“Felicità è vera soltanto se condivisa”
«Non dovremmo negare […] che l’essere nomade ci ha sempre riempiti di gioia.
Nella nostra mente è associato alla fuga da storia, oppressione, legge e noiose coercizioni, alla libertà assoluta, e la strada ha sempre portato a Ovest.»
Wallace Stegner
Mia madre racconta che quando ero piccola piangevo ogni notte, ed era mio padre che si alzava per cullarmi, per lei era impossibile decurtare il sonno. Come d’incanto, poi, quando nacque mio fratello smisi di piangere e iniziai a dormire.
Avevo tre anni quando mio fratello venne alla luce.
Non ho memoria del mio pianto, ma ricordo che vedevo ombre che s’allungavano sulle pareti e m’incutevano paura.
Quando nacque mio fratello ero eccitata per la novità, e seppure non potevo esserne cosciente, la gioia sconosciuta nel profondo era quella di non essere più sola. Ho un’immagine ben nitida, nonostante avessi solo 3 anni, l’immagine di quando di soppiatto mi fecero entrare in clinica, luogo del parto, e di quando mi nascosero dietro ad un paravento per non farmi scoprire dal medico in visita nella stanza. Silenziosa e acquattata, da lì sbirciavo tra gli spazi aperti della stoffa plissetata, curiosa d’ogni movimento. L’emozione per la novità della nascita persisteva, mi sentivo elettrizzata per l’evento e per l’altrui euforia che percepivo sulla mia pelle e con naturalezza condividevo d’infantile spontaneità.
Ricordo che temevano che come primogenita fossi gelosa, mentre io ero felice. E se qualcuno ora me ne chiedesse il motivo, non saprei rispondere con le parole e le emozioni di quella bambina. Posso rispondere solo attraverso la conoscenza che ho maturato di me stessa.
Ero felice perché condividere è nella mia natura. È essenziale.
Il mio pianto notturno che improvvisamente cessò, anche se mia madre ne parla come fatto misterioso, ha il senso profondo della mia peculiare sensibilità.
Con mio fratello giocai volentieri e contenta finchè non iniziai a sentire che la sua presenza mi veniva imposta e che avevo l’obbligo -come sorella maggiore- d’occuparmene. Il disturbo per tale imposizione, che ebbe l’effetto di forgiare nel mio fratellino un carattere prepotente, finì per trasfomare la mia disposizione e il nostro stesso rapporto.
Ho pubblicato il post precedente definendolo solo una premessa.
«Felicità è vera soltanto se condivisa»
Quelle parole furono appuntate da Christopher McCandless su di un libro dopo la sua fuga dal mondo attuale, deformato dalla malattia di possedere, dalla corsa al benessere e al consumismo, da relazioni malate perché basate su dinamiche di conflitti e competizioni piuttosto che di coraggio affettivo; furono appuntate con le poche forze rimastegli a causa della denutrizione forzata, e nel momento di massima amarezza per aver compreso che il suo isolamento lo stava conducendo alla morte, non all’elevazione spirituale che lui aveva cercato attraverso il suo estremismo.
«Da due anni cammina per il mondo. Niente telefono, niente biliardo, niente animali, niente sigarette. Il massimo della libertà. Un estremista. Un viaggiatore esteta la cui dimora è la strada. Scappato da Atlanta. Mai dovrai fare ritorno, perché the west is the best. E adesso, dopo due anni a zonzo, arriva la grande avventura finale. La battaglia climatica per uccidere l’essere falso dentro di lui e concludere vittoriosamente il pellegrinaggio spirituale. Dieci giorni e dieci notti di treni merci e autostop lo hanno portato fino al grande bianco del Nord. Per non essere mai più avvelenato dalla civiltà, egli fugge, e solo cammina sulla terra per smarrirsi nella foresta.»Alexander Supertramp maggio 1992
Christopher, 21enne nel ‘90, laureato a pieni voti, fugge da tutto: regala i suoi soldi, abbandona l’auto, cambia identità per non farsi trovare, si dà nome Alexander Supertramp. Viaggia per due anni lungo l’America, fino a realizzare il suo sogno. Vivere di niente e di natura nelle terre selvagge dell’Alaska.
