LE FAVOLE DEGLI ANNI TRENTA!
Cantine, soffitte, bauli ed armadi di una casa molto vecchia dove si conservava di tutto. E di tutto ne è saltato fuori: le foto dei Savoia, alcune medaglie degli Alpini, tazzine da tè anni ’60, mangiadischi e dischi a 45 giri, centrini, vestiti vecchi, … polvere, polvere, tanta polvere… e fra le tante cose: libri e libri, di tutti i tipi e di tutte le annate. Uno fra questi:
“Mondo Bambino” di Mario Giusti. Con 150 disegni di Bruno Caluri. Seconda Edizione: Pia Società San Paolo – Roma. 1937-XV.
Da postare ho scelto una favola –di questo libro- fra le più brevi, ma anche tra le “meno pesanti” nella loro insita e palese intenzione di trasmettere perpetuamente insegnamenti educativi affinché si crescesse “buoni” e “ben educati”.
Aggiungo una chicca: alcune righe della Prefazione, l’inizio e la fine (in realtà è lunghissima!).
“Sapete un po’ cosa vi dico marmocchi? Quando il tempo è cattivo, piove o tira vento, e non potete correre all’aria aperta, a far salti mortali e capriole od a marciare, impettiti e fieri, come Balilla o Figli della Lupa, cioè come veri piccoli soldatini della nuova Italia imperiale, l’avete a smettere di limare sempre la mamma, e la tata, ed il nonno, perché vi raccontino delle storielle e vi facciano dei giochetti buffi per tenervi allegri. La mamma deve star dietro alle sue faccende, ed ai benedetti vestitini, che, troppo spesso recano tracce delle vostre monellerie, come dei… sette, delle frittelle, e simili. […]
[…] Beh, ora basta con le chiacchere; se la proposta vi alletta, pronti! tutti a cecce qui intorno, con tanto d’occhi sgranati e di orecchie protese (senza doppi sensi!).
E attacchiamo subito.”"IL MOSCERINO SUPERBIOSO"
Una volta un moscerino, avendo sete, si avvicinò ad un vaso pieno di vino. Lo vide una mosca e gli disse di non accostarsi troppo a quel luogo pericoloso, perché tanti altri moscerini, spinti dall’arsura come lui, erano andati a bere lì dentro ma non erano più usciti.
Il moscerino si rivolse alla mosca dicendo:
- Ti compatisco, perché non sai che io sono stato anche nelle botti, dove del vino ce n’è per affogare tutti i moscerini e tutte le mosche del mondo! Come vuoi che io non beva in questo minuscolo vaso, dando ascolto al tuo stolto consiglio? Se gli altri non sono più tornati, vuol dire che erano degli sciocchi e dei buoni a nulla!
La mosca non osò ripetere: il moscerino si accostò al vaso, vi entrò dentro e bevve, bevve tanto che si ubriacò. Quando fece per volar via, non poté e cadde nel vino, dove affogò.
La mosca aspetta aspetta, non vedendolo più tornare, se ne andò per i fatti suoi e corse a raccontare alle altre mosche il triste caso del moscerino testardo.
Dice il proverbio: “Chi fa di testa, paga di borsa”.
5 commenti:
Sai come si dice a Firenze? "Unnè 'i bere 'e fa male. L'è 'i ribere!"
Scherzi a parte: beate te che hai avuto un'occasione come questa. Sicuramente non hai trovatosolo favole ma anche tanti "depositi" di vita vissuta che qualcuno ha voluto "archiviare" per ricordo e se li è poi dimenticati.
"Uennè 'i bere 'e fa male. L'è 'i ribere!"
...ma la traduzione? a me serve la traduzione!!
Il fiorentino miha lo so!
(ci provo: "quando il bere fa male, si deve ribere"?... sbagliato/giusto?)
...
Quanto alla casa piena di bauli e soffitte da spulciare (ricoperta di ragnatele assai vere)... che tristezza!! Era la casa dei miei trisavoli vissuta durante le estati dell'infanzia... e anche oltre...!
ed è stato l'addio...
...insieme a tanti-molti-innumerevoli sternuti, lasciati lì, causa la polvere!
Ciao,
mentre tu commentavi io publbicavo un nuovo post: HO RITROVATO IL MIO FUMETTO!!! Sono così felice che vorrei gridare con la tastiera. Grazie, grazie, grazie.
PS Il tuo post sulle favole mi sembra particolarmente indicato.
Un abbraccio
Lucia
Traduzione: Non è il bere che fa male, ma il ri-bere!
grazie!
...non ci ero andata vicino!...(!!)
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