28 febbraio 2007

LA RUOTA e IL FRENO "COINCIDONO"

Ogni cosa sembra ritornare in modo ancora più fantastico della stessa immaginazione.
Facendo riferimento ad un
post che scrissi a metà dicembre, e ripartendo da lì, oggi proseguo.

Scrissi:

"Pranzo di Natale 2003.
Sulla tavola, insieme al mio segnaposto, trovo una citazione di Nietzsche.
Purtroppo non l'ho conservata, ho provato a cercarla, ma non l'ho trovata.
Perciò ora la riporto come la ricordo. Parlava della ruota e del freno. Più precisamente si addentrava nel rapporto tra la ruota ed il freno!
La ruota nel suo movimento gira, il freno la blocca.
Immediatamente mi identificai con la ruota: nel mio immaginario subito andai alla sofferenza della ruota nell'essere frenata. La citazione di Nietzsche però puntava oltre, soffermando l'attenzione sul fatto che anche il freno, nel bloccare la ruota, si fa male.
Fui molto colpita di trovarmi come segnaposto sulla tavola, la citazione che riguardava il rapporto tra la ruota e il freno. Non credo alle causalità, infatti penso che niente di ciò che nella vita ci si pone di fronte sia un caso! Così restai di marmo davanti alla citazione che, aspettandomi accanto al piatto del pranzo natalizio, mi puntualizzava una determinata relazione tra la ruota ed il freno!
Bilancio. Io sono "la ruota", colei che gira veloce, in movimento, sempre avanti, sempre a correre, senza rendermi conto che forse "gli altri" non hanno i miei tempi! Io divoro la vita, ma c'è chi ha meno fretta di crescere, di capire, d'affrontare, comunicare, confrontarsi... meno fretta di imparare, meno fretta di essere.
Meno fretta d'amare, poca voglia di lasciarsi amare.
Spesso nella mia corsa mi sono sentita bloccare.
Io desideravo fare un passo, l'altro no.
Io volevo decidere qualcosa, l'altro no.
Io volevo intraprendere o provare, o avventurarmi, l'altro no.
Bloccata, frenata. Aut aut: o andavo da sola, o non andavo.
Non mi era capitato di riflettere sul fatto che anche il freno si fa male nel bloccare chi corre veloce!
Per frenare deve restare appoggiato, consumandosi nell'attrito, sul movimento della ruota lanciata nella sua dinamica in corsa, finché essa non s'arresti.
Bel lavoro! Doloroso per la ruota, doloroso per il freno."
*********************************************************************

Proseguo.

La citazione l'avevo cercata a lungo prima di decidermi a scrivere il post senza averla fra le mani precisa e tangibile.
(Avevo anche fatto una ricerca su internet, ma di tante citazioni di Nietszche, questa non appariva menzionata da nessun parte)


Successivamente, a post ormai pubblicato, mi trovai a chiedere a Giuliana, colei che l'aveva posta sulla tavola a Natale 2003, se l'avesse conservata.
Mi rispose che era una citazione che aveva dai tempi del liceo, che la teneva custodita in un'agenda, e che me l'avrebbe fatta avere presto.
Durante il mese di gennaio, incontrandoci, Giuliana mi diede notizia di non riuscire ancora a trovare la famosa citazione. Se ne era ricordata, l'aveva cercata, ma continuava a non riemergere dalle sue carte e appunti.
Pensai che, nonostante avessimo tanta determinazione, evidentemente vinceva l'irreperibilità!
E sorrisi.

I primi di febbraio, controllando la posta all'indirizzo riservato ai contatti-bloggers, vidi spuntare una mail di Giuliana, la quale, come tutti i miei parenti, non sapeva che avessi aperto un blog!
Attimi di stupore e smarrimento: che ci faceva la sua mail fra i contatti-bloggers?
Allora era capitata nel mio blog!
Ma come?
Mille domande attraversavano la mente mentre cliccavo sulla mail per aprirla, leggerla, e mentre con avidità cercavo le infinite risposte ai veloci pensieri che sfrecciavano dentro.

