"Sesso, Bugie e Videotape"...fino a quando sopporteremo?
«Se avessi saputo che Patrizia D'Addario faceva la escort non l'avrei mai frequentata»
Tarantini e le cene a Palazzo Grazioli:
«Le ragazze? Per fare bella figura»
L'imprenditore al centro dell'inchiesta barese: «Che cavolata che ho fatto, il premier mi scusi»
ROMA - Le ragazze invitate da Gianpaolo Tarantini alle feste del premier Silvio Berlusconi erano pagate «solo per rimborsare le spese che dovevano sostenere per gli spostamenti». Lo afferma l’imprenditore al centro dell’inchiesta di Bari in un’intervista al Giornale che sarà in edicola sabato, sottolineando che il presidente Berlusconi «non poteva neppure lontanamente immaginare che io - ammette -, per fare bella figura con lui, rimborsassi a delle ragazze le spese che dovevano sostenere per venire a Roma e soggiornare in albergo. La stampa di sinistra poi ha avanzato la tesi che addirittura le pagassi per una loro prestazione "intima". Figuriamoci».
«D'ADDARIO? NON SAPEVO FOSSE UNA ESCORT» - Nelle dichiarazioni rilasciate al Giornale, l'imprenditore parla anche di Patrizia D'Addario: «Se avessi saputo che faceva la escort non l’avrei mai frequentata e tantomeno l’avrei portata ad una cena col presidente», assicura Tarantini. «Lei - aggiunge - si era presentata come figlia di un imprenditore del settore edile. Ho letto che avrebbe chiesto a me e al presidente di intervenire su una pratica edilizia. Ma vi rendete conto? Ma come si può pensare che il presidente potesse fare qualcosa in un Comune, in una Provincia, in una Regione, tutte amministrate dalla sinistra? Una vera assurdità. Ne viene fuori che questo è stato soltanto un alibi per coprire la vera "missione", ovvero che qualcuno avesse progettato con lei di tendere un’imboscata al presidente a fini politici e che tutto fosse stato progettato con cura. Il registratore, le testimonianze delle amiche e infine quella dichiarazione davvero incredibile: "Io sono una escort e costo mille euro a prestazione". Quanto deve farsi dare una persona per una patente di questo tipo che le segnerà la vita? La risposta di tutti è: molti, molti soldi».
«STANCO DI QUESTO GIOCO AL MASSACRO» - «Sono stanco di questo gioco al massacro, stanco di leggere tante falsità, stanco di essere definito un procacciatore di escort», aggiunge Tarantini. «Che cavolata che ho fatto, che stupido sono stato...». «Quando ho avuto la possibilità di conoscere Berlusconi - racconta l'imprenditore -, ho toccato il cielo con un dito. Non mi sembrava vero. Poi l'ho conosciuto sul piano personale, con la sua simpatia, il suo calore umano, il suo rispetto per gli altri, la sua genialità. Davvero irresistibile. E ho creduto che sarebbe stato più facile frequentarlo facendomi accompagnare da bellissime ragazze. Da qui è venuta fuori la storia che ha occupato i giornali e che è nella realtà molto diversa da come è stata raccontata». L'imprenditore chiede scusa a Berlusconi «per aver dato il pretesto a Repubblica, all'Espresso e agli altri organi della sinistra di coinvolgerlo in questo tipo di storie. Spero che mi perdoni perché so che è un uomo che non sa portare rancore».
«LE DONNE PAGHEREBBERO PER UNA STORIA COL PRESIDENTE» - Nell'intervista Tarantini torna sulla cena a Palazzo Grazioli del 4 novembre. Racconta che si è trattato di «una cena del tutto normale, durante la quale, e data anche la ricorrenza delle elezioni Usa, si è prevalentemente parlato di politica. Quanto ho letto sui giornali in merito a quella sera è fuori dalla realtà. Non risponde a verità». Molte donne «pagherebbero per una storia con il presidente» Silvio Berlusconi, dice ancora l'imprenditore al Giornale. ««'è la fila per incontrare e frequentare» il premier, spiega Tarantini. «Quanto alle ragazze, alle donne in generale - aggiunge -, sono loro che corrono dietro a lui, e non viceversa. Molte signore mi hanno detto che dopo aver conosciuto lui tutti gli altri sembrano incolori e inesistenti. Pagherebbero loro per una storia col presidente!».
dal Corriere della Sera, 26 giugno 2009
La versione di Tarantini rilasciata ai giornalistidi è stomachevole!
