12 dicembre 2006

l'analisi della favola - di C. Pinkola Estés (estratto)


Il ritrovamento accidentale del tesoro.
In questo racconto il pescatore trova molto più di quello che si sarebbe aspettato. Non si rende conto di sollevare il tesoro più allarmante che gli sarà dato di conoscere, più di quanto egli possa governare. Non sa che tutti i suoi poteri saranno messi alla prova. E' lo stato di tutti gli innamorati all'inizio: sono ciechi come pipistrelli.
Restare inerti e limitarsi a sognare l'amore perfetto è facile. E' una sorta di anestesia dalla quale potremo non risvegliarci mai. E' compito dell'anima riconoscere il tesoro in quanto tale, indipendentemente dalla sua forma insolita, e riflettere sul da farsi. Talvolta anche gli innamorati all'inizio di una relazione cercano soltanto un po' di eccitazione, un pizzico di sedativo. Senza rendersene conto, entrano in una parte della psiche, propria o dell'altro, dove risiede la Donna Scheletro. Il pescatore pensa di cercare semplicemente di che nutrirsi, mentre in realtà fa risalire la natura femminile essenziale nella sua completezza, la natura Vita/Morte/Vita.
Una parte di ogni uomo e di ogni donna oppone resistenza al sapere che in tutte le relazioni amorose la Morte deve avere la sua parte. Fingiamo di poter amare senza che muoiano le nostre illusioni sull'amore, fingiamo di poter andare avanti senza che muoiano le nostre aspettative superficiali, fingiamo che le nostre ebrezze e i nostri impeti preferiti non moriranno mai. Ma in amore tutto, ma proprio tutto, viene accantonato, e la persona dalla natura profonda e selvaggia è irrefutabilmente attirata dal compito. Che cosa muore? Muore l'illusione, muoiono le aspettative, la bramosia di avere tutto, il desiderio di prendere solo il bello, tutto questo muore.
Il pescatore della storia è lento nel rendersi conto della natura di quel che ha preso. E' difficile rendersi conto di quel che si fa, quando si pesca nell'inconscio. Laggiù vive la natura Morte. Non appena scoprite con chi avete a che fare, il vostro primo impulso è gettarla via. Le relazioni spesso vacillano quando passano dalla fase dell'anticipazione a quella in cui bisogna affrontare quello che in realtà è preso all'amo. Se gli amanti si ostinano in una vita di gaiezza forzata, di perpetue piacevolezze o in altre forme di intensità, se insistono con il lampo e il fulmine sessuale, o nella corrente del dilettevole senza conflitti, la natura Vita/Morte/Vita torna dalla scogliera da cui viene gettata in mare. Gli amanti che si ostinano a tenere tutto su una cima scintillante vivranno una relazione sempre più ossificata. Il desiderio di vivere l'amore nella sua forma positiva soltanto, lo porta a un punto morto.
La sfida per il pescatore è affrontare Signora Morte, il suo abbraccio, i suoi cicli di vita e di morte. Senza di lei non può darsi una vera conoscenza della vita, e senza questa conoscenza non può darsi né amore vero, né devozione. L'amore costa coraggio e resistenza a percorrere un lungo cammino.
Due persone iniziano la danza per vedere se va bene loro amarsi. La Donna Scheletro viene accidentalmente presa all'amo. Si iniziano a vedere le parti fragili e lese dell'altro, o la sua inadeguatezza come trofeo. Quando emerge la donna scheletro si offre una vera opportunità di mostrare coraggio e conoscere l'amore. Amare significa emergere da un mondo di fantasia, per affrontare la possibilità di un amore faccia a faccia. Amore significa restare quando ogni cellula dice: "Scappa".
Al primo confronto con la Donna Scheletro quasi tutti provano l'impulso di volare via come il vento. Anche la corsa rientra nel processo.