Aprii, e lessi:
@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@

"La ruota e il freno
hanno doveri diversi,
ma ne hanno anche uno uguale:
Quello di farsi male a vicenda!"
(F. Nietzsche)


"Sai...non riuscivo a trovare l'agenda dove avevo annotato la frase che mi avevi chiesto ...così ho pensato: ora provo a cercare su internet, e digito:

"La ruota e il freno Nietzsche..."

Entro nel primo sito che mi dà come risultato e leggo:

"Pranzo di Natale 2003...."
proseguo nella lettura...e, ma tu guarda...
C'è qualcosa di familiare in queste descrizioni..
...No, non può essere ....e' una coincidenza... toh...ma quel cancello nella foto lo riconosco .... ma sì!.... Sono entrata nel tuo blog... involontariamente...beh!
Una strana coincidenza, se pensi che in internet stavo cercando una cosa per te...
che del resto non sono riuscita a trovare su internet.

Poi, appena giunta a casa, sono andata a ricercarla, di nuovo, fra le vecchie agende... e...
...Appena aperta la prima agenda fra le mani, è saltata fuori... come per magia!
(Devi sapere che era una agenda che già avevo consultato alla ricerca della frase per ben due volte senza riuscire a trovarla ...)

Beh ...se questa non è una casualità...
Se non credi alla casualità...
Quale il senso di queste coincidenze?
Però ... mi è sembrato di violare il diario senza il permesso...
Scusa, ho pensato faccio finta di niente ... non le dico niente...del resto è stata una cosa involontaria...o predestinata...
...il fatto che per quanto cercassi a casa non riuscissi a trovare quella frase... il fatto che era lì nell'agenda sotto il naso, sfogliata e risfogliata...
E che infine provassi a cercarla in altro modo...cioè: su internet!
mah!
Bando alle ciance, l'HO TROVATA!

Insieme a quella, nella stessa pagina avevo trascritto un'altra frase di Nietzsche:

"ogni spirito profondo
ha bisogno di una maschera;
e più ancora intorno ad ogni spirito profondo
cresce continuamente una maschera
grazie alla costantemente falsa,
cioè superficiale interpretazione
di ogni parola, di ogni passo, di ogni segno di vita che egli dà"

Ora ti saluto ... ciao da Giuliana!
Forse un pò streghe lo siamo veramente!"
***********************************************

Ecco allora la famosa citazione di Nietszche!
La ruota e il freno "coincidono"!

Nietszche parla di "Un Dovere" in comune.
La parola "dovere", però, a me non piace.
Preferisco interpretare il filosofo nel significato di complementarietà di ruota e freno, al pari di una comune missione:
la ruota quella di andare, il freno quella di frenare, ma l'una collegata strettamente all'altra; in tal senso la loro "missione" comprende il farsi male a vicenda.

E' il movimento del mondo, il movimento di ogni cosa: espansione, contrazione.
La stessa nascita avviene attraverso delle contrazioni che servono per dilatare il passaggio verso la luce.
E' doloroso, ma necessario, e poi, infine: bellissimo!

Senza questo movimento, necessario, di giro di ruota e di freno, di corsa ed arresto, di espansione e contrazione, si resterebbe nell'omeostasi, fermi, senza respiro (inspirazione-espirazione/allargamento-svuotamento).
E qui la ruota, che mai s'arresta se non con colpi bruschi d'un freno, ha dato un suo nuovo contributo, un passo avanti ancora, grazie a Giuliana, che con Nietszche, ha aggiunto:

"ogni spirito profondo
ha bisogno di una maschera;
e più ancora intorno ad ogni spirito profondo
cresce continuamente una maschera
grazie alla costantemente falsa,
cioè superficiale interpretazione
di ogni parola, di ogni passo, di ogni segno di vita che egli dà"

Giuliana l'ha trovata accanto alla citazione sulla Ruota e il Freno dopo aver scoperto -per caso- che io avevo un blog;
inaspettato per lei, ha visto in me una maschera dietro cui celavo qualcosa della mia vita.