Una storia vera, quanto gli appunti di Chris durante i suoi due anni di vagabondaggio e i mesi di permamenza nelle foreste dell’Alaska. Una storia che fa male ma che apre a molte riflessioni, e che ha evocato in me una parte che esistite, anche se non prepotente e selvaggia quanto quella di Chris.
«…C'è tanta gente infelice che tuttavia non prende l'iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l'animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l'avventura. La gioia di vivere deriva dall'incontro con nuove esperienze, e quindi non esiste gioia più grande dell'avere un orizzonte in costante cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso...
... Non dobbiamo che trovare il coraggio di rivoltarci contro lo stile di vita abituale e buttarci in un'esistenza non convenzionale...»
Stralcio d’una lettera di Chris diretta a una persona conosciuta durante il suo vagabondare.
«Non esiste gioia più grande dell'avere un orizzonte in costante cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso...»
Per il mio desiderio di libertà, di vita, di scoperte sempre nuove, questa è una verità. Un motto. Eppure non riuscirei a iniziare un’avventura da sola, necessito della condivisione.
Condividere tramonti, idee, sogni, e nuove tappe, condividere poesie della natura, sorrisi o silenzio.
Per condividere non occorre necessariamente essere stanziali, ovvero costruire famiglia, case, accumulare beni, avere un lavoro fisso…
E soprattutto: come si può basare la propria felicità unicamente sul proprio orticello tirato a lucido? Siamo veramente felici dopo aver raggiunto dei traguardi non condivisibili?
Le idee si susseguono, e questo post si riempie di pensieri che si muovono come nuvole, addensandosi per poi andare ciascuna per la sua strada sospinta dai venti.
Panta rei. Tutto scorre.
Ora in Italia condividiamo un grande disagio. Parlare di tramonti e sorrisi, di poesie e cambiamenti, d’un sole sempre diverso, e di riflessioni sulla felicità sembra un argomentare astratto, quasi da struzzi alieni della realtà che circonda.
Ho vissuto mesi difficili a causa di gravità condominiali. Situazione che non ha ancora visto esito. Improvvisamente mi salta agli occhi il parallelo tra il Condominio, microcosmo della società in cui la nostra vita respira, si muove, mangia, dorme, lavora, e l’Italia. Il nostro paese, il microcosmo del pianeta Terra.
Da giorni penso al post da scrivere.
Ieri ho vagato su qualche blog. Da Assu ho scoperto una lettera per Morgan. Da Morgan una lettera per Laura.
Leggendo della risoluzione di Morgan, delle sue difficoltà per vivere a Roma, ho pensato: “ma allora non accade solo a me!”
(stralcio del post di Morgan) «[…] Vedi, senza tanti giri di parole, quelle 400 o 500 euro al mese in più ti cambiano la vita, dall’andare al cinema […] dal fare un piccolo regalo ad un amico all’acquistare un libro voluminoso che osservi nelle librerie da mesi. E non mi metto neppure a raccontarti se lo scooter si rompe […] o al dente che ti fa male e devi recarti dal dentista. Per fortuna “risparmi” con un enorme fatica quelle trecento euro e te le spari tutte in un viaggio di quattro giorni, come è ovvio low cost dall’aereo all’ostello, tanto la carie può aspettare, altrimenti vai in depressione se non stacchi la spina.
I conti sono semplici: fra affitto di una stanza e bollette partono di certo 350-400 euro al mese, devi anche mangiare e acquistare i prodotti per le pulizie della casa ad esempio, 150-200 euro volano con grande facilità, paga la benzina o l’abbonamento ai tram, prendi una pizza e una bottiglia di vino per una cena fra amici e tutto diventa più chiaro. Ogni mese 550-600 euro al mese sono dilapidati e sono stato ottimista o comunque considerando una persona al minimo delle spese. Lavori per guadagnare meno di 1000 euro al mese o giù di lì […], da quella ingente somma devi fare uscire il vestiario (di bassa qualità evidentemente), […] uno sfizio al supermercato e non al discount, un libro, una ricarica al telefono cellulare e poco altro. Senza imprevisti, ovviamente, altrimenti è un dramma.
Risparmio zero, desiderio di progettare devastato alla fonte.»