QUESTA versione. Specialmente dopo che è avvenuto il cambio del legale da cui ne conseguono istruzioni precise ricevute sulle cose da dichiarare.
LEGGERE: Corriere della Sera 26 giugno 2009: "Da qualche giorno Tarantini è lontano dalla sua città, e i pochi amici coi quali s’è incontrato o ha parlato hanno trovato un uomo provato, preoccupato, molto diverso dall’immagine che dava di sé. Rammaricato delle «leggerezze» che ammette di aver commesso, ma anche del fatto che nessuno, nell’entourage della presidenza del Consiglio, l’aveva avvertito che forse si stava spingendo «un po’ troppo in là» nei rapporti con Berlusconi. Per affrontare questa prova giudiziaria l’imprenditore ha lasciato il legale che in passato l’ha assistito in altre vicende — Mario Russo Frattasi, ex comunista poi approdato all’Udc come candidato sindaco alle ultime elezioni comunali — per affidarsi all’avvocato Nico D’Ascola, legato professionalmente al difensore personale del premier Nicolò Ghedini. Agli amici ha confidato che ora le sue mosse sono decise dal nuovo legale, e per adesso gli è stato autorizzato solo un breve comunicato. Quello nel quale si è scusato con Berlusconi."
(consiglio la lettura dell'intero articolo, che parla dei voli di Stato e del traffico di cocaina nel periodo di assidua frequentazione fra Tarantini e Mr. Silvio)
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ECONOMIA
Ocse e Fmi sorpresi. Oggi la parola a Draghi. Tremonti: "Non sarò io a sforare il bilancio"
Gli organismi internazionali: "Fare previsioni è il nostro mestiere e non ci fermeremo"
"Ci risiamo con gli attacchi"
gelo di Bruxelles sul premier
di ROBERTO MANIA
ROMA - "Non è la prima volta che attacca gli organismi internazionali. La reazione più appropriata ci sembra quella di non commentare per non alimentare nuove polemiche". Un portavoce della Commissione europea ha replicato così all'ultima esternazione del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Alla sua inedita accusa agli organismi internazionali di aver causato la crisi, come titolava ieri Bloomberg, l'agenzia di stampa americana specializzata nell'informazione finanziaria, in un servizio trasmesso da Roma.
Ieri a Parigi, sede dell'Ocse, a Bruxelles, sede della Commissione europea, a Washington, sede del Fondo monetario internazionale, sono rimasti sorpresi e increduli. Ma anche zitti. Perché nessuno ha avuto voglia di entrare in polemica con un capo di governo. Certo una critica di questa natura non l'avevano mai ricevuta. Il loro mestiere è anche quello di studiare le crisi, fare previsioni statistiche, aiutare le decisioni di coloro che da quelle parti chiamano i policy maker, i politici. Loro, invece, sono tecnici di altissimo livello. "D'altra parte - osservano chiedendo un assoluto anonimato - anche il governo italiano farà le sue previsioni nell'imminente Dpef. E che scriverà?".
La coincidenza ha voluto che Angel Gurria, segretario generale dell'Ocse, ieri fosse proprio a Palazzo Chigi, seduto alla destra di Berlusconi, durante la riunione con le parti sociali in vista del prossimo G8 dell'Aquila. Con il premier ci sono stati saluti cordiali, come si addice in queste circostanze. Gurria ha presentato il suo staff, parlando in italiano; ha poi ribadito le sue preoccupazioni per gli effetti sociali della crisi mondiale, senza immaginare che da lì a poco, proprio le ultime previsioni del suo organismo sarebbero state infilzate da Berlusconi. Non direttamente, ma implicitamente visto che ancora Bloomberg ricordava le pessime previsioni dell'Ocse, le ultime da un punto di vista cronologico, per il nostro Pil nel 2009 (5, 5 per cento), tra quelle mal digerite da Berlusconi.