E qui io cammino,
passo su passo,
parola su parola,
riflettendo sul fatto se abbia o meno una maschera che mi cresce sopra,
...grazie alla costantemente falsa,
cioè superficiale interpretazione di ogni parola,
di ogni passo, di ogni segno di vita che ... io do?

Io do superficiale interpretazione?
O sono soggetta a superficiali interpretazioni delle mie parole, passi, segni di vita...

Come si interpreta questo passo di Nietzsche circa la profondità di una persona che diviene maschera per gli altri?

22 commenti:

danDapit ha detto...

Solita Nota sulle Foto
Otto foto.
Quattro sono by danDapit;
una è di Doisneau.

Delle quattro di cui sono autrice:
tre sono i soggetti con le bici,
una è il ritratto allo specchio.

Casa Russia ha detto...

Non serve interpretare la maschera come una cosa negativa. Oserei dire falsa o meschina tanto per accentuare e gonfiare il concetto anche rischiando di ingrossarlo ingiustamente. Ognuno di noi è qualcosa di unico e irripitibile e di conseguenza di incomprensibile a qualsiasi essere esistente in quella che è la nostra totalità. La nostra trasparenza a volte non è tale nenche a noi stessi figuriamoci al prossimo. Il prossimo avrà sempre una vaga idea di quello che abbiamo dentro ma questa non sarà mai completa, resterà sempre leggermente torbida. E non per un difetto di qualcuno ma semplicemente perchè va al di là della comprensione umana. Suppongo.
La maschera quindi è come l'abito del monaco, la cresta del punk, la minigonna dell'adolescente e così via... Sicuramente non del tutto rappresentativo ma utile nell'indirizzare un giudizio, una opinione, talvolta un marchio. E' come l'olio per motori, che unge la catena della bici e quando il freno ha fatto il suo dovere aiuta la ruota a ripartire a tutta birraaaaaaaaaa!
Un bacio.

Casa Russia ha detto...

He he he! pensa te, sono riuscito addirittura ad essere il primo sta volta. E' un evento fuori dal comune! E allora segno il momento lasciando un secondo commento, assolutamente inutile. Del tipo: C.R. was here...

Hari Seldon ha detto...

Bella storia e belle foto, soprattutto l'ultima

ROKKO ha detto...

Ciao Dan, ci sono la mia lunga assenza è finita! Ora cerchero' di essere piu' presente nella tua casuccia e anche nelle altre.....grazie per aver commentato nel mio blog anche se non arrivavano mai risposte!
bacio....
ciüüüsss

s(k) ha detto...

Ti do una mia interpretazione della frase di Nietzsche, quella della maschera.
Per anni mi sono chiesto chi cavolo fosse quella faccia sulle magliette. Poi un giorno, verso gli 11 anni, ho ritrovato la stessa foto sulla copertina di una rivista. Sotto c'era una scritta che non comprendevo: CHE GUEVARA. Che guevara? Ma che vuol dire? Che è? Dialetto? Tipo "che palle" roba così?
Lo so che passo per deficiente ma avevo 11 anni e di certe cose non sapevo niente.
La prima volta che ho sentito parlare di "Cé Ghevara" è stato un anno dopo, alla radio. Ne parlava, pensa un po' te, Jovanotti: raccontava il mito di questo rivoluzionario sudamericano. Ho fatto 1+1=2 e ho scoperto l'arcano.
Da quel momento sto Cè Ghevara me lo sono ritrovato sempre in mezzo. C'erano anche libri su di lui, ne ho sentito parlare anche altre persone, lo citavano alle assemblee studentesche, se andavi a una manifestazione c'era sempre qualcuno col suo faccione su una bandiera.
Il mio primo vero incontro con Che Guevara è avvenuto un mese fa. Per casa è passato il suo diario di viaggio "Latinoamerica" dal quale hanno tratto anche il film "I diari della motocicletta". Film bellino, ma leggere le sue parole è un'altra cosa. Non perchè siano parole meravigliose ma perchè sono LE SUE parole e non quelle che gli mette in bocca qualcun'altro. Sono riuscito a leggere solo una decina di pagine poi ho dovuto restituire il libro. Mi sono promesso di procurarmelo appena posso.
Leggo "Un uomo" della Fallaci e ritrovo un concetto simile. La figura del rivoluzionario greco Panagulis è quella dell'uomo solo: personaggio scomodo per troppi, abbandonato anche da molti suoi stessi compagni, diventa simbolo per un intero popolo dopo la sua morte. La Fallaci lo rende una maschera da eroe dell'ultima tragedia greca contemporanea tra le pagine del suo libro.
Anche Nietzsche è diventato una maschera. Filosofo tra i più discussi del suo tempo oggi diventa citazione che finisce sulle magliette o sui biglietti natalizi. Nessuna intenzione di offendere, sia chiaro. Anche la mia interpretazione che lascia il tempo che trova è una mascherina innocua e parziale. Un paio di bei libri di Nietzsche albergano da anni nella libreria di famiglia. Forse è il caso che mi decida a prenderli in mano una buona volta.

