29 agosto 2007

°*°*°*°* Donne, mongolfiere in volo *°*°*°*°


Avevo il suo viso davanti.
Volto da Madonna del Rinascimento, lo definì qualcuno.
Volto dai lineamenti orientali tra i colori d’una principessa nordica. Così a me appariva nell’osservare la pacata grazia con cui mi parlava, accompagnandosi a una gestualità quasi impercettibile.
Poco più di trent’anni, e oltre quei grandi occhi limpidi molta determinazione. La stessa che coltiva un artista che sta creando la sua opera e si afferri cieco alla labile traccia del proprio intuito. Ostinatamente. Fin in fondo. Sentiero che si perde nel folto d’un bosco.
Ogni cosa è dubbio, ma questa è l’unica via che porta al nuovo.
La principessa di fronte a me raccontava, io l’ascoltavo lasciandomi rapire dalle emozioni che il suo percorso mi dava.
Da bimba si trasformava in donna.

Danzando leggera la bionda fanciulla aveva lasciato che un candido sorriso, spiccante nella sua dolcezza, l’affascinasse e rapisse. Seducente lui! Simpatica canaglia dalle scure iridi, luminose e vispe sulle bronzee tonalità mediterranee.

Sui passi del loro intreccio, solo un gioco per l’uomo ma una scoperta per la giovane donna, il destino scoccò, beffardo, il dardo del concepimento.
I grandi occhi chiari e le morbide labbra sorridenti delicatamente inanellavano i cerchi della storia. Il corpo restava composto ed elegante, simile a ballerina che nella danza mantiene flessuose movenze, mentre il volto declinava parole senza incedere all’incrinatura dell’intimo emozionale.
Tutto per caso, per sovrapposizioni d’accadimenti, per disguidi di date non corrispondenti, per erronee diagnosi, tardi aveva compreso d’aspettare un bimbo.
S’era trovata a decidere sulla propria esistenza e per quella che stava maturandole nel ventre. Aveva scelto. Scegliendo la vita, non l’interruzione.

Il ragazzo dai capelli d’ebano era felice.
Vivaci e sorridenti i suoi occhi sprizzavano orgoglio e gioia per ciò che inaspettatamente accadeva. Stava per divenire padre.

La giovane aveva deciso per ciò che il suo cuore indicava importante.
Cos’è importante? Dove va ricercato l’oro?

Non tornare indietro, ma andare avanti.

Non chiudere, ma aprire.

Non sottrarre, ma sommare.

Non rinunciare, ma vivere.

Sapeva che il ragazzo del sud, entusiasta per l’inopinata paternità, non desiderava unirsi a lei. Lui aveva bisogno di camminare nel mondo ancora cercando, per vagliare da solo senza sentirsi designato dal fato, o da chi sembrava lo avesse scelto.

La guardavo. Ammiravo il suo coraggio.
Non era incoscienza, ma coraggio di vivere.
Non era incoscienza, ma saggezza. La saggezza di sapere che la vita genera vita, e la vita è forza.
È scorrere.
È affrontare senza tirarsi indietro.

Al posto suo sarei stata codarda, non avrei scelto la vita.
Lo so, mi sarei disperata. Avrei avuto paura. Non avrei deciso di diventare madre sentendomi sola.
Rifiutata nella mia femminilità, nel mio essere donna.

Oh, sì! Come madre lui mi accetta, spalanca il portone, ne è contento.
È colmo di gioia nel divenire padre e non rifiuta che io sia la madre del figlio. A favore del lieto evento ho la libertà di scegliere e lasciar nascere il nostro bambino. Desidera essere padre e infinite emozioni ispirano il suo animo, pur fermo nella propria ragione che fra noi non possa funzionare.
Non occorre provare.
L’affetto è cosa da discernere. Uguale alle fondamenta d’un palazzo esiste, ma non basta a saggiare sentieri.
La donna che lui immagina non è qui.
Altrove, sarà altrove.

