09 giugno 2009

"O caderno" - "El cuaderno" - il blog, il libro di Saramago

da "Corriere della Sera.it" - POLITICA

Accuse al Cavaliere nel libro
Einaudi rifiuta Saramago


Il Nobel: "con lui c’è da temere per la democrazia"

MILANO — Einaudi non pubblicherà Il quaderno, il libro che raccoglie testi let­terari e politici scritti sul blog dallo scrittore porto­ghese José Saramago, pre­mio Nobel per la letteratura nel 1998.
Ne dà notizia «L’Espresso» oggi in edico­la anticipando che l’editore della raccolta di saggi sarà sempre torinese, Bollati Bo­ringhieri, ma soprattutto svelando il motivo della momentanea rottura tra l’autore di Cecità e la casa dello Struzzo.
«La nuova opera — scrive Mario Porta­nova — contiene giudizi a dir poco trancianti su Silvio Berlusconi, che di Einaudi è il proprietario». Sarama­go è severo con Berlusconi ma anche con gli italiani, il cui sentimento «è indiffe­rente a qualsiasi considera­zione di ordine morale». Ma «nella terra della mafia e della camorra che impor­tanza può avere il fatto pro­vato che il primo ministro sia un delinquente?». L’au­tore del Quaderno arriva a paragonare il nostro capo del governo a «un capo ma­fioso ».

«L’Einaudi — spiega per parte sua un comunicato della casa editrice che ha pubblicato quasi tutti i ro­manzi del premio Nobel — ha deciso di non pubblicare O caderno di Saramago per­ché fra molte altre cose si dice che Berlusconi è un 'delinquente'. Si tratti di lui o di qualsiasi altro espo­nente politico, di qualsiasi parte o partito, l’Einaudi si ritiene libera nella critica ma rifiuta di far sua un’ac­cusa che qualsiasi giudizio condannerebbe».

Saramago, 87 anni, che in questi giorni è nella sua casa di Lanzarote, nell’arcipelago delle Canarie, ha ac­cettato di rispondere via e-mail ad alcune nostre do­mande. «Non pubblico la mia nuova raccolta di saggi con Einaudi — ci scrive il premio Nobel — perché in essa critico senza censure né restrizioni di alcun tipo Berlusconi, il quale è il ca­po del governo ma anche il proprietario della casa editrice, come di tanti altri mezzi di comunicazione in Italia. La verità è che quella che si è creata potrebbe es­sere definita una situazione pittoresca se il fatto che un politico accumuli tanto po­tere non facesse temere per la qualità della democra­zia ».

Lo scrittore portoghese, che si rivelò nel 1982 con Memoriale del convento e che non ha mai nascosto le sue simpatie per la sinistra (si iscrisse clandestinamen­te al partito comunista portoghese nel 1969 riuscendo a evitare le galere del ditta­tore Salazar), ci scrive che nessuno gli ha mai propo­sto di cancellare i passaggi su Berlusconi: «Ho conosciuto la censura durante la dittatura portoghese, l’ho sofferta e combattuta e nes­suno in una situazione di apparente normalità demo­cratica mi potrebbe chiede­re di amputare una mia ope­ra ».

Facciamo notare che cer­ti giudizi ci sembrano quan­tomeno eccessivi. Sarama­go non si scompone: «Le qualificazioni che ho dato di Berlusconi non nascono dalla mia testa ma si basa­no su informazioni giornali­stiche che ogni giorno appa­iono sulla stampa europea. Io semplicemente osservo e concludo. Con dispiacere, naturalmente». Insistiamo: perché arrivare a paragona­re Berlusconi a un «capo della mafia»? Saramago ri­sponde: «Davvero le sem­bra esagerato? È sicuro? Al­meno mi concederà che ha una mentalità mafiosa».

L’autore del Vangelo se­condo Gesù è severo anche con l’Italia: «Quando tutte le opinioni che si diffonde­vano sulla capacità creati­va, sulla modernità e talen­to artistico erano favorevo­li, non ricordo nessuno che si lamentasse di questi giu­dizi. Ora le cose sono cam­biate. L’Italia non è più il Pa­ese che emoziona, ma sor­prende non certo per le mi­gliori ragioni. Né l’Italia né coloro che amano questo Paese meritano lo spettaco­lo politico di fascinazione malata per Berlusconi».

Saramago pubblicherà il suo prossimo romanzo da Einaudi? «Del mio nuovo romanzo, che credo vedrà la luce in autunno, non si è ancora parlato e non so do­ve porterà questa faccen­da ».

Il premio Nobel non sa che altre opere di critica a Berlusconi sono state rifiu­tate da Einaudi, dalle poe­sie politiche postume di Giovanni Raboni al Duca di Mantova di Franco Cordel­li, sino al Corpo del capo di Marco Belpoliti, che l’auto­re ha preferito pubblicare da Guanda, però commen­ta: «Dev’essere duro vivere quando il potere politico e quello imprenditoriale si riuniscono. Non invidio la sorte degli italiani, però in­fine è nella volontà degli elettori mantenere questo stato di cose o cambiarlo».