Ecco, condivido! Condivido ogni singola parola e difficoltà espressa. Non ho trent’anni come Morgan, né un lavoro precario, eppure mi servo dal discount per la spesa da quando la moneta corrente era ancora la Lira; non viaggio, non compro neppure vestiario (neanche quello a basso costo)! E sono anni che procedo a base di finanziamenti con restituzioni rateizzate.
«Risparmio zero, desiderio di progettare devastato alla fonte». Si possono fare pogetti in un paese che è precario dalle sue radici politiche ai suoi debiti internazionali?
Sono adulta e le responsabilità non si contano, seppure ogni tanto ho bisogno di dimenticarle... Non posso fuggire, eppure lo farei molto volentieri.
Fuggirei dalla situazione del mio Condominio, dal mio posto di lavoro, e non dall’Italia che è meravigliosa, ma da questo Governo che ci sta massacrando come l’amministratrice sbagliata nel mio condominio.
Post-Macedonia.
L’8 luglio non ero al “No Cav Day” a piazza Navona, perché avevo staccato la spina a mio modo per prendermi una giornata di vacanza in bici per Roma (fino alla galleria Nazionale d’arte Moderna alla mostra di Schifano).
Ora ho recuperato i vari YouTube con il discorso di Sabina Guzzanti, di cui si fa un gran parlare.
Caspita! Violenta?
No! ci voleva! Ma si può continuare con Vizi Privati e Pubbliche Virtù? Finchè le cose non vengono pronunciate da un palco, in una pubblica piazza, da una singola persona –il cantastorie di turno- circolano comunque, e di battute, sarcasmo, e grevità ne scorrono a fiumi. Ma quando sono urlate e in argomentazioni che possono formare un quadro sintetico della situazione, come accade con quei giochini della Settimana Enigmistica in cui bisogna congiungere vari puntini formando il disegno, allora sono violente?
Nel momento in cui ho sentito pronunciare determinate cose sono rimasta stupita dal coraggio, mentre simultaneamente sorridevo divertita. Ma la risata non era per la satira. Quale satira? Godevo della verità finalmente dichiarata, realtà quotidiana taciuta, di come vanno le cose fra uomini e donne. E per la forza d’urto di quelle parole. Quando ho riascoltato una seconda volta mi sono accorta, guardando le immagini sulla folla, che gli uomini restavano seri, ma le donne, con volti divertiti e illuminati, ridevano!
(Citazione da "Krejcerova Sonata" di Tolstoj: «La schiavitù della donna consiste soltanto in ciò che gli uomini desiderano e credono onesto usare di lei come istrumento di piacere»)
Estratto da "Viaggio nel Silenzio/Chiare Lettere Blog", di Vania Lucia Gaito:
«La volgarità (ma si tratta davvero di volgarità?) di quella piazza era probabilmente non casuale, ma voluta. Serviva ad attirare l'attenzione, in un Paese come il nostro, vittima delle tecniche di comunicazione (si è sempre vittima di quello che non si conosce e non si sa utilizzare) usate da pochi per strumentalizzare i molti. Quella volgarità aveva la stessa valenza di uno schiaffo durante una crisi isterica: era terapeutica. Serviva a risvegliare una coscienza in coma.»
E ancora:
«Essere “pesante”, usando quelle parole “volgari” che poi tutti usano nella quotidianità fingendo di scandalizzarsi pubblicamente (scagli la prima pietra il fariseo che non ha mai urlato, detto o sussurrato un vaffanculo), è strumentale. E' l'unico modo per risvegliare l'interesse in questo ipocrita Paese. L'unico modo perchè il riflettore dei media si puntasse sugli avvenimenti di piazza Navona era proprio quello di “estremizzare” la forma. Così il comune cittadino, che normalmente usa internet per chattare e collegarsi ai siti hot (ma rigorosamente in privato, scandalizzandosi in pubblico per una parolaccia), informato dai giornali e dai TG delle volgarità in piazza, una volta tanto lo usa anche per informarsi. Perchè è inutile negarlo, la curiosità la vince. Cosa avrà detto la Guzzanti di così terribile? Vediamo, vediamo se lo trovo su youtube...»
Infatti, per me è andata proprio così.
E condivido. Condivido il modus di Sabina Guzzanti.
Condivido l’esasperazione.
Condivido la preoccupazione del vivere attuale e d’un futuro che mi dà ansia.