La gioia d’una gestazione. Nove mesi in cui una vita poco a poco matura all’interno d’un corpo formando cellule, formando il nuovo essere.
Maternità sono nove mesi da Matrioska, e la consapevolezza d’un evento unico e ricco.
Quanto è possibile ritagliare tutto ciò per viverlo fino in fondo senza rapimenti negativi?
Io, donna egoista, collerica, pratica, avrei guardato alla mia disperazione. Al rifiuto. Mi sarei equiparata ad una macchina incubatrice.
La ferita non avrebbe lasciato spazio che al mio egocentrismo, e a una sola operazione aritmetica: la sottrazione.

Osservo la principessa dagli occhi grandi e limpidi emozionandomi nell’ascoltarla. Si scuote il mio essere donna e con i brividi sulla pelle condivido le sue parole.
Posta di fronte allo stesso bivio so che i miei trent'anni non avrebbero risposto con altrettanta saggezza, coraggio e forza.
Mi sento come fossi su di un treno in corsa, e col viso schiacciato al finestrino cercassi di catturare il paesaggio in fuga.
Non mi capacito dell'incredibile distanza fra la cultura delle donne e quella degli uomini. Mi smarrisco nell'amarezza di affetti ormai sempre più simili a erosi canyon. Ammutolisco disfatta allo scenario di emozioni imbavagliate e abbandonate come amanti nell’armadio, dove, celate soprattutto a se stessi, si spolperanno riducendosi ad ammassi d’ossa. Degli scheletri. Da cacciare, rinnegare, maledire.

La principessa non ha lo sguardo nel buio abissale dove l’ho infilato io, lei scruta oltre l’orizzonte verso l’infinito.
Per questo il suo bimbo nascerà. E la vita proseguirà evolvendo.
Senza arresti, quelli che la mente giudica opportuni.

Senza limiti.

30 commenti:

daniela ha detto...

Bellissima. Ed è chiaro a chi è dedicata. Non riesco a dire altro adesso... mi hai commosso. E penso che sia commossa anche lei, se l'ha letto.

danDapit ha detto...

@Daniela
Sì, l'ha letta...
Le avevo detto che volevo scrivere una storia...
Mi fa molto piacere che ti sia piaciuta. Sono felice se riesco a smuovere emozioni e riflessioni, come sento si sono smosse in me...
E questo al di là di "punti di riferimento" nella realtà, che io e te conosciamo ... *___*

Un bacione e grazie!

Anonimo ha detto...

Non so perché, ma questa storia mi ha presa per mano nel suo raccontarsi.
Quanto mi è piaciuto il modo in cui l'hai scritta!..

Una voce pacata, che ricama con le parole sensazioni delicate in modo da non disturbare la creatura che dorme.
E resta silenziosa, quasi sussurrata, mentre continua a parlare senza lasciarsi coinvolgere dalla foga della propria voce interiore che urla paura-sgomento-rifiuto...
È talmente bello che non riesco a trovare parole adatte per descriverlo.

E le foto ottimamente scelte, a rendere la giusta atmosfera.

ROKKO ha detto...

belè, finalmente riesco di nuovo a leggerti.....semplicemente dolce e rilassante....
Anche le foto sono divine.
Ciuss e un abbraccio

danDapit ha detto...

@Rosex
cara roxela, sei tu che sei brava a trasmettere sensazioni!
Grazie per queste parole che hanno cercato la nota tua interiore per suonare!
Grazie per un commento così bello!
(...e poi la stima delle immagini! Eh eh...aspettavo la tua opinione tenendoci, come immaginerai, in modo particolare!)
Un baXone!

