"Legami" ( "Andreina"/continua...)
Squillava il telefono, lo sentiva oltre la porta di casa.
Le dita annaspavano nel cercare le chiavi nella borsa, e più tentavano d’individuare la conosciuta forma, più afferravano oggetti diversi.
Si spazientì, rovesciò il contenuto sul pianerottolo mentre pensava:
“Cosa mi affanno a fare, potrebbero richiamarmi sul cellulare!”
Eppure l’abitudine a correre allo squillo del telefono, il mistero di chi lo stesse facendo trillare, l’indussero a spingere la chiave nella serratura, spalancare di furia la porta e lanciarsi in picchiata sul telefono di casa:
- Pronto?-
- Ah, stavo per riagganciare! -
- Oh, Gaia sei tu… -
- Sì, evito il cellulare, costa… -
- Lo so, lo so… Come stai? –
- Bene, tutto bene. Senti mamma, io questo week-end partirò. Non ci sarò per la festa di Aury… –
- Ah, bene!! Dove andrai di bello? –
- Veramente, mamma, … no, in effetti non parto! –
- Gaia, che dici? Ma di cosa parli? –
- No! La verità è che non mi va di venire alla festa di Aury. Però non fare storie! E’ semplice: non mi piacciono i suoi nuovi compagni di classe, non mi piace l’età dei dodici anni! Hanno tutti l’aria da bulletti. Coattelli che si danno arie e sono degli ignoranti!-
- Gaia, sei insopportabile quando ragioni così! Aury ci resterà male! –
- Quando torna da scuola? La chiamo dopo, glielo spiego! –
- Le dispiacerà, sei sua sorella, ci tiene! –
- Non voglio sentirmi a disagio solo per fare presenza! Fra l’altro lei sarà circondata dai suoi amici, quindi se non ci sarò neppure se ne accorgerà! Quest’anno va così! L’anno scorso avevi organizzato la caccia al tesoro ed io e Sonia ci siamo divertite a guidare le squadre su e giù per il parco! –
- È vero! L’anno scorso è venuta anche Sonia. Infatti con te e Sonia che mi avete aiutata a trasportare bottiglie, cibo, e tavolino da casa fin sul prato, la fatica s’è dispersa nel divertimento! E se non vieni tu, naturalmente non verrà neppure Sonia: è la tua amica! –
- Ah, non lo so! Prova a chiederglielo… Ci risentiamo dopo, così parlo con Aury. C'è un’altra cosa: mi ha chiamata nonna. Già due volte. Vuole parlarti e si lamenta ché non ti trova mai a casa. Mi ha chiesto di dirti se la richiami. –
- Va bene –
Andreina lanciò un sospiro appoggiando lentamente la cornetta.
La mano immobile lì.
Parlare con la madre al telefono assomigliava all’affrontare un’immersione subacquea. Prendere fiato, ossigenarsi con attenzione, senza sapere se il respiro sarebbe stato sufficiente per la durata dell’apnea. In genere annaspava dopo poche battute.
Meglio chiamare subito, altrimenti non lo avrebbe più fatto.
Raccolse gli oggetti sparsi sul pianerottolo, chiuse la porta di casa.
Ritornò a sollevare la cornetta, come alla propria missione.
Nel comporre il numero, il pensierò volò a Gaia che sarebbe mancata al corale e primaverile festeggiamento d’Aurora. Ciò le dava un certo amaro sapore.
Alzò le spalle mentre l’orgoglio si inalberava: ce l’avrebbe fatta da sola!
Respirò profondamente:
- Pronto, mamma? –
- Andreina, finalmente! Ho provato tante volte oggi a chiamarti! -, la voce si sospese in attesa d’una giustificazione all’assenza.
Andreina tagliò dritta per la scorciatoia:
- Sì, me l'ha detto Gaia. Eccomi! -
- Volevo dirti… che io e zia il dolce per la festa te lo facciamo, però non veniamo a Villa Pamphili… -
Andreina restò in silenzio, sapeva che c’era un seguito.
