02 giugno 2009

2 giugno 2009: "Per una Repubblica che rispetti le donne"


«Il 2 giugno 1946 le donne italiane hanno esercitato per la prima volta il diritto al voto contribuendo alla nascita della Repubblica Italiana. Un diritto che oggi sembra scontato eppure è stato una conquista difficile. Oggi, 63 anni dopo, i principi costituzionali di uguaglianza, diritto al lavoro, dignità della persona appaiono ancora ampiamente inattuati e i toni della campagna elettorale in corso ne sono un'ennesima dimostrazione.»

"Per una Repubblica che ci rispetti"
Appello delle donne Cavaliere


Sono docenti universitarie, giornaliste, suore, imprenditrici
"Un'immagine femminile degradata con la complicità della quarta carica dello Stato"

articolo da La Repubblica, di GIOVANNA CASADIO

ROMA - Un ricordo di quelli ormai archiviati. "Quando all'università, a Torino, una di noi prendeva la parola c'era sempre qualche ragazzo che scandiva "calzetta, calzetta"". La poetessa Maria Luisa Spaziani ride. Ma in queste ultime settimane è diventato sempre più difficile per le donne italiane infischiarsene del passato. Non perché a qualcuno viene in mente di dire "tornatevene a fare la calzetta", ma per quel casting di "pupe" con il quale il presidente del Consiglio e leader del Pdl, Silvio Berlusconi pensava di fare la selezione delle donne candidate alle europee. Per via delle festicciole in Sardegna. Dell'affaire di Berlusconi e della giovanissima Noemi. Dei vizi privati e dei comportamenti pubblici. Delle veline.
"Di queste donne che assurgono agli onori dei media se sono compiacenti verso i potenti e asservite a un modello mercificato e lesivo dell'identità femminile".

L'Italia e le donne italiane sono molto altro.

Comincia così l'appello "Per una Repubblica che rispetti le donne" delle donne insignite delle alte onorifenze repubblicane nel giorno della festa del 2 giugno.

[...]
Molte le donne che non si sono arrese mai, che rappresentano uno spaccato del paese, e che hanno deciso di "rompere il silenzio assordante".

"C'è un'immagine degradata delle donne e mercificata con la complicità della quarta carica dello Stato", attacca la Costa. Le "madrine" della Repubblica sono riunite nella saletta di un hotel non molto distante dalle vie del centro in cui sfila la parata militare. Ricordano le ventuno donne costituenti. Citano le parole con cui Natalia Aspesi conclude il fondo su Repubblica di oggi "Ma c'è anche un'altra Italia sempre più disorientata e costernata davanti... a questo disprezzo per una donna, per le donne, per tutto il paese".

Sono di sinistra, prevalentemente, tante le adesioni di parlamentari democratiche. Però l'appello sarà inviato anche alle donne della destra. Dice Silvia Costa: "Perché questo loro silenzio? Sembra la preoccupazione esclusiva di servire un padre/padrone. Invece ci vorrebbe solidarietà". Non quell'attacco di Daniela Santanché contro Veronica Lario, la moglie del premier che ha denunciato il "ciarpame politico", i vizi privati ("mio marito frequenta monorenni"), le preoccupazioni, e chiesto il divorzio. Le donne italiane da che parte stanno?

(2 giugno 2009)

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