13 giugno 2009

Sincera Privacy

L'autore degli scatti, oltre 5mila, che ritraggono la "dolce vita" di Villa Certosa intervistato dal quotidiano inglese. "Il 90 per cento degli ospiti giovani ragazze"

Il fotografo Zappadu al Times "Tra me e il Cavaliere non è finita"
di ENRICO FRANCESCHINI
(da la Repubblica)

LONDRA - "Molti italiani hanno pensioni basse e salari minimi. Viviamo in tempi di crisi economica. Sicché quando vedo due voli di stato alla settimana (arrivare in Sardegna), con musicisti e ragazze che vanno ai party (di Berlusconi), la cosa mi irrita. Per me, quei voli sono più importanti di qualsivoglia 'harem'. Credo che Berlusconi dovrebbe darne una spiegazione". Così dice al Times di Londra, nella sua prima intervista a un quotidiano britannico, Antonello Zappadu, il fotoreporter che ha scattato circa 7 mila foto attorno a Villa Certosa e all'aeroporto in cui arrivavano i voli di stato organizzati per le feste nella villa del presidente del Consiglio.

Come è noto, il suo archivio è stato sequestrato dalla polizia italiana, dopo l'ingiunzione alla magistratura presentata da Berlusconi sostenendo che quelle immagini, per quanto "innocenti", invadono la sua privacy. Nell'intervista a Lucy Bannerman, inviata del Times in Italia, Zappadu afferma che copie delle foto sono in possesso di suoi rappresentanti all'estero, che potrebbero distribuirle e venderle a giornali stranieri, come è avvenuto per sette immagini pubblicate dal quotidiano spagnolo El Pais, sulla base di quanto sarà consigliato al fotografo dai suoi legali. "Ce ne sono altre (di foto)", dice Zappadu al quotidiano londinese. "Questa storia tra me e Berlusconi non è finita".

Nell'intervista, il fotoreporter conferma quanto dichiarato in precedenza a Repubblica riguardo allo svolgimento di un "finto matrimonio" avvenuto a Villa Certosa tra Berlusconi e una giovane donna: "Sembrava un gioco puerile. Lui era l'unico uomo. C'erano circa sei ragazze intorno e sembrava che si celebrasse una specie di matrimonio con una di loro. Direi che aveva un 25-30 anni". Zappadu aggiunge che il "90 per cento" degli ospiti da lui visti a Villa Certosa erano donne "e non donne mature, bensì ragazze, un mare di giovani, belle ragazze". Ai party si sentivano "risate, musica, gente che fa festa, ma non si poteva vedere cosa succedeva esattamente". (Le ragioni per cui Zappadu ritragga quegli elicotteri nella loro manovra di avvicinamento all'eliporto di Villa Certosa appaiono misteriose. Ma, interpellato, è proprio il fotografo sardo a spiegarlo, confermando non solo la capienza del suo archivio, ma il suo "metodo". "Perché le foto di quegli elicotteri? Perché ho altre foto in cui si vedono scendere da quegli elicotteri almeno una decina di ragazze" - Repubblica 12 giugno 2009).

Zappadu dice che circa due voli di stato alla settimana trasportavano ospiti alla villa di Berlusconi, trai quali in occasione del Capodanno 2008 c'era anche Noemi Letizia. "Dopo aver letto l'intervista al suo ex-fidanzato Gino, compresi di avere in mano qualcosa di interessante", osserva il fotoreporter, "e altri che avevano visto le mie foto la riconobbero".

Il Times illustra l'intervista con una grande foto di Zappadu in Colombia, circondato di militari in assetto di guerra, quando seguiva il conflitto contro i guerriglieri di quel paese. Il quotidiano britannico nota che il fotografo italiano non è un paparazzo, ma un fotoreporter autore di servizi di ogni genere. Zappadu dice che da quando si trova al centro dello scandalo il suo telefono è controllato e agenti del servizio segreto lo pedinano. Ma in compenso, nella sua città, ad Olbia, in Sardegna, molta gente viene continuamente a complimentarsi con lui per quanto ha fatto. E l'inviata del Times assiste a svariati di questi episodi.