assunta altieri ha detto...

E' un post che dà adito a molti commenti. Scelgo il canale "maschere".

Da narcisista, fascista quale era, Nietsche ha voluto profondamente imprimere il suo io, valido solo nella rappresentazione che lui ne dà. Chiunque altri non può osare elevarsi al commento di quell'io senza essere un maschera della sua profonda spiritualità.

Non condivido perché penso che noi siamo come ci vediamo noi ma anche come ci vedono gli altri. Perché penso che le maschere che creiamo siano il risultato di paure profonde. Sono proiezioni di noi che vogliamo riversare su chi ci sta attorno, di ciò che vogliamo che pensino di noi gli amici, il capo, i colleghi, gli uomini/l'uomo, le donne/la donna...talvolta anche noi stessi.
(Ne ho scritto nel post "Conosci te stesso)

Sono profondamente persuasa della necessità di liberarci delle tante maschere e conoscere e far conoscere la nostra unica faccia.

sonia ha detto...

Ciao Dan, me lo sono gustata tutto sto post!
Ma quello la parte che più mi ha fatta riflettere, è il racconto sulla ruota e il freno. Anche io non credo fermamente nelle causalità, siamo noi a provocarle. Siamo solo noi gli artefici della nostra vita, e lo diventiamo soprattutto se impariamo a non mettere i freni nella nostra vita. È vero che il freno può anche arrivarci dall'esterno, ma spesso, il più delle volte dovuto dalle paure, siamo noi che lo tiriamo.Bisogna saper imparare come e quando tirare il freno.
A volte succede che, il freno si rompe a furia di usarlo continuamente, e quando il freno non funziona più allora si va a ruota libera, e questo per molti porta alla follia o alla depressione più totale.

Bel post Dan,mi ci perderei dentro a riflerre e parlare dei freni e delle ruote.

Buona gionata.

ps: complimenti per le photo ;)

Anonimo ha detto...

a me piace la foto in cui sei semi nascosta dalla foglia secca...sembra che quella foglia stia li' apposta per celare, o meglio, per difendere ...

danDapit ha detto...

A TUTTI
Desidero rispondere ai commenti sulla maschera non subito, per lasciare che l'interpretazione di ciascuno resti libera, priva di condizionamenti per una mia eventuale espressione.
Quando vedrò che più nessuno si aggiunge, allora risponderò!

Grazie però, fin da ora, della vostra partecipazione e dei suggerimenti, opinioni, visioni...
Sono utili e preziosi!

Per ora rispondo solo a chi non ha espresso qualcosa sul tema.

CasaRussia -commento n°2-
Sorrido sul tuo ritorno per aggiungere che sei stato il Primo a postare un commento!
Mi fai pensare all'astronauta che a messo per primo il piede sulla luna!!
Bè..in fondo non è sbagliata come associazione di pensieri!! eh eh!
Quello era un americano, tu sei un russo!!! hi hi!!
(E questa è una delle mie maschere! Non sono affatto una persona seria, spesso sparo scemate!)

Ciao Grig,
le licenze artistiche mi piacciono!!!