La Caccia e il Nascondimento.
La natura Morte ha la strana abitudine di emergere nelle storie d'amore proprio quando pensiamo di aver vinto un amante, un "pesce grosso". Ecco il perché di tanto correre e nascondersi. Ma non c'è nessun posto dove nascondersi. All'inizio, quando impariamo ad amare davvero, fraintendiamo molto. Pensiamo di essere inseguiti mentre in realtà è la nostra intenzione di metterci in relazione con un altro essere umano in modo speciale, che aggancia la donna scheletro. Ovunque stia nascendo l'amore, sempre affiora la forza Vita / Morte / Vita. Sempre.
Paradossalmente, quando uno dei due innamorati tenta la fuga, la relazione è investita da più vita. E più si crea vita, più il pescatore è spaventato. E più corre, più si crea vita. La fase della corsa e del nascondimento è quella in cui gli amanti tentano di razionalizzare la loro paura dei cicli Vita/Morte/Vita.
Dicono: "Può andare meglio con un altro", oppure "Non voglio rinunciare a..", o "non voglio cambiare la mia vita", o "non voglio affrontare le mie e le altrui ferite", "non sono ancora pronta", "non voglio essere trasformato". Si cerca disperatamente un riparo e il cuore batte, non perché si ama e si è amati, ma per vigliacca paura. Abbiamo trovato un tesoro, e cerchiamo di fuggire.
Lo stesso processo segue l'amore. Vogliamo soltanto la bellezza e non vogliamo affrontare il "brutto". La donna scheletro ci insegue. E' la grande maestra che avevamo detto di volere. "No, non questa maestra!". Peccato: è la maestra che tocca a tutti.
Molti temono che quando le cose si ingarbugliano in una storia d'amore la fine è vicina, mentre non è così. L'idea di "prendersi dello spazio" è come l'igloo del pescatore, dove pensa di essere al sicuro. Cercare di prendere solo i lati piacevoli di una relazione d'amore non funziona mai. Gli amanti si sono preparati, si sono rafforzati, stanno cercando di mantenere in equilibrio le loro paure. E ora, proprio quando stanno per battere sul cuore come su un tamburo e cantare, uno grida: "Non ancora!", oppure "No, mai e poi mai".
Tutti quelli che non sono pronti, hanno bisogno di tempo, è comprensibile! ma la verità è che mai nessuno è completamente pronto. Per amare il piacere non ci vuole molto, per amare davvero ci vuole un eroe capace di governare la propria paura.

Sbrogliamento dello scheletro.
Se stiamo facendo l'amore, anche se siamo apprensivi o spaventati desideriamo liberare le ossa della natura Morte. Vogliamo toccare il non-bello dell'altro, e in noi medesimi.
Che cos'è il non-bello? La nostra segreta fame di essere amati è il non-bello. La nostra negligenza quanto a lealtà e la nostra devozione, sono poco attraenti! Il nostro senso di separazione dall'anima è scialbo; i nostri bitorzoli psicologici, le inadeguatezze, gli equivoci e le fantasie infantili sono il non-bello. Sbrogliare la donna scheletro significa comprendere che l'amore non è tutto un luccichio di candeline. Significa trovare coraggio e non paura nell'oscurità della rigenerazione. Significa balsamo per le ferite. Cambiare i nostri modi di essere per riflettere la salute e non la povertà dell'anima.
La paura è una scusa modesta per non fare questo lavoro, tutti abbiamo paura! Se sei vivo, hai paura.
Tre cose differenziano il vivere con l'anima di contro al vivere solamente con l'io: la capacità di sentire e apprendere modi nuovi; la tenacia per percorrere una strada impervia; la pazienza di apprendere nel tempo l'amore profondo.
Non è con l'io mutevole che amiamo l'altro, ma con l'anima selvaggia. Una selvaggia pazienza è necessaria per sbrogliare le ossa, per imparare il significato di signora Morte. Ci vuole un cuore desideroso di morire e rinascere, morire e rinascere.
La persona che ha sbrogliato la donna scheletro conosce la pazienza, sa meglio come aspettare. Non è traumatizzata né spaventata dalla magrezza, e neanche sopraffatta dal godimento. I suoi bisogni di "avere tutto subito" si trasformano nella capacità di trovare tutte le sfaccettature della relazione. Non teme di correlarsi con la bellezza della furia, la bellezza dell'ignoto, la bellezza del non-bello. Nell'apprendere e nell'elaborare tutto ciò diventa l'amante selvaggio per eccellenza.

Il sonno della fiducia.
In questa fase l'amante torna a uno stato di innocenza, in cui è ancora intimorito dagli elementi emotivi, uno stato di desideri, speranze e sogni. Il pescatore ha affrontato la donna scheletro, l'ha toccata. Questo lo porta ad una trasformazione, all'amore. Qui il sonno simboleggia la creazione e il rinnovamento, la rinascita. L'innocenza è uno stato che si rinnova con il sonno, bello sarebbe portare con noi un'innocenza vigile e tenerla stretta per averne calore.
Il pescatore mostra tanta fiducia nella natura Vita/Morte/Vita da riposare e vivificarsi in sua presenza. Quando gli amanti giungono a questo stato, dormono il sonno del saggio invece che del diffidente. C'è una cautela realistica e una ingiustificata, che deriva dall'essere stati feriti in passato. Coloro che temono di "essere presi in giro" o "intrappolati", che proclamano a gran voce di voler "essere liberi", sono quelli che si lasciano sfuggire l'oro dalle dita. Talvolta non ci sono parole per dare coraggio, talvolta bisogna semplicemente buttarsi. Dev'esserci un certo punto nella vita di un uomo in cui fiducioso va dove l'amore lo conduce. Quando una vita è troppo controllata, sempre più diminuisce la vita da controllare.
Nella psiche maschile c'è una creatura, un uomo non ferito, che crede nel bene, è saggio e non ha paura di morire. La fiducia non dipende dal fatto che sa che l'amante non lo ferirà. La sua è la fiducia che qualunque ferita riceva, essa potrà essere curata, che una vita nuova segue la vecchia. La fiducia consiste nel sapere che dopo una fine ci sarà un nuovo inizio. Talvolta più un uomo diventa libero e vicino alla donna scheletro, più la sua amante si spaventa e deve fare un suo lavoro sullo slegare e l'osservare. Perché l'amore fiorisca bisogna aver fiducia nel fatto che qualunque cosa accada, comunque apporterà una trasformazione.