@Rokko
Rokkus, Rokkus... farei una ricerca indietro per la curiosità di sapere da quanto tempo non ti rivedevo spuntar qui! Ma sarebbe una ricerca troooppo luuuunga!!!
Belè, "a caval donato non si guarda in bocca!", quindi sono contenta di rileggere un tuo commento, BENTORNATO!
E sono felice che mi trovi dolce e rilassante, eh eh, così tornerai -spero- più spesso! ^__^

Thanks, ciuss e un abbraccio anche a te!

sonia ha detto...

Ciao Dandina, eccomi qui a leggere questo meraviglioso post di vita i nascita di gestazione.

M sono soffermata sul punto in qui si parla del ragazzo del sud che non desiderava unirsi a lei. È stata coraggiosa. ;)

Un abbraccio e auguri per il tuo primo anno da blogger! ;)

danDapit ha detto...

@Sonia
Come sono felice di rivederti!
Grandi ritorni!!!!! Prima Rokko, poi te, ..."dalla Svizzera con furore"?? =___=

Scherzo! E' un modo per accogliervi e festeggiarvi!

Sì, coraggiosa... verso la vita, è la protagonista di questa storia. Ti sei soffermata sullo snodo "più importante", non a caso!

E grazie per gli auguri da primo anno!
A presto con un abbraccio ;o))

digito ergo sum ha detto...

Volevo fare qualche considerazione ma, qualche blogger più accorto e rapido di me l'ha già fatta... Quindi esordisco dicendoti che: se la principessa fosse stata un principe, la storia avrebbe avuto le stesse venature vellutate di dolcezza e naturale malinconia (a sua volta dolce e brada perché vicina all'essenza delle cose)?

Un abbraccio

danDapit ha detto...

@Digito Ergo Sum
Felice di leggerti, e siccome è la prima volta che qui scrivi: Benvenuto!
Le tue considerazioni potevi lasciarle comunque, sarebbero state con le tue parole, e mai uguali a quelle già espresse...e poi così mi è rimasta la curiosità di sapere quali erano!!!
Rispetto a ciò che hai espresso...rispondo "Sì!", se la pincipessa fosse stata un principe... emozioni, considerazioni e modo di esprimerle sarebbero state le stesse.
Il problema sta nel non riuscire a creare "ponti", comunicazione, armonia tra maschile e femminile...
O forse laddove esistono sentimenti ed emozioni forti!

Grazie per le tue parole e un abbraccio!

lophelia ha detto...

Ciao, finora ti avevo incontrata nei commenti ma non conoscevo il tuo blog...ci trovo la conferma che sei molto simpatica come mi sei sembrata di persona anche se abbiamo scambiato solo poche parole. Un saluto e a presto!

danDapit ha detto...

@Lophelia
Grazie di essere già passata!
...Sì, solo due parole, ma era tutto molto speciale! (...e le parole sono diventate mille e più..)
A presto, presto!
Bacio :-*

Pier ha detto...

Bel racconto, tormentato e intimista, nel quale fatico a trovare tracce di te. A completare il senso di inquietudine c'è anche il continuo fluttuare di chi parla in prima persona.
Sto sempre dalla parte di chi sceglie la vita, il coraggio che dà speranza. E questo mi sembra anche espresso dal finale del racconto, compresa l'mmagine delle mongolfiere che si sollevano in volo. Come una vita che nasce.
Molto cruda ma anche molto efficace l'immagine di una donna che si equipara ad una macchina incubatrice.
...Altro non riesco a dirti, anche se mi rimane la sensazione di aver dimenticato qualcosa.

danDapit ha detto...

@Pier
Sempre attento e sensibile alle emozioni...
Tracce di me ce ne sono solo per aver scelto di parlare di una storia che ho sentito "come mia"...Per questo il fluttuare a parlare "in prima persona".
La vita, scegliere la vita, è una metafora dell'esistenza quando si indirizza verso l'apertura piuttosto che verso la chiusura.
Aprire un attimo la nostra vita è facile, e lo facciamo, ma subito dopo richiudiamo! In questo senso ci vuole coraggio e speranza, come sottolinei tu...