Ma le stime dell'Ocse sono sostanzialmente in linea con quelle del Fondo monetario e, ancora, con quelle della Banca d'Italia di Mario Draghi e della Confindustria di Emma Marcegaglia. Tutti segnalano che siamo in recessione, come raccontano i giornali del mondo intero. E che l'uscita non sarà né facile, né breve. La componete psicologica c'è ma non è certo all'origine della crisi. Zitti, allora, anche a Via Nazionale e anche all'associazione degli imprenditori che ieri ha incassato un pacchetto di misure non da poco. Il governatore Draghi ha in programma oggi una conferenza stampa a Basilea, al termine del meeting del Financial stability board. Contro le previsioni di Draghi (Pil a -5%) si era già scagliato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti: "Basta stime, fino a settembre". Difficile che oggi non si colga tra le righe delle dichiarazioni del governatore anche una risposta all'"assalto" portato dall'asse Berlusconi-Tremonti.
D'altra parte il diverso modo, tra Bankitalia e Tesoro, di intendere la politica economica in questa fase di crisi era già emerso nelle Considerazioni finali del 29 maggio.
Fatto sta che la crisi è entrata (eccome) anche nel governo. Non in termini politici, ma sotto il profilo delle risorse disponibili. Ce ne sono poche, si sa, e la colpa - si sa anche questo - non è degli organismi internazionali. Al Consiglio dei ministri è partito l'attacco a Tremonti in vista della prossima Finanziaria. Alla fine il titolare di Via XX settembre è sbottato: "Io non mi prendo la responsabilità di sforare il bilancio. Non sarebbe serio nei confronti del Paese. E comunque non sarò io a farlo". Perché con un deficit che ormai galoppa verso il 5%, lo scenario che prevedono, facilmente, i vari ministri è quello dei tagli. Il primo scontro si avuto ieri. Protagonisti principali Tremonti e il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Ancora Tremonti: "Io non do più soldi rispetto a quelli del semestre precedente". La Russa: "Sia chiaro allora che meno soldi vuol dire anche meno soldati". Però in Afghanistan ne abbiamo appena mandati 500 in più.
L'intesa pare sia stata raggiunta con una mediazione: due mesi in meno di permanenza dei soldati e via via una riduzione della nostra presenza nei Balcani e in Africa.
Ha cercato di allentare la tensione il ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto: "D'accordo facciamo una colletta tutti noi". E ha tirato fuori il libretto degli assegni. Ma è servito a poco. Perché le lamentele sono arrivate, oltre che dal titolare dei Beni culturali, Sandro Bondi, anche dal ministro della Giustizia, Angelino Alfano, rivolto a Tremonti: "Con lo stanziamento che stai presentando, io non riesco a fare un lavoro serio". Questa è la crisi.
(27 giugno 2009) da La Repubblica
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Minacce e disperazione
di EZIO MAURO
Con un passo in più verso il suo personale abisso politico, ieri Silvio Berlusconi si è collocato all'opposizione rispetto all'establishment internazionale di cui dovrebbe far parte come imprenditore e come capo del governo italiano. Sentendosi assediato dall'imbarazzo che lo circonda fuori dal paesaggio protetto del suo mondo televisivo, il premier ha attaccato tutto il sistema libero e autonomo che non accetta di farsi strumento del suo dominio: Banca d'Italia, organismi di analisi e di controllo internazionale, Europa, e naturalmente "giornali eversivi", vale a dire Repubblica.
Questa volta la minaccia è esplicita e addirittura sguaiata nella sua prepotenza, se non fosse un segno chiaro di disperazione. Il Cavaliere annuncia infatti che "chiuderà la bocca" a "tutti quei signori che parlano di crisi", alle organizzazioni che "continuano a diffondere dati di calo dell'economia anche di 5 punti", come ha appena fatto nel doveroso esercizio della sua responsabilità il governatore Draghi e come fanno regolarmente istituzioni neutre, libere e autorevoli nel rispetto generale dei leader democratici di tutto l'Occidente.
Nello stesso tempo Berlusconi rilancia la sua personale turbativa di mercato, invitando esplicitamente gli investitori a "minacciare" il ritiro della pubblicità ai giornali che a suo giudizio diffondono la paura della crisi.