From The Times - June 13, 2009
Photographer Antonello Zappadu warns of more embarrassing pictures of Silvio Berlusconi

didascalia alla foto sul Times:"Antonello Zappadu, on assignment in Colombia to cover the guerrilla conflict, says he is more concerned about Silvio Berlusconi's alleged misuse of state flights during an economic crisis than his parties with young women"

Il quotidiano londinese pubblica su Berlusconi anche un secondo, breve articolo, affermando che, a differenza del suo ultimo incontro con George Bush alla Casa Bianca, il colloquio tra il premier italiano e il presidente Obama, in programma lunedì a Washington, sarà solo un "breve incontro" di un'ora. Il giornale cita una fonte anonima nelle capitale americana secondo cui "l'incontro è un dovere" per il presidente americano, "ma non hanno piacere di ricevere Berlusconi", non tanto per lo scandalo legato ai party con ragazze o al possibile abuso di voli di stato, ma per la presunzione di Berlusconi di considerarsi uno statista in politica estera, con discusse iniziative diplomatiche nei confronti di Russia ed Iran, e con la recente visita di Gheddafi a Roma.

(13 giugno 2009)
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La privacy e il primo ministro

La intimidad y el primer ministro
¿Puede ampararse Berlusconi en la defensa de la privacidad ante la publicación de las fotos de Cerdeña? No. Las imágenes son relevantes: es un personaje público cuya vida privada contradice su discurso político

da: El País - MARC CARRILLO 10/06/2009

Berlusconi può nascondersi dietro la tutela della privacy dopo la pubblicazione delle foto in Sardegna? No. Le immagini sono rilevanti: è un personaggio pubblico la cui vita privata contraddice il suo discorso politico

La privacy è quell’ambito della vita privata di una persona che risulta inaccessibile agli altri, salvo che il proprio consenso non lo permetta. Ciò nonostante, è un diritto sottoposto a dei limiti. Infatti può essere sacrificato in favore del diritto di comunicare e di ricevere informazioni se queste sono di pubblico interesse. Le recenti informazioni che denunciano presunti casi di abuso di potere commessi dal primo ministro italiano, Silvio Berlusconi, riportano in primo piano il dibattito sul grado di protezione della privacy che una società democratica deve garantire a coloro che , per via della carica rappresentativa o della professione esercitata, occupano una posizione di rilievo nella vita pubblica e, pertanto, sono sottoposti al giudizio sociale.

Soprattutto se si tratta di rappresentanti con responsabilità nell’ambito delle istituzioni democratiche. Detto questo, non devono esserci dubbi sul fatto che le persone celebri, oggetto di pubblica notorietà, non cessano pertanto di essere titolari del diritto alla privacy. Ma è anche vero che i limiti all’informazione (comunicare fatti che li riguardano) o alla libera espressione (esprimere opinioni sulla loro condotta) devono essere molto più flessibili nel caso in cui intervengano ragioni di pubblico interesse, sia per quanto riguarda il loro comportamento pubblico, sia per quanto riguarda azioni private che possano avere una rilevanza pubblica.

Questa è una condizione sine qua non della società aperta, che la giurisprudenza del Tribunale Europeo dei Diritti Umani ha ribadito, affermando che il diritto a comunicare informazioni su fatti di pubblico interesse occupa una posizione singolare nel sistema costituzionale dei diritti fondamentali, giacché una lesione o una restrizione ingiustificata di tale diritto non solo implica la limitazione del diritto fondamentale dei cittadini a ricevere informazioni, ma influisce anche negativamente sulla creazione e sul mantenimento di un’opinione pubblica libera, in quanto istituzione essenziale del sistema democratico (Sentenze Handyside c. Gran Bretagna del 7/XII/1976 e Lingens c. Austria, del 6/VII/1986). E questo vale anche per l’Italia.