In quando all'immagine cruda di una donna che si equipara a un'incubatrice, sì...è vero, ma nell'essere pragmatiche bisogna lasciarsi alle spalle la poesia angelicata di una donna amorevole e dedicata quanto una celestiale Madonna...E potrei aggiungere che in genere gli uomini sono molto pragmatici e realistici, ma poco verso la maternità (ricordi anche il discorso di immaginare le donne in gravidanza tutte sorridenti e felici? ma questo era solo uno spicchietto della cosa!!)... per questo opto verso "l'efficacia" di tale immagine così "cruda"!
...Grazie Pier, e se ti viene in mente altro, ricorda che puoi sempre aggiungere!
Un bacione!

Simona ha detto...

Ciao Sono Simona ho 29 anni ed ho trovato il tuo blog tramite un tuo post sul blog di Stefania bussoli.
Sono rimasta molto colpita, non tanto dal meraviglioso racconto che peraltro è stupendo.
Colpita e risvegliata dalla "parola"...
Il senso e la direzione che può dare è come un abbeveratoio per l'anima, un balsamo che può guarire, uno slancio per ricominciare...
Grazie un saluto Simona

danDapit ha detto...

@Simona
Benvenuta!
Che bello leggere parole così entusiaste e piene! Grazie del tuo intervento e della tua attenzione, grazie per ciò che dici; mi colpisce e mi fa veramente molto piacere per la ricerca che c'è dietro ai miei racconti che vogliono lasciare segni, trasmettere emozioni e "condurre verso intime riflessioni"...
Ciò che tu qui hai postato mi fa sentire di aver preso il centro del mio bersaglio! ;o)

Un saluto a te, e a presto!

digito ergo sum ha detto...

Ciao,

lungi da me volere aprire un corso epistolario sul tema ma, alle tue parole (che cito tra virgolette), la mia anima proprio non può non replicare: "Il problema sta nel non riuscire a creare "ponti", comunicazione, armonia tra maschile e femminile...
O forse laddove esistono sentimenti ed emozioni forti"

Hai detto niente, carissima, hai detto niente... il creare ponti tra quanto c'è di femminile (tanto) e quanto c'è di maschile (ben poco...) è più di un'arte, è l'essenza massima delle cose. È un po' come legare la luna al sole... (simbolicamente espressioni l'una della parte femminile e l'altro della parte maschile dell'universo...). Se fosse possibile, forse, il satellite e la stella sarebbero indissolubilmente legati. Così è, in parte, grazie ai campi gravitazionali (nei quali, gli altri pianeti del sistema solare svolgono un ruolo involontariamente importante) ma, sappiamo, questo rapporto e legame, tra qualche miliardo di anno, è destinato ad incrinarsi, con conseguenze nefaste... Esattamente come, in vita, si dissolvono molti dei legami tra quello che é femminile e quello che é maschile... Non c'è nulla da fare, non c'entra il fato e non c'entra il destino, siamo figli dell'universo e siamo assoggettati, tutti, alle sue regole. Ricordi Einstein? Dicendo "Dio non gioca a dadi" intendeva (anche) questo...

Un abbraccio e a presto

danDapit ha detto...

@DigitoErgoSum
Ahi ahi...come andiamo su..."L'Impossibile", e in modo "fatalistico"!
Nell'universo tutto è legato (ne abbiamo già avuto modo di parlare? ;-) ), e come esiste la vita esiste la morte, fin qui ci siamo... Eppure non accade che, essendo destinati -prima o poi- a morire, restiamo fermi senza costruire nulla...
I rapporti, di amicizia, di amore, spesso, troppo spesso, ahimè, finiscono! Questo non ci fa però restare fermi senza tentare di costruirne, sperando, magari, di poterli avere accanto come punti di riferimento il più a lungo possibile, sperando altresì di VINCERE nel riuscire a creare un ponte e dell'armonia!
La vita è un campo di battaglia, di questo sono convinta, e per questo spesso mi sento anche stanca! Una battaglia contro le cose negative che sono sempre lì parate a vincere: sicuramente è più facile far nascere una guerra che costruire la pace.
Sicuramente è più facile litigare che trovare un punto d'accordo.
Sicuramente è più facile arrivare alle mani che aprirsi a un dialogo.
All'inizio tutto è semplice, continuare è difficile...
Mi sento un Essere sull'eremo nel dire queste cose! Dal di fuori le vedo con molta chiarezza, è viverle che non è altrettanto semplice...Altro che eremo!! ^___^

