul Natale (qualcuno -Janas- mi ha inviato un bellissimo spunto di ricerca sull'origine pagana del Natale, che si ricollega a ciò che festeggia il buddismo: la rinascita, il ciclo eterno attraverso l'inverno/morte, e la primavera/vita...), e grazie per avermi dato il benvenuto per il mio ritorno al blog! :-)

Anche io oggi andrò al Centro culturale (kaikan) per celebrare questo nuovo inizio! ^__^

Il 2008 poi mi sta particolarmente simpatico, perchè contiene il segno dell'infinito! E voglio iniziarlo BENE, con molti "buoni propositi" e ottimismo! (il 2007 è stato faticoso e pieno di cambiamenti)

Tanti tanti auguri e un forte abbraccio!!

Cilions ha detto...

Ho scritto un post a riguardo... per me il Natale è solo una scusa per stare insieme alle persone care che magari, per impegni vari vedo meno di quel che vorrei...

Ne approfitto per farti gli auguri di buon anno... l'augurio di poter vivere un anno di "Natali", di gioia e serenità;)

un abbraccio

danDapit ha detto...

@Cilions
Buon anno a te Francesco!
Ti ho pensato, sai? Mi sono ricordata che l'anno scorso ci siamo telefonati dopo la mezzanotte! <:-))
...eh, quest'anno...penso che il tuo stato d'animo sia stato veramente molto molto diverso da quello della fine del 2006! ^__^
Bello!!
e quindi auguri per un ottimo 2008!
;o)

Cilions ha detto...

Beh, questo capodanno l'ho passato suonando... ho brindato alle 3... poi di corsa a nanna... ero stravolto!!!

danDapit ha detto...

@Cilions
...va bene! se hai iniziato suonando...suonerai per tutto l'anno! E' di buon auspicio!!!!!
(ehm...improvvisamente mi è venuto in mente un sms ricevuto ieri mattina!! dalla stessa persona che l'anno scorso mi ha riempito in occasione della Befana...non so se ricordi...Il tenore è quello di un anno fa, ma stavolta c'erano gli strumenti musicali! ah ah ah!!!!!
;-DD /te lo invio per mail, è meglio!!)

e poi..........................................
Vuoi mettere lo stato d'animo rivoluzionato????????
=___=

(Ripassi di qui?
ci sono gli auguri ANCHE PER TE!)
Un bacio!! ;-*