Recentemente, la stampa italiana – nonostante gli impedimenti del Ministero di Giustizia – e quella internazionale, specialmente EL PAIS, hanno dato un’eco grafica ai sospetti di abuso di potere riguardanti il primo ministro Berlusconi. Questi abusi comprendono l’avere incoraggiato l’approvazione di leggi ad hoc affinché su dei voli ufficiali e, pertanto, con mezzi pubblici, possano viaggiare ospiti privati per attività ludiche, o l’aver promosso a incarichi di responsabilità, nelle liste elettorali del suo partito al Parlamento Europeo o nello stesso Consiglio dei Ministri, persone il cui unico merito politico è stata la bellezza, secondo quanto dichiarato orgogliosamente dallo stesso premier.

Berlusconi, tuttavia, ha considerato che la pubblicazione delle foto scattate nella sua tenuta in Sardegna, pur rendendo irriconoscibili le immagini dei protagonisti, attenta alla privacy dei suoi invitati ed ha annunciato azioni legali nei confronti di questo giornale. Tuttavia ci sono forti ragioni di ordine giuridico, basate sul pubblico interesse delle informazioni diffuse, che permettono di sostenere che il diritto di informare su questi fatti non può essere limitato. Vediamole.

La prima è che appare indubbiamente ragionevole la legittimità di cui dispongono i mezzi di comunicazione di informare sull’uso che il primo ministro fa di alcune singolari leggi, approvate con l’obiettivo di autorizzarlo a invitare i suoi amici a viaggiare su voli ufficiali.

Soprattutto quando lo scopo è quello di partecipare, con mezzi finanziati dall’erario, ad attività ludiche di carattere privato. Che una legge permetta di portare a termine ciò che è obiettivamente un abuso di potere, tristemente avallato dal Parlamento, non può essere un ostacolo affinché la stampa possa informare al riguardo, anche con mezzi grafici e – questo sì – con lo scrupolo di non diffondere particolari irrilevanti, come l’identità dei partecipanti. Che uno di essi si sia sentito chiamato in causa – l’ex premier ceco Topolanek – è solamente affar suo.

Ciò che realmente risulta importante è il fatto in sé dell’ostentazione che Berlusconi fa del lusso privato finanziato parzialmente con denaro pubblico, protetto dalla legge ad hoc. E pertanto quella stessa legge non può impedire che le persone vengano informate riguardo a tali attività, perché, se così fosse, sarebbe incostituzionale e sarebbe inoltre una conseguenza consustanziale derivata dall’articolo 21, comma 2 della Costituzione della Repubblica, che stabilisce che “la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censura”. È ovvio che in Italia, e in qualsiasi paese democratico, garantire l’informazione su fatti di questa natura è una questione di ordine pubblico democratico. Senza che, di contro, si possa accettare l’evidente strumentalizzazione del diritto alla privacy dei suoi ospiti, come ha fatto il premier italiano.

Il diritto alla privacy, come diritto a non essere infastidito, è protetto dalla Convenzione Europea per la salvaguardia dei Diritti dell’uomo (art. 8). Ma quando ciò che si censura pubblicamente sono i comportamenti dei politici nella loro sfera pubblica – come il promuovere una legge che permette l’uso di fondi pubblici per scopi privati – il diritto di comunicare le informazioni (art. 10) non può essere interpretato – sostiene il Tribunale di Strasburgo – alla luce del diritto alla privacy. Con ciò si intende dire che i limiti della critica permessa sono più ampi in relazione a un politico, quando questi agisce come tale, come fa Berlusconi quando trae beneficio da una legge per favorire la sua cerchia di amicizie e mescola ingiustamente lo spazio pubblico con quello privato.