Le emozioni forti, i sentimenti, gli affetti, ci rendono FRAGILI, costruiamo difese perchè umanamente abbiamo paura di soffrire. Le nostre difese sono le bombe ai ponti della comunicazione e del dialogo... succede non solo fra "uomo e donna", ma anche fra madre e figlia, fra padre e figlio, tra fratelli... nelle coppie non eterosessuali...
no?
Ancora un abbraccio e il dibattito sicuramente resta aperto...

StefaniaB ha detto...

Ciao!! Grazie per avermi trovata "per caso"...e di avermi lasciato un commento.
Ho dato una sguardo al tuo blog e lo trovo davvero ricco di spunti notevoli. Ci tornerò spesso!!!
A Fiuggi è stato bellissimo, ma la vera "Lotta" comincia ora, ritornando alla vita quotidiana e alla mia rivoluzione umana di fianco al mio Maestro e ai miei compagni di fede.. come te.
un abbraccio
Stefy

StefaniaB ha detto...

...sono sempre io... leggendo i commenti vorrei aggiungere una piccola cosa... I ponti si possono creare per tutto... e il mezzo per costruirli, mattoncino su mattoncino è il dialogo. Per essere però efficace occorre accostarsi agli altri, di qualsiasi sesso siano, con la consapevolezza che non sono diversi da noi. Sono solo una manifestazione diversa della vita, ma sempre vita sono, come ognuno di noi...come il mare che a volte prende forme diverse nelle sue onde ma che sono sempre il mare stesso e ad esso tornano dopo aver fatto il loro percorso, per riemergere di nuovo così anche noi siamo manifestazioni diverse della vita, e parlando ad essa possiamo creare ponti di amicizia e umanità con chiunque
Non vorrei entrare troppo nel filosofico, anche perchè il dialogo non è filosofia ma cosa concreta. intendo solo dire che se ci accostiamo agli altri come se ci accostassimo a noi stessi, con lo stesso cuore e rispetto, allora i dialoghi sono sempre possibili ed anche la costruzione di ponti.
La cosa importante è comprendere che la nostra felicità non dipende dai legami, lei sta proprio lì dentro di noi, ed è sempre presente indipendentemente dalle figure che ci ruotano intorno nella vita.. se capiamo questo allora questa felicità la possiamo dividere con gli altri e non farla dipendere da loro.
Non sono cosi' brava con le parole ma spero di essermi spiegata :)
Buonissima giornata a tutti!

Cilions ha detto...

questo pezzo è la conferma che il più delle volte ciò che scriviamo è il miracoloso risultato di emozioni ed esperienze vissute... Ciò che scriviamo è parte di noi.

danDapit ha detto...