I parlamentari sono diventati la nobiltà da noi mantenuta. Da noi, popolino italiano, che non abbiamo più monete per arrivare alla fine del mese, che ci arrabbattiamo nel sopravvivere, tirando la cinghia ogni mese ed anno che passa, dallo scandalo di Tangentopoli che ha fatto saltare i castelli di carte, ad oggi, in cui la nostra Polis è un intreccio d’interessi e d’affari sporchi alla luce del sole.
Come ha detto Sabina Guzzanti:
“La rivoluzione non si fa al Centro Commerciale”.
(Citazione da Tolstoj: “Per vivere con onore bisogna struggersi, turbarsi, battersi, sbagliare, ricominciare da capo e buttar via tutto, e di nuovo ricominciare a lottare e perdere eternamente. La calma è una vigliaccheria dell'anima”)
Anche la Rivoluzione è da condividere.
Concludo tornando da dove sono partita.
Le parole di Tolstoj che fecero decidere a Chris di lasciare il suo isolamento erano sul libro “La felicità familiare”:
«Soltanto ora capivo perché egli diceva che la vera felicità sta solo nel vivere per gli altri. […]»
Sul libro “Il Dottor Zivago”, accanto a «Si accorsero allora che solo la vita simile alla vita di chi ci circonda, la vita che si immerge nella vita senza lasciar segno, è vera vita, che la felicità isolata non è vera felicità. […] Era questo che amareggiava più di ogni altra cosa», Chris scrisse:
“Felicità è vera soltanto se condivisa”.
18 commenti:
Cara dandapit, dopo la pre, hai veramente svolto la messa!
Comunque interessante questo post!
@danDapit
grazie! contenta che ti piaccia, è lungo, lo so... ma per fortuna sei riuscita ad arrivare fino in fondo!
baci!
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Mia cara dandapit, che fai un dialogo con te stessa? ti scrivi i commenti da sola?
baci anche a te, ma riprenditi!
@danDapit
beh, era per non vedere "commenti 0", così ora è "commenti 1", non si fa??
Volevo CONDIVIDERE, per ora condivido con me stessa! ;o))
...
salut!
^__^ .. ma che Donna simpatica!
La verità è che hai messo un bel pò di carne al fuoco..dacci tempo..
..piuttosto la verità è che non ho spirito per vagare e commentare troppo in questi giorni..a volte succede..e alcune motivazioni le hai ben descritte nel Post....
...quindi per ora ti mando un abbraccio sincero..a frappè!!
;-)
Angie
eh eh!! Lo sapevo che se rompevo il ghiaccio dello ZERO, poi qualcosa giungeva!!!
Meno mal che simpatica son!! *__*
...va bene, vi do tempo, lo so che ho messo molta carne sul fuoco, quando niente e quando troppo!
Quali sono le motivazioni scritte nel post? la nostra deludente situazione italiana?
Anyway, I know!!
sì, so quando prende a non girovagare e commentare, conosco bene quei "sintomi"...PER ORA -quindi - BACI! e a frappè!!!
;-D
Sei unica ^_^
ma anche terribile.... fai invidia al papa per questa omelia così lunga!! ;-)
Spero di riuscire, prima a poi, a commentare come si deve... sai cos'è, un post così non merita due righe... :(
baci...*
@Rosex
eeeh sì, qui con la "scusa" che è lungo e denso, alla fine nessuno si esprime!
Va bè, non è un post per l'estate, sicuramente! ma il mio stato d'animo "era" quello, perciò...
Baci e a presto!
Non era un post per l'estate, dici? In realtà è un post necessario, che descrive una situazione che tutti abbiamo sotto gli occhi. UN post duro, dfficile da digerire e non per la lunghezza ma per quel che dice. Sonbo d'accordo, anche se a me la Guzzanti non è piaciuta per niente. Non che non avesse ragione, ma non era quello il modo. Dal mio punto di vista, non è mai quello il modo. Forse per questo continuo a languire nel limbo delle persone cortesi che tentano di mediare, di trovare punti d'incontro, di predicare tolleranza e discussione civile.
Buona estate Dandapit, a te e a tutti noi.
..."So' che devo leggere il Libro..e vedere assolutamente il film..grazie per avermelo ricordato con un Post così emozionante.."
Questo è stato il mio commento ad uno splendido Post simile al tuo..di un amico Blogger che ha deciso di lasciare la Blogsfera...per avventure più importanti..per la la sua vita credo...