- ...Sai, ha telefonato tuo fratello, e mi ha detto che i bambini non vogliono venire perché non conoscono gli amici di Aurora: si annoierebbero… così lui non viene. Poi, quando tuo padre ha saputo che Giorgio e i nipoti non ci saranno, ha deciso di non venire neppure lui! Pensa: io e zia lo avevamo pure invitato a pranzo, così dopo saremmo venuti insieme! Ma se né tuo padre, né tuo fratello vengono, non veniamo neppure noi! Il dolce però te lo faccio, puoi passare a prenderlo. -
- Neanche Gaia viene. Non ho aiuti per portare tutta la roba, in aggiunta ora devo passare da te per prendere il dolce! –
- Beh, allora fai meno roba da mangiare! –
- Come?? Mamma! Sono le bottiglie che pesano, devo lasciare tutti assetati sotto il sole della Villa? ...Tu reagisci sempre così quando ti metto al corrente delle mie difficoltà! Come hai esordito? “Fai meno roba da mangiare”?? Infatti è da me imbandire banchetti luculliani da matrona preoccupata d’elargire cibo a volontà! –
- Scusa, ma di cosa t'arrabbi? Ti ho solo fatto presente che io non posso certo aiutarti con le mie gambe zoppicanti! –
- Mamma? Tu mi hai detto un’altra cosa, che suonava diversamente da “io zoppico e non posso aiutarti” –
- No, io ho detto che zoppico! Ti ho detto questo! –
- Va bene. Domani all’ora di pranzo passerò a prendere il dolce. Grazie. –
- Ho un regalino per Aurora… -
- Salirà lei a prendere il dolce, io l’aspetterò in auto. –
- Così le do il regalino… -
- C’è un avviso di chiamata, devo riattaccare … Pronto? –
- Buongiorno. Sono il papà di Sara, una compagna di classe di Aurora. –
- Ah, buongiorno! Sono Andreina, la mamma di Aury. Diamoci del “tu”. Sara verrà alla festa? –
- Sì, chiamo per questo infatti. Sara verrà, ...però sai, ci sono i genitori un po’ preoccupati. Tutti questi bambini nella Villa, non è che si perdono? –
- Ma no! Sono anni che Aury fa la festa nel parco, se non è accaduto nulla quando erano piccoli, ora a dodici anni vuoi che si smarriscano? E poi io sarò lì! –
- Ah, sì certo… È che, sai, fra l’altro la villa non è nel quartiere, se magari la facevate al giardino qui vicino… Nel parco potrebbero anche incontrare qualche pedofilo… - - Mi dispiace che ci sia tanta preoccupazione! Veramente sono anni che facciamo la festa lì, è molto bello il parco! Anzi, per le feste precedenti ho anche organizzato delle cacce al tesoro! Ora però sono grandi e li lascerò correre e divertirsi a modo loro! Ti assicuro che non c’è da preoccuparsi! –
- Va bene... Ma puoi capire, no? I genitori sono tutti preoccupati e mi hanno chiamato chiedendomi di telefonarti. Io sono il rappresentante di classe, sai… Però li ho avvertiti che per le cose private mica funziono come rappresentante di classe…!
- Ah, capisco… ma cosa hanno detto: verranno? –
- Sì, verranno, erano solo un po’ ansiosi, sai… -
Andreina sentì lo squillo del suo cellulare emergere dalla tasca della borsa. Intenta a rassicurare il suo interlocutore, allungò la mano al telefonino e chiuse la comunicazione della chiamata entrante.
Pochi secondi e il cellulare riprese a trillare.
- Scusa, ho il cellulare che continua a suonare, allora d’accordo! ...A domani! -
- Pronto, papà? –
- Ciao Andreina, è la seconda volta che chiamo, poco fa è caduta la linea. –
- Sono già al corrente di tutto: non verrai alla festa. –
- Eh, sì, ho saputo che non viene l'uno, non viene l'altro, allora… -
- Scusa? Mamma mi ha detto che tu non vieni perché Giorgio non verrà! A questo punto allora non viene neppure lei! –
- Eh, no! Mamma a me ha detto che lei non viene visto che non verrà Giorgio! Mi aveva anche invitato a pranzo, ma cosa vengo a fare fino a Roma se poi nessuno di noi verrà a Villa Pamphili? –
- Al solito! Mamma si è rigirata la frittata! –
- Sì, infatti! La conosci! Per questo non mi opposi alla separazione! –
- Papà? La separazione è avvenuta quindici anni fa! …E poi, scusa, che c’entra? Potevi forse opporti se lei voleva separarsi…? -
- Ah, no! No, no! Se la pensi così, la prossima volta che verrai a trovarmi ti farò leggere quali cose infamanti ha scritto quella grande stronza dell’avvocatessa che proprio tu, tu!, le fornisti! –
- Oddio, papà! Avevo avuto da poco una causa legale, mamma mi chiese il numero del mio avvocato, che dovevo fare? Risponderle che non glielo davo? –
- Ah, sai che ti dico? Che è meglio se non vi sento più tutti quanti! Ti dovevo avvertire che non venivo, l'ho fatto! Guarda che le previsioni danno pioggia per domani! Ti saluto! –
Andreina restò in silenzio.
Il padre comunque chiuse.
Rimase a fissare stupita il cellulare fra le mani, allo stesso modo in cui avrebbe potuto guardare la sua vita e chiederle: “Dov’è che sbaglio?”.
Si alzò da automa e accese la televisione.
Il meteorologo tuonò: brutto tempo l’indomani su tutta Italia.
Stavolta fu lo stonato citofono a rumoreggiare dall'ingresso, e apparve Aurora nel suo radioso sorriso.
- Aury, penso sia meglio rimandare la festa. -
- Oh, no! Papà mi ha già presa in giro perché è passato un mese dal mio compleanno…! –
- E tu? Gli hai risposto qualcosa? –
- Sì, mi sono arrabbiata, certo, e gli ho detto: “Papà, falla finita! Pensi che a me faccia piacere?”. Lui è ammutolito. –
- Brava! –
Andreina l'abbracciò, e lei le si strinse al collo.
- Sarà bellissima anche se rimandiamo, mamma! Le feste che tu organizzi sono sempre belle! -