Riccardo
Grazie, sì..la foto del ritratto è sempre piaciuta molto...in effetti: è bella! Fui brava!!!!
;-))

Rokko
Ohilà! finalmente!!!! Era ora!
Farai un post raccontando cosa hai combinato in un mese di iper-attività lontano dal blog???
Dai, soddisfa la Bloggers'curiosità!
Un bacione... e grazie della visita!

Anonimo
Ti dirò una cosa di cui mi sto rendendo conto ora... A me turba parlare con un anonimo...
così celato...
E' vero che ho lasciato i commenti aperti anche agli Anonimi, ma resta la curiosità di sapere chi mi lascia delle frasi, e il mistero intorno a dei pensieri che forse appartengono a qualcuno che, chissà se conosco.. sì, ..oppure no... ?

Chi ti dice che il volto dietro alla foglia, sia proprio il "mio"?
(sì, quel volto è semi-celato: non a caso la scelta di tale foto ad accompagnare la citazione sulla maschera.
Cogliesti il legame...)

Per: CasaRussia n°1, K, Assu, Sonia!... A presto...baci!!

Pier ha detto...

Decisamente direi che non dai interpretazioni supeficiali, in quello che scrivi e pensi, e quindi in sostanza in come vivi. Mi sembra che osservi attentamente le cose che ti circondano e come dici tu stessa hai la vocazione ad allargare le tue conoscenze e i tuoi confini.
Il freno... Penso che sia necessario. Usato troppo ti blocca e si consuma inutilmente ma usato con criterio aiuta a non sbandare troppo; anche sbandando troppe volte la ruota si consuma...
Nietzsche non lo seguo affatto, ma la frase in questione credo spieghi il destino di uno spirito profondo, in continuo conflitto con sè stesso e alla ricerca di cose che spiriti superficiali non immaginano... e quindi sembra diverso, sembra indossare una maschera dai lineamenti indefinibili, che possono spaventare. Per questo, paradossalmente, lo spirito superficiale e sensibile è costretto a portare una maschera per potersi far riconoscere...
Ma questa è solo la mia interpretazione, sulla quale non mi trovo neanche del tutto d'accordo...

El Cabezon ha detto...

Ciao Dandapit!!
A rieccomi.....
Buon fine settimana!
Ros

danDapit ha detto...

@Pier
Grazie per le tue belle parole!
Per ora non mi esprimo ancora, attendo altri passaggi e altre interpretazioni, .....anche una dama molto attesa che ho appena visitato mentre, nei pressi del Palazzo del Podestà regalava parole d'amore ad amanti e fanciulli, distribuendole come manciate di coriandoli!

Ma nel frattempo ti ringrazio e ti spedisco baci!

@Rosario
Un saluto a te Ros, buon week-end!

Morgan ha detto...

Ciao,

c'è bisogno di dare voce ad un'iniziativa importante che trovi sul mio blog a favore di un senzatetto, se puoi e vuoi, ti pregherei di darne notizia e farlo sapere ai tuoi contatti.
Un grandissimo grazie.

Morgan

lucia ha detto...

Spesso sono ruota, raramente freno. Conosco il dolore di cui parla Nietzsche ma la voglia di "divorare la vita", a volte, me lo fa ignorare. Così continuo testarda a girare sul terreno vischioso, mentre il freno tira per fermarmi e mi consuma crudelmente anche il cerchione.
Come ruota non indosso maschere. A volte lucido i raggi o cambio il copertone che avvolge la camera d'aria, ma non potrei nascondere la mia forma a disco.
"Ogni uomo mente - diceva Oscar Wilde - ma dategli una maschera e sarà se stesso".
E allora penso che per continuare a essere ruota, forse farei meglio a mascherarmi da freno.
;-)
Una carezza e un abbraccio liberi di viaggiare.

lucia ha detto...

Torno come i cavalli di una giostra, come le onde in serie di una mareggiata. Torno come torni sempre tu, per aggiustare gli orli e soffiare via anche l'ultimo granello di polvere.
Torno per aggiungere che la ruota abile e ben allenata conosce il pericolo della strada e può viaggiare anche senza freno. Mentre il freno, senza il girare della ruota, sarebbe solo e annoiato.
;-)

daniela ha detto...