Non ho letto e visto ancora nulla...ma quando accadrà..ho l'impressione che sarà saranno solo più chiare alcune verità che ognuno di noi già conosce e forse nasconde..cela volutamente a se stesso/a....
In un epoca come questa "condivisione" è una parola pericolosa...mina le nostre pseudo-posizioni..il nostro microcosmo fatto di egoismi..ed ismi di ogni genere...
Io non ne sono fuori..e lo so..e già saperlo è qualcosa credo..ci sto lavorando...ogni tanto mi prendo una pausa...e non dovrei...ma prima o poi i lavori termineranno..
Se consideriamo poi non solo le "costrizioni " interne a noi...ma quelle esterne di cui scrivi...beh...è superfluo affermare che siamo messi proprio male...che facciamo?
...abbracciamo i fucili? no..il sangue porta sangue......diventiamo tutti Buddisti nonviolenti...magari..vivremo con molta ansia in meno...
...dobbiamo dare un senso alla "partecipazione" di cui cantava Gaber?...forse...
...in ogni caso armatevi e partite...siamo Italiani..è questo che succederebbe..sono un pò pessimista..lo ammetto!...ma già peggio di così non si può..quindi "partecipiamo" di più...
Io comincio partecipando (nonstante la Luna storta di questi giorni) a questo rettangolino di commenti..ad un Post importante e variopinto come il tuo...e scusa se è poco..eh eh!!!!
E poi non ti lamentare che non passiamo a salutarti!!!!!!
Un abbraccione!!!!
^__^
ANNICHILITO DA COTANTO POST:
potrebbe nascerne un intero blog a se stante!
Un abbraccio, era tanto che non passavo di qui... scusa.
Oh danDapit cara, che ti è successo? Ti ha fatto male stare tanto a lungo senza scrivere. Condivido quello che scrivi nello spirito e nella sostanza: la felicità vera solo nella condivisione ed anche tutto il resto compresa la Guzzanti ma tu considera il mio essere andata fino in fondo al post una grandissima prova di amicizia, ché questo è. Bacio arietina. ;)
@LauraEtLory
Grazie Laura per il tuo commento e per il suo contenuto.
Riguardo al modo in cui la Guzzanti ha espresso il suo dissenso, anche se io stessa ritengo che occorre sempre trovare le parole per creare il dialogo, quindi non iniziare con "l'attacco" e nel caso di una "denuncia pubblica" quale quella avvenuta sulla piazza, non usare termini di provocazione estrema, ebbene, non riesco a percepirne "la violenza". Forse perchè sento che ciò che sta accadendo e la realtà che si sta instaurando mi stanno psicologicamente violentando giorno dopo giorno.
Non è violenza psicologica sapere che una donna, ministro delle pari opportunità, è lì perchè un uomo al potere le ha dato quel posto in cambio di favori di grazie femminili?
In "Memorie di una maîtresse americana" Nell Kimball scrive: «Ogni ragazza siede sulla sua fortuna, e non lo sa».
Anche se l'Italia non è un Bordello, le donne che sanno usare quella massima, fanno strada! Altro che pari opportunità!
E chi ha in mano i giochi del potere, con i posti da spartire?
L'uomo, la Chiesa, lo Stato.
Insomma, senza finire in un labirinto di polemiche e luoghi comuni, senza pettegolezzi, moralismi o violenze verbali, come si può dialogare se prima la denuncia non è forte e veemente e se la sua eco non rimbalza fino a scuotere?
Gandhi ha scosso la coscienza umana attraverso un'opposizione ferma e "provocazioni", come la marcia del sale.
Ma le sue opposizioni e provocazioni, all'epoca, suscitavano non di meno scandalo.
Qui fermo la mia "arringa"! ^_^
Grazie e buona estate a te e Lory, e buona rivoluzione all'Italia se si desta!
@Angie
Bentornata sul post, cara!
Rispondendoti al capoverso:
In un epoca come questa "condivisione" è una parola pericolosa...mina le nostre pseudo-posizioni..il nostro microcosmo fatto di egoismi..ed ismi di ogni genere...,
punto la messa a fuoco sul fatto che le fondamenta su cui l'umanità può costruire sono solo i VALORI.