@Stefaniab
CIAO!! che bello vederti qui!
Ricordo quando sono tornata un anno fa da Fiuggi, è stata un'esperienza "forte"!
...e riconosco tra le tue parole l'impegno che si smuove in tali bellissime occasioni!
Riguardo al secondo commento, scaturito dalla lettura, sono ovviamente d'accordo con te circa la costruzione del dialogo, e ciò che argomenti filosoficamente ^__^

Copio/incollo le parole finali del tuo commento:
"La cosa importante è comprendere che la nostra felicità non dipende dai legami, lei sta proprio lì dentro di noi, ed è sempre presente indipendentemente dalle figure che ci ruotano intorno nella vita.."
Vero, e mi fa piacere che qualcuno ogni tanto me lo ricordi...
E' importante "avere delle torce accese" nel buio della fitta e complessa giungla!
Metafora per dire che nella vita di tutti i giorni non è facile ricordarsi di tornare a sé, visto che spesso sono proprio i legami a dare più dolore...
Avrei altro da aggiungere, ma qui mi stoppo, altrimenti i discorsi si complicano! ;o)
Un grazie di mille sorrisi per essere qui venuta, per i tuoi commenti, e anche per ciò che dici attorno al mio blog! =__=
A presto!!

@Cilions
Francis, sono sempre molto contenta quando ti vedo apparire!
Sì, ciò che scriviamo è parte di noi... non avrebbe altro modo di scaturire, se non dalle viscere delle emozioni e di richiami di vissuto!
Un bacio! ;-*

Simona ha detto...

Ciao a tutti, un grazie particolare a dandapit per la meravigliosa "capacità" di scaturire in molti di noi la voglia di esprimere il nostro interiore.
Anche io ho sperimentato che la felicità è vero la si può trovare solo dopo un lungo e arduo percorso dentro di noi...
ma l'essere umano in quanto tale necessita di legami esterni e sono quelli che smuovono spesso le azioni e i mutamenti...
Soprattutto il legame con un figlio...

danDapit ha detto...

@Simona
bentornata!
Ancora thanks per la capacità che mi adduci, ho il viso gongolante! ^___^

E' vero, l'essere umano necessita di legami esterni, ed è proprio questo che induce allo sforzo di confrontarci, o resteremmo chiusi "come cozze"!
In fondo è molto più comodo, no?
E nel confronto, sì, si smuovono trasformazioni fondamentali, e azioni necessarie all'evolvere!
Verissimo, basilare!
In aggiunta a questo, penso che Stefaniab volesse puntare lo sguardo sul non far dipendere la propria felicità dai legami, cosa che umanamente non è semplice!

I legami con un figlio portano una grande rivoluzione, e in questo racconto ciò è insito...una rivoluzione per chi lo custodisce nel grembo che può estendersi al padre, "se"...
"se"...

A presto! ;O)

Simona ha detto...

Certo, ciò che Stefi dice credo sia la più profonda verità, ma non la vera realtà.
Intendo, che spingendoci in rapporti e legami importanti diminuisce la capacità di "concedersi" questo privilegio che è lo stare bene con se stessi.
La "stabilità" acquisita dopo lunghi sforzi, spesso viene stravolta in un secondo quando la continuità di qualcosa viene spezzata.
magari si ha la capacità di "rialzarsi" subito, ma la calamita dell'amore verso gli altri è qualcosa che rende molto felice il nostro animo... che spesso egoista cerca fuori, ciò che invece può benissimo trovare dentro.

StefaniaB ha detto...

Ciao Simona,
La mia riflessione nasce dall'esperienza ed è realtà, non facile, ma realtà. Spesso sottovalutiamo la nostra capacità di sentirci felici di fronte alle variabili della vita.
Siamo esseri umani e come tali è normale che ciò che c'è al di fuori di noi ci squota, ma abbbiamo dentro di noi anche la capactà di poter basare nella nostra vita uno stato vitale molto più profondo e saldo, che tra l'altro non è da acquisire, ma è già insito in noi. E' la parte più profonda e più pura di noi che può gioire, ed essere felice semplicemente dell'esistenza e della vita stessa. Questa è una felicità più profonda non quella più superficiale e spesso intellettuale che facciamo dipendere dagli eventi esterni. Mettendo come base della nostra vita questo tipo di felicità più profonda,(chiamata anche Buddità), possiamo affrontare tutte le vicissitudini della vita, senza lasciarci distruggere ma semplicemente riconoscendole, vivendole e affrontandole, mantenendo comunque dentro di noi la capacità di gioire. Non è freddezza o insensibilità, ma lacapacità di essere felici anche in mezzo a una bufera. TTTI abbiamo questa capacità di sentirci felici e a nostro agio, non è un privilegio, ma un diritto. Risvegliarsi a questa REALTA' nel Buddismo viene chiamata Illuminazione. Neppure i santi e i saggi possono evitare le sofferenze.. tutto stà a come decidiamo di affrontarle, che siamo difficoltà oggettive o di relazione.
Il discorso si farebbe lungo, però se hai voglia un giorno possiamo approfondire. :)
Spero a Danda non dispiaccia la mia "invasione" ;)

