31 maggio 2009

Abruzzo, calamità e pazienza


Un racconto dalle tendopoli dell'aquilano, dove l'esercito dei «volontari» impedisce che si organizzi la partecipazione dei cittadini al processo di ricostruzione.

L'atmosfera si fa tesa soprattutto dopo lo spostamento del G8 da queste parti.
Ma il comitato 3e32 cerca di rompere la passività imposta.

Ha vita dura chi nei vari campi vuole diffondere volantini, materiale informativo, organizzare dibattiti pubblici sui limiti del decreto e sui problemi della ricostruzione.

Spesso ci si sente rispondere in bolzanese, siciliano o in altre cadenze: «Mi spiace, nel campo non si può entrare, qui dentro non si fa politica».

Si possono intonare canti gregoriani, partecipare a tre messe al giorno, appendere in sala mensa materiali informativi dell’Opus dei, si può vedere tutti insieme Paperissima o Bruno Vespa in televisione, si può pregare prima di mangiare, come avviene nel campo di Roio Piano, gestito niente meno che dai Cavalieri di Malta. Si può assistere alle visite di ministri e sottosegretari. Si possono distribuire biglietti da visita di imprenditori del ramo edile, di ingegneri e venditori di camper e case di legno.

Ma politica, per carità, non si può proprio. Soprattutto ora che ci si avvicina al G8. Neanche la politica nel senso più nobile del termine, curarsi cioè del bene comune, decidere insieme il futuro della polis, della propria città che va ricostruita da capo e in cui ci si dovrà vivere.

A tal proposito Ciro Cannavacciolo, ospite del campo di Centi Colella, riferisce questo episodio.
«Un gruppo di signore e signori molto ben vestiti stazionano davanti alla palazzina blu – racconta Cannavacciolo – Sguardi assonnati e distratti li scrutano con curiosità. Ci incrociamo e qualcuno pensa si tratti delle prime visite guidate alle tendopoli da parte di qualche tour operator ma l’assenza di giapponesi ci fa escludere questa ipotesi.
Vediamo, allora: non possono essere psicologi, a quest’ora stanno studiando i nostri comportamenti di ieri. Né può trattarsi di un’altro travestimento dei duecento clown che quotidianamente strombazzano implacabili, ignorando sguardi imploranti il silenzio.
Dal look escludiamo siano nuovi volontari perchè ricapitolando azzurre sono le divise delle misericordie, blu i volontari della Croce rossa, marrone quelle militari, nere per i vigili urbani di Roma, gialle quelle di Legambiente, verdi per la forestale e poi rosse, marrone bianche e blu arancione… però a pensarci come è variopinta la vita dei campi!

A proposito si sono fatte le 10 e dal grande capannone dove già si sfiorano i quaranta gradi si alza un canto gregoriano… Ecco chi erano, ci mancava anche questa.
Lo sguardo della signora è duro, quasi di
sfida, la mano ferma traccia sul muro simboli e frasi .
Alla fine un’enorme croce rossa si staglia al centro della grande parete del ‘Centi Colella’, intorno scritto: ‘Ieri… Solferino… oggi l’Aquila…domani…’.

‘Ma cosa sta facendo? – le chiediamo- questo è un centro sportivo universitario e speriamo che presto torni ad esserlo!’
‘Ho lasciato marito e figli per correre qui ad aiutarvi e ricordate che siete ospiti della Croce Rossa!’

Non reagiamo siamo stanchi ma sogniamo di riempire quella parete con la bandiera della pace con le date importanti della nostra storia, delle nostre conquiste della nostra libertà: 25 aprile, 2 giugno, 1 maggio 12 maggio 1974 e poi fiori e graffiti colorati di speranze… ma cosa sta succedendo?»

Ci sono però luoghi, come il Parco Unicef di via Strinella, che sono davvero preziosi, per sentirsi per qualche ora cittadini di una democrazia più o meno normale, per continuare ad avere una chance di essere protagonisti della ricostruzione. «’È uno spazio gestito dai ragazzi e ragazze del coordinamento 3e32 che così si presentano:

«3e32 è
una rete di coordinamento cittadino no-profit, apartitica ed autogestita, nata al fine di collegare le diverse realtà e comitati createsi a seguito del sisma che ha devastato L’Aquila e la sua provincia alle 3e32 del 6 aprile 2009.
La frammentazione in centinaia di campi e la mancanza di spazi sociali
condivisi ha infatti reso ancora più fragile la popolazione, costretta ad abbandonare le proprie case e i propri riferimenti sociali e strutturali.
La comunità tutta pretende di partecipare attivamente ed essere pienamente informata sugli sviluppi conseguenti al sisma in merito alla ricostruzione, all’individuazione delle responsabilità e alla gestione dei fondi.
Queste necessità, amplificate da una sfiducia nelle
istituzioni da cui non si è sentita nei giusti tempi tutelata, rendono fondamentale l’unione delle forze e delle progettualità al fine di produrre un’unica voce che chieda trasparenza, diritti, tutela del patrimonio artistico e prontezza nella ricostruzione.»

(3e32 si riunisce in assemblee pubbliche settimanali nel Parco Unicef in via Strinella, primo spazio di socialità esterno alle tendopoli, e si sviluppa in diversi progetti: monitoraggio fondi, eventi culturali, mappatura dei campi, informazione e coordinamento. Se hai voglia di partecipare o sei parte di un comitato già attivo nel territorio contattaci all’indirizzo mail: info.3e32@gmail.com)

articolo tratto da "Indymedia Lombardia"

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