Quali valori abbiamo?
Se il valore è il piccolo star bene, vince l'individualismo, il mio cavarmela, il mio ritagliarmi la mia piccola fortuna; siamo in un'epoca in cui l'individualismo è il massimo dei valori. La cosa più "facile" è vivere muovendosi in superfice: facile perchè gli scopi sono raggiungibili attraverso dei compromessi.
Tu dici che la parola "condivisione" è PERICOLOSA, e dici anche che MINA...
usi parole che ricordano le guerre, i conflitti: PERICOLOSA è un'arma. Ciò che fa saltare in aria è una MINA.
Una crisi di coscienza fa saltare le proprie convinzioni; ciò che fa PAURA lo vediamo PERICOLOSO.
Tutto questo perchè, se non perchè alla base i VALORI sono capovolti?
Può far PAURA la condivisione come un'arma o una bomba?
A cosa stiamo dando valore in questa epoca attuale?
...
Io sono buddista, non per questo non ho ansie. Non sono un monaco che si è ritirato dal mondo per vivere solo di spiritualità, sono buddista vivendo in questa realtà in cui gli esseri umani intrecciano relazioni malsane. E qui, in questa realtà, le cose vanno tarsformate; non in una dimensione di spiritualità astratta!
Grazie infinite per il tuo commento, e GRAZIE di aver iniziato proprio da questa finestrella!! :-)))
Grazie a te per lo spunto e la riflessione..concordo con il contenuto della tua risposta...non fa una piega!
:-)
P.S
L'uso di alcuni termini era riferito all'uso comune che se ne fa..che percepisco...non al mio..di uso!
:-D
@Angie
La mia era un'analisi dei termini "in uso comune", e del modo (inconscio) d'utilizzarli; entrambe le cose sono significative per comprendere lo scenario della realtà che "sentiamo" di vivere, e per svelare i meccanismi mentali che si celano in semplici parole, strumenti di ESPRESSIONE.
Un'analisi allargata, non mirata a te!
:-)
...Dimenticavo: "l'amico Blogger che ha deciso di lasciare la Blogsfera per avventure più importanti per la la sua vita...", PER CASO, è Diego?
Diego d'Andrea?
Mi sa di sì!!
Bax Bax!! :-*
@Daniele Passserini
dai, non ti scusare! Io pure sono sempre latitante!!!
Annichilito??
Caspita! qualcosa di meno distruttivo? Non so... sorpreso, ammirato, scosso, turbato, indotto alla riflessione, arricchito...? ? ?
No: ANNICHILITO! e va bè!!!
Ok, mi diverto a giocare con i termini, ho compreso ciò che intendi, ma lasciami far la burlona!! :o)
un abbraccio!
@Giulia
Ti prendo sulla parola e alla lettera: considero il tuo essere giunta fino in fondo al post una GRANDISSIMA prova di amicizia!
(mi fai sentire un po' come quelle madri che ottengono che i figli finiscano tutta la porzione dello sformato per amore... anche se stanno scoppiando... Ma va bè! Mi rendo conto ancor di più che è proprio per amicizia/stima!!!!!)
°__°
*__*
;-**********
No...Danda..non è Diego..che leggevo con piacere anche se non assiduamente..
è Lo Zingaro:
http://fanculopensiero.blogspot.com
Grazie Angie della risposta... Ero convinta fosse Diego perchè le parole del suo commiato assomigliano alle motivazioni dello Zingaro...
Quanti sono i blogger che stoppano la pubblicazione dei loro pensieri! :-(
Bacio!
Lo immagineresti? Dopo un lunedì passato di corsa ad andare e venire da roma mi è venuta la febbre a 40°...e non lesino sulla temperatura! :(((
Però adesso mi sono ripresa, con ancora un po' di mal di testa ma senza febbre. Si vede che il troppo stress alla fine mi ha atterrata..!