Naturalmente anche un politico gode del diritto alla privacy, anche quando agisce in ambito pubblico, ma in tal caso la protezione della sua intimità deve essere equilibrata con gli interessi della libera discussione delle questioni politiche (Sentenza, Caso Lingens, 1986). A tal proposito, il Tribunale di Strasburgo ha ricordato che, nel caso in cui un politico si trovi in una situazione in cui vengano occultati la sua attività politica e i suoi affari privati, può avere luogo una dibattito politico che scateni una dura critica, nell’ambito del diritto di comunicare le informazioni e della libertà di espressione (Sentenza, caso Dichand, del 26/02/2002). E la pubblicazione delle foto scattate nella residenza privata del primo ministro è un modo legittimo di promuovere un dibattito pubblico sull’abuso di potere.

Una seconda ragione concerne le esigenze di una società aperta: i rappresentanti devono rendere conto di comportamenti incoerenti ed ipocriti. Pertanto è necessario ottenere in modo diligente informazioni veraci e successivamente comunicarle alla società. Nel caso Berlusconi, la confusione tra pubblico e privato palesata da questo rappresentante pubblico eletto democraticamente, fa sorgere pochi dubbi all’interno del dibattito politico riguardo all’abuso di potere e alla promozione del clientelismo che, sotto la sua ala protettrice, e grazie alle sua acquiescenza, si sta espandendo. Conoscere tali fatti in tutta la loro dimensione, per quanto possa risultare amaro, è oggettivamente un motivo di pubblico interesse.
La società italiana, e di riflesso quella europea nell’ambito dell’Unione, non può scrollare le spalle di fronte ai comportamenti di un politico che possiede un tale livello di responsabilità istituzionale sia nel proprio paese, sia in Europa. E l’interesse cresce quando, accanto a questa esibizione di eccessi che rasenta l’oscenità istituzionale, il primo ministro, in un esercizio di evidente ipocrisia, si è reso protagonista, come nel caso Eluana Englaro, di un conflitto istituzionale con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il quale, con squisita prudenza, gli ha dovuto ricordare che non poteva ratificare un decreto legge palesemente incostituzionale mediante il quale Berlusconi, adottando posizioni proprie di un cattolicesimo ultramontano, pretendeva di impedire l’esecuzione di una sentenza della Corte di Cassazione, con lo scopo di prolungare la vita di una donna in stato vegetativo da più di quindici anni. La società italiana deve avere l’opportunità di contrastare attraverso l’informazione queste miserie che la danneggiano. La pubblicazione delle foto in Sardegna è, pertanto, di pubblico interesse, perché in questo modo si riesce a consolidare un’opinione pubblica libera.

[Articolo originale "La intimidad y el primer ministro" di MARC CARRILLO*]
*Marc Carrillo è docente di Diritto Costituzionale all’Università Pompeu Fabra.

ITALIADALL'ESTERO- Come ci vede la stampa estera- Articolo di Società cultura e religione, pubblicato mercoledì 10 giugno 2009 su El Pais, in Spagna.
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da: Articolo 21.info (quotidiano on line per la libertà d'espressione)

Foto sequestrate. D’amati: violato l’interesse pubblico. Intervenga il Parlamento


(estratto) (31/5/2009)

domanda: Cosa si può fare? Non dovrebbero essere rispettati i diritti di un cittadino come Antonello Zappadu e quelli di quanti non vogliono nascondere la testa sotto la sabbia? Quali interventi, a suo giudizio, si possono ipotizzare?

risposta (avvocato Domenico D’Amati): La prima ipotesi riguarda proprio il fotografo indagato. Io credo che il suo difensore abbia la possibilità di dimostrare che il reato ipotizzato a carico del suo assistito sia inesistente e che quindi possa chiedere l’immediato dissequestro del materiale fotografico.La seconda ipotesi è più strettamente politica e riguarda il Guardasigilli. Come ha già fatto in altre recenti occasioni per tutelare il diritto dei cittadini a verificare l’inattaccabilità dei comportamenti di alcuni magistrati, anche in questo caso dovrebbe prendere l’iniziativa. Dovrebbe disporre un’ispezione alla Procura della Repubblica di Roma per stabilire se quanto è stato deciso non abbia violato il diritto dei cittadini ad essere informati sui comportamenti di un uomo pubblico come il Presidente del Consiglio.
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IMGPress - Il foglio elettronico