Il dono della lacrima.
Le lacrime hanno un potere creativo. La lacrima che viene pianta è la lacrima della passione e della compassione mescolate insieme, per sé e per l'altro.
La lacrima di chi sogna scende quando un aspirante amante consente a se stesso di sentire e fasciare le sue ferite, piange perché sente la sua solitudine, l'acuta nostalgia per un luogo psichico... per una conoscenza selvaggia. Amare l'altro non basta, non basta "non essere d'impedimento", o essere "di sostegno" o "presente". La donna scheletro attende quella lacrima che dice: "ammetto la ferita". Questo è l'inizio della conoscenza profonda dell'uomo. E' un errore pensare che qualcuno possa essere il nostro curatore, il nostro eccitante, il nostro riempitivo: dobbiamo curare la ferita dentro di noi. Quando l'uomo versa la lacrima si impadronisce del suo dolore, e lo conosce quando lo tocca. Vede come la sua vita è stata vissuta in modo protetto a causa della ferita, e che cosa della vita ha perduto. Vede come ha azzoppato il suo amore per la vita, per se stesso, per l'altro. La lacrima del pescatore avvicina la donna scheletro. Il pescatore lascia che il suo cuore si spezzi: non che vada in frantumi, ma che si apra. E' un amore che lo avvolge, ora nascerà in lui un cuore grande ed oceanico.

Un cuore per tamburo e un canto.
Il tamburo fatto con il cuore richiama... E' il cuore che ci fa amare come ama un bambino: appieno, senza riserve, senza sarcasmo, né dispregio o protezionismo. Consentite alla donna scheletro di diventare più palpabile nella vostra vita e lei a sua volta la renderà più ampia. Quando un uomo dona tutto il suo cuore diventa una forza sorprendente: diventa un'ispiratrice. Quando la donna scheletro dorme con lui, egli diventa fertile, è investito di poteri femminili in un ambito maschile. Porta i semi di una nuova vita e delle morti necessarie.

La danza del corpo e dell'anima.
Il simbolo della donna scheletro è un residuo del tempo in cui molto si sapeva della morte come portatrice di trasformazione spirituale. Nell'immaginario femminile la Donna Morte era intesa come la portatrice del destino, la ricreatrice...
L'amore nella sua forma più piena è un susseguirsi di morte e rinascita: il dolore viene cacciato e rispunta da un'altra parte, muore la passione e rinasce. Amare significa abbracciare e sopportare molte fini e molti inizi, il tutto nella stessa relazione.
Energia, sentimento, solitudine, desiderio, noia, tutto sorge e tramonta in cicli relativamente ravvicinati. Il desiderio della vicinanza e delle separazioni cresce e cala. La natura Vita/Morte/Vita ci insegna che la soluzione del malessere è sempre il contrario.
Un'azione nuova è la cura per la noia, la vicinanza è la cura per la solitudine, la solitudine è la cura per la sensazione di essere bloccati.
Nella storia il pescatore era prima inconsapevole, poi è spaventato e in fuga. Infine riflette e comincia a sciogliere i suoi sentimenti e a trovare un modo per correlarsi alla donna scheletro. Poi la sua lacrima di sentimento la nutre e il suo cuore la crea. Così è riamato e impara ad amare.
La donna scheletro viene prima gettata ed esiliata, poi acchiappata da un individuo che la teme. Comincia a tornare alla vita, si trasforma in essere vivente. E' amata e riama. Lei, la grande ruota della natura, e lui, l'essere umano, ora vivono in armonia insieme.
Vediamo nel racconto che il dono del corpo è uno degli ultimi delle fasi dell'amore, e così dovrebbe essere. Non accettate l'amante che subito vuole il corpo, insistete perché tutte le fasi si sviluppino. Fare l'amore è rimescolare spirito e carne, spirito e materia. La relazione amorosa dovrebbe svilupparsi come in questa storia: ogni partner dovrebbe trasformare l'altro. La forza e il potere di ognuno vengono liberati e spartiti.
Poi cacceranno insieme, e si arricchiranno...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao ho visto il tuo link sul blog di Giulia e ho letto questa favola.. stupenda e intensa.. wow grazie.. buonanotte sonia

danDapit ha detto...

Ciao Sonia!
Grazie per essere passata, e grazie per aver lasciato il commento!
Sono contenta che ti sia piaciuta la favola...e la spiegazione analitica? anche questa hai letto? Ne sono felice, perchè per me è bellissima!!
A presto, Ciao!!