Ma non l'avevo commentato questo post?
Ero convinta di sì! Sarà che abbiamo parlato tanto ultimamente, sarà che ci siamo dette tante cose, ero sicura di essere stata qui! E invece no.
Una cosa sola mi viene da dirti: se la tua amica solo ora ha trovato la citazione che le avevi chiesto, se dopo tanti mesi la ruota comincia a girare solo ora, beh, ci sarà un perchè!
Accoglilo con curiosità e gratitudine!
Riguardo la seconda citazione, quella sulla maschera, ci sarebbe tanto da dire; ultimamente mi viene da pensare che se è vero che tutti portiamo delle maschere, è anche vero che ce le scegliamo con un certo criterio... così che spesso dalla maschera si può evincere quel che sta sotto. L'importante è che la maschera non sia così attaccata alla pelle da strapparcene via uno strato ogni volta che ce la togliamo.
Ma se si è ruote, si rimane ruote e se si è freni, si rimane freni, non c'è maschera che tenga!

danDapit ha detto...

To everyone

Un attimo...ancora un attimo e rispondo a tutti!!
Compresi i vecchi commenti!
...Intanto... bacibaci!

Anonimo ha detto...

scusa ma non ci vuole poi una chiromante per capire che sei tu quella nella foto con la foglia! o almeno, così appari identificata, se poi bleffi e non sei chi dici di essere allora è un altro discorso ;-)
non turbarti per un commento anonimo, tranquilla. Un apprezzamento per una bella foto si è tramutato in una minaccia...mi dispiace, non era nelle mie intenzioni! ciao ciao.

Anonimo ha detto...

voglio scrivere un commento... ed'è la prima volta...si parla di maschere e qui sotto mi si dice:
Scegli un'identità....ciao Daniela
sono Giuliana ...il tema della maschera evidentemente nella mia vita è predominante perchè altrimenti non si spiega perchè a tal proposito continuo a trascrivere nelle mie agende citazioni sull'argomento:
...sapevo che il bene e il male sono una questione d'abitudine, che il temporaneo si prolunga, che le cose esterne penetrano all'interno, e che la maschera, a lungo andare diventa volto...(da Memorie di Adriano - Marguerite Yorcenar)
perchè mi sono trascritta questa cosa? per ricordarmi,per sforzarmi a non indossare maschere ed evitare che altri mi costringano a farlo! La cosa che mi fa più paura
e che la società di ieri ci costringeva ad indossarle dietro un finto perbenismo e dietro l'ipocrisia borghese di una altretanto finta moralità quella attuale invece basata tutta sull'apparire e sul consumismo ci conduce ad una tale superficialità che mi spaventa e le maschere a lungo andare ora diventano veramente volto con interventi estetici possiamo specchiarci e non ritrovarci più!

danDapit ha detto...

Ciao GIULIANA!
Sono contenta che, ispiratrice di questo post, hai lasciato un commento!

Riflettendo su ciò che scrivi, non penso che sia l'esterno che induca l'interno ad un comportamento, non è la Società, come ente astratto a condizionarci tanto da...indossare una maschera e col tempo a diventare veramente la maschera che indossiamo!

Sì, le abitudini si consolidano, diventano "parte di noi", diventano noi...
E' una trasformazione compenetrante...

Però chi non vuole farsi condizionare, chi vuole portare avanti se stesso, può farlo!
Dipende dall'indole: per alcuni "fa comodo" sentirsi condizionati e infilarsi maschere, adducendo a motivazione il fatto che ne è stato costretto dalle circostanze.

La parolina magica è:
RESPONSABILITA'.
Sono responsabile di ciò che sono o mi piace lasciarmi deresponsabilizzare perchè, in fondo, è più comodo?

Un bacione e grazie!!!

Anonimo ha detto...

ho letto i tuoi post su Nietszche è mi sono piaciuti tanto...scrivi bene.hai tutta la mia ammirazione anche se non ti conosco mi stai gia simpatica..