IL PARADISO DELLE HURI DI TIBERIO-BERLUSCONI

Satira (08/06/2009) -
Mi ha molto colpito la vita relazionale che si svolgeva (continua a svolgersi?) a Villa Certosa. Non si tratta di persone adulte e maggiorenni, dello stesso ceto sociale, ricche, sazie, disinibite, senza inutili remore "moralistiche" ( l'avvocato Agnelli sosteneva che l'amore è roba da camerieri e che solo il sesso conta) che si intrattengono tra di loro, a parità di condizioni, per passare insieme un fine settimana più o meno lungo.
Sembra che le donne presenti siano in maggioranza ragazze di estrazione e nicchia sociale assolutamente diversa ed assai ma assai distante da quella del potente proprietario della villa e dei suoi amici attempati e non. Insomma giovani donne reclutate all'uopo come figuranti del bellissimo giardino realizzato da chi dispone di mezzi illimitati per soddisfare qualsiasi capriccio compreso quello di un vulcano artificiale e di una grotta-canale che, al momento della sua realizzazione contestata dagli ambientalisti fu inibita alla vista ed alla visita di chiunque. Un paradiso terrestre popolato di giovani Huri da fare invidia a quello promesso da Maometto ai musulmani.
Ho letto da qualche parte che in occasione di particolari feste le ragazze affluivano a Villa Certosa anche in grossi gruppi. Come venivano reclutate? Ricevevano ognuna un diamantino, una collanina d'oro come Noemi? Perchè, dopo lo scandalo internazionale delle fotografie, nessuna di loro si fa avanti e dice come andavano davvero le cose?
Tra le foto pubblicate c'è quella in cui si è riconosciuto il capo del governo ceco Topolonanech del tutto nudo e con il pene in bella mostra, una foto che lo ritrae all'aperto con diverse persone di sesso femminile nelle vicinanze.
Non so se il nostro Paese abbia bisogno di relazioni particolarmente intime con la Repubblica ceca ma non c'è alcun dubbio che la lubrificazione di tali relazioni a Villa Certosa avveniva con irresistibili ingredienti sessuali.
Chissà se anche i soggiorni di Putin e di altri Capi di Stato sono stati dello stesso tipo di quello del Topoloneck ceco. Che cosa c'è di più affratellante di godere insieme in una bellissima villa costruita su una Isola da quaranta anni luogo privilegiato di vacanze dei miliardari italiani in compagnia di quantità industriali di bionde mozzafiato?

L'Imperatore Tiberio aveva 68 anni quando si ritirò nell'isola di Capri in una villa imperiale probabilmente più "modesta" di quella di Berlusconi. Ogni tanto ordinava di tagliare la testa a qualcuno a Roma e così teneva le redini del suo regno da lontano.
Il sesso era il suo passatempo preferito praticato con adolescenti maschi e femmine. Se qualcuno di loro lo dispiaceva in qualche modo lo dava in pasto alle murene che allevava nella grotta Azzurra (o in altra lì vicino), murene di cui era ghiottissimo.
Almeno si racconta.

Le ragazze di Villa Certosa non finiscono sicuramente in pasto alle murene. Ma credo che qualcuno dovrebbe spiegare il meccanismo psicologico e materiale che le ha portate a Villa Certosa. Invece quanto si riferisce a Villa Certosa è evitato accuratamente dal nostro giornalismo politico e non. Forse non ne sapremo mai niente e si scoprirà che le foto erano tutte fotomontaggi.

In definitiva la verità non è quella che viene accreditata dai massmedia?


Pietro Ancona


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