Davanti a un premier imprenditore ed editore che chiede agli industriali di "minacciare" i giornali, con l'eco puntuale e ridicola del ministro Bondi che replica l'accusa di eversione a Repubblica, ci sarebbe poco da aggiungere. Se non notare una cosa: è la prima volta che Berlusconi esplicita la sua vera intenzione verso chi sfugge alla pretesa impossibile di narrazione unica della realtà.
Tecnicamente, si chiama pulsione totalitaria: anche se la deriva evidente del Cavaliere consiglia di considerarla soprattutto velleitaria, e a termine.
(27 giugno 2009) da La Repubblica
by danDapit -
Ieri, 26 giugno, Silvio Berlusconi ha dichiarato (ascoltate dal video, riporto le sue esatte parole):
"Io sono fatto così, gli italiani così mi vogliono, quindi io non cambio.
Mi vogliono perchè sentono che sono buono, generoso, che sono sincero, che sono leale, che mantengo le promesse.
Fin quando ci sono io tutto ciò che avviene in mia presenza non può essere men che normale, e men che morale."
Ho trascritto le sue parole allibita, basita, statua di sale, scandalizzata nel profondo del cuore. Non aggiungo altro.
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L'intervento del presidente dell'episcopato italiano arriva dopo il monito di Famiglia cristiana - sullo scandalo-escort di Berlusconi: "La Chiesa non può ignorare l'emergenza morale"
Il giudizio di Bagnasco sulla politica
"Italia aliena da derive ed eccessi"
(estratto da La Repubblica)
CITTA' DEL VATICANO - Gli italiani e specie i giovani, chiedono alla politica "comportamenti coerenti" e lontani dal "clamore e dai riflettori", perché l'Italia "è aliena da derive e eccessi di qualunque tipo siano". E' quanto ha detto il presidente dell'episcopato italiano, cardinal Angelo Bagnasco, intervenuto ad un convegno della Cei sulla preparazione al matrimonio.
Il suo intervento è stato rilanciato anche dall'Osservatore Romano. Sotto il titolo "I giovani chiedono alla politica comportamenti coerenti", il giornale del papa pubblica ampi stralci dell'intervento pronunciato ieri da Bagnasco in un convegno della Cei in corso a Crotone.
...
"Il contesto socioculturale - ha spiegato il presidente della Conferenza episcopale italiana - dovrebbe accompagnare i giovani in generale nei loro progetti di vita. Le responsabilità sono di ciascuno ma conosciamo l'influsso che la cultura diffusa, gli stili di vita, i comportamenti conclamati hanno sul modo di pensare e di agire di tutti, in particolare dei più giovani che hanno diritto di vedersi presentare ideali alti e nobili, come di vedere modelli di comportamento coerenti".
(26 giugno 2009)
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La lettera
Come mai tante persone giudicano senza sapere?
Veronica Berlusconi risponde ad Angelo Rizzoli e sua moglie in merito alla propria vicenda
Egregio Direttore,
evidentemente il fermo proposito mio e del mio avvocato, di mantenere la vicenda della separazione da mio marito sul piano della compostezza, infastidisce (non capisco perché) persone che non dovrebbero avere alcun interesse per la questione, e che certamente non hanno alcun titolo per esprimere pubblicamente giudizi al riguardo.