danDapit ha detto...

@@Simona & Stefaniab
Ah, ah!
;oD
...no, non mi dispiace questa invasione, anzi, MI PIACE!!
Cio che dici, Stefania, lo conosco bene!! E conosco bene anche ciò che dice Simona!
I discorsi qui sviluppati sono verissimi, da entrambi i punti di vista!
In realtà nella vita mi scontro continuamente con ciò di cui Simona parla, è pane quotidiano per i miei denti! Contemporaneamente cerco di ricordarmi ciò che ho imparato dallo studio del buddismo, e dalle esperienze vissute attraverso gli anni di pratica!
E' una lotta costante, interiore, a volte vince la parte con cui riesco a sentirmi "felice e a mio agio" nel mondo, a volte vince la tendenza di base!
Il racconto che ho scritto e pubblicato qui, riguarda una donna che pratica, e questa è la sua lotta verso la vita...nonostante nel suo desiderio "felice" venga compreso ciò che per ora sembra non esserci.
Non è facile parlare di una parte illuminata, insita in noi, senza rischiare che ciò si scambi per fanatismo religioso... Eppure, davanti alle difficoltà della vita, personalmente non ho altra chance che continuare a cercare di far emergere questo da me!
uh, ma che lotta!!!

Un bacione a entrambe, e grazie!
Sono felice di questo scambio così fertile...

lucia ha detto...

Ti mancavo, lo so.
E' il primo post che leggo fuori dall'ultima "stravaganza" estiva. Era come se volessi prolungare quei giorni.
Non ho ancora disfatto la valigia, come quelle volte che tornavo dopo essere stata da te.
Che dire del tuo racconto?
Bello, triste e "vero".
Il coraggio della Madonna rinascimentale è nelle tue parole per lei. "Maternità sono nove mesi da Matrioska" dici,"nove mesi in cui una vita poco a poco matura all’interno d’un corpo".
Quei nove mesi che servono per creare e diventare altro.
Penso alla pietra di luna che stringiamo fra le dita. "Il simbolo della fertilità" ci hanno detto. Nelle tue parole scopro che un giorno vorrei trascorre anch'io quei "nove mesi".
Ti abbraccio dal freddo improvviso di una serata di fine estate.

danDapit ha detto...

@Lucia
Donna Lucia de' Desideri...ah! se s'è fatta desiderar e pregar!!
Donna Danda de' Pit l'ha dovuta corteggiare per giorni affinchè lei scendesse a farle visita!
"Stravaganza" è nella goccia della pietra di luna che resta qui, tra il passato, il presente e il futuro...
E tra la pietra di luna, simbolo della fertilità, il contenuto da Matrioska del racconto, e il tuo ultimo strabiliante pensiero "Nelle tue parole scopro che un giorno vorrei trascorre anch'io quei "nove mesi"... potrei finalmente sentire soddisfatta la lunga attesa! ^_^

Baci da una serata anche qui freddina, quasi in cerca di un plaid coccoloso! *_* mmmhhh...

Baol ha detto...

Bello, molto molto bello :)

danDapit ha detto...

@Baol
Benvenuto!
E grazie per il "molto molto" bello!
A presto, ciao!