..l'essere nomade ci ha sempre riempiti di gioia. Eh, già. Anche se ultimamente comincio ad avere allergia ai treni, mi è sempre piaciuto viaggiare, spostarmi in posti nuovi, guardare con occhi stupiti ciò che mi circonda e apprezzarlo... meglio se in compagnia :)
Avevo anch'io tre anni quando nacque mio fratello: ero felice. Fino ad allora giocavo da sola, parlavo e cantavo da sola per farmi compagnia, e invece avevo realizzato che finalmente non sarebbe stato più così: un compagno di giochi e di vita stava arrivando per me! Ero così felice che gli regalai il mio peluche preferito, portandoglielo in ospedale... peccato che però dormisse profondamente quando glielo diedi! ;)
La gioia di vivere deriva dall'incontro con nuove esperienze: ricordo che i miei compagni universitari, quando li salutavo la mattina al primo incontro della giornata, avevano sempre da stupirsi del fatto che io sorridessi loro nel salutarli.. non mi son mai spiegata cosa ci fosse di così tanto strano nel salutare con un sorriso una nuova esperienza da condividere insieme.
Tasto dolente, quello sull'Italia. Una delle poche cose che a pensarci non mi fa affatto sorridere. Sento così vicina alla mia la situazione di Morgan... io che ora cerco di spiccare piccoli balzi per arrivare ad un'indipendenza tanto sognata, vedo ovunque attorno a me fantasmi che cercano di incutermi paura e minare la già precaria stabilità che cerco di formare attorno al mio futuro... Non voglio pensarci davvero, non voglio fermarmi a riflettere troppo... però so che esiste questo problema, e non è così bello essere disillusi alla prima esperienza lavorativa, anzi prima ancora di iniziarla! :(
La Guzzanti non l'ho sentita...mi perdoni se non mi va di cercarla ed ascoltarla? A volte non ho voglia di parole grosse e decise. A volte voglio mantenere l'atmosfera ancora sognante che gravita attorno alla mia testa... a volte. Sarà che è tempo di vacanze? Forse sì. Lasciamo i pensieri seri al ritorno a settembre... (non mi sgridare! :p)
Lascia che io ripensi lievemente ad un pomeriggio al mare, agli occhi che osservano la città nuova, alle gambe a spasso in un parco alle due del pomeriggio alla ricerca di ombra, ad un gelato stupendamente buono alla menta e vaniglia alla cannella, lascia che io pensi ai sorrisi, e alle parole condivise, e a occhi che rispondono e a mani che si salutano..
Mi è piaciuto molto il tuo delicato ricordo di quando eri bambina e del tuo rapporto col fratellino.
Come già ti dicevo, quella parte di bambina è rimasta viva dentro di te, e di questo ne sono felice, perchè senza essere un pò bambini la vita si prende in maniera troppo seria ed egoistica.
Per quanto riguarda il titolo del post, sono assolutamente d'accordo:
La Felicità è vera soltanto se condivisa... Chiusa nella prigione di noi stessi la felicità prima o poi muore...
@Rosex
Carissima!! anche tu mantieni le promesse, tornado sul "luogo del delitto"! ^__^
...
Immagino la piccola Rosex col suo peluche da donare all'inerme batuffolo... Quanta è tenera l'ingenuità dei bimbi! e Come è buffo andare a rivisitare "quei luoghi" nella memoria, stanze intatte, dove immagini, sapori e colori SONO la dimensione eternamente bambina del nostro essere!
... e il SORRISO fa parte della dimensione bambina che non lasciamo sopire in noi!
(e lo dice una che ha un sorriso che sembra una perpetua risata!)
...E la situazione dell'Italia, che adesso ci spegne il sorriso, caspita! Cambierà, deve cambiare, anche se ora ti proteggi con la disillusione... La speranza è il motore per renderci anche artefici di trasformazioni!
...Circa la Guzzanti, non devi "cercarla", basta che clicchi dal mio post, nel rigo "Ora ho recuperato i vari YouTube con il discorso di Sabina Guzzanti", lì trovi, su un altro blog, la raccolta dei youTube, senza sforzo alcuno!
...E ciò non toglierà nulla ai ricordi di un pomeriggio nel parco cercando di non far sciogliere un gelato! *__*
Ti aspetto alla prossima puntata romana!
Un bacione
@Pier
Non ci posso credere!!!!
sei tornato a commentare, blogger "redivivo"! Grazieee!!
E grazie per la tua sensibilità nel cogliere quell'aspetto di me che mi è tanto caro! (ma spesso viene frainteso!)
...e siccome importante è condividere, ora -quasi subito o giù di lì- andrò a leggere il tuo nuovo post! :o)))
un abbraccioooooooo
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