Dino Messina
29 maggio 2009

Scrittore, poeta e critico letterario, José de Sousa Saramago è nato ad Azinhaga, in Portogallo, nel 1922. Premio Nobel per la Letteratura nel ’98, da settembre ha aperto il blog: "O caderno de Saramago"

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AL ROGO SARAMAGO
29 maggio 2009

La casa editrice Einaudi rifiuta il nuovo libro dello scrittore premio Nobel.
Contiene alcuni giudizi molto severi su Berlusconi. L'autore definisce il premier delinquente e corruttore. E lo paragona a un capo mafioso


di Mario Portanova
(articolo da "L'Espresso/rintracciato sul web in
"Invisible News")

Einaudi dice no al Nobel. Non pubblicherà la traduzione italiana del prossimo libro di José Saramago, autore presente con ben 20 titoli nel catalogo della casa torinese. Nel mondo editoriale si è aperto un caso: lo storico marchio, che ha sempre cercato di distinguersi per autonomia e tradizione all'interno della vasta galassia mediatica del Biscione di Arcore, ha fatto una scelta di mercato o ha imposto una censura?

La nuova opera, infatti, contiene giudizi a dir poco trancianti su Silvio Berlusconi, che di Einaudi è il proprietario. Così, a un certo punto del testo Saramago scrive: «Visto che sono pubblicato in Italia da Einaudi, di proprietà di Berlusconi, gli avrò fatto guadagnare qualche soldo». Una goccia nell'oceano del suo immenso patrimonio, che lui avrà usato «per pagarsi i sigari, supponendo che la corruzione non sia il suo unico vizio ». Il sentimento degli italiani per il Cavaliere, continua Saramago nel brano incriminato, «è indifferente a qualsiasi considerazione di ordine morale». Del resto, «nella terra della mafia e della camorra che importanza può avere il fatto provato che il primo ministro sia un delinquente?».

E via così, compreso il paragone finale tra Berlusconi e «un capo mafioso». Il libro è uscito a fine aprile in Portogallo, patria dello scrittore, e in Spagna. Si intitola, nelle rispettive lingue, "Il quaderno", come il blog che l'ottantasettenne Saramago tiene dall'anno scorso su Internet, ed è composto dai testi pubblicati sul Web tra il settembre 2008 e il marzo 2009.

L'edizione successiva doveva essere proprio quella italiana, ma il gran rifiuto di Einaudi ha riaperto i giochi, per la felicità di diverse case editrici concorrenti che guardano con interesse al testo dell'autore che ha vinto il Nobel per la letteratura nel 1998.
La sua ultima opera è arrivata in libreria appena due mesi fa: si intitola "Il viaggio dell'elefante", ed è l'epopea di un pachiderma indiano di nome Salomone che attraversa l'Europa del 1551, con tanto di convoglio reale a fargli da scorta. Attualmente è il quinto titolo più venduto di Einaudi, informa il sito della casa editrice. E qui si torna al problema: censura o mercato? Dall'entourage dello scrittore filtra soltanto la conferma che Einaudi ha rifiutato il testo, dicendosi interessata solamente alle opere narrative di Saramago e non ai suoi saggi.

Nell'ambiente editoriale, invece, viene citato esplicitamente il brano sui "vizi" berlusconiani come pietra dello scandalo. Einaudi avrebbe chiesto all'autore di eliminarlo e quest'ultimo avrebbe fatto muro: fine della trattativa.
Qualcuno ricorda un precedente simile, di pochi mesi fa, quando un altro autore Einaudi, Marco Belpoliti, ha finito per traslocare in casa Guanda con il libro "Il corpo del capo", dove il capo era sempre lui, Berlusconi.
Certo, nessun editore al mondo manderebbe in libreria testi che parlano male, e così male, del padrone di casa. Nessun editore al mondo, però, ha un padrone di casa così ingombrante.

Saramago: http://it.wikipedia.org/

2 commenti:

ROKKO ha detto...

Ohhh che bello Danda, hai ricominciato a scrivere vedo, era un po' che non passavpo di qui, volevo subito lasciarti un messaggio e ora vado a leggere.

P.S. anche tu sei passata su Facebook? Fammi sapere che ci possiamo se vuoi scrivere li...Ciao
Abbraccione

danDapit ha detto...

Ciao Rokko!!!!!
da quanto tempo!
..veramente per ora ho cambiato i soggetti del mio scrivere, e spesso mi limito a copiare e incollare articoli dei quotidiani, su quanto sta accadendo in Italia!
Uno schifo, non so se in Svizzera la cosa vi rende "sensiblizzati"!
...
Sono su FB, sì, ma non lo utilizzo granchè...
Come ti cerco? con questo nome? "Rokko"? ^_^
Baci!