24 settembre 2009

Ecosistema: solo animali di peluche!


SCIENZE/ANIMALI

"Panda troppo costosi, lasciamoli estinguere"
Provocazione da Londra. Chris Packham, conduttore di programmi sulla natura della Bbc, lancia la sua proposta: "Sono in un cul de sac evolutivo, stacchiamo la spina"
di FLAMINIA FESTUCCIA

LASCIATE che i panda si estinguano dignitosamente. Un singolare appello contro l' "accanimento terapeutico" che arriva dalla Gran Bretagna, per voce di Chris Packham, famoso naturalista e conduttore di programmi sugli animali. Che ha fatto insorgere gli animalisti.

Nella sua intervista alla rivista Radio Times, Chris Packham non è stato tenero con i grandi orsi bianchi e neri simbolo del Wwf: "I soldi spesi per la conservazione di questa specie potrebbero essere impiegati meglio, i panda sono entrati volontariamente in un cul de sac evolutivo". Da qui la proposta di "staccare la spina". Anche perché, ha aggiunto il naturalista britannico, "è inutile continuare a farli riprodurre in cattività se poi l'habitat dove reinserirli non esiste più".

La dieta. Morbidi, pigri, goffi, i panda sono animali davanti ai quali nessuno nasconde un moto di tenerezza. Eppure le parole di Packham hanno un fondamento. Il panda, infatti, appartiene alla stessa famiglia degli orsi, e come quelli tecnicamente sarebbe onnivoro. Anzi, il suo apparato digerente sarebbe quello di un carnivoro, ma da tempo la specie si è adeguata a una dieta composta quasi esclusivamente di bambù. Proprio per le difficoltà di assimilazione delle foglie, il panda ne deve mangiare circa 40 chili al giorno, e la lunga digestione gli conferisce quell'aspetto assonnato da orsacchiotto di peluche.

La riproduzione. Il panda è pigro anche in amore: raggiunge la maturità sessuale molto lentamente, e il periodo fertile di una femmina dura solo due giorni all'anno. Dato che si tratta di un animale solitario, poi, l'incontro tra i sessi non è sempre garantito, e per di più anche dopo l'accoppiamento solo una femmina su tre riesce a portare a termine la gravidanza. In ogni cucciolata possono nascere uno o due piccoli, ma la madre, sia in cattività che in natura, ne alleva sempre e solo uno, abbandonando l'altro. Ma nonostante concentri tutte le sue cure su un figlio solo, la mortalità infantile è comunque elevatissima.

In natura sopravvivono circa 1600 panda, secondo le stime del Wwf, minacciati dalla scomparsa del loro
habitat per mano dell'uomo. Ma sono molti, soprattutto in Cina, i centri dove si tenta la riproduzione in cattività. Addirittura si sperimenta una tecnica per cui la madre viene "ingannata" scambiando continuamente i cuccioli, in modo che li accetti e li allevi entrambi. Ma il problema sta anche a monte: per favorire l'accoppiamento tra gli animali impigriti e privi di interesse per l'altro sesso, si prova di tutto: dai feromoni ai "video a luci rosse", sperando che la vista di altri panda beatamente intenti alla riproduzione possa far riaffiorare gli istinti sopiti.

Le proteste. Il panda però è e rimane un animale simbolo della lotta per la protezione delle specie, e l'idea di "staccare la spina" ha fatto inorridire molti. "Chris ha detto una cosa sciocca, da irresponsabile", ha dichiarato Mark Wright, studioso di scienza della conservazione e consigliere del Wwf, che ha aggiunto: "I panda si sono perfettamente adattati al luogo dove vivono. Le montagne costituiscono il loro habitat e lì hanno a disposizione tutto il bambù che vogliono". Ma Chris Packham ha rincarato la dose, gettando ombre anche sul futuro delle tigri: "Difendere un animale che vale più da morto che da vivo sarà molto difficile, non credo che le tigri possano vivere altri 15 anni".

Tesi logicamente ineccepibili, quelle del conduttore britannico. Che di certo avrebbero suscitato molte meno polemiche se si fosse trattato di zanzare o pipistrelli. Ma pensando ai danni fatti dall'uomo all'habitat di tante specie, agli animali che si sono estinti, ripensiamo ai panda. Per quanto inadatti, inutili e costosi possano essere, siamo davvero pronti a lasciarli andare via per sempre?

(24 settembre 2009)

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