08 luglio 2009

INIZIATIVA STUPENDA!


da L'ESPRESSO:

attualità

Da Facebook a Repubblica: una pagina contro il Premier
In uscita mercoledì 8 la prima pagina pubblicitaria nata in crowdsourcing on line, finanziata attraverso un sito Internet, ma finalizzata a un "vecchio" giornale di carta

L'idea è nata su Facebook, il social network più usato per le battaglie politiche. Il risultato è una pagina in uscita su Repubblica mercoledì 8 luglio, proprio in contemporanea con l'inizio del G8 a L'Aquila. E' la prima pagina pubblicitaria 'ad acquisto diffuso', cioè comprata grazie all'autotassazione di circa 500 persone - comuni cittadini, nessun politico di professione - che hanno voluto in questo modo far sentire la loro voce, con un appello per la libertà di stampa in Italia rivolto ai sette "grandi" in arrivo a Roma in questi giorni.

A inventarsi il tutto è stato Geronimo Emili, 38 anni, un consulente di comunicazione milanese. Nessuna esperienza politica alle spalle, mai una tessera di partito in tasca o un corteo da ricordare ("Sono un tipico ragazzo degli anni Ottanta, superficiale e disinteressato", ironizza). Che un bel giorno di giugno si è detto: "Berlusconi invita gli imprenditori a non investire sui giornali a lui ostili? Bene, proviamo a fare il contrario e a vedere che cosa succede".

Detto fatto, nasce il gruppo su Facebook "Una pagina di pubblicità su Repubblica" . Semplice e breve il testo di presentazione: "Silvio Berlusconi dice di non dare pubblicità a La Repubblica. Diamo quindi una risposta forte e veloce a questo indegno attacco alla libertà di stampa: compriamo una pagina di pubblicità su Repubblica. Un euro a testa per pubblicare la prima pubblicità social mai realizzata. Compriamo tutti assieme una pagina per pubblicare una lettere aperta a Silvio Berlusconi firmata da tutti coloro che si iscriveranno al gruppo e che doneranno un euro per partecipare all'acquisto".

Nel giro di poche ore, c'erano già dozzine di iscritti (ora sono 2.500). Dalla pagina Facebook è nato un blog, "Pagina su Repubblica". Altre centinaia di adesioni.

Emili si è dovuto subito attivare per aprire un conto su PayPal a cui far arrivare i contributi. «Sapevo che l'idea era buona, ma non mi aspettavo una risposta così forte e immediata. E' arrivato di tutto: dal cassintegrato che mandava appunto un euro, fino al benestante che ne mandava 300. Ma la media era tra i venti e i trenta euro a testa, molto di più rispetto a quello che avevamo chiesto». E tutti i contributi venivano da semplici cittadini: «Nessun partito ha messo una lira, nessuna organizzazione politica o d'altro tipo, nessun parlamentare. E' tutta un'iniziativa nata dal basso e nutrita dal basso».


A risultato economico raggiunto, naturalmente, sono sorti altri problemi: bisogna far stare in pagina tutte le cinquecento firme degli autotassati («Piuttosto le metto in corpo uno, ma le metto», spiega Emili) e bisogna far tradurre l'appello ai potenti della Terra in inglese, francese, tedesco, russo e giapponese («in modo che poi la pagina finisca anche nelle rassegne stampa estere, e ovviamente di lì sui tavoli dei sette capi di Stato e di governo che si incontrano a L'Aquila»).

A poche ore dall'invio del layout a Repubblica, Emili non sa ancora bene come farci stare tutto. Ma mercoledì 8 la pagina esce. La prima pubblicità nata in crowdsourcing on line, finanziata attraverso un sito Internet, ma finalizzata a un "vecchio" giornale di carta: «Una prova, tra le tante, che Web e cartaceo non sono conflittuali ma complementari. Per le battaglie civili così come per le inserzioni pubblicitarie», spiega Emili. E lo dice uno che di mestiere fa il consulente di comunicazione.

(07 luglio 2009)

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Iniziativa stupenda, di cui sono venuta a conoscenza tardi... ma appoggio pienamente!

Altre notizie qui: sul Blog "22 Passi d'amore e d'intorni"

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