Constato, leggendo il Corriere della Sera del 25 giugno [pagina 15: E Veronica? «Veronica vive in un castello dorato, si sposta con aerei privati, non frequenta nessuno tranne quattro amiche milanesi che vanno bene giusto per lo shopping ma se chiedi chi è Obama non lo sanno. Veronica è condizionabile; e probabilmente è stata condizionata. Dicendo che il marito non sta bene ed è inaffidabile, non si è accorta di far male ai suoi figli, di destabilizzarli. Soprattutto il più piccolo, Luigi, che andrebbe invece sostenuto: a volte ci si ritira nella religione come fuga dal mondo». Berlusconi non ha proprio nulla da rimproverarsi? «Ha avuto uno stile di vita imprudente. Del resto lui è come mio nonno, che adorava le donne, e in età matura amava circondarsi di ragazze giovani: l' ultimo soffio prima del tempo in cui, come diceva Turgeniev, i ricordi diventano rimpianti, e le speranze illusioni. Ma Berlusconi non deve giustificarsi di nulla. Mia moglie Melania e io riceviamo spesso, qui in casa. E spesso gli ospiti portano qualcuno. Mica possiamo chiedergli i documenti?». «Roma - racconta Rizzoli - non cambia con il cambiare dei regimi. La più grande industria, con l' edilizia, è lo spettacolo. A Roma arrivano migliaia di ragazze e anche di ragazzi disponibili a ogni genere di esperienza. E arrivano politici, imprenditori, finanzieri, che lontano dalle famiglie si sentono come in vacanza, e la sera vogliono divertirsi. Le cose imputate a Berlusconi sono state fatte da molti altri. Ne ho visti tanti, di ministri e anche di presidenti del Consiglio, girare con ragazze di poche virtù. Ho visto anche leader di sinistra fare lo stesso. Ho ricevuto telefonate di un ex magistrato che raccomandava una bionda conduttrice televisiva. Su due sole persone a Roma non ho mai sentito un pettegolezzo: Gianni Letta e suo nipote Enrico. Per questo nessuno dovrebbe atteggiarsi a moralista. Chi può permettersi di fissare, e a qualche altezza, l' asticella della moralità?». Aldo Cazzullo], che questo è ora il caso del signor Angelo Rizzoli, persona che non ho mai conosciuto, la cui moglie Melania, che pure non ho mai conosciuto, era già stata prodiga nei miei confronti, qualche tempo fa, di consigli non richiesti né graditi (Corriere della Sera del 23 maggio). Che queste persone—non si sa da quale cattedra o pulpito — insultino quattro mie «amiche milanesi», non meglio identificate, tacciandole di crassa ignoranza, è increscioso ma anche ridicolo. È grave e intollerabile, invece, che il signor Rizzoli mi accusi, dalle colonne del Suo giornale, di «destabilizzare» i miei figli, e in particolare «il più piccolo, Luigi, che andrebbe invece sostenuto: a volte ci si ritira nella religione come fuga dal mondo»: così mostrando, oltre a tutto, di considerare i sentimenti religiosi di mio figlio, che riguardano solo lui e che non sono certo nati in queste settimane, come un fenomeno anomalo e patologico; cosa forse naturale, purtroppo, per chi non riesce nemmeno a immaginare che possano esistere valori diversi da quelli materiali. Per buona fortuna, Luigi non è affatto in fuga dal mondo, e ha sufficiente forza morale per valutare lo squallore di quelle parole. Ma vorrei ugualmente che venisse lasciato in pace, come me e le mie figlie. E possibilmente anche le mie amiche.
Grata per l’attenzione Le invio i miei saluti.
Veronica Berlusconi
27 giugno 2009
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Sia l'"Independent" che il "Times" tornano sulla vicenda del premier
"Segnali di pericolo sul suo futuro politico". E fanno il nome di Draghi per la successione
"Ultimi giorni alla corte di re Silvio"
I giornali inglesi ipotizzano le dimissioni
Intervista a Barbara Montereale che parla di "aria quasi competitiva"
tra le ragazze alle feste del Cavaliere. E conferma il regalo da diecimila euro
di ENRICO FRANCESCHINI
Il caso Berlusconi continua dunque a rimanere al centro dell'attenzione dei media e dell'opinione pubblica mondiale, in particolare in Gran Bretagna, dove la stampa nazionale sembra particolarmente colpita da una vicenda a base di "sesso, bugie e videotape", per parafrasare un noto film di alcuni anni or sono.
"Berlusconi sembrava immune dagli scandali, ma le sensazionali notizie di caroselli sessuali a base di feste, modelle e denaro stanno facendo sentire il loro peso sul premier", scrive l'Independent. L'inchiesta dell'ex-corrispondente da Roma Peter Popham ricostruisce gli ultimi sviluppi della faccenda, notando in particolare le crescenti critiche della Chiesa cattolica, "che sta cominciando quietamente a tenere Berlusconi a distanza" e "l'accumularsi di segnali di pericolo" per il suo futuro politico. L'articolo sottolinea che perfino uno dei suoi più fidati consiglieri, Giuliano Ferrara, direttore de Il Foglio, ha recentemente tracciato "un'analogia tra l'attuale situazione di Berlusconi e quella di Mussolini il 24 luglio 1943", il giorno prima che il duce fu destituito dal re. "La defezione di Ferrara", nel fronte dei critici di Berlusconi, scrive Popham, "fa parte degli effetti collaterali del divorzio chiesto da Veronica Lario", poiché Il Foglio è parzialmente di proprietà della (ancora per poco, a quanto pare) moglie del leader del Pdl.
Anche il Times pubblica un paginone sul caso. Un articolo di Lucy Bannerman, inviata a Bari, ricostruisce la rete di amicizie dichiarate e sotterranee che portano dal capoluogo pugliese fino alla residenza romana di Berlusconi e alla sua villa di Porto Rotondo in Sardegna. L'articolo contiene tra l'altro una nuova intervista a una delle giovani donne che hanno fatto visita al premier in più occasioni, Barbara Montereale, la cui automobili è bruciata nei giorni scorsi per un misterioso incendio doloso, la quale dice al Times che quando fu invitata in Sardegna a metà gennaio "c'erano un sacco di ragazze che non si conoscevano tra loro" e parla di un'atmosfera "quasi competitiva".
La Montereale conferma quando affermato in precedenti occasioni, cioè che per la sua presenza in Sardegna ricevette 11 mila euro, mille dall'uomo d'affari pugliese Giampaolo Tarantini, che l'aveva accompagnata, e 10 mila come "regalo" da Berlusconi.
Un secondo articolo, un commento del corrispondente da Roma Richard Owen, nota che, due mesi dopo l'inizio dello scandalo con la partecipazione al compleanno per i 18 anni di Noemi Letizia, Berlusconi cerca di mettere insieme una strategia, "mantenere la calma e andare avanti come niente fosse". Ma è "troppo tardi", la mancanza di una reazione convincente fino a questo momento hanno lasciato "la sua squadra in uno stato d'assedio". Per di più, scrive Owen, l'economia continua a declinare, con Mario Draghi, il governatore della Banca d'Italia, "indicato da alcuni come possibile premier a interim" se Berlusconi dovesse dimettersi, che questa settimana ha accusato il governo di "non avere una credibile via d'uscita" dalla recessione. L'articolo sottolinea che Berlusconi ha dovuto posticipare la discussione di una legge che dovrebbe multare severamente i clienti delle prostitute a causa dell'imbarazzo che provocherebbe un dibattito sul tema in parlamento alla luce degli incontri tra il premier e le escort e per la definizione che di lui ha dato il suo avvocato come "utilizzatore finale" di tali servigi.
Il Times rileva che Berlusconi affida sempre più spesso il compito di apparire in pubblico in sua vece al "fidato luogotenente Gianni Letta", dando la colpa all'artrite che lo affligge, per cui riceve iniezioni di cortisone. L'articolo si conclude ipotizzando che la salute "potrebbe essere una scusa" per rassegnare le dimissioni e prevede che le pressioni per dimettersi continueranno anche in autunno.
Il paginone del Times è illustrato da un ampio grafico che ricostruisce "la ragnatela" dei rapporti fra tutti i personaggi che ruotano attorno a Berlusconi e che sono coinvolti in qualche modo nello scandalo, da Veronica Lario alla cosiddetta "ape regina" Sabine Began, da Noemi Letizia alla escort Patrizia D'Addario; e un riquadro a parte cerca di spiegare ai lettori inglesi il significato di termini come "velina", "meteorina" e "valletta", il nuovo vocabolario della politica italiana al tempo di re Silvio.
Velina The term started in the 1920s and refers to a type of paper. It was later used to refer to the guidelines issued to journalists by the Ministero della Cultura Popolare during the Fascist period.
It took on a different meaning in the 1990s thanks to a famous TV programme on Mediaset, which Berlusconi owns, called Striscia la Notizia, in which the day’s news was handed to the anchorman by two girls, one brunette and one blonde.
The girls became known as “Le Veline”. From this, they came to play an iconic role in Italian television, offering a fast-track to fame for pretty girls. There is also a television programme called Veline, in which all the girls participate in bikini beauty pageants that are held in main squares across Italy
Soubrette An old expression for the saucy woman character in comic theatre, which means “conceited”. The character was often the light love interest (think Carry on films). It has come to mean a showgirl
Meteorina A weathergirl.This is a popular role on Mediaset. The weathergirls are said to be handpicked by Emilio Fede, Mr Berlusconi’s close friend and director of the news programme on his television channel Valletta The woman assistant in television quiz shows
3 commenti:
Direi che risponde perfettamente alla tua domanda questo articolo sul Corriere di oggi: Popolarità del premier al 49%.
Metà degli Italiani è ancora disposta a difendere la figura di Berlusconi, NONOSTANTE tutto quello che è venuto e continua a venire fuori: l'articolo dà una spiegazione plausibile sul perché. Il fatto io e te la pensiamo allo stesso modo, non toglie che ahimè tante persone la pensano all'opposto. :-(
Ciao Daniele!
"fino a quando sopporteremo?" è una domanda SERIA, intendo: proprio perchè se lui sta ancora lì, è perchè ha ancora consensi, allora mi chiedo "fino a quando sopporteremo"... Ovvero: quanto sopporteremo gli stessi italiani che ancora vivono nel paese della bella addormentata!
Ho letto l'articolo che mi segnali, che è molto simile nel suo contenuto alle riflessioni di un giornalista inglese che ha scritto il libro: "Il cuore tenebroso dell'Italia", eccolo, da Repubblica:
"Il Sunday Telegraph pubblica un ritratto di Berlusconi (e dell'Italia), a firma dello scrittore inglese Tobya Jones, che vive da un decennio nel nostro paese, autore del libro "The dark heart of Italy" (Il cuore tenebroso dell'Italia). Come mai, si chiede Jones, Berlusconi è ancora primo ministro, nonostante tutti gli scandali del passato, le accuse di falsa testimonianza, di ostruzione della giustizia, di collusione con la mafia, di appartenenza a una loggia massonica, di evasione fiscale e di corruzione di pubblici ufficiali, alle quali si aggiungono ora le notizie sulle sue feste con decine di giovani fanciulle?
Lo scrittore dà una serie di motivazioni.
Primo, l'Italia è talmente abituata agli scandali, che non ci fa più caso e anzi non ne può più.
Secondo, almeno per qualcuno, le infedeltà del premier suscitano invidia e ammirazione.
Terzo, Berlusconi si presenta come un "uomo qualunque, una persona semplice che non appartiene alla elite snob della politica, uno a cui piacciono le cose che piacciono a tutti, il denaro e le donne"(aggiunta di danDapit: vedi la percentuale SIGNIFICATIVA dell'appoggio degli operai enumerata dall'articolo che mi hai indicato).
Quarto: la sinistra è fragile e divisa, per cui non offre un'alternativa valida.
Quinto: essere "furbi" e "spregiudicati", in Italia, è considerata da alcuni una virtù.
E sesto, le critiche dei media stranieri possono ottenere l'effetto di rinsaldare il sostegno verso Berlusconi, perlomeno in quella parte della popolazione che, dopo secoli in cui l'Italia è stata dominata da potenze straniere, è determinata a tenere gli stranieri fuori dai propri affari."
...la sesta motivazione è da considerare con attenzione, una rivelazione da uovo di Colombo.
Fa riflettere, e mi riporta all'indole propria degli italiani, indole tendente alla CHIUSURA sui fatti privati; che è poi una forte e peculiare caratteristica radicata nel sistema mafioso.
E non è forse ciò a cui Berlusconi si sta "disperatamente" appellando col suo condannare ogni VOCE VENGA DALL'ESTERNO della sua...."famiglia"?
Ora che il suo culo nudo è al sole?
DETTO CIO'...
Daniele, continuiamo così! Perchè "la gramigna" va esterpita da chi la sa riconoscere.
Quanti italiani leggono giornali o libri, si informano OLTRE il telegiornale di un Fede o di Rai 1 o 2? quanti sono realmente informati? quanti hanno capito che è TUTTO COLLEGATO? e che non si tratta di qualche scopata "vista dal buco della serratura" per citare Tremonti, ma di UN SISTEMA di corruzione, degrado e abuso di potere, che ciascuno di noi sta pagando anche dal proprio piccolo stipendio, senza contare il prezzo che paghiamo in fatto di valori e criminalità...E MAFIA!! Ancora